capitolo 15: " la chiamata del riflesso 2° parte "
Punto di vista di Rossana:
Finalmente, dopo un bel po di metri, sono riuscita a raggiungere i due feriti assistiti dai miei seri complici tra cui uno di loro ha lanciato un grido di paura e tristezza qualche minuto fa. Adesso ho capito la motivazione di quel tenebroso grido sconcertato, i due ragazzini sono due figure di una maggiore età. Essi in realtà sono, anche se poco distinti a causa del rosso sangue e dalle ferite, due adulti anonimi che si tengono teneramente stretti le mani. Uno di loro è sicuramente una donna, lo posso capire dai lineamenti del viso anche se confusi, a cui ormai non batte più il cuore diventato ormai gelido; mentre l'altro è un un'uomo sulla cinquantina. La donna ormai defunta stringe nella mano libera e sanguinante un quadernetto di cuoio rosso, prima era di certo marrone ma ora è intinto dalla indispensabile linfa vitale delle persone, e in esso c'è, quasi impossibile da vedere, un biglietto avvolto dalla plastica. I miei due compagni sono rimasti nettamente paralizzati alla vista di questa scena del crimine, solita dei film gialli, avvolta da una nuvola di lacrime. Visto che i due giovani non sembrano voler reagire minimamente ai miei continui richiami, mi avvicino silenziosamente all'uomo e prendo lentamente il suo polso riuscendo a sentire un leggero battito, lieve come il fruscio del vento. Potremmo di certo salvarlo ma ci vorrebbe un vero esperto per curarlo come si deve e qui siamo praticamente nel deserto avvolti dal preoccupante nulla, credo che ormai non ci sia più altro da fare. Ma io non mi arrendo così facilmente, prendo gli attrezzi da infermiere e mi siedo sul pavimento bendando le orrende e aperte ferite infette dell'uomo allontanando gli insetti che tentano di divorarlo voraci. Ormai le mie mani sono avvolte e marchiate dal rossore viscoso del sangue come ovviamente è successo al mio vestito che da bianco candido e immacolato è diventato nettamente rosso fuoco. Cerco disperatamente di aiutare questo povero uomo bendandolo, dandogli dell'acqua, ma ad un certo punto iniziano ad uscire delle fredde lacrime dal mio viso facendo capire, in modo fortuito, ai miei amici che quest'uomo è dannatamente incurabile. L'unica cosa che posso fare è continuare a fasciarlo senza sosta mettendogli sulle ferite delle creme lenitive e antibatteriche trovate nel kit, anche se ormai hanno perso il loro effetto curativo. Voglio aiutarlo ma ormai non posso fare più niente per aiutarlo a scampare la morte. Abbandono la presa dal materiale medico per poi mettermi a piangere in maniera ancora più violenta e rammaricata.
io- " Mi dispiace, non posso fare di più ( scendono più lacrime )." grido in maniera più addolorata venendo fermata avvolte dai singhiozzi. Ma c'è ancora una cosa che attrae indubbiamente la mia pericolosa curiosità, quel biglietto nel quaderno. Mi alzo dal suolo ormai bagnato dalle mie frivole lacrime e mi avvicino alla povera donna prendendo ,dalla sua mano insanguinata, l'oggetto misterioso che attrae il mio sguardo. Incantata da quel colore e dalla curiosità mi avvicino ai miei due colleghi mostrandogli vittoriosa il diario ritrovato. Entrambi mi guardano preoccupati per poi titubanti aprire l'oggetto delle nostre preoccupazioni. E' un semplice quaderno antico contenente delle banali pagine completamente bianche senza nemmeno un'accenno di parole. Iniziamo a sfogliarlo delusi e straniti cercando in quel bianco almeno una pagina scritta, ma tra le pagine riusciamo a trovare soltanto un biglietto avvolto da una pellicola di plastica. Tutti quanti esitiamo ma alla fine ,quello spavaldo di Neko, prende l'oggetto imperscrutabile e fingendosi indifferente rimuove seccamente la pellicola. Non è un normale foglio bianco, è una fotografia antica con una data scritta sul retro però diventata illeggibile a causa di alcune rosse e sofferte macchie di sangue. Lo sguardo del mio amico è totalmente paralizzato è spaventato da quell'immagine che solo lui è riuscito ad osservare. Io ed Angelo, con la coda dell'occhio, ci mettiamo d'accordo per svelare il mistero dell'immagine inrisolvibile avvicinandoci ad essa. E' semplicemente la foto di un tenero e ingenuo bambino di tre anni biondo dagli occhi blu che sorride allegramente alla telecamera, a meno che non sia ciò che penso io.
