Capitolo 22 ~ Davis ~ Giorno 6

L'indomani mi sveglio con un forte mal di testa. Preoccupato decido di andare a comprare le pillole che mi hanno raccomandato.
Perché persiste? Ho qualcosa di più grave, allora.

Faccio una doccia veloce, sistemo tutto ed esco di casa.
Mi fermo alla farmacia qualche isolato dopo il fioraio e prendo il necessario.

Arrivo da Papa's Burger con quindici minuti di anticipo, mi accorgo che Sam è già arrivato. Stranamente c'è anche il figlio di Brown, di solito arriva a metà mattinata.  Ho l'impressione che la frequenza con cui viene a controllare sia aumentata di colpo.

《Salve.》saluto entrambi ma non ottengo risposta da nessuno.

Sam sembra nervoso mentre pulisce i vetri, sicuramente hanno discusso.

Indosso la divisa, una polo rossa con pantaloni verde scuro. Vado in cucina e inizio a scongelare le patatine e i panini. Purtroppo non posso lavorare al banco o assumere un ruolo più importante per ho non ho un contratto in regola.

Ripenso a quando ho dovuto vestirmi da pollo e distribuire volantini, al sorriso di Nora mentre mi prendeva in giro. Sospiro. È stato solo qualche giorno fa ma sembra passato piu tempo. Chissà cos'è successo con quel tizio. Lo avrà amato tanto? Riuscirò a farglielo dimenticare?

Devo attaccare all' Happines Forgets alle cinque, e alle dieci devo essere al party. Il festeggiato, si dice uno dei più ricchi della SFS, aveva bisogno di un barman che animasse la serata, così l'ho chiamato e mi sono offerto. Qualunque cosa frutti soldi fa al caso mio. E forse sarà l'occasione per incontrare Nora.

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Durante il pranzo sono stato in una a rosticceria stile demodè, alla quarta traversa dalla stazione.
Ammetto di essere rimasto soddisfatto soprattutto con la specialità di oggi: un cono di pizza ripieno da gustare come se fosse un gelato.
Il prezzo è sempre uguale nonostante sia possibile farcirlo con qualunque cosa.
Ci porterò Nora un giorno, ho deciso. Sarà un modo per conoscerci meglio, inoltre il locale è abbastanza tranquillo sarà una scusa per parlare dell'incidente.

《Davis!》Esclama Peyton. 《Come ti senti? Non dovevi venire oggi.》

《Non bombardarmi di domande anche tu. Sono vivo e vegeto, non vedi? 》sbuffo per la decima volta.

Sono solo svenuto, è inutile farne una tragedia. Mi è capitato di peggio, quindi questo è nulla. Sospiro e scaccio via il ricordo di quelle sensazioni infernali.
Metto a portata di mano i bicchieri e alcuni attrezzi che mi serviranno, ma Peyton mi poggia una mano sulla spalla.

《Davis.》

Mi giro e mi accorgo che ha lo sguardo serio, una brutta sensazione si fa strada dentro di me.

《Cosa c'è?》stringo la mascella.

《La polizia verrà a fare dei controlli per l'accaduto, e anche degli ispettori. Sono nei guai.》

Ho un nodo allo stomaco, so cosa sta per dire ma chiedo lo stesso.《Cosa vuol dire?》

《Significa che non puoi più fare il barman. Non sei messo in regola...》

《Puoi sempre mentire e dir loro che ti ho aiutato solo per quel giorno. Che sono tuo marito o qualcosa del genere...》

《Un mucchio di gente ti ha visto e sa che lavori qui ogni sera.》

Stringo i pugni. 《Mi stai cacciando?》

Peyton stringe le labbra e abbassa gli occhi. 《Mi dispiace... ti ho lasciato lavorare fin ora perché volevo aiutarti, ma non posso finire nei guai.》

《Cosa?》sbotto. 《E che ne sarà di noi?》cerco una giustificazione compassionevole.

Lei tace per qualche secondo. 《Non c'è nessun noi, ricordi?》

Strabuzzo gli occhi. Adesso che non le conviene se ne esce così? 《Sei proprio una stronza.》
La supero con una spallata e vado a raccogliere le mie cose.
Infilo i vestiti puliti che la donna delle pulize ha lavato e messo in una busta, esco senza salutare nessuno con ancora addosso l'uniforme.
Sono nei guai. Un solo stipendio non mi basterà e non posso dire a Nora che mi hanno licenziato altrimenti mi chiederebbe perché lavoravo in nero, inizierebbe a fare troppe domande e a mettermi in difficoltà.

