Maledizioni senza perdono e baseball

-Conan, sei di nuovo in ritardo!- Ringhiò Genta, il vecchio membro dei Detective Boys, ormai diventato il mister della squadra di baseball di Beika- E' già la quarta volta!

-Lo so... La mia ragazza mi ha dato dei problemi...- Disse il ragazzo, cercando di far sembrare la sua scusa decente.

Qualche suo compagno di squadra iniziò a bisbigliare e ridacchiare.

-Non mi importa, Conan!- Genta lo osservò con sguardo severo- Caccia un po' di grinta e dille che deve farsi da parte e che tu non devi fare ciò che vuole!

-Ma come faccio? E' la mia ragazza!

-Trattala come gli avversari della finale di domani!

-Ma è una ragazza!

-Tranquillo, ragazzo! Non ti sto mica dicendo di spaccarle una mazza in testa! Solamente che hai bisogno di spazio! Ed ora muoviamoci! Che domani ci giochiamo tutto!

Era vero: Conan si allenava da tempo per quel momento. Aveva aspettato tanto per partecipare ad un piccolo campionato. La sua squadra era arrivata in finale, non per vantarsi, grazie ai suoi sforzi e al suo impegno. Ovvio, anche gli altri avevano fatto la propria parte.

Non poteva permettersi distrazioni.

Nessun tipo di distrazione.

Doveva rimanere concentrato.

-Ehi, Conan! Guarda chi è venuto a vederti! -Esclamò Satoshi, un suo compagno di classe, oltre che di squadra.

Conan alzò lo sguardo: Seiji e Rachel erano li, come al solito. Sonnie era più in alto e gli mandava dei baci. Ma, accanto a Rachel c'era...

-Strike! Conan! Concentrati o domani non giochi!- Sbraitò Genta, ormai furioso.

-S...sì!- Conan distolse lo sguardo da Mei, seduta fra Rachel e James.

"Ma perché è venuta?" Pensò lui, mentre si concentrava sulla palla "O meglio...perché è venuta con lui?"

TAC.

-Doppio! Buona per noi! Cambio!

Conan andò a sedersi in panchina, guardando sua sorella che gli faceva un occhiolino, incoraggiante, mentre Mei lo stava osservando.

"Teoricamente ho dato un vantaggio alla mia squadra... Quindi lei è felice! Felice di me!"

Quel tipo di allenamento era diverso rispetto agli altri: tutti erano concentrati, un minimo errore dell'altro o di se stessi erano susseguite da urla spazientite, non solo dal coach, ma anche dai giocatori.

Una sola imperfezione poteva rovinare la partita del giorno dopo e Conan esigeva da sempre la perfezione. In tutto.

(Ed io esigo un otto in matematica... Ma non si può avere tutto nella vita, piccolo tonno junior! ndSarah)

-Conan! Se ci fai un fuori campo domani la vittoria è assicurata! Quindi vedi di concentrarti!

-Sì, coach!

E, come al solito, la palla schizzò fuori dal campo.

-Ottimo, ragazzo! Domani vinceremo di sicuro!- Genta esultò- Ed ora, andiamo a mangiare un gelato!

I ragazzi si allontanarono velocemente, verso gli spogliatoi.

"Già" Pensò Conan "Forse possiamo farcela, domani."

Come al solito, lui fu uno degli ultimi a cambiarsi, ed uscì di nuovo in campo quando ormai non c'era più nessuno.

Come sempre, Rachel e Seiji erano scesi in campo per fargli i complimenti, seguiti da Mei. Il ragazzo sorrise leggermente, quando la vide, ma dovette preoccuparsi di Sonnie, che era arrivata a razzo verso la sua bocca.

-Tesoro sei stato bravissimo!!!- Esclamò la Suzuki, dopo avergli dato almeno tre baci.

-G...Grazie, Sonnie...

Conan cercò di guardare oltre la faccia di Sonnie, e vide Mei, a pochi centimetri da loro. La sua espressione era indecifrabile. Lui si sentì ancora peggio, quando si accorse che, per istinto, aveva cinto la sua ragazza con entrambe le braccia.

-Scusa!- Sbottò acida Sonnie, verso l'altra ragazza- Ma non vedi che questo è un momento intimo con il mio cioccolatino? Sei scema o cosa?

-Sai, a differenza di te, che sei andata in panico quando hai aperto un libro di scuola pensando di averlo rotto, credo che la materia grigia e i miei neuroni funzionino. Ed ora, scusate. Devo andare.- Mei si girò di scatto, senza battere ciglio o guardare nessuno.

-Mei, aspetta!- Provò a dire Rachel.

-No. Voglio stare un po' da sola. Scusami.

Il suo tono di voce aveva qualcosa che non andava, sembrava uguale ma allo stesso tempo diverso. La ragazza non andò vicino a James, lo superò senza guardarlo ed accelerò il passo. L'altro la seguì, e Conan provò a raggiungerla, ma si accorse di essere ancora attaccato all'altra ragazza.

-Io non sono mica impazzita quel giorno che il libro si era rotto! Giusto!?- Sbraitò Sonnie verso Seiji e Rachel.

-Le dici tu quello che è successo o io?- Chiese Rachel

-Io- Sbuffò rassegnato Seiji- Stavi per rompermi il setto nasale sbattendomi la faccia sul libro, visto che era diventato 'più grande'.

-Chi se ne frega dei libri?- Rispose la Suzuki.

-Noi.- Sibilarono Rachel e Seiji.

***

-Conan! C'è qualcuno che vuole vederti!- Esclamò Shiho.

-Se è Sonnie dille che sto leggendo.

-E' James! Quindi muovi quelle pinne... cioè quelle gambe!