Mi volto verso i miei amici preoccupata e anche perplessa, perché queste due persone avevano una foto di un bambino con loro? Probabilmente sarà stato un figlio smarrito anche se non ne sono sicura oppure un nipote morto. Lo sguardo dei miei due amici non è per niente sollevato, anzi entrambi hanno lo sguardo perso nel tetro vuoto rimirando e girando quell'anonima fotografia. Ma c'è una cosa di diverso negli occhi del mio compagno biondo, da essi pende dimenticata e fragile una lacrima che crea scie trasparenti sul suo viso cadendo lentamente verso il suolo. Dopo di essa la seguono monotone delle altre che cadono impetuose al suolo bagnandolo di tristezza e amarezza. Mi avvicino preoccupata al ragazzo mettendogli una mano sulla spalla guardando più attentamente l'immagine della discordia. Ora ho capito tutto, c'è una leggera scritta nostalgica. Vicino al bambino c'è una leggera scritta a matita che dice precisamente codeste parole: " Il nostro piccolo tesoro Nekoakihiko, ti vogliamo tanto bene; Mamma e Papà." Non ci posso credere, queste due povere persone morte e ferite sono ordunque e senza prova di dubbio, i due genitori scomparsi del ragazzo piangente. Sicuramente egli ha capito istantaneamente prima di tutti noi la situazione vedendo in questi due cadaveri i suoi genitori adottivi lanciando quel grido di disperazione. No, non può finire in questo brutale modo, possiamo provare a fare qualcosa, ma che cosa? posso provare a rianimarne solo uno ma potrebbe anche non funzionare. Almeno uno riesco a salvarlo se mi metto d'impegno. Mi abbasso velocemente al freddo suolo prendendo intorpidita e tremante il kit di pronto soccorso sedendomi sulle mie ginocchia, tirando fuori dalla borsa il defibrillatore accendendolo e cercando di portarlo al freddo petto della vittima moribonda. Posso riuscirci veramente ma mi serve solo un po di tempo in più e molta pazienza. Il mio intento viene però fermato velocemente dal figlio del defunto che mi prende la mano con l'attrezzo e mi sorride tra le lacrime.
Neko- " Sai Rossana, lui preferirebbe morire con sua moglie che vivere senza di essa, te lo posso assicurare. Grazie comunque." dice questa frase bloccato avvolte da delle leggere lacrime che a poco a poco smettono di scorrere per lasciargli in viso solo uno sguardo cupo. Egli abbandona la presa dalla mia mano per cominciare a camminare lentamente a sinistra per poi accelerare il passo fino a che non inizia a correre velocemente verso un luogo ignoto. Sto per chiamarlo quando una mano mi tocca la spalla facendomi alzare lo sguardo verso il suo proprietario, Angelo mi guarda preoccupato sorridendomi comunque.
Angelo- " A sinistra c'è il ^ bosco del pentimento^ è un piccolo bosco della regione che ti fa raggiungere ,andando sempre a sinistra, un burrone, ^ il burrone delle lacrime^. Corri da lui, ha bisogno di te, io resterò qui cercando di fare il possibile per aiutarli. Tu corri e non tornare indietro. " mi guarda intensamente come se per lui lasciarmi da sola con lui costasse molto, per questo lo devo veramente ringraziare. Lui tiene davvero tanto al suo migliore amico e per questo lo ammiro davvero tanto per il suo infinito e modesto altruismo. Mi rialzo da terra intenta a scappare dall'altro, ma prima di correre via do un leggero bacio affettuoso sulla guancia al ragazzo altruista per poi sparire velocemente dalla sua vista. Inizio a correre come non mai cercando il ragazzo fuggitivo, voglio aiutarlo, voglio sostenerlo. Lui adesso ha bisogno di me e io non posso rimanere con le mani in mano. Non voglio vederlo così triste, io non riesco a capire totalmente cosa si prova quando si perde un genitore. Ma ho provato un sentimento molto simile quando ho perso la mia dolce ed indiretta nonnina. Fa male e questo lo so ma non voglio che arrivi a tanto pur di dimenticare il suo atroce e pungente dolore, se lui dovesse morie io cosa farei? E Angelo come si sentirebbe perdendo suo fratello? No, non deve arrivare a tanto. So che fa male ma la sua vita non deve dissolversi per questo motivo. Povero ragazzo, è come se avesse perso la ragione eterna del suo coraggio, come se avesse perso una parte di se nel rosso di quel sangue. Tutti i momenti felici passati con la sua famiglia adottiva, ogni sorriso fatto con loro o per loro. I capricci per un oggetto e i dolci abbracci della mamma. Poi vedere tutto quell'amore distrutto, portato via da un qualche misterioso e involontario incidente. Per me sono materia sconosciuta ma, voglio cercare di capirlo ed essergli d'appoggio. Sono all'interno della tetra foresta fatta da salde e radicate querce secolari ormai alla fine della loro secolare vita. Mentre corro tra i lunghi rami frondosi, scansando gli arbusti solidi, sento chiaramente i lamenti tristi e amareggiati degli esseri vegetali originari del posto. Mentre corro mi ricordo improvvisamente dei miei indumenti ormai insanguinati così ,con uno scatto fulmineo, mi tolgo il vestito bianco rimanendo con indosso una leggera canottiera viola da cui si intravede il top nero e dei pantaloncini neri abbastanza larghi, io non indosso mai un vestito senza di essi. Lancio, in preda alla velocità, i vestiti sporchi per aria correndo come una furia inconsapevole di andare incontro a qualcuno o a qualcosa di pericoloso. Inizio a gridare il suo nome a gran voce ma non ricevo alcuna risposta preoccupandomi il doppio. Corro nella foresta fermandomi in un punto dove mi appoggio ad un albero per riprendere fiato che poi rigetto quasi subito.
