7° parte
(Ai) Ero in camera. Kudo era andato in bagno per cambiarsi col pigiama, ormai completamente asciutto. Stavo seduta ai piedi del letto, ripensando a quello che mi aveva detto pochi minuti prima Shinichi. Sono stata proprio una stupida, ma cosa vado a pensare?! Mi stavo cambiando, quando, all'improvviso, la porta si aprì.
(Conan) Avevo aperto la porta senza bussare, e, appena vidi quello che stava succedendo, me ne pentii amaramente, diventando rosso peperone, e sarei voluto sprofondare nell'abisso più profondo e oscuro che esista. In camera c'era Haibara che si stava cambiando. Era senza la maglia, ed era girata di schiena, ma, appena aprii la porta, era come se il tempo fosse rallentato. Si stava girando lentamente, o, forse, era una mia impressione. No, anzi, ERA una mia impressione, perché feci In tempo solo a vedere il suo sguardo fulmineo e omicida, come se mi volesse scuoiare vivo, e il volto rosso, sia di rabbia che d'imbarazzo, che non mi accorsi di un paio di ciabatte e un libro, che mi volavano dritti in faccia: riuscendo nell'intento di colpirmi. Haibara chiuse velocemente la porta urlando "PERVERTITO!", e, io, rimasi un attimo fermo, immobile, col viso ancora più rosso, e con due impronte di ciabatta nelle guance. Scesi giù, e mi sedetti nel divano, cominciando a massaggiarmi il volto dolorante, e con alcuni pezzi di fazzolettini nelle narici, a quella vista avevo pure sanguinato dal naso, con un espressione seccata. Dopo circa cinque minuti, Haibara scese in pigiama. Un caldo pigiama Lilla, con al centro della maglia un orsetto marrone e le maniche le coprivano le braccia lasciando scoperte solo le punte delle dita, regalatole da Ayumi per Natale. Aveva la sua solita espressione da Tsundere, ma leggermente rosata sulle guance, le braccia conserte e gli occhi chiusi. Io rimasi a bocca aperta: era bellissima. Lei si sedette nel divano davanti a quello dov'ero seduto io. Susseguì un bel quarto d'ora, in un silenzio quasi imbarazzante, finché, Haibara, non decise di spezzarlo, dicendo, sempre con la stessa espressione, che non aveva accennato a cambiare, e con gli occhi chiusi "È tardi! Penso che dovremmo andare a dormire!" "S-s-sì... O-okay, andiamo..." lei si alzò, e si diresse verso la scala, con me a ruota. Entrammo in camera. Io mi infilai nel futon, mentre Haibara, nel suo comodo letto. Appena si mise sotto le coperte, si girò, dandomi le spalle. "Buonanotte... A-Ai..." dissi io aspettando una risposta che non arrivò. Forse stava già dormendo. Mi girai anch'io dandole le spalle. Stavo per chiudere gli occhi, quando sentii una sottile, fragile, ma profonda voce, sussurrare un "Anche a te... Conan...". Feci un mezzo sorriso, prima che il sonno e le calde coperte avessero il sopravvento.
(Ai) Era mattina. Misvegliai, feci uno sbadiglio muto e guardai la sveglia sul comodino: le 08:00. Mi sedetti nel letto e guardai alla mia sinistra, ma Kudo non c'era. Il futon era perfettamente ripiegato nell'angolo sotto la finestra. Pensai che fosse andato all'Agenzia, così scesi per prepararmi il mio solito Thè verde. Ma dovetti ricredermi, quando, dalle scale, sentii un buon profumo di cappuccino. Mi diressi verso la cucina, e, quando la raggiunsi, rimasi a bocca aperta. Kudo era intento a cucinare dei croissant, tant'è, che non si accorse nemmeno della mia presenza. Al tavolo, in due posti, c'erano delle tazzine ancora fumanti di cappuccino, con la schiuma che quasi sbordava. Io feci un sorriso, ma, mi scappò anche una risatina, a vedere la scena che mi si parava davanti: Kudo stava tenendo le pinze da cucina, a mò di bacchette, con la destra, mentre con la sinistra, teneva il manico della padella con un guanto. Era in piedi su una sedia, ed aveva un'espressione, come se stesse lottando con qualcuno. Quando si accorse di me si girò di scatto, solo che, con la mano destra, toccò la padella, ed urlò "AHI!", portandosi l'indice alla bocca. All'inizio lo guardai esterrefatta, ma poi, mi scappò un'altra risatina, e mi portai una mano alla bocca. Lui, ancora con il dito tra le labbra, mi guardò un pò seccato. "Perché tutto questo?" chiesi io, avvicinandomi al tavolo con un sorrisetto. Lui divenne un pò rosso in viso, alzò gli occhi per evitare il mio sguardo, e disse, cercando di sembrare normale "V-volevo fare qualcosa p-per farmi perdonare per quello che è s-successo ieri, e-e anche quella storia a-alle terme...!" Non ci credo. Era imbarazzato. Io risposi sempre con quel sorriso "Bhe, grazie tante." Feci solo in tempo a finire la frase, che si sentì puzza di bruciato. Subito, Kudo si girò e spense il gas. Fortunatamente non erano carbonizzati. Mi fece sedere in una delle sedie, da vero gentiluomo, il che non è un comportamento che riservava a tutti, solo alla SUA-DOLCE-RAN. Ma non avevo voglia di pensarci. Kudo prese un vassoio e ci mise sopra i croissant ancora caldi, e lo posò sul tavolo al centro. Il cappuccino era ancora fumante, anche se la schiuma si era leggermente abbassata. Poi, vidi una cosa che mi stupì non poco. Sì, la schiuma si era un po' abbassata, ma era ancora leggermente visibile una riga color nocciola che formava: un cuore. Lanciai un'occhiata veloce alla tazza di Shinichi: sopra la schiuma non era presente la stessa forma, era solo schiuma color beige. Divenni leggermente rosata. Poteva anche essere un caso, ma mi piaceva pensare che lo avesse fatto apposta. Allungai la mano per prendere un croissant. Gli diedi un piccolo morso: erano alla crema, ed erano buonissimi.
(Conan) Vedevo Haibara sorridere. Quindi mi aveva perdonato? A quanto pareva direi di si. Forse avevo un pò esagerato disegnando un cuore nella schiuma del suo cappuccino. Non so nemmeno perché lo feci. La vidi sorpresa, felice e...rossa? Forse era una mia impressione, ma, quando si accorse del cuore disegnato e vide che nel mio non c'era, mi è sembrato che fosse un pò rosata nelle guance. "Non è che forse... lei... Ma no, cosa vado a pensare.".
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