Conan scese per le scale, chiedendosi che cosa volesse James.

-Sei nervosa stasera, eh?- Domandò poi alla madre.

-Ho del lavoro da fare.- Disse sua madre, sbrigativa.

Conan si avviò in salotto, e vide Potter seduto sul divano, con il suo classico fare da figo. I capelli gli ricadevano ribelli sugli occhi marroni, e il suo sguardo aveva qualcosa di diverso.

-James- Kudo non sapeva come iniziare la discussione - che succede?

-Voglio parlare con te. In privato.

"L'ennesimo esaurito che mi darà un consiglio del cavolo? Non di nuovo..."

-Vieni- Continuò James- Facciamo due passi.

Fuori si congelava, e Conan pensò con nostalgia alla sciarpa che aveva lasciato in casa, oltre che i guanti.

"Spero davvero che questo tizio abbia un motivo serio per presentarsi di sera a casa mia."

-Allora, si può sapere cosa c'è?- Sbuffò Conan.

James lo osservò quasi con disprezzo:

-Conan, ti piace Mei?

-Eh?!

-Ti piace Mei o ti piace Sonnie?!

-Beh...

James ghignò, e Conan cominciò ad indietreggiare.

Non gli piaceva la situazione.

-Mettiamo le cose in chiaro- Sibilò Potter- Tu stai con Sonnie, ma non devi osare far piangere Mei. Mai più.

Kudo sussultò: far piangere Mei?

-Io non ne ho mai avuto l'intenzione!- Urlò, cercando di difendersi.

-Hai idea di tutti i pianti che si è fatta?! Oggi è andata a piangere a casa sua, dopo che quella troietta si è messa a fare la carina con te!

James serrò i pugni, e continuò a guardarlo:

-DEVI USCIRE DALLA SUA VITA! LA FAI SOLO STARE MALE!

Conan rimase interdetto per qualche secondo.

Lui stava facendo star male Mei?

Vero o falso, non poteva farsi vedere come un cucciolo ferito.

-Beh, almeno io non sono uno sballato esaurito e montato come te, James- Disse, senza pensare veramente a quello che aveva detto.

James socchiuse gli occhi e poi ridacchiò:

-Sballato io? Può essere, ma almeno non ho un padre malato di mente!

-COSA HAI DETTO?!

-Sai bene cosa ho detto. A differenza di te non rischio di essere ucciso di notte!

Ma James non finì la frase, perché Conan gli diede un pugno sulla faccia.

-Non. Ti. Permettere.

Come faceva a sapere di suo padre era un mistero. Forse glielo aveva detto Mei. Lei sapeva tutto di tutti, ma non era importante.

Le labbra di James sanguinavano, ma dentro i suoi occhi c'era rabbia.

-La mettiamo così? Allora fatti sotto!

Conan vide James lanciarsi contro di lui, ed il ragazzo rispose con pugni e calci.

James gli era addosso, e lo stava riempiendo di schiaffi, e lui, senza pensarci, gli diede un calcio in pancia, facendo cadere l'amico di Mei a terra.

Stava per allontanarsi, togliendosi un po' di polvere di dosso, quando il suo rivale si alzò.

Rovistò nella tasca dei jeans e cacciò uno strumento strano: sembrava un bastoncino simile a quello che Sarah teneva sempre a portata di mano.

James glielo puntò addosso, e Conan cercò di capire a che cosa potesse servire.

- Ora che vuoi fare? Lanciarmelo negli o...

-Crucio!

-JAMES NO!

Dal bastoncino di James uscì un fulmine rosso, che a quanto pare era indirizzato a Conan.

Ma successe tutto in fretta.

Mei arrivò quasi come se si fosse teletrasportata, mettendosi davanti a Conan.

Il ragazzo vide il fulmine colpirla in pieno petto, e la sentì urlare.

Urlò come non aveva mai fatto prima: un urlo di una che soffriva delle peggiori torture.

Il fulmine sparì, e Mei rimase immobile per qualche secondo, poi cadde a terra.

-MEI!- Conan si inginocchiò- Mei! Mei!

James era immobile.

La ragazza aprì gli occhi, lentamente, e fissò Conan.

-Mei... Stai bene?

-S...Sì, ora lasciami.- Provò ad alzarsi da sola, ma per poco non cadde.

-Mei...

-Ce la faccio. Sto bene.- La ragazza fissò James, con puro disprezzo e rabbia. Lui sussultò.

Era evidente, che quello sguardo era dovuto a qualcosa che non doveva fare.

-Mei!- Provò a dire di nuovo Conan, prendendole un polso.

Lei si libero dalla presa del ragazzo, dandogli uno schiaffo sulla mano.

-Lasciami stare!- Urlò, per poi iniziare a correre con fatica.

-No...Aspetta... Non andartene...


E fu così che tutte le lettrici della fan fiction si munirono del quaderno della morte, chiamarono Yuno con un unico scopo: uccidere James e Sonnie.

Ma l'autrice, che infondo vuole bene a James -e , Sonnie pure l'ho inventata io e mi serve-, si schierò per salvarli, beccandosi un sacco di mazzate.

Ho ragione?

Tranquilli... Calmatevi.

Ognuno avrà ciò che si merita!

Cioè... Ehm... Un personaggio non si meriterà quello che succederà... Però deve accadere...

OK, basta con gli spoiler. Vado ad abbracciare la mia figlioletta che è stata cruciata anche per colpa mia.

Armando: Ci credo! La storia l'hai scritta tu!

Sarah: Ancora tu! Ma non eri in Germania?! *corre via*

Armando: Ho voglia di baciiiii *la insegue*







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