io- " Neko dove sei?!!! Rispondi ti prego!!!!"
???- " Sta zitta ti sento forte e chiaro, solo non volevo rispondere." mi giro in direzione della voce indifferente e steso su di un ramo di un albero c'è lo stupido fuggiasco che mangia con apatia una mela rossa mostrando uno sguardo freddamente arrabbiato e scocciato. Sul suo viso non c'è nemmeno un accenno di lacrime e nei suoi occhi non c'è il riflesso della disperazione. Come può un ragazzo in tali condizioni non piangere amaramente dopo aver visto i cadaveri dei propri amati genitori. Ma sono sollevata, almeno è ancora vivo. Mi avvicino all'albero sedendomi sul suolo appoggiando la mia schiena al tronco di esso cercando di riprendere fiato.
io- " Beh, torniamo indietro. Guarda che Angelo si è preoccupato per te."
Neko- " Non mi va..."
io- " Mi dispiace per quello che è succes-"
Neko- " Non importa.." quella frase così distaccata mi ha fatto scattare accidentalmente in piedi girandomi verso il diretto interessato che non mi degna nemmeno di uno sguardo.
io- " Come puoi dire queste cose con tanta freddezza, la tua famiglia è-è-è m-m-morta e t-tu ti comporti in quel modo. Non provi un po di tristezza di rammarico per aver p-perso delle persone a te veramente care. Non provi t-tristezza r-r-ripensando a tutti i momenti f-"
Neko- " Sta zitta!!!"grida violentemente contro di me queste parole per poi scendere con un balzo infuriato dall'albero dirigendosi famelico verso di me. Io inizio ad indietreggiare finché non mi scontro casualmente contro un albero sbattendoci contro la schiena mentre il ragazzo corre infuriato verso di me. Egli mette con violenza le sue mani tremanti sull'albero vicino alla mia faccia buttando tutto il peso corporeo su di esse. Ora lui mi guarda direttamente negli occhi con rabbia mentre io impaurita cerco di liberarmi. Questi occhi, non riesco a specchiarmi in essi perché in superficie si può vedere ardente il bruciare del fuoco che predomina in lui ora. Egli poi fa inaspettato un sorriso tremendamente malvagio guardandomi con occhi predatori quasi infuocati paralizzandomi dalla paura.
Neko- " Una stupida ragazzina come te non può di certo capire certe cose." dice ciò ridacchiando teatralmente in maniera tetra mentre toglie le mani furenti dalla loro postazione per poi girarsi e camminare lontano da me per distanziarci. Egli appoggia la sua schiena su di un albero difronte al mio. Mentre io lentamente mi dirigo verso di lui capendo e attraversando la tempesta che si è creata nella triste e soffocante atmosfera.
io- " invece credo proprio di capire, tranquillo con me puoi anche sfogarti."
Neko- " No, tu non hai nemmeno una famiglia da perdere, non puoi capire quello che provo io!!!!" dice ciò urlando come indemoniato mentre io continuo decisa ad avvicinarmi a lui.
io- " E' vero io non ho una famiglia e non posso capire come ti senti...." dico ciò continuando a camminare verso di lui fino a che non siamo ad una distanza di trenta centimetri. Egli si avvia verso di me infuriato, probabilmente per colpirmi, ma io velocemente lo avvolgo nelle mie braccia stringendolo forte a me, lasciandolo paralizzato mentre rielabora le idee.
