Un angelo custode
Quella mattina, Conan si svegliò di pessimo umore.
Rimase steso nel letto, ignorando la sveglia.
Pensava solo a lei, in quello stato. Ora Mei come stava? Bene? Male? Aveva litigato con James?
-CONAN! CHIUDI QUELLA SVEGLIA!- La voce di sua sorella lo fece destare dal suo dormiveglia.
Il ragazzo si vestì con le prime cose che trovò nell'armadio e scese in cucina.
Sua madre stava cucinando qualcosa per colazione, con i capelli ancora spettinati e le ciabatte.
-Non ti sei ancora vestita per andare a lavoro- Notò lui- Come mai?
-Conan, oggi è domenica.
-Ah, giusto.
-Piuttosto...- Rachel, con i capelli legati in una vaporosa coda ramata e con una felpa che le arrivava fino alle ginocchia, si accomodò accanto al fratello- non dovresti essere nervoso tu? Oggi c'è la finale di baseball.
Il pensiero di Mei aveva completamente cancellato quello della partita.
-Si, lo so.- Mentì lui.
-Non vogliamo metterti sotto pressione, ma sappi che oggi ti giochi tutto l'onore della nostra famiglia.- Aggiunse Shinichi, scendendo per le scale e guardando sua moglie.
-Ora sono rilassato.
***
-Ma guarda, allora giocherai tu oggi. Che vergogna.- Clara era entrata nello spogliatoio dei ragazzi, poco prima della partita.
-CHI È QUESTA?!- Esclamò uno di loro.
-Cavoli tuoi? Ti stai allacciando la scarpa, non sei nudo.
-Ehm... Clara perché sei qui?- Sussurrò Conan.
-Ci siamo tutte. Ci ha accompagnate Mei. Vogliamo vedere come andrà la finale. Spero tanto che avere te non ci porti sfiga.
Dietro di lui, tutti i ragazzi ridacchiarono.
-Cretini!- Ringhiò lui- E poi, è mio padre quello che porta sfiga. Solo se c'è lui qualcosa... È seduto fra il pubblico, vero?
-Ovvio.
E infatti, quando l'arbitro annunciò l'inizio della partita, tutta la famiglia Kudo era seduta a fare il tifo.
-FORZA, CONAN! SIAMO TUTTI CON TE!
Le urla di Shinichi potevano sovrastare quelle di tutto il pubblico.
Era evidente che Shiho non si sentisse a proprio agio, tanto che nascose la faccia nel giubbotto.
Sarah era seduta in mezzo alla Miyano e al marito, ed osservava suo cugino scuotendo la testa, in segno di disapprovazione.
C'erano anche Heiji e Kazuha, ovviamente con il figlio, che era in mezzo a Rachel e Sonnie.
La sua ragazza non faceva altro che mandare baci e scattare foto.
Accanto a Rachel c'erano Yuki, Angel, Clara e Honoka. Accanto alle quattro orfanelle, c'era Mei.
Il suo sguardo era spento, non sorrideva. Sembrava quasi che volesse andarsene.
Il fischio di inizio fece concentrare Conan solo sui suoi avversari.
Erano tutti più grandi di lui, di stazza.
Forse era per il nervosismo, ma sembravano minacciosi.
"Siamo in finale. Concentrati."
A lanciare era la sua squadra.
Molti dei suoi compagni erano ottimi lanciatori, in primis Satoshi, infatti, Conan non si stupì quando tre ragazzi avversari furono eliminati in poco tempo.
Però, qualcosa fece ribaltare il gioco.
Un certo tizio, riuscì a scagliare via la palla di Satoshi.
Supero due dei suoi compagni, e allora, Conan si lanciò per prendere la palla, che gli cadde dal guantone.
-SINGOLO!- Urlò l'arbitro.
Conan imprecò, alzandosi, e guardando quel ragazzo. Era senza dubbio il più robusto. Gli diede un fastidio enorme osservarlo mentre si gongolava con la sua squadra.
"È solo un singolo" Si disse "Non devo andare in panico."
Prese un respiro profondo, e ritornò alla propria postazione.
Gli avversari non erano troppo forti, ma nemmeno troppo deboli. In fondo, non c'era motivo di essere nervosi.
