10
Entro in casa bagnata fradicia e l'unica cosa che vorrei è filare a fare una doccia e andarmene a dormire, ma non posso perché non appena chiudo la porta d'entrata riconosco subito le loro voci. I miei genitori, Luca ed i miei futuri suoceri. Normalmente sarei stata felice di una serata del genere, comunque l'ho sempre presa come un'opportunità in più per passare del tempo con il mio fidanzato, ma stasera stranamente non ne ho voglia. Non ho voglia di sentire i soliti discorsi, non ho voglia di dover stare attenta a tutto quello che faccio o dico, non ho voglia di vederli. Purtroppo, però, devo. <<Annabeth, sei tu?>> sento la voce e il rumore dei tacchi di mia madre venire verso di me. Dovrei scappare a gambe levate in camera mia e non farmi vedere in queste condizioni, ma oggi i miei piedi sembrano di piombo. <<Oh mio Dio! Ma dove sei stata? Non avevi un ombrello con te? Va subito a farti una doccia e cerca di risultare presentabile quando scendi>> dice a raffica e vorrei davvero dirle di prendere fiato tra una parola e l'altra, ma ovviamente non lo faccio. <<Non pensavo piovesse, vado subito a sistemarmi>> rispondo come sempre e vado dritta al piano di sopra. Entro in camera e prendo tutto l'occorrente per farmi una doccia e una volta finito infilo un abito di raso azzurro che arriva fino a sotto le ginocchia. Asciugo i capelli lasciandoli sciolti e applico un filo di trucco. È stancante. Mi guardo un ultima volta quando sento il cellulare squillare segnando l'arrivo di un messaggio.
Da Simon:
- Spero che i miei amici non ti abbiano messo a disagio oggi.
Da Anna:
- Assolutamente, ho passato un bel pomeriggio. Grazie.
Vorrei assolutamente continuare la conversazione, ma so quanto mia madre odi aspettare quando è a tavola, quindi prendo un bel respiro e scendo al piano di sotto.
<<Eccoti finalmente. Adesso possiamo iniziare a mangiare>> dice appunto lei non appena li raggiungo. <<Buonasera a tutti e scusate per il ritardo. Ho preso un acquazzone inaspettato>> mi scuso e mi siedo vicino a Luca che sta facendo qualcosa con il suo cellulare. <<Ciao>> lo saluto accarezzandogli un braccio. <<Ciao, dove sei stata oggi?>> chiede e posa il telefono sul tavolo in modo da non far vedere lo schermo. <<Sono andata in biblioteca a studiare. Tu?>>. <<Lavoro>> risponde secco come se fosse la domanda più assurda del mondo. So benissimo che fosse a lavoro, ma a volte vorrei che me ne parlasse. Vorrei che mi raccontasse qualcosa di quello che fa, vorrei che si confidasse con me, ma non lo fa mai e io non continuo. La cameriera arriva con la prima portata, ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è al cellulare del mio fidanzato che non smette di vibrare. <<Chi è che ti sta scrivendo così tanto?>> provo a chiedere. <<Anna, ti ho già detto che non mi piacciono queste domande>> risponde serio ed io mi rassegno. Inizio a mangiare con poca voglia e sento gli occhi di mio padre puntati su di me, alzo lo sguardo e appunto lo trovo subito. Mi sorride dolcemente perché in fin dei conti lui è l'unico che penso mi voglia bene sul serio e sono sicura che non apprezzi il modo in cui Luca si comporta con me, ma alla fine anche lui è come tutti gli altri. Conta sempre e solo il lavoro e quindi i soldi, quindi mi limito a contraccambiare un sorriso e continuo a mangiare. <<Annabeth, la prossima settimana ho preso appuntamento da Aldo per l'assaggio delle torte, ovviamente noi verremo con te così da poterti consigliare quella giusta>> prende parola la mia futura suocera e subito nella mia mente si manifesta la scena. Tutti che mi dicono di non assaggiare niente perché rovinerei la mia linea e quindi loro che prendono di nuovo una decisione per me. <<Vorremmo andarci da soli in realtà, vero Anna?>> dice Luca e quasi non mi strozzo con la mia stessa saliva. L'ha detto sul serio? Seriamente ha detto che faremo una cosa io e lui da soli? Sono scioccata, così come il resto delle persone sedute a tavola. <<Luca...>> mia madre prova ad intervenire, ma lui la ferma di nuovo, <<Siamo grandi abbastanza da poter scegliere una torta, non pensate?>>. Il suo tono è sempre molto educato, ma tagliente. Gli altri non controbattono. <<Grazie>> mi volto verso di lui e gli sorrido. <<Mmm>> si limita a rispondere, ma in questo momento non mi importa, sono troppo felice. Finiamo di mangiare senza più tornare sull'argomento. I discorsi hanno preso la solita piega ed io come ogni volta mi estraneo per non partecipare. Vorrei uscire, andare da qualche parte, non so fare una passeggiata, ma proprio mentre sto per proporlo al mio fidanzato lui dice, <<Mi dispiace, ma io devo andare. Sì è proprio fatto tardi e domani sarà una lunga giornata a lavoro>> si alza e tutti gli altri lo salutano calorosamente. Io lo accompagno alla porta. <<Non puoi stare un altro po'? Volevo passare un po' di tempo insieme>> mi appoggio allo stipite della porta aspettando una sua risposta. <<No, non posso. A domani>> risponde dopo qualche secondo e se ne va. Sbuffo e torno dagli altri, ma quando arrivo nessuno sembra far caso a me, quindi saluto e vado su in camera mia. Mi sdraio a pancia sopra sul letto e tolgo i sandali. Non ho neanche voglia di struccarmi, ma se mia madre lo scoprisse andrebbe su tutte le furie. Mi alzo e controvoglia faccio tutto quello che devo fare, poi prendo il cellulare e per mia sorpresa trovo altri due messaggi.