io- " .....ma voglio starti vicina, e voglio capirti. So che fa male, dopotutto hai perso la tua famiglia con i loro sorrisi, i loro rimproveri e i loro abbracci. Ogni loro parola e ogni loro consiglio adesso alloggiano in te con il loro amore, ti guardano dall'alto sappilo. E vogliono vedere un ragazzo sorridente di cui andare fieri e non una persona triste che non riesce nemmeno a piangere. Adesso puoi piangere e gridare quanto vuoi perché ci sono io con te, ti prego non tenere dentro di te i tuoi sentimenti. Ricorda: ricorda i loro sorrisi, ricorda gli abbracci di tua madre, i rimproveri di tuo padre detti per il tuo bene ( incominciano a cadere delle lacrime dal mio viso ), i tuoi compleanni festeggiati in allegria, la felicità e l'orgoglio nei loro cuori quando riuscivi a vincere le tue paure, i vostri litigi di famiglia, i biglietti per la festa della mamma e quelli per la festa del papà , pensa alle lacrime che avranno versato quando sono scomparsi pensando al tuo sorriso. Ricorda gli occhi pieni d'amore di tua madre e le grandi mani di tuo padre che ti prendevano in braccio. Ti prego ricorda!!!!! e sfogati con me." ormai dal mio viso scendo litri di lacrime per la compassione al dolore atroce di questo ragazzo.
Non voglio abbandonarlo proprio ora che ha bisogno di me, ti prego piangi. Lascia che il dolore straziante che ti divora interamente, esca da te. Anche se io non ho mai avuto una famiglia so cosa si prova ad averne una che ti ama e che ti vuole bene e anche come ci si sente a perderla da un giorno all'altro. Non esiste dolore più straziante che quello di vedere o di saper morta una persona dalla quale non vuoi separarti. E' come se avessi al cuore, conficcata profondamente in esso, una lancia che riporta a galla ogni tuo dolce ricordo affondando ancora più profondamente nel muscolo la sua punta in ferro. Ti prego Neko piangi, il più forte possibile. Mentre dal mio viso scendono delle lunghe e laceranti lacrime, sento che il ragazzo ricambia l'abbraccio stringendomi ancora più forte a se poggiando la sua testa sulla mia spalla.
A poco a poco sento le sue calde e bagnate lacrime bagnarmi la spalla scoperta e posso percepire anche il tremare delle sue gambe e delle sue braccia che stringono ancora di più il mio corpo. Iniziano ad uscire dei singhiozzi forti e le lacrime aumentano di quantità percorrendo come fiumi irrequieti il mio braccio. Inizio anche io a singhiozzare in maniera evidente e sonora attirando l'attenzione del ragazzo che tra i singhiozzi mi chiede:
Neko- " P-p-perché p-pian-ngi a-an-anche tu?"
io- " Perché voglio starti vicina e voglio che tu sia felice anche se ora ti è capitato questo. Sai devo essere grata ai tuoi genitori, mi hanno dato una persona stupenda e tu sei fortunato ad avere una famiglia. Adesso sfogati." le lacrime continuano ad uscire voraci divorandoci internamente tramutando le nostre parole in atroci singhiozzi sonori. Il ragazzo ad un certo punto molla la presa e si allontana da me di qualche centimetro alzando la testa al cielo. Adesso ho capito ciò che vuole fare.
Neko- " Mamma!!!!Papà!!!!!! Grazie di tutto!!!!!! Siate felici!!!!! Vi voglio un mondo di bene!!!!!!!" dice ciò gridando atroce tra i continui singhiozzi rumorosi per poi ricominciare a piangere ancora più forte di prima. Adesso ho scoperto che dietro qualunque armatura di baldanzoso metallo si nasconde un agnellino spaventato ed emotivo che nasconde la sua presenza per imbarazzo e timore. Oggi ho scoperto l'agnellino che c'è in lui, una persona incredibile in tutti i sensi che vorrei fosse sempre al mio fianco. Non vi preoccupate signori, lo proteggerò io a qualunque costo è una promessa. Voi riposate in pace e guardate vostro figlio adottivo crescere sereno e forte. Sarò io la sua famiglia con Angelo, e giuro che lo proteggeremo da qualunque male. Dopo aver passato un ora intera a piangere e a gridare dal dolore ci sediamo esausti sotto l'unico salice piangente in fiore della foresta tenendoci teneramente per mano. Entrambi abbiamo gli occhi totalmente arrossati dal pianto e scie d'acqua dolce che marchiano i nostri visi.
io- " Cosa facevate tanto tempo fa Neko? Quando eri bambino."
Neko- " Non mi va di parlarne ora e oggi." dice ciò in maniere così seria e distaccata che abbasso imbarazzata il capo pensando di aver detto una cosa inopportuna. Ma egli mette una mano sul mio viso girandolo e alzandolo dolcemente nella sua direzione in modo tale da guardarci profondamente negli occhi. Egli mi mostra un dolce sorriso e ricomincia a parlare:
Neko- " Se sei tu a chiedermelo, non posso rifiutare. Allora.......ah si. Se vuoi ti posso raccontare le pazzie che facevo da bambino e come reagivano i miei genitori ti va?"
io- " Non sarai cambiato molto da allora. Certo che mi va, voglio sapere tutto di te."