L'unico che poteva davvero compromettere la situazione era quel giocatore che aveva fatto ottenere un Singolo.
-Dimmi una cosa, Satoshi- Chiese Kudo, durante un time out- Chi è quel ragazzo alto e robusto?
-Quello che mi ha fregato?-Sibilò il ragazzo.
-Ehm... Sì...
-Si chiama Shoichi, è di due anni più grande di noi. Ha giocato in una nazionale. È il punto forte della squadra. Stai attento, quello fa dei movimenti impossibili. Darebbe del filo da torcere perfino ad un campione.
***
-Doppio!!!
Conan vide lo sconforto dell'avversario, e la sua rabbia.
Erano 2 a 5 per Beika, stavano perdendo.
Bastò poco per far arrivare
-STAI GIOCANDO DA FAVOLA, CONAN!!!
E forse, la voce di Sonnie non aiutava affatto.
A volte, proprio sul bel mezzo di un lancio, la ragazza urlava, facendogli fare sbagli che lui di norma non avrebbe mai fatto.
Tutti i ragazzi, ed anche Sarah -lo sguardo che la donna rivolgeva alla ragazza sembrava proprio quello di una strega- sembravano tentati di buttarla a calci fuori dallo stadio, metterle una mela nella bocca e sbedirla in Madagascar.
Conan non poteva biasimarli: Sonnie lo distraeva anche troppo.
Di rado rivolgeva qualche sguardo a Mei, perché da una parte voleva vincere, dall'altra era preoccupato per lei.
E Sonnie?
"Che cavolo sta succendo nella mia testa?!"
-Conan!
-Eh?!
Per fortuna, Conan poteva vantarsi di avere riflessi pronti, perché la palla riuscì a far guadagnare l'ennesimo punto per lui.
Peccato che cadde a terra.
-TIME OUT! Conan, stai bene?!- Esclamò Genta, entrando in campo.
Conan annuì, e cercò di alzarsi; era caduto sulla sua stessa gamba, ma non sembrava avere qualcosa di rotto.
-S...Sto bene, non è niente...
-Chiedo una sostituzione.
-Cosa?! No!
Conan guardò Shoichi, che aveva lanciato la palla, osservarlo con sguardo sia interrogativo e compiaciuto.
-Io sono l'unico capace di tenere testa a quello!- Provò a dire, in sua difensiva.
-Modesto...-Replicò Satoshi.
-Vi ripeto che sto bene!
-Beh, ugualmente è troppo tardi per una sostituzione. Il tuo avversario è stato sostituto.- Replicò il suo coach.
Il ragazzo osservò l'altro, seduto in panchina.
"È il giocatore più forte dei loro... Perché vogliono metterlo in panchina?"
***
La partita, dopo la sostituzione di Shoichi, era senza dubbio diventata meno interessante.
La squadra di Beika era decollata, eliminando giocatori e facendo dei Fuoricampo.
Conan cercava di dare il meglio di se, ma, senza dubbio, il dolore alla gamba non sembrava alleviare.
Genta ogni tanto lo osservava, come per dirgli di riposarsi, e di non sforzare la gamba.
Ma non era niente di grave, si ripeteva il ragazzo, poteva farcela.
Beika era rimontata, ed ora, a dieci minuti dalla finale, entrambe le squadre si trovavano 19 pari.
-Conan, tocca a te. Questo è l'ultimo punto.- Disse Satoshi, dandogli una pacca sulla spalla.
Kudo, con i capelli bagnati sul volto, e la frangia che gli copriva gli occhi, annuì. Aveva il fiatone, e non sentiva più la gamba.
"Devo farcela... Un ultimo sforzo..."
-Conan. Mi dispiace ma ora non giochi.
-Coach, le ho detto che posso farcela!- Sbraitò il ragazzo.
Tenta aveva uno sguardo furente.
-Ti sei fatto male e non ti sei nemmeno fatto controllare! Se continui la tua gamba potrebbe cedere!
-Era solo una caduta!- Conan strinse la mazza- Non riuscirà certo a fermarmi!
Il fischio dell'arbitro risuonò nelle sue orecchie.
Shoichi sarebbe tornato in campo per il punto decisivo.
-Ma cosa...?!- Parecchi dei giocatori di Beika erano esterrefatti.
