Epilogo
[Conan]
Era una bella giornata d'estate.
L'atmosfera era calda ma sopportabile, e Conan non vedeva l'ora che fosse sera per godersi finalmente il freschetto nonostante il kimono scomodo.
Rachel si era rifiutata come al solito di indossare abiti femminili, e Seiji aveva detto che lui non avrebbe fatto la gheisha solo per rendersi ridicolo.
Entrambi poco tradizionalisti, entrambi la coppia più affiatata e casinista di tutta Beika.
Conan sospettava che la serata sarebbe stata ancora lunga. Ancora troppo lunga prima di rivederla.
Eppure avrebbe aspettato, come facevano a vicenda. Si aspettavano, e tutto il tempo che li separava alla fine spariva appena si rincontravano. La loro chimica li avrebbe uniti per sempre, ne era certo, e non erano i classici discorsi da innamorato.
Seiji era passato a prendere Rachel alle sette.
-Sicura che non vuoi che venga a prenderti?- Aveva chiesto a Mei.
-No.- Fu la risposta -Preferisco cercarti.
-E se non ci trovassimo?
-Ci troveremo sempre.
Quindi Conan rimase a fissare le luci della casa accanto alla sua per molto tempo, fino a che non si chiusero.
L'attesa gli sembrò infinita. Vide Kaito e Sarah mano nella mano, con Shiro che saltellava intorno ai coniugi. Sarah stava parlando a telefono... Ma Mei non c'era.
Alla fine, Conan si decise ad uscire, dopo la sgridata di Shiho.
-Che diavolo ci fai ancora qui? Se devi trovare la tua bella credo sia meglio che tu ti metta in moto: niente arriva se non ci provi!
E si era incamminato.
La festa era piena di gente, bancarelle, cibo e lanterne. Difficile intravedere qualcuno.
-Conan! Siamo qui!- Sonnie, che stringeva il braccio di Rachel, agitava la mano -Muoviti, vieni!
Era cambiata davvero, Sonnie. Aveva fatto terapie e controlli, e si era ripresa completamente, ma con i suoi genitori non aveva avuto più niente a che fare. Makoto e Sonoko divorziarono tre mesi dopo il tentato suicidio di Sonnie, e quando si misero a litigare per chi dovesse tenere la ragazza lei aveva fatto le valigie ed era andata in un appartamento piccolino -non una delle sue tante case- e si era messa a lavorare sodo, iniziando con i lavori part time. Al momento stava cercando di diventare psicologa per evitare che altre ragazze come lei commettessero sciocchezze irreparabili.
Rachel era tornata in buoni rapporti con Sonnie, e si era decisa finalmente ad entrare in una vera e propria nazionale di calcio, quindi i lividi e cerotti non erano affatto diminuiti. Lei stessa però aveva dichiarato che il calcio non avrebbe portato comunque ad un suo soddisfacimento personale, e si era dedicata anche alla letteratura, decisa più che mai a trovare una sua vera e propria aspirazione.
Seiji invece cercava di diventare ingegnere, e ovviamente aveva tutte le strade aperte e lisce, ma lui non era il tipo da scegliere a caso o guadagnarsi lavoro senza faticare. Si era impegnato sul serio, e stava cercando le migliori borse di studio, anche se Rachel era sempre pronta a chiudere i libri e strillargli che avevano una vita sociale da passare assieme.
James era diventato un battitore professionista, di quello sport tanto famoso dei maghi. Non era male, in fondo. Poteva anche essere simpatico. Si era avvicinato un po' a Sonnie durante il periodo della terapia, ma niente di serio o impegnativo.
Conan invece non sapeva esattamente cosa fare. Forse diventare musicista, o intraprendere la sua carriera nello sport. Lui era abbastanza sicuro che avrebbe trovato tutto a suo tempo, anche perché era diventata la sua filosofia di vita.
E Mei? Beh lei era semplicemente se stessa. Andava ancora da Angel e le altre, e aveva anche in mente di prendere una casa per loro quando sarebbero diventate grandi, aprendo addirittura un conto in banca per le bambine. Di questo se ne era occupato anche lui, aiutando la sua ragazza. Poi ogni tanto faceva un salto nel suo mondo magico, e per il resto voleva intraprendere la carriera della madre, non fare la poliziotta: scrivere libri.
E ora la sua Mei, che era partita per un viaggio per circa due settimane sarebbe tornata per lui. Per stare con lui per sempre.
Era questo il bello della loro relazione: ognuno aveva la sua strada, ma si amavano, e nulla avrebbe impedito la loro felicità. Ora Conan lo aveva capito.
-Ehi ragazzi!- Andò vicino a tutta la comitiva, con aria un po' ansiosa.
Rachel lo guardò come si guardava un bambino che era cresciuto ma restava comunque un idiota. Una versione più dolce dello sguardo che Sara rivolgeva al loro papà.
-Se la cerchi è al parco abbandonato. -Sussurrò sorridendo.
-EH?- Conan spalancò gli occhi, ma Rachel aveva già preso Seiji per il braccio ed era corsa via.
Rimasero solo lui e Sonnie.
-Conan. Non dovresti far aspettare una donna. Te l'ho sempre detto!- Sbottò la Suzuki dopo un po'. -Insomma, perché non vai? Aspetti l'invito ufficiale?
Conan rimase immobile per un secondo, ma poi annuì e corse via.
Raggiunse il parco abbandonato con una velocità impressionante. Mei era lì, con il kimono pieno di fiori di ciliegio. Era bella e semplice come le antiche dee della loro cultura.
-Ne abbiamo passate tante in questo parco. -Era di spalle, ma nonostante ciò si era accorta di lui. -Qui i tuoi si sono dichiarati per ben due volte. C'è stato un bel trascorso anche per i miei qui. E poi...
A quel punto si girò, facendo risaltare i suoi occhi verdi e le sue ciglia lunghe con il mascara.
-E poi mi hanno rapita e ci siamo lasciati per sette anni.- Ha continuato -Ma è okay. Doveva accadere.
Conan era ancora paralizzato, e non riuscì a dire niente.
-Doveva accadere perchè dal brutto c'è il bello. E dal bello c'è il brutto. È elementare. -Mei sorrise.
-Bel saluto.- Commentò il ragazzo, sorridendo a sua volta.
Mei corse da lui, e Conan la prese per il volto baciandola, con la voglia matta di scioglierle i capelli nello chignon.
Si staccarono dopo un po', e la corvina aveva le guance arrossate. Gli occhi di entrambi erano lucidi.
-Mi sei mancata, Mei.
-Anche tu, Conan. Ma sono tornata, come sempre.
[Seiji]
Quella era probabilmente la serata migliore del secolo.
Perché?
Perché Rachel aveva mandato a quel paese le classiche bancarelle e si era messa a giocare a pallone facendolo passare da un ginocchio all'altro, con le mani in tasca.
A Seiji bastava quello, bastava vedere la dolce e determinata Rachel essere se stessa per renderlo felice. C'era voluto un po', ma del resto sapeva di non essere un genio nel campo delle Ragazze-Super-Mega-Fantastiche.
-Che hai? Perché mi guardi con quella faccia da idiota?- Rachel si spostò una ciocca ramata dai capelli, sorridendo. Lo fece con una tale disinvoltura, senza atteggiarsi, che a Seiji venne voglia di azzerare le distanze e baciarla.
Quella ragazza poteva avere tutto e subito con un battito di ciglia, se lo voleva, eppure restava sempre la Rachel fuori dagli schemi.
-Niente.- Seiji si scosse in automatico, ghignando. -Passa un po' il pallone, facciamo due tiri.
Rachel non se lo fece ripetere due volte, diede un calcio secco e deciso che lui parò grazie ad un colpo di fortuna.
-Sei migliorato!
-Merito dell'insegnante.
Rachel lo guardò, sorridendo leggermente con quell'aria da principessa.
Fu un gesto fulmineo.
Il profumo di fragole, le labbra calde e screpolate, la pressione di quelle mani incerottate sulle sue spalle, fecero sorridere Seiji.
La felicità probabilmente non poteva essere spiegata. Forse era qualcosa di passeggero, o doloroso perché la si brama nei momenti peggiori, ma il bacio delicato di Rachel era la felicità che a Seiji serviva in quel momento. Non era un compito andato bene, non era niente di certo.
Era Ran Akemi Kudo, e a Seiji andava benissimo così.
[Sonnie]
La festa procedeva per il meglio. Ogni singolo individuo era in compagnia, sorrideva, irradiava gioia.
Sonnie guardava tutti in disparte, sorridendo. Aveva un sorriso stanco, forse di una che ne aveva passate tante, ma era sincero.
Era stata una stupida, continuava a ripeterlo. Volersi fermare solo ed esclusivamente per colpa sua era stato un gesto egoistico.
Non era sua intenzione attirare lo sguardo di Conan e gli altri. Non voleva davvero essere salvata, o forse non all'apparenza.
Poteva salvarsi da sola, magari, in quel piccolo regno di finzione che si era creata, cercando di ignorare i tradimenti della madre, le urla del padre, i piatti rotti e i continui viaggi per "salvare la relazione di mamma e papà", ma lei stessa si era trascinata in una gabbia di acidità e presunzione per mascherare la rabbia e la realtà, ottenendone solo una visione contorta.
Poteva salvarsi e lo aveva capito solo quando era tardi.