Da Simon:
- Sono contento. Ai miei amici sei piaciuta, magari potresti uscire con noi qualche volta.
- E tu magari potresti farmi conoscere la tua amica Chanel ahahahah.
Rido al ricordo della battuta sulla borsa e a quanto io pensassi fosse serio. Torno sdraiata sul letto, questa volta pancia sotto e gli rispondo.
Da Anna:
- Certo che te la farò conoscere! Comunque sembravi davvero serio, non sono abituata a tutta questa ironia.
Sorrido anche se un po' mi dispiace non essere cresciuta tra persone come Simon ed i suoi amici. Ragazzi normali, simpatici.
Da Simon:
- Spero di fartici abituare, dovresti ridere più spesso.
Leggo il messaggio e ripenso anche al modo in cui ho riso oggi forse per la prima volta e a come mi sia sentita bene facendolo.
Da Anna:
- Cercherò di migliorare su questo, ma tu dovresti davvero far controllare le molle del sedile della tua macchina.
Da Simon:
- Hai ragione principessina, farò il possibile.
Da Anna:
- Sono tutto, ma non una principessina. Magari lo fossi, almeno andrei bene a tutti.
Da Simon:
- Sono sicuro che tu vada bene per come sei. Chi cerca di cambiarti è un idiota.
Da Anna:
- Come fai a dirlo? Non mi conosci abbastanza.
Da Simon:
- È vero, ma in realtà mi sembra di conoscerti da sempre.
Resto immobile, non so cosa rispondere. Sento agitazione, sale dallo stomaco fino alla gola. Perché una semplice frase scaturisce tutto questo dentro di me? Perché sono andata in panico? Perché?
Da Simon:
- Scusami, forse ho esagerato. Non volevo prendermi troppe confidenze.
Da Anna:
- Non è quello...è che anche per me è molto facile parlare con te. Forse sei l'unico con cui parlo davvero.
L'ho scritto davvero? Forse stiamo esagerando, si è vero. Lui ha una ragazza, io sto per sposarmi e comunque anche se così non fosse i miei genitori non accetterebbero mai un ragazzo così per me. Che come lavoro fa...che diavolo di lavoro fa? Oltre a fare il volontario non ho idea di cosa faccia e stranamente vorrei saperlo, ma non per conoscere il suo conto corrente, ma per riuscire a sapere di più su di lui. Vorrei chiederglielo, ma non mi sembra il caso. Passano svariati minuti in cui vedo in cima alla conversazione 'Simon sta scrivendo' ma poi niente. Tiro fuori un sospiro, quando qualcuno apre la porta di camera mia. <<Posso?>> chiede mio padre. Poso il telefono sul comodino, <<Certo>> rispondo. Si avvicina e si siede vicino a me sul letto. <<Va tutto bene? Ultimamente sembri un po' assente>> dice. <<Sto bene. Sono state settimane difficili, sarà per quello>> mi giustifico, ma in realtà vorrei dirgli tutto. Vorrei confessare che tutto questo mi fa soffocare, che non sono come loro. Che vorrei fosse più presente, che vorrei avere un fidanzato più affettuoso. <<Ok>> mi guarda dolcemente e quasi cedo, <<Papà, ti va di passare un pomeriggio insieme domani?>>. <<Non posso tesoro. Sono venuto appunto a dirti che devo partire per lavoro è starò via una settimana>> dice e immediatamente tutto torna come prima. È sempre stato così ed io devo farmelo andare bene. <<Ok>> rispondo e dopo avermi salutato mi lascia sola. Sola, ecco come mi sento, estremamente e completamente sola. Prendo di nuovo il telefono e noto subito un messaggio, ma non lo apro e provo a chiamare le mie amiche. <<Anna?!>> risponde Ivon con uno strano tono. <<Ciao, come stai?>> chiedo, ma dall'altra parte della cornetta sento un rumore infernale. <<Bene, c'è qualcosa che non va?!>>. Non lo so, ci deve essere qualche problema per chiamare la propria amica?! <<No, no. Volevo solo chiedervi se vi andava di venire a cena qui domani sera>> rispondo semplicemente. <<O-ok>> balbetta, <<Ci sentiamo domani allora, adesso devo proprio andare>> e attacca. Non capisco proprio perché siano così strane ultimamente, ma spero di scoprirlo domani. Aspetto altri due secondi e poi apro il messaggio.
Da Simon:
- Ti va di parlare una di queste sere allora?
Che? Mi sta chiedendo di uscire? Il panico alle stelle.
Da Simon:
- Prima che tu ti faccia troppe paranoie, intendevo da amici, farei venire anche gli altri.
E subito mi calmo, ma non so come, un po' mi dispiace. Davvero? Mi dispiace di non uscire da sola con lui?
Da Anna:
- Domani sera non ci sono, ma ok.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top