II: Madness
Even the worst ones, you make me smile
I'd stop the world if it gave us time
'Cause when you love someone and you're not afraid to lose 'em
You'll probably never love someone like I do.
☆Lukas Graham- Love Someone☆
21th December, Monday
Le giornate di Erza non erano mai particolarmente state all'insegna del divertimento o semplicemente interessanti, erano un mix di scuola, doveri, casa e fidanzato. Niente di più, niente di meno.
Appartenendo ad una famiglia di classe elevata era molto legata ai suoi doveri, tra poco tra l'altro avrebbe fatto il suo debutto in società al fianco del suo futuro sposo.
Era sempre eccellente, voti alti, comportamento corretto e dignitoso per il nome della famiglia Scarlett.
Quindi, quando convocarono Gildarts e Eileen, i suoi genitori rimasero molto sorpresi di sapere che la figlia era stata coinvolta in una rissa che per giunta aveva anche provocato. In loro si erano scatenate diverse emozioni; per prima cosa si erano arrabbiati, avrebbero dovuto lasciare il lavoro per perdere delle ore a scuola, sentire una ramanzina per il comportamento scorretto della loro primogenita e si sarebbero vergognati; confusione perchè non capivano come così calma e paziente Erza avesse potuto provocare una rissa; terrore, diventarono pallidi come dei fantasmi al sol pensiero che gli Eucliffe erano una famiglia che ci teneva particolarmente all'educazione, il galateo e le buone maniere in pubblico, soprattutto in pubblico, perchè la gente parlava, la nomea si diffondeva e il buon nome costruito in tanti anni di sacrifici, rovinato.
Adesso, Erza davanti alla preside, seduta davanti a lei, con a fianco i genitori e sull'altra sedia Lucy con i suoi, che contribuivano a rendere ancor più tesa l'aria , si stava sorbendo una bella ramanzina da parte del capo d'istituto e sentiva che avrebbe passato una bella settimana senza poter uscire di casa.
"E lo stesso vale per lei, signorina Heartfilia, non è un comportamento tollerato nella nostra scuola, quindi la pregherei di riflettere bene sull'argomento. Due ragazze della vostra età, con questi genitori alle spalle e il peso del vostro nome addosso, non possono assolutamente permettersi queste scenate. La signorina Scarlett ha cominciato la rissa con la signorina Heartfilia ma ci tengo a precisare signori che mi è stato riferito, che è stata proprio quest'ultima ad accanirsi contro Natsu Dragneel -Lucy si guadagnò delle occhiatacce sia da Jude che da Layla- quindi pregherei che le questioni personali siano lasciate al di fuori del contesto scolastico. Adesso signori, alla vostra presenza vi annuncio che nonostante le regole me lo consentirebbero e obbligherebbero, non metterò assolutamente una nota disciplinare che rovinerebbe la loro condotta nè metterò una sospenzione di due giorni, come previsto, ma le vostre figlie dovranno riordinare tutte le classi della scuola per un'intera settimana, compresi bagni, spazzatura e laboratori didattici. Credo che questa sia una punizione più che severa e che le farà riflettere due volte prima di rifare una cosa del genere. Nel caso questi episodi dovessero continuare anche nelle ore di lezione o in classe provvederò personalmente ad una punizione più che severa" La preside incrociò le mani e le usò come sostegno per la testa, appoggiandoci il mento.
Vide le espressioni allibite delle ragazze che però non si permisero di ribattere, consapevoli della severità della dirigente in casi del genere, così abbandonarono il suo ufficio quando gli fu chiesto e lasciarono i rispettivi genitori dentro. Appena uscirono fuori dalla presidenza, Erza trovò Gerard ad aspettarlo mentre Lucy, Mira.
Mira iniziò a rimprovere la bionda, la quale con aria scocciata la guardava accigliata ma non le rispondeva, forse capendo di essere colpevole.
Per quanto riguarda Erza, se ne andò accompagnata da Gerard, senza dire niente.
Tornarono nella loro classe, venendo accolti da un Natsu preoccupato che senza farli nemmeno entrare si precipitò dalla cugina.
"Tu piccola bastarda" cominciò Natsu accigliandosi ed Erza già temeva il peggio. Non voleva sorbirsi una ramanzina anche da suo cugino, ne aveva avuto abbastanza per oggi. Ma con tutta la sua testardaggine, pensò, non si pentiva di nulla.
"Sei stata fantastica!" Ed ecco quell'espressione da bambino eccitato quando guarda alla tv un eroe che batte il cattivo. Tenne spalancata la bocca assumendo l'espressione di un idiota e le mani alzate al cielo.
Erza si ritrovò a guardarlo basita poi scoppiò in una risata.
