Prologo
15/01/2006
Salve a tutti, il mio nome è Annabeth Coper ed oggi compio dieci anni. Non mi sono mai agitata o emozionata il giorno del mio compleanno, ma i miei genitori mi hanno promesso una festa oggi e per la prima volta in vita mia non sto più nella pelle.
<<Signorina, pieghi la testa di lato>> dice la signora che mi pettina i capelli, io faccio come dice. Non capisco perché debba essere sempre così ordinata. I miei capelli mi piacciono così come sono, senza tante acconciature, ma mia madre insiste ogni volta.
<<Ha dei bellissimi capelli signorina>> continua finendo di ondulare le mie lunghe ciocche color oro. <<Grazie>> rispondo un po' timida, specchiandomi nell'enorme specchio davanti a me. Dopo aver finito con i capelli, tocca al vestito che ovviamente mia mamma ha scelto per me. Dice che avrò tempo per scegliermi i vestiti da sola e forse ha ragione. Mi vesto e indosso un paio di ballerine rosa intonate al vestito che mi arriva fino alle ginocchia. È stretto in vita e poi più largo. Non è male, ma il colore non mi fa impazzire. Mia madre, comunque, dice sempre che le bambine devono indossare solo colori simili al rosa.
Non ho niente dentro il mio armadio di colore scuro. Niente grigio, niente nero, niente blu.
<<Annabeth sei pronta?>> chiede proprio lei entrando in camera mia. È impeccabile come sempre, i capelli sono del mio stesso colore tenuti legati da uno chignon basso, un vestito lungo di raso rosso come le sue unghie e un paio di sandali con il tacco. Che strano abbigliamento per partecipare ad una festa per bambini.
<<Sì, sono pronta>> mi avvicino a lei con un sorriso, ma lei non fa lo stesso, anzi mi guarda in un modo strano. <<Non mi piacciono questi capelli. Stella? Stella?>> comincia a chiamare la signora che si occupa delle acconciature e in meno di due secondi lei arriva da noi, <<Mi dica signora>>.
<<Questi capelli sono orribili>> dice con un modo che ritengo particolarmente maleducato, ma lei lo fa sempre. <<Mi dispiace, adesso sistemiamo>>. E sono di nuovo sotto le sue mani. Dopo un'ora, finalmente sono pronta per scendere. Stella ha dovuto lisciarmi i capelli e intrecciarmi i ciuffi ai lati del viso, mia madre non sembrava convinta neanche adesso, ma è rimasta in silenzio. Io pensavo di essere carina....
<<Annabeth>> la voce di mio padre mi raggiunge e anche lui mi sembra troppo elegante nel suo completo blu notte. <<Ciao papà, scendiamo insieme?>>, <<Certo. Sei pronta per la tua festa di compleanno?>> chiede e per un attimo mi guarda in faccia, poi viene rapito da un signore che non so chi sia. Vabbè, non mi importa, sono troppo felice per la mia festa. Non so ancora quanti bambini abbiano invitato i miei genitori, ma spero che abbiano chiamato tutti i miei compagni di scuola e le mie compagne di danza. Sarebbero davvero tanti, ma la nostra casa è enorme e quindi il problema spazio non sussiste. Mi stiro un attimo il vestito con le mani e prendo un bel respiro prima di entrare nella grande sala, sono molto emozionata.
<<Buon compleanno tesoro>> mia madre alza il calice di non so cosa non appena entro. Così fanno tutti gli altri adulti. Adulti, adulti e solo adulti. Mi guardo intorno e non c'è nessun bambino, solo adulti che neanche conosco.
<<Mamma dove sono i miei amici?>> mi avvicino a lei, <<Quali amici tesoro?>>.
<<I miei compagni di scuola e danza>> mi viene quasi da piangere, ma la mamma non vuole mai che lo faccia, dice che solo i deboli lo fanno e noi siamo forti. <<Ma che sciocchezze! Quelli non sono tuoi amici, vengono totalmente da un altro Mondo rispetto a noi, questa è la tua gente>> indica con la mano tutte le persone intorno a noi e io inizio seriamente a sentire gli occhi pizzicare. Non devo piangere...non devo piangere.
Il tempo trascorre, ma io sono rimasta da sola tutto il tempo. I miei genitori non mi hanno considerata neanche un minuto, troppo presi a conversare con gli ospiti.
<<Ciao>> dice quella che sembra la voce di un bambino, mi volto e ne trovo uno davvero di fronte a me, <<Ciao>> rispondo felice. <<Io sono Luca>>, <<Io Annabeth>>.
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