Arrabbiato tiro un calcio al cassonetto dell'immondizia sul ciglio della strada.
Mi siedo sul marciapiede nella piazza principale e guardo le colombe beccare il cibo a terra. Se penso a tutti i sacrifici che ho fatto per mantenere quel posto di lavoro, tutte le volte che ho chiuso un occhio sugli atteggiamenti dei miei colleghi e del mio capo. Al diavolo. I tempi stringono, Nora non si fida di me e non ci penserà due volte a lasciarmi in mezzo alla strada. Non so cosa le passi per la testa, cosa possa fare perché provi qualcosa per me. Un piccolo indizio sarebbe sufficiente a capire come avvicinarmi di più.

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Lo schiuma party è in un seminterrato, fuori avrebbe fatto troppo freddo. Questo posto è più grande di un campo sportivo, interamente occupato dalla piscina. Chissà quanti soldi ci sono voluti per costruirlo. Se consideriamo l'impianto stereo e l'arredamento, posso alludere a un milione di dollari.
Il restante spazio è occupato da un bancone che si estende lungo tutta la parete destra.

Ma i ricchi come fanno a diventare ricchi? Se svelassero il loro segreto non ci sarebbe più fame nel mondo.

Passo in rassegna tutti i volti, per la maggior parte sconosciuti. Le pareti sono cosparse di lanterne a petrolio, e non perché manchi la luce, figuriamoci, ma per creare un'atmosfera sexy. La maggior parte della gente è in costume, gli altri indossano abiti leggeri.
La adocchio immediatamente.
Il mio primo e solo obiettivo era quello di trovare Nora e ora che ci sono riuscito non so come comportarmi. Se voglio che si innamori di me devo cercare di starle sempre vicino ma senza esagerare.
Ci penso. In realtà ha detto che non le interessa nulla di me, ragion per cui non mi chiede mai niente.
La vedo più complicata del previsto.

Se decidessi di avvicinarmi in questo momento, non so come reagirebbe. Un conto è essere da soli, ma non qui davanti a tutti. Avrà parlato alle sue amiche di me?
Aubrey è con lei, e c'è un'altra ragazza più robusta che non ho mai visto prima.
Vedo Joanna dall'altro lato della sala con Alex. Decido di tenermi alla larga e trascino Charlie il più lontano possibile.

《Che ti prende?》

《Niente, qualcuno aveva scorreggiato.》Dico la prima scusa che mi è venuta in mente.

Charlie capisce che era una scusa ma non obietta.

《Beviamo uno short?》

Mi guardo intorno, l'ho persa di vista.
《Ho preso dei farmaci, non posso.》

Non mi ero accorto che avesse preso un bicchierino anche per me.

《Sto cercando una persona.》dico poi.

《Una ragazza?》Chiede.

Annuisco e lui mi tira una gomitata. 《Ti sei preso una sbandata, eh?》

Rido. 《Non dire assurdità, è per una scommessa.》

Alza un sopracciglio. 《Con chi?》

《Con me stesso.》Gli faccio l'occhiolino e scuote la testa abbattuto.

《Da quando hai sbattuto la testa non sei più lo stesso.》

Lo fulmino con lo sguardo.

《Scusa, non lo dico più.》Fa lui.

Il festeggiato, nonché l'organizzatore si avvicina a me. E' un ragazzo alto e impostato, capelli rasati e troppi piercing. I denti sono gialli e i canini troppo aguzzi lo fanno assomigliare ad un vampiro. Non lo avevo mai visto ma di certo non lo immaginavo così.

《Sei tu il barman?》Chiede squadrando la mia tenuta elegante.

《Si, sono io.》Dico in tono piatto.

《Perfetto, vieni.》

Lo seguo dietro il bancone dove mi mostra tutto ciò di cui ho bisogno e io annuisco a tutto quello che dice.

《Lì c'è un ripostiglio che contiene ogni genere di cosa, tovaglioli, liquori, bicchieri, la scopa e il mocio.》Indica una porta scura infondo a destra.

Faccio segno di sì con la testa per la decima volta e poi si dilegua al piano di sopra lasciando che tutto prosegua da sé.
Almeno verrò pagato bene, ma non ho intenzione di raccogliere il vomito di nessuno.

Un gruppo di ragazze si spoglia e una di loro mi lancia i vestiti addosso.
Guardo il costume nero aderire perfettamente alle sue forme e cerco di restare composto. Mi sorride prima di lanciarsi in acqua. Sono perfettamente consapevole di essere attraente e desiderato, questo non mi dispiace affatto perché posso avere chiunque e quando voglio.

Mi metto all'opera e preparo alcuni drink, li poggio tutti in fila sul bancone, in modo che ognuno si serva in modo autonomo e poi mi allontano.

《Guarda, c'è Davis!》Urla una voce acuta.

Mi giro e vedo una massa di ricci rossi venire verso di me. Guardo il suo corpo snello coperto per metà da un paio di pantaloncini e un bikini.
Faccio un mezzo sorriso e alzo una mano in segno di saluto.