"Sei proprio strano tu" continuò ridacchiando.
Non parlarono più di quell'argomento e si concentrarono sulla lezione appena il professore arrivò e si sedettero nei rispettivi banchi.
"Buongiorno, Scarlett ti sei data alla lotta libera a quanto ho saputo" le inviò una frecciatina l'antipatico professore di filosofia.
"È sempre stata la mia vocazione" rispose la rossa, fulminandolo con lo sguardo.
"La violenza non è mai la risposta. Esiste la bocca per parlare, l'uomo non è un animale che agisce d'istinto sbranando tutti. Ricordalo. Tra l'altro anche con una ragazza più piccola." Rispose a tono il professore.
"Io invece credo di essere proprio un animale. Una leonessa per l'esattezza" gli rispose alzando il mento e guardandolo dall'alto verso il basso.
"E per quanto riguarda la ragazza più piccola, dovrebbe preoccuparsi di come ha menato forte, se lei è piccola allora i rinoceronti sono innocui." Continuò.
Facevano sempre così, ad ogni lezione, ogni qual volta si vedevano e Gerard aveva esaurito il fiato a forza di ripetere alla sua migliore amica che non doveva risponde, eppure lei sembrava divertirsi. Ma Gerard era sempre infastidito dai continui battibecchi e si era ripromesso che quando sarebbe andato a casa sua, gliel'avrebbe fatta pagare.
"Professore scusi l'interruzione, la signorina Scarlett esce anticipatamente. Ci sono i genitori ad aspettarla." Entrò poco dopo aver bussato la vicepreside, guardando Erza e facendole segno di prepararsi. Non se lo fece dire due volte e si caricò lo zaino in spalla, prima di andarsene si voltò verso il turchino e gli mimò un 'ci vediamo dopo' con le labbra.
"Che dovete fare dopo?" Chiese Natsu all'amico.
"Studiare" rispose semplicemente.
***
"Si può capere che ti è passato per l'anticamera del cervello?" Le chiese Eileen appena entrati nella grande villa.
"Aveva offeso zia Lara e le ho dato uno schiaffo poi non ricordo nemmeno com'è degenerata la cosa." Rispose portandosi una mano in fronte, massaggiandola leggermente, le stava venendo mal di testa.
"Renditi conto che quella che hai schiaffeggiato è la figlia di tuo zio, Jude che tra poco si sposa con Lara, non permetterti di litigare con tua cugina" la riprese. Buttò malamente la borsa costosissima sul divano, facendo cadere anche alcune cose, mimando in aria con le mani, coperte dai dei guanti neri, strani segni. Sembrava una pazza isterica, pensò Erza.
"Qui sbagli. Lei non è mia cugina, anche se è figlia di Jude, non lo è e mai lo sarà e tra l'altro nemmeno Jude è mio zio. Il mio unico zio è Igneel e sarà così fino alla fine, non ce la farai a farmi cambiare idea. Non mi piegherai mamma, puoi fare tutte le cose che ti passano per la testa, o inventare scuse, Igneel è il mio solo zio, il tuo solo fratello e niente e nessuno cambierà questo." Le rispose Erza riprendendo quel discorso che sua madre le faceva sempre.
"Ancora? Ti devi dimenticare di quell'incosciente buono a nulla di mio fratello. Ha lasciato tutti con un sacco di debiti, lasciando Lara con due figli da crescere. E tu lo consideri ancora un membro della tua famiglia?"
"Avrà avuto le sue ragioni per andarsene e forse non le ha raccontate a nessuno perchė siete sempre stati molto disposti ad ascoltarlo vero mamma?" Le chiese ironica.
"Io lo ascoltavo mio fratello, c'ero sempre per lui"
"Questo è quello che pensi tu. È sempre stato più importante frusciarsi davanti agli altri vero mamma? È comodo parlare e dire di aver ascoltato solo quando conviene"
"Adesso basta!" Tuonò Gildarts.
Erza stette per ribattere ma guardò in faccia il padre, i suoi occhi esprimevano un'autorità tale da farla zittire immediatamente e con uno sbuffo, farle lasciare la stanza, dirigendosi in camera sua.
Gildarts sbuffò, chiudendo gli occhi e riflettendo bene su cosa fare. Quella giornata era stata stressante, adesso avevano tutti bisogno di rilassarsi e cercare di non vedersi, poi il giorno dopo avrebbero risolto la questione, definitivamente.
Buttò malamente lo zaino a terra e prima di avere l'istinto di buttarsi a peso morto sul letto, si costrinse ad andare nel bagno e farsi una bella doccia. Era caduta a terra durante la rissa con Lucy, si sentiva sporca e sentiva il bisogno di essere pulita. