Capitolo 17 - Davis
Solo quando siamo in macchina mi ricordo di tutto l'alcool che è rimasto. Peggio per lei se deciderà di berlo. Sono troppo arrabbiato. Alex mette in moto e inizia a guidare.
Ripenso a Camilla, a quando l'ho aiutata a derubare il college. A quando siamo usciti insieme e Nora ancora non lo sa. Credo che non serva più porsi il problema.
Aveva promesso che non si sarebbe più fatta vedere, invece per caso o per scelta è sempre davanti a me. Nora direbbe che è il destino, io credo che sia il diavolo. Se non mi lascia in pace andrò a denunciarla alla polizia. Poi mi ricordo che Tristan è un uomo importante adesso... la aiuterebbe.
Sospiro. Menomale che quel bambino non è mio figlio. Sarebbe un incubo senza risveglio dover pensare anche a lui. Rido al pensiero del pover uomo che ha messo nei guai. Ricordo com'era diventata ingestibile gli ultimi tempi e sono contento che sia finita.
E adesso è finita anche con Nora. Lei non mi perdonerà mai per ciò che ho fatto e ho il presentimento che questo sia stato solo un assaggio della vendetta che ha in serbo per me.
«Allora, dove andiamo?» Alex interrompe il silenzio che si era creato.
«Forse in un posto tranquillo, così Davis ci spiegherà tutto.» fa Charlie.
-
Viaggiamo per quasi un'ora, in giro c'è molto traffico. La musica che passano alla radio non alleggerisce la situazione e io sento la rabbia ribollire dentro di me.
Ma non ce l'ho con nessuno di loro, solo con me stesso. Perchè mi sono comportato come se avessi ancora diciotto anni?
Alex fa un parcheggio all'americana e scendiamo dalla macchina. Fuori c'è più freddo del solito. Si incamminano verso un locale e li seguo tenendo le mani in tasca.
Prendiamo un tavolo vicino alla finestra e io concentro la mia attenzione sui passanti che attraversano la strada.
«Vuoi dirci come mai sei sparito? Capisco che adesso hai una ragazza, ma sei cambiato troppo, Davis.»
«Avevo...» rispondo turbato.
«Ne troverai un'altra come ai vecchi tempi.» Alex mi da una pacca sulla schiena e io gli rivolgo un'occhiataccia. L'unico che non cambierà mai è lui.
Il pub è deserto, forse non è molto conosciuto in città o l'efficienza è limitata. Mi guardo intorno e osservo l'arredamento antiquato, ma come lo hanno trovato?
«L'ultima volta che ci siamo visti è stato quando sono venuto a pranzo da voi, da lì in poi niente.»
«Perché non mi hai invitato?»
Scuoto la testa. «Smettetela con tutte queste domande.»
Non credo che io possa realmente fidarmi di loro, infondo li conosco da pochi mesi. Abbiamo condiviso molto, Alex mi ha ospitato in casa sua quando ne avevo bisogno, Charlie mi ha prestato molti soldi e sa una parte di verità. Eppure ciò non basta. Ma non ho altra scelta, non ho nessuno oltre a loro. Nora non si fiderà mai più di me.
«Io non sono la persona che credete.»
Entrambi si guardano. «In che senso?»
«Charlie sa che ho perso la memoria in un incidente lo scorso anno.»
«Cosa?» Alex è sbalordito.
Proprio in questo momento la cameriera viene a prendere l'ordinazione. Prendiamo tre birre. Osservo le pareti ma non trovo alcun cartello che vieti di fumare, per cui chiedo una sigaretta a Charlie. Lui me la porge e io la accendo. Non mi aiuta a rilassarmi ma l'odore mi piace e mi fa credere che le parole saranno meno amare quando le pronuncerò.
«Vuoi dire che adesso ti ricordi tutto?» chiede Charlie.
Annuisco.
«Caspita...»
«Non capisco.» dice Alex. «Perché non ce lo hai detto?»
«Perché non importava.» Sbotto. «Perché per tutti è così importante? Volevo cambiare vita!»
Nessuno sa cosa rispondermi.
«Tanto per iniziare era la tua vita, il tuo passato. Non ti importava sapere cosa hai fatto fino a quel momento, chi hai amato, dove hai vissuto?»
Scoppio in una risata amara. «Adesso che lo so, avrei preferito continuare a restare ignaro di tutto.»
La signora torna con le tre birre e una ciotola di patatine. Le poggia sul tavolo e le stappa con un apri bottiglie. La seguo con gli occhi e noto che va a prendere un'altra ordinazione, non siamo più soli. Il locale è immerso nella penombra e sembra parecchio inquietante. Lascio cadere il mozzicone nel posa cenere che continua a bruciare.
«D'accordo, allora noi due cosa c'entriamo con quello che è successo oggi?» chiede Charlie.
Sospiro. «Niente. Nora non doveva mettervi in mezzo.»
«In mezzo a cosa? Smettila con tutti questi giri di parole, comincio a innervosirmi.» Dice Alex.
«Fin ora le ho mentito, lei non sapeva nulla. Ma le cose tra di noi si sono fatte più serie e non potevano continuare a sorreggersi su una bugia. Quando gliel'ho detto l'ha presa malissimo e non le do tutti i torti. Pensavo mi avesse perdonato, ma evidentemente vuole farmela pagare e oggi è stato un modo per farlo. Credo abbia invitato tutte le persone che mi conoscono per farmi soffrire, o scoprire qualcosa in più che non le ho detto o che non ricordo.»
Alex strabuzza gli occhi. Charlie è impassibile. «Ma sei pazzo?»
Bevo un sorso. «Forse.»
Qualcuno accende la televisione e decido di non parlare più facendo finta di ascoltare il telegiornale. Sono evidentemente scossi, e non so che altro dire per non sembrare una persona orribile. Però lo sono davvero.
Alla fine è Alex a interrompere il silenzio. «Va bene, se non hai voluto dirci niente ti giustifico, infondo se fossi nella situazione nemmeno io mi fiderei di qualcuno.» Charlie annuisce. «Chissà quante altre cose non ci stai dicendo, ma non importa. Se ci tenevi davvero a Nora non dovevi mentirle.»
«Ma è successo tutto troppo in fretta, e poi adesso sa tutto.»
«Si, e sta soffrendo. E' naturale che non voglia vederti mai più. Nessuno te lo avrebbe mai perdonato, non importa con che intenzioni tu lo abbia fatto o se sei pentito.»
Ha ragione. Anche se voglio redimermi, non è abbastanza. E' imperdonabile.
«Vuoi dire che deve lasciare perdere?» chiede Charlie.
«Certo! Ormai è andata. Cosa vuoi fare, insistere finchè non si stancherà? Non credo che dovresti continuare a scusarti. Anzi, non credo che tu possa.»
«Hai ragione.»
«No.» Protesta Charlie. «Non sono d'accordo. Se sei davvero pentito lei lo capirà. Vuoi arrenderti così? Se la ami te ne pentirai a vita. Forse dopo stasera potresti non vederla mai più.»
«O magari la vedrai quando avrà al dito l'anello di un altro.» Fa Alex. Non voglio nemmeno pensare a questa ipotesi.
«Le avevo chiesto di sposarmi.» Dico tutto d'un fiato e li zittisco entrambi.
«Be'...» fa Alex. «Allora è ben più complicata di come la vedevo io.»
«Davis?»
Mi giro verso Charlie.
«Lo hai fatto per addolcire la pillola o perché lo volevi davvero?»
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