Neko- " Molto bene, ( viso leggermente arrossato ): una volta da bambino volevo andare a pesca con mio padre, sai lui era un ottimo pescatore, e lui mi ci volle portare. La nostra vecchia casa era difronte ad un lago e quindi per noi era facile pescare. Prendemmo la barca e ci dirigemmo verso il centro del lago. Io a quei tempi ,possiamo dire che ero un vero monello e ne combinavo di tutti i colori. Mentre il mio papà pescava io giocavo con le esche buttandole per aria, e alcune di esse andavano sulla sua faccia facendolo spaventare a morte. Mentre mi rincorreva per la barca non si accorse di aver pescato un pesce. Egli interruppe la caccia per pescare il pesce ma lui non sapeva che cosa li sarebbe capitato dopo. Vicino al lago c'erano dei salici molto alti e robusti che si affacciavano su di esso. Io mi arrampicai su una liana e sali sopra l'albero aspettando la mia preda. Quando mio padre prese il pesce si stava per dirigere in coperta, ma io gli buttai in testa una ghianda trovata sull'albero per caso. Allora lui, intontito fece cadere il pesce in acqua con se. Mio padre era in acqua tutto zuppo mentre io me la ridevo sopra il nascondiglio ma ad un certo punto la liana che mi aveva portato su mi portò giù facendomi cadere. La liana era legata al mio piede e quindi rimasi a testa in giù piangendo rumorosamente finché mio padre, asciutto, non venne in mio soccorso. Quando tornammo a casa la mamma ci rimproverò entrambi urlando come una pazza, ma dopo io e papà ci mettemmo a ridere di gusto pensando al divertente episodio. hahahahahha che bei tempi. "
io- " Certo che non sei per niente cambiato, anche adesso crei un sacco di problemi." dico io tra le risate.
Neko- " Più di quanto immagini." dice ciò agitando le sopracciglia mentre mi guarda in maniera divertita. Entrambi scoppiamo in una fragorosa rista che ci risolleva finalmente il morale dopo il tremendo episodio. Spero di riuscire sempre a farti ridere così mio caro amico. Quando le nostre risate si fermano egli mi fa una domanda inaspettata.
Neko- " Posso farti una treccia?"
io- " Come mai sai fare una treccia, stai risvegliando il tuo lato femminile?" dico in maniera sarcastica.
Neko- " Io di solito le facevo per mia madre quando doveva uscire con papà, ciò mi farebbe sentire meglio." beh se me lo chiede così non posso rifiutare.
io- " D'accordo però non farmi male capito, altrimenti mi giro e ti riempio di pugni."
Neko- " D'accordo, d'accordo. Farò come ha detto la mia principessa."
Il ragazzo mi fa dolcemente girare dandogli le spalle, mentre mi scioglie il codino bruno e mi restituisce, lanciandolo maleducatamente, l'elastico marrone. Mi tolgo lentamente gli occhiali riponendoli al suolo, molto delicatamente, vicino ad un fiore profumato. Sento le sue morbide mani attraversare i miei capelli delicatamente sciogliendo i pochi nodi rimasti. Inizia a creare le tre lunghe ciocche lasciando il retro del collo scoperto. Sento un brivido percorrermi la schiena proveniente dal mio collo scoperto, non è un brivido di freddo e nemmeno caldo è molto meglio in certi sensi. Il ragazzo mi sta mordicchiando vorace e succhiando dolorosamente la pelle delle parte scoperta del collo, precisamente un po più sotto della nuca. Io inizio, invece, ad arrossire violentemente evitando di gemere ad ogni suo morso e bacio. L'atmosfera si fa più densa e afosa mentre lui continua lentamente a crearmi il marchio. Finita la sua lunga opera dolorosa stacca le sue labbra affamate dalla sua preda guardano soddisfatto il suo capolavoro. Dopo di che, come se non fosse successo niente, continua a crearmi la treccia mentre dentro di me è in atto una guerra civile. Il mio cuore batte all'impazzata confondendo i miei sentimenti. Sono tremendamente nervosa ed imbarazzata, non voglio essere usata in questo modo ma mi piace questa sensazione. Io sono una persona forte e non voglio che gli altri mi sfruttino per i loro scopi personali, ma stranamente se è lui a farlo mi va bene. Forse perché so che lui lo fa con dolcezza, che non mi farebbe mai del male. Ma non ne sono sicura, non sono sicura di niente. L'unica cosa di cui sono sicura è che voglio stargli vicina e voglio proteggerlo.