"Ma certo! Shoichi era il punto forte, e, se si sarebbe sforzato troppo, non avrebbe dato dei risultati ottimali al momento giusto! Si è riposato al contrario di...me..."
Si avviò tremante in campo: tutto taceva, perfino la folla non fiatava. Era come se il tempo si fosse fermato.
Conan strinse la mazza, e la posizionò, ingoiando pesantemente la saliva.
Shoichi prese la palla.
Un sibilo e...
-Strike!
Conan rimase fermo: la sua gamba destra era rigida, non si muoveva.
Respirò a fondo, cercando di restare calmo; sentiva il sudore freddo scendere per tutto il corpo.
Shoichi, fin troppo presto, lanciò l'ennesima palla.
-STRIKE!
"U...Un solo lancio... Un solo lancio e questo mi fa fuori. Perderemo. Perderemo per colpa mia!"
Rivolse uno sguardo disperato al pubblico.
Non sapeva se gli altri erano spaventati, ma lui fissò Mei.
Il suo sguardo non nascondeva ansia, gli occhi verdi erano spalancati. Si era sporta leggermente, e la sentì quasi sillabare:
'Puoi farcela'
Conan sussultò, ed osservò l'avversario.
Socchiuse gli occhi, strinse la mazza e sussurrò:
-Ok, vediamo che sai fare.
Shoichi sorrise e lanciò l'ultima pallina, quella che avrebbe terminato il campionato.
Il sibilo e...
Tac.
Crack.
Dopo un silenzio pesante, l'arbitro gridò:
-FUORI DALLO STADIO! BEIKA VINCE!
Tutti esultavano. Tutti tranne Conan.
Lui era a terra, incapace di muoversi. La gamba gli faceva malissimo, sembrava spezzata in tanti piccoli pezzi.
La sua vista era appannata.
Voleva tanto urlare, ma cercava di non farlo, mordendosi il labbro, con il disgustoso sapore del sangue in bocca.
Sentì qualcuno urlare ed avvicinarsi. C'erano varie persone, ma era tutto troppo sfuocato.
Sentì un dolore ancora più forte, e a quel punto urlò.
***
-Giuro che non ho fatto niente!
-Ieri vi siete messi a lottare! Gli hai lanciato qualche fattura?! Incantesimo?! O forse durante la partita?!
"Questa voce..."
-Non ho toccato questo... Questo grande...
-NON OSARE DIRE UNA SOLA PAROLA RIGUARDO CONAN!
"È...è Mei..."
-COME FAI A VOLER BENE A QUESTO IDIOTA?!
-TU! TU SEI UN IDIOTA! HAI PROVATO A FARGLI DEL MALE PER DAVVERO! UN CRUCIO?! E LA PROSSIMA VOLTA CHE SARÀ?!
-Mei... Io l'ho fatto per te...
-Vattene via, James.
Conan aprì gli occhi, e vide Mei. Sembrava sconvolta. I capelli erano in disordine, aveva il fiatone e i suoi occhi erano furenti.
Di James nessuna traccia.
Appena i loro sguardi si incrociarono, Mei sembrò rilassarsi.
-Conan...
Il ragazzo sorrise, vedendo lei e non qualche altro.
-Che succede? Abbiamo vinto?- Chiese lui.
Lei annuì.
-Ti sei sforzato troppo, Conan.- Sussurrò Mei- La gamba... Hai fatto un movimento brusco... Si è rotta... Eri steso a terra, urlavi... Stavi così male e...
Kazuha entrò nella stanza. In effetti erano in ospedale.
Conan osservò la sua gamba ingessata.
-Allora?- Chiese ala donna, speranzoso.
La madre di Seiji era una dottoressa bravissima, aveva salvato sua madre con un polmone artificiale, cosa poteva mai essere una gamba rotta?
Kazuha abbassò lo sguardo, i capelli, ormai abbastanza corti rispetto al passato, le si abbassarono sugli occhi.
-La tua gamba guarirà, Conan. Ma non potrai giocare più a baseball.
Quelle parole caddero su Conan come un macigno.
Il baseball era la sua vita.
Si accorse che Kazuha li aveva lasciati soli, e che Mei lo stava fissando: lui stava piangendo.
Lei stava per dire qualcosa, ma lui la interruppe.
