Quasi tutta la verità
A volte sai già come andranno le cose ma speri fino all'ultimo che possa cambiare persino l'evidenza.
É questo che penso affacciandomi alla finestra del bagno e vedendo Jon con un fucile in mano cercando di uccidere i piccioni. Fuori uno, due, tre una pioggia tanto rumorosa quanto malinconica.
Jon e mio fratello, ha 18 anni, apparentemente potrebbe sembrare normale ma guardandolo meglio si può identificare il suo occhio destro di vetro, la sua mano sinistra a lama e la sua strana espressione divertita ma allo stesso tempo turbata. E tornato da cinque anni a casa, e stato per sette anni in manicomio. Quando era piu piccolo ha ucciso una persona a me cara ed è stato portato subito in un centro di recupero.
Ora è uscito, ma non è normale, uccide ogni giorno animali di ogni tipo e da qualche settimana ha iniziato ad uccidere persone come..Jade. Non è stato solo lui ad ucciderla, ma successivamente mi spiegherò meglio.
'Jon, smettila!!" dico scendendo giù.
Lui mi si fionda addosso,mi prende per il collo e mi scuote, apre la bocca e emette un urlo, poi con la sua mano sinistra mi incide un taglio abbastanza profondo sul collo, quella lama fredda che sfiora la mia pelle quasi tremando.
Ormai sono abituata ma non nascondo che fa sempre un male lacerante.
Bene sono pronta per un'altra giornata. Prima tappa:CASA DI MATT.
Busso, ,lui mi viene ad aprire con un'espressione gioiosa, a volte penso che la nostra felicità di coppia sia solo una pellicola che vogliamo far credere esisti ma in realtà c'è qualcosa di sbagliato nelle fondamenta. Non immaginate i segreti che si nascondono dietro le coppie apparentemente perfette. Beh poi si sa la perfezione è relativa.
"Ei, amore" lo saluto abbracciandolo.
"Non mi dai un bacio?" mi chiede lui
"Oh si scusa" dico sorridendo e lo bacio.
Quando entro i suoi mi fanno accomodare e la cameriera porta diversi cioccolatini.
"Ne prenda qualcuno, signorina" esclama lei
"Prendo questo, grazie" dico afferrando quello nero, amo il cioccolato fondente ha un sapore forte e un odore duro.
"Ti ha detto tuo padre che la nostra azienda quest'anno sta producendo per il 70% in più di quanto producessimo l'anno scorso e l' informazione più gradevole è che guadagneremo mensilmente il doppio" inizia sua madre e suo padre continua con un discorso che non riesco a capire neanche impegnandomi, usano dei termini che credo anche nelle corti siano passati di moda.
"Sì, certo, me l'ha detto, è così orgoglioso del vostro successo che ripete sempre quanto sia importante per lui quest'azienda" mento, io e mio padre non ci parliamo da più di 1 anno ormai.
"Spero di poterci impegnare e dare tutti noi in questa impresa, è difficile avere tutto questo capitale in mano, abbiamo iniziato da poco questo percorso..." dice il padre
"A volte succedono cose che non si è preparati ad affrontare" conclude Matt guardandomi, è brutto segno percepisco tensione nell'aria.
Dopo altre chiacchierate del più e del meno insieme ai suoi usciamo e raggiungiamo gli altri in discoteca.
Le ragazze già stanno ballando a ritmo di Love me like you, prendo Chanel e Alysia per la mano e contemporaneamente le faccio fare una piroetta, per poco Chanel non cade e iniziamo tutte a ridere.
"Mancava qualcuno ma non capivo chi.."dice Brittney sorridendo
"Brit!!" la rimprovero ironicamente.
"Sha-la-la-la
Sha-la-la-la
Sha-la-la-la.." cantiamo a squarciagola.
Noi saliamo su un tavolino che a mala pena si arregge in piedi e iniziamo a ballare comtemporaneamente e sensualmente attirando l'attenzione di tutti.
Io e Alysia iniziamo a cantare liricamente e tutti scoppiano in una rumorosa risata.
Rimaniamo lì dentro per tre ore quando usciamo Jessy dice "Quel rumore assordante mi ha fatto quasi dimenticare la perdita, il volume superava il mio dolore"
Tornando a casa trovo Dhora che pulisce il giardino " Tuo fratello oggi si è superato di brutto.." mi dice. "Lo so, sta mattina mi ha fatto un taglio profondissimo che tutt'ora non ha smesso di versare sangue, sai queste sono cicatrici che non si cancellano, dolori che non smettono di lasciare il segno".
Vedo mamma con una valigia sull'uscio di casa, mi avvicino.
"Cosa succede?" chiedo, da tanto tempo non ci parlo, forse troppo. Lei non vuole saperne di noi ma ha ragione, per una mamma è orribile avere dei figli così. La posso capire, anche se fatico a mettermi dalla sua parte, per una volta ci provo.
"Tuo padre...." inizia lei con voce stridula.
"Quante?" le chiedo cercando di non scoppiare a piangere
"Tre" risponde secca. Ci risiamo, penso. Lui ha problemi mentali, arriva a casa si scola tutto d' un fiato cinque, sei bottiglie di vodka, va a letto con diverse ragazze che infine uccide. Sempre la stessa storia, la stessa e insopportabile storia.
"Già ieri è successo con una, ho cercato di non pensarci, ha disturbi mi ripetevo. Ma io non posso vivere con uno così, poi Jon, Elizabeth. E' come se avessi perso due figli. Prenditi cura di Emma ti prego, io non ce la faccio" mi dice abbracciandomi, ricambio quell'abbraccio con forza.
Poi se ne va, è una sensazione orribile, non so quando la rivedrò, non so dove andrà, se starà bene, nessuno mi darà sue notizie per un pò di tempo. So solo che qui fa tutto maledettamente schifo.
Mi faccio forza ed entro in casa, vedo sangue sul divano, sul tappeto. Libri e pezzi di carta sparzi per tutta la stanza.Mobili rotti. Mi sento intorpidita, mi sembra di essere sul punto di esplodere, mi si riempiono gli occhi di lacrime, comicio a piangere. Il pianto si trasforma in lamento, grida.
"Che diavolo ho fatto per meritarmi tutto questo?"
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