Dopo aver sentito per svariate volte la sua mano percorrere indisturbata i miei capelli, sento che la sua presenza si allontana insieme al forte frastuono provocato dalle foglie in movimento. Mi giro di scatto spaventata per poi distendere i nervi nel vederlo raccogliere gentilmente dei fiori rossi dalle foglie di un albero, assistendo avvolte alle sue ridicole cadute da pagliaccio. Poi, con la schiena dolorante, ritorna verso di me con dei fiori in mano .
Neko- " Che ne dici se ti metto dei fiori nella treccia?"
io- " Fa come vuoi."
Dopo aver detto la mia affermazione di risposta vedo che il mio molestatore inizia , con le sue abili mani da cacciatore, ad infilarmi i fiori appena recuperati tra alcune ciocche di capelli. Finita la sua dolce ed animata opera mi racchiude in un abbraccio sistemandomi tra le sue gambe divaricate. Cala il silenzio tra di noi mentre però sento qualcosa di diverso, sta per accadere qualcosa e ora essa sta salendo sempre più su.....
Punto di vista di Neko:
Come sono morbidi i suoi candidi capelli anche se secchi e fin troppo lunghi sembrano irresistibili ai miei occhi. Non posso fare più a meno di lei, ne sono diventato dipendente. Ogni sua parola ed ogni suo rimprovero sono come luce nella mia oscurità. Oggi la mia vita si è chiusa in un singolo istante di tristezza. La mia amata famiglia scomparsa già da tempo, è morta con ogni loro affetto. La mia dolce mamma, posso ancora sentire la sua voce accogliente sussurrami candide parole nell'orecchio. Il suo dolce profumo al gelsomino ed i suoi grandi occhi viola incantati e persi nel mio sguardo. Lei era unica, speciale per me. Essenziale come l'aria e accogliente come l'acqua. Era impossibile separarsene...........eppure io l'ho abbandonata. Veramente io non ho detto proprio tutta quanta la verità. Un po di giorni prima della loro scomparsa ci fu una brusca litigata tra me e la mia famiglia. La ragione che mi ha portato alla fine fu la mia caparbietà. Io ero fortemente intenzionato ad abbandonare quella vecchia casa e di cercare qualcosa da fare nella vita. Ero avido, volevo tutto ma non ottenevo niente, anzi persi tutto. Quando riferì della mia decisione alla mia famiglia durante una calda cena in famiglia, avvenne l'inizio della discordia. Mio padre iniziò a ribattere prima in maniera cordiale poi alzando maggiormente il volume con me. Mia madre invece disperata nel sentire le nostre grida ruppe un bicchiere facendolo cadere esasperata e poi scappò in lacrime nella sua stanza. Mio padre mi diede un sonoro schiaffo e poi scappò via cercando mia madre. Io rimasi pietrificato, avevo in testa soltanto il desiderio di partire e di abbandonare tutto e tutti alle spalle chiudendo quella porta. Decisi di scappare via, quella notte, ma ovviamente per poco. Scappai ed incontrai il mio migliore amico ma non li dissi niente, era un segreto tra me e me. Rimasi fuori di casa per un po di tempo mentre io e il mio amico facevamo....ehm......non me lo ricordo. Va beh, ma quando decisi di tornare a casa tutto era distrutto con l'amore dei miei genitori dispersi. Non so chi possa essere il colpevole ma sinceramente noi non eravamo i benvoluti nella città a causa mia. Io ero un orfano proveniente da una famiglia di origine e di classe sociale sconosciuta, abbandonato nel nulla. In questo mondo gli orfani anonimi non hanno vita, sono come fantasmi. Ma poi sono stato preso e salvato, ma non tutti videro di buon occhio la cosa. Gli amici dei miei nuovi genitori smisero di frequentarli e molta gente pensava e diceva cose poco carine riguardo la mia famiglia nuova. Probabilmente qualcuno gli avrà odiati così tanto da porre fine alla loro vita felice rapendoli, torturandoli e uccidendoli. Non dovevo litigare con loro in quella maniera, forse non sarei mai dovuto esistere. A causa mia ho perso tutto, a causa dell'ignoranza di certa gente. Quei sorrisi gentili, quei rimproveri e quei momenti privati trascorsi con la mia famiglia. Ora sono bruciati nel fuoco dell'ignoranza e dell'avidità. Se sollo non fossi stato così sciocco e avessi dato loro ascolto, adesso potevo andare a pesca con papà e pettinare i capelli della mamma. Ancora una volta, racchiusi in me si ripetono quei ricordi.