《Lei è Dana.》dice Aubrey cercando di attirare la mia attenzione.

In verità sto pensando a quanto l'acconciatura le stia male e perché Nora non sia con loro. Penso a come sembrava in pensiero per me ieri, vorrei tanto capire cosa le passi per la testa. Mi viene quasi da credere che un po' ci tenga ma so che non è così.

《Anche tu qui?》

《Così pare.》Rispondo freddo.

《Facciamo un giro?》

Guardo il suo seno sodo e per un attimo mi sembra sia stato lui a parlare.

《A dire il vero sto...》

Non mi lascia il tempo di finire la frase perché mi trascina fuori.
C'è ancora più gente di quando sono arrivato e il cortile è pieno di schiuma e fumo colorato. Tutti ballano a ritmo di musica e fumano. L'aria è così impregnata che faccio fatica a respirare e il mio mal di testa aumenta.

La ragazza improvvisa movimenti strani insieme alla sua amica, e io cerco di trovare una via di fuga. Sono palesemente ubriache e ridicole.

Per puro caso i miei occhi si posano sui suoi.
E' con lo stesso ragazzo dell'altra volta che le sta urlando qualcosa nel tentativo di farsi sentire. Ha un vestito nero semplice ma aderente e si stringe nelle spalle per il freddo.
Adesso guarda le sue amiche con un'espressione confusa.
Si aspetta che la saluti? Nel dubbio le sorrido ma lei non mi guarda più. Lui le si avvicina all'orecchio e vorrei sapere che cosa abbia di tanto interessante da dire.

Mi accorgo che ha della schiuma su una ciocca di capelli e vorrei avvicinarmi solo per toglierla. Mi riscuoto. Ma che cosa mi viene in mente?

Senza avvertire le ragazze torno dentro e non ascolto le loro suppliche che mi invitano a restare.

Accendo una sigaretta e mi appoggio al muro. I cocktail sono finiti ma adesso non ho voglia di prepararne altri.
Forse devo solo rinunciare e andarmene, ma adesso che non ho più un lavoro è peggio di prima.
Sospiro. Un forte odore di ciliegia inonda i miei sensi e alzo velocemente lo sguardo sulla ragazza che mi è appena passata davanti con un drink in mano. Qualche metro più in là si gira e mi fissa per qualche minuto con i suoi occhi chiari come una spiga di grano.

Guardo le gambe snelle, i suoi capelli corti da maschio neri come il carbone. Perché persiste, cosa vuol e da me?
Assottiglia gli occhi ed esce dalla porta. Mi sforzo di ricordarmi dove l'ho già vista, ma non mi viene in mente nulla.

《Chi non muore si rivede.》 Joanna spunta dal nulla facendomi prendere un colpo.

Sapevo che si sarebbe fatta avanti. 《Ciao.》risoondo distogliendo lo sguardo dall'altra ragazza.

Sorride.《Non mi hai chiamata alla fine.》

《No.》Dico serio.Se c'è qualcosa che mi da fastidio è dovermi giustificare.

《Tranquillo, lo sapevo.》Mi guarda con la testa inclinata. Ha uno chignon disordinato e un costume blu elettrico che contrasta con il rosso dei suoi capelli.

《Meglio così.》Dico torvo.

Scoppia in una risatina nervosa. Non so perché mi viene in mente la festa dell'altra volta, forse perchè anche allora è stata lei a farsi avanti.
Penso a quando ho visto Nora per la prima volta. Tutti la guardavano.
Non si accorgono però, che lei non vuole essere di nessuno. È troppo orgogliosa.
C'è qualcosa che la spinge ad essere così, ma non so cosa.

Devo provarci, so che posso riuscirci.

In men che non si dica mi ritrovo in un ripostiglio buio, la mano di Joanna mi trascina nel vuoto e chiude la porta dietro di sé.

Sento la sua lingua in bocca e il mio corpo automaticamente risponde. È troppo tardi per tornare indietro.

Infilo le mani sotto il suo topless e la sento gemere.
Si siede su un tavolo e mi attira a sé.

Adesso tutto è automatico, so esattamente come procedere. So cosa vuole, riesco a sentirlo.

Proprio alla fase successiva la porta si apre.

Uno spiraglio di luce entra nella stanza e io mi sistemo immediatamente.

《Scusate, credevo fosse il bagno.》dice una voce che conosco benissimo.

Mi giro, i suoi occhi sono spalancati e la sua bocca socchiusa. Ci scruta velocemente e poi ci rivolge uno sguardo agghiacciante che non avevo mai visto prima.

Merda.

《Aspetta!》Esclamo.

Troppo tardi, Nora si è già volatilizzata e io non cerco nemmeno di fermarla.

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