Eppure lei continuava a credere che fosse stato solo merito di Rachel, Mei e gli altri.
Certe volte era meglio restare nel beneficio del dubbio, si diceva.
Ora lei si trovava sola, perché comunque, nonostante tutto, i suoi "amici" l'avevano conosciuta per quello che era, e non potevano avere il rapporto che già andava a crollare da bambini.
-Che schifo questa roba!- James Potter fece voltare Sonnie, mentre inciampava in quello che un tempo era un kimono pulito. -Come diavolo fate voi giapponesi a vestirvi così?
Sonnie curvò le labbra in un sorriso leggero. James Potter non l'aveva mai conosciuta in passato. Sapeva solo del suo tentato suicidio, e dopo quello era riuscito ad instaurare una sorta di rapporto con lei.
-Non mi aspettavo che ti saresti vestito così.- Disse, giocherellando con la bustina del pesciolino rosso che aveva vinto ad una bancarella.
-Beh, volevo togliermi lo sfizio.- Replicò il ragazzo, sbuffando. -Piuttosto, perché non vieni di là? Stanno iniziando i fuochi d'artificio. Mei e gli altri sono tutti lì.
Mei e Conan.
Sonnie non comprendeva molto del rapporto che aveva ora con Conan. Lui non l'aveva amata, lei forse lo amava ancora, ma si sentiva di troppo e anche troppo egoista a pensare una cosa del genere. E forse era la stessa cosa che James pensava riguardo Mei.
-Va bene, vengo.- Si alzò, prese James per un braccio e lo trascinò fino al campetto.
Già, forse Sonnie poteva salvarsi, ma non da sola.
I fuochi d'artificio erano già iniziati, quando l'ultimo gruppo di ragazzi si aggiunse ai sospiri ammirati dei presenti.
Questi ultimi erano un ragazzo dagli occhi verde acqua mano nella mano con una delicata ragazza dai capelli neri come l'inchiostro.
Un'altra coppia, composta da un tornado dai capelli rossi concentrati nell'incavo della spalla di un giovane dalla pelle scura.
Infine due ragazzi che non si toccavano, una con la frangetta che le copriva un occhio già nascosto da degli occhiali da vista, e un giovane mago con i capelli neri spettinati e occhi castani.
Erano tutti un piccolo cerchio, che però riuscivano ad intersecarsi fra loro.
Perché erano sempre stati così.
Nonostante tutte le paure, le risate, i pianti, le esperienze...
Erano ancora insieme.
Beh... ecco qui il finale.
So che non è proprio il massimo, ma dall'ultimo aggiornamento ho scritto e riscritto questo capitolo un milione di volte, quindi credo di essere abbastanza soddisfatta.
Certo, questa è principalmente la storia di Conan è Mei, quindi mi dispiace di non aver dato grande spazio alla Racheiji. (Magari un giorno...)
Mi è sembrato anche carino mettere una parte per Sonnie, nonostante tutto. Sì, sono troppo buona.
Ovviamente non potevo scrivere una piccola parte per ognuno. Ci ho provato, ed è uscito un casino.
Ad ogni modo, ho finalmente concluso questa storia che andava avanti da... non so... di sicuro più di un anno.
So che di norma le mie storie durano per uno o due mesi, ma cercate di capirmi: è stato il periodo dell'esame e tutto l'abituarsi al liceo.
Eppure sono ancora qui! Senza debiti, grazie ad Atena.
Quindi... nulla. Volevo ringraziarvi. Siete dei lettori straordinari. Con voi ho riso leggendo i commenti, ho goduto nel farvi rosicare con i momenti di suspense (lo so, sono cattiva ed incoerente con la parentesi precedente.), ho avuto modo di legare, di farmi sentire molto apprezzata e di scambiare tanti pareri e chiacchiere.
Siete dei lettori fantastici, e vi ringrazio davvero per essere stati qui a leggere una saga di Detective Conan iniziata un po' per gioco, un po' per protesta contro le classiche ff ShinRan... un po' tutto. Sono fiera di questo percorso fatto con voi!
Non fraintendetemi, non è che sto lasciando wattpad e le ff di Detective Conan, eh. Ve l'ho detto: ho una sorta di spin off in mente e non resterà solo nella mia testa da psicopatica. Muahahahah.
Ad ogni modo, continuo a ringraziarvi, non lo farò mai abbastanza! E sapete che per me siete davvero preziosi!
Quindi... ecco il finale di Insieme, che poi finale non è. C'è sempre un pizzico di... immaginazione. Un po' per tutti i personaggi, deduco. (Soprattutto per il caro Armando che non si vede da un po'.). Spero sia stato "degno" delle aspettative di tutti, e lo spero davvero tanto!
Baci e tanti abbracci da Sarah Kudo! <3
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