Ma adesso è diverso, non sono solo. Grazie a Rossana mi sono liberato di un grande peso, se lei non ci fosse, ora non saprei più che pesci prendere, lei è l'unica che può farmi sputare il rospo. Senza di lei io forse, non so che avrei fatto. Adesso posso dire ufficialmente di aver capito il mio scopo: voglio vivere al suo fianco qualsiasi cosa succeda, lei sarà solo mia. Non la lascerò a nessun altro. Il mio tesoro più prezioso. Forse sono un po troppo romantico e per questo , forse, sono diverso dagli altri maschi. Ma ora davanti ho davvero un dolce bocconcino che aspetta soltanto di essere mangiato. Mi precipito avaro sul retro del suo collo scoperto assaporando il sapore della sua pelle così dolce e elettrizzante quasi come un dolce, da cui dipendo. La mordo, la succhio, l'assaporo e la bacio per liberarmi del mio peso e per ringraziarla, a modo mio, di avermi spronato. Finisco insoddisfatto il mio lavoro, dato che volevo ancora assaggiare il mio dolce preferito, ma sentendo i suoi gemiti e il suo tremare decido di concludere......per ora. Le creo la treccia e decido, di mia iniziativa, di incastonargli dei fiori tra i capelli. Mi alzo con passo felpato e cammino verso un albero di fiori rossi dal quale raccolgo gli ornamenti. Nel tentativo di far ciò però precipito innumerevoli volte al suolo sotto gli occhi beffardi della mia dama che ride divertita alla vista delle mie clamorose e dolorose cadute. Tornato dalla signorina le applico i delicati fiori dolcemente evitando di farle del male. Appena finisco il mio piccolo lavoretto l'avvolgo avido tra le mie braccia sentendo la sua agitazione. Se si agita vuol dire che si sente in imbarazzo o che si emoziona, ciò per me è un bene. Il tempo però ormai è diventato oscuro e la notte ha preso il possesso del cielo. Mi tolgo subito dalla mia posizione lasciando la madamigella libera dalle mie braccia dandole una mano ad alzarsi. Le prendo impavido la mano correndo seguito da lei. Ma ella ha qualcosa di diverso, i suoi occhi e il suo sguardo sono persi nel vuoto. Io ovviamente la conduco incolume verso l'uscita della foresta in direzione del nostro amico che ha cercato inutilmente di salvare la mia famiglia. Ora egli si sta riposando nel nostro accampamento che ha costruito verso il confine con la prossima regione. Quando entrambi arriviamo dal nostro compagno, Rossana toglie la sua mano dalla mia allontanandosi da noi che la guardiamo increduli.
Ella ci guarda con occhi straniti e vuoti mentre a poco a poco muta la sua forma: I suoi capelli incominciano a diventare grigi con sfumature nere sulle punte delle ciocche; i suoi occhi diventano di colore diverso cioè uno rosa e uno giallo oro; la sua maglietta leggera si strappa fino a scoprirle nettamente la pancia coprendo soltanto il petto e la maglia accorciata diventa nera su cui appaiono sopra tanti fiocchi e pizzi rossi e bianchi ,come quelli che indossavano le dame francesi; i pantaloncini si trasformano magicamente in una gonna nera , che le arriva fino alle ginocchia, ornata con gli stessi fronzoli del pezzo di sopra; le scarpe ai piedi diventano un paio di ballerine nere con macchie rosse. Noi increduli facciamo un passo avanti dannatamente, preoccupati dato che la nostra ragazzina ha la testa bassa e china con davanti i capelli tramutati che ci impediscono di osservarle bene il volto. Prima abbiamo visto di sfuggita il colore degli occhi, ma niente più. Ci viene la pelle d'oca nel vedere quella drastica mutazione, ma ancor di più ci spaventa la reazione della ragazza. Noi non vogliamo farle del male, non possiamo farle del male.
Ella alza di scatto lo sguardo facendoci bloccare il sangue nelle vene dallo spavento.
Ci sorride in una maniera mai vista prima mista tra l'istinto omicida e la felicità. Quei due occhi da assassina ci guardano felici e impazienti, come se avessero aspettato da tempo di uscire allo scoperto. Ad un certo punto sotto i nostri occhi pietrificati inizia a ridere di gusto mantenendo lo stesso sguardo di prima. Una risata tetra e divoratrice, che ti gela il sangue nelle vene. Un misto di felicità, divertimento e malvagità. Noi due siamo pietrificati nell'osservare quel dolce sguardo da bambolina accompagnato da una rista piena di sangue e morte. E' sempre lei, ha gli stessi lineamenti, lo stesso fisico e la stessa voce, sono cambiati soltanto i colori e il carattere diventato omicida. Io e il mio compagno cerchiamo di avvicinarci a lei impauriti e preoccupati, più terrorizzati che preoccupati.
io- " Rossana?" dico con voce tremante.