-Scusami... Ora passa.- Si asciugò gli occhi- Immagino che tu non abbia mai visto un ragazzo piangere... Scommetto che il tuo James non ha mai versato una lacrima...
-Conan, riguardo James...
-È solo che... Ho passato una vita intera a dedicarmi al baseball. Per diventare bravo e per poter arrivare ai così detti ' piani alti', ed ora, comportandomi da egoista, con un solo lancio ho perso tutto. E la cosa peggiore, è che mi sono dedicato così febbrilmente a questo sport solo per... Per toglierti dalla testa.
Lui osservò la ragazza. Era immobile, come sempre non lasciava trapelare alcuna emozione.
-Sono pessimo, lo so. Ci credo che preferisci James a...
Successe in circa tre secondi: Mri si era letteralmente lanciata su di lui, ed ora, lo stava stringendo forte a se.
Era un abbraccio vero e proprio.
Il profumo di giglio, quello che Conan non sentiva da sette anni, gli entrò nelle narici, e fu come il profumo di un luogo conosciuto.
-Mi dispiace, Conan. Mi dispiace davvero tanto...
-Mei...
-Non sei stupido, pessimo, o quel che credi. Ed io non preferisco James. Anzi, fra me e lui non c'è assolutamente niente. Mi dispiace... Hai dedicato tutta la tua vita per questo sport... Ed ora...
Conan la strinse forte a se, sorridendo.
Forse, rinunciare al baseball, se aveva Mei, non era poi così grave.
Lei si staccò dall'abbraccio, interrompendo quel momento.
-Voglio aiutarti.- Il suo sguardo era deciso, ed il suo tono fermo.
-Come?- Chiese lui, osservandola titubante.
-Non urlare. E stai fermo.- Sussurrò Mei, frugando nelle tasche della sua borsa, abbandonata in fondo alla stanza.
Quella che prese, era la classica asticella di legno, simile a quella di sua madre.
In quel momento, a Conan tornò in mente quello che aveva visto la sera prima.
-Mei quella cosa...
-Fai silenzio e non agitarti.
Mei gli prese il polso: sembrava tesa quanto lui.
Puntò la bacchetta verso il gesso, e sussurrò qualcosa.
Conan sentì qualcosa muoversi dentro la gamba, come se l'osso si stesse rimettendo a posto.
Cacciò un urletto, ma poi, non sentì più nulla.
Il dolore era scomparso.
Vide Mei esaminare il gesso, ed abbozzare in sorriso.
-Cosa... Cosa sta succedendo, Mei?
Lei si voltò a guardarlo.
-Ho imparato abbastanza bene. Quando ho chiesto a mamma, dopo aver saputo che volevi fare un provino di baseball, di aggiustarti la spalla, lei è stata eccellente.
-La spalla?
Mei si avvicinò al ragazzo, toccandolo sul punto della spalla dove, anni prima, suo padre lo aveva pugnalato.
Le cicatrici erano ancora ben visibili, ed anche quella sul braccio di Mei, causata da Vermouth, sembrava quasi splendere.
-Non saresti mai riuscito a giocare a baseball con quella spalla, ed io ho chiesto un rimedio... Ora puoi continuare a giocare. Devi solo aspettare che la tua gamba guarisca.- Mei lo osservò per qualche secondo, stava per aggiungere qualcosa, ma poi si alzò.
Conan era sempre più confuso.
-Aspetta, Mei!
La ragazza, che stava già per andarsene, si voltò a guardarlo.
-Come...-Iniziò lui- Come hai fatto a risolvere il problema...?
Nello sguardo di Mei passò un espressione che lui non riuscì a decifrare.
-Sono semplicemente il tuo angelo custode.
*agita la mano in segno di saluto*
Ciaooooo! Come va?
Io sono sopravvissuta ai compiti!
Non so come è andato quello di algebra, fisica e geometria... E non voglio saperlo.
Ora spero solo che il compito di grammatica sia facile e che la prof non ci faccia fare un compito di latino!
Vabbe... Comuque, scusate se il capitolo è stato 'emozionante' solo alla fine... Però, dai, presto accadranno cose kawaiiii!!!!
Beh, non so che altro dire.
*agita la mano in segno di saluto, di nuovo*
Alla prossimaaaaaaaaaa!!!
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