Rossana- " Sbagliato..hahahahahahah....vi ucciderò entrambi sta notte, quindi cerchiamo di divertirci per ora..hahahahahah." nella sua mano appare magicamente un affilato e nero coltello incrostato di sangue che ci punta contro. Ella parte alla carica mirando inizialmente ad Angelo ma poi torna indietro e punta il suo coltello verso di me. Io e il mio complice ci lanciamo uno sguardo deciso comunicandoci mentalmente di fermarla prima che si facesse male. Io e lui l'accerchiamo, poi io con un calcio le faccio cadere il coltello mentre il mio amico con una corda e con delle catene inizia a legarla. Vicino al nostro accampamento c'è un palo con sopra una lampadina alimentata a lucciola, noi sciogliamo i nodi che la legavano e mentre io la trattengo saldamente tra le mie braccia il mio amico la lega saldamente al palo. Finito il nostro lavoro ci allontaniamo da lei impauriti mentre ella inizia a ridere come una pazza, prima in maniera dolce quasi da principessina e poi aggressiva e malata come quella di un assassino professionista. Ma chi è questa ragazza? Rossana di certo non è, lei non ci avrebbe mai fatto del male. Ora la creatura dall'aspetto della ragazza di cui mi sono innamorato, inizia ad agitarsi e a scalciare da una parte all'altra nel tentativo di colpirci.
io- " Chi sei tu? Lasciala andare subito."
???- " Ma come non riconoscete la vostra indimenticabile compagna d'avventura? hahahaha......" ad un certo punto i colori dei suoi capelli e dei suoi vestiti mutano per ritornare ai colori tipici della nostra compagna. Ella ha il viso abbassato con i capelli che le coprono il viso, ma il colore dei suoi capelli e dei suoi vestiti è uguale alla lei originale.
Rossana- " Perché mi avete messa in catene?! Voi non mi volete bene, volete soltanto usarmi....hahahhaha..che sciocchi, io non cadrò nella vostra trappola." dice ciò alzando lo sguardo mostrandoci i due terribili e malati occhi multi colore della precedente ragazza. Ha il suo stesso aspetto, ma non è lei. Perché le sta succedendo tutto questo? Chi è lei?
Angelo- " Chi sei ?"
???- " Io sono tutto e sono nessuno. Non ve lo dirò tanto facilmente, ma prenderò in prestito questo corpo per un po, sarà così divertente uccidervi tutti....hahhaha"
io- " Parla!!! Lasciala subito."
???- " Perché scusate non è un bene. Posso fare di lei ciò che desiderate e mostrarvi quello che volete, non è meglio?! hhhahahh..."
Angelo- " Non ci interessa, noi vogliamo quella vecchia." dopo di che ella ci guarda con una faccia irresistibilmente bella da bambola e da principessina però con i lineamenti della nostra dama. Noi non possiamo ignorare la bellezza della nostra ragazza in questa forma così dolce e indifesa, infatti entrambi arrossiamo violentemente facendo scattare qualcosa nella mente malata della donna. Dopo di che fa ritornare i suoi colori da pazza malata guardandoci divertita.
???- " Ora ho capito tutto, voi siete innamorati di lei...." a quelle parole noi sussultiamo sul posto indietreggiando, dando istintivamente una risposta affermativa.
???- "......hahahahahahhaha, allora sarà più facile per me......" inizia a ridere di gusto per poi improvvisamente addormentarsi seduta al suolo, incatenata al palo, con la testa poggiata al oggetto di metallo.
Angelo- " Chi le farà da guardia? Vuoi che la faccio io così tu puoi dormire in santa pace?"
io- " No, ci penso io. Tu dormi tranquillamente, per oggi sarò io a dormire all'aperto come un cane." dico ciò mentre il mio amico si allontana sorridendomi e dandomi delle raccomandazioni a distanza. Io mi siedo sul suolo appoggiando la testa ad un albero dietro di me, difronte alla ragazzina che dorme beatamente. Io devo rimanere sveglio. Perché le sta succedendo questo? Spero che domani si senta meglio.......
Cosa succederà a Rossana? Arriveranno nella prossima Regione? Chi è la ragazza misteriosa che terrorizza i due avventurieri? I due ragazzi riusciranno a liberare la loro amata? Lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Spazio autrice:
Ciao a tutti, spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo. Scusate se pubblico raramente ma adesso è iniziata la scuola e io devo studiare, ma cercherò di pubblicare almeno una o due volte al mese; ) Spero vi sia piaciuto questo capitolo che sconvolgerà un po la trama della storia. Continuate a leggere mi raccomando.
Ps: spero vi piaccia la canzone sopra, è la traduzione dell'opening completa di Tokyo Ghoul. Ha un significato bellissimo.^u^
Tanti baci da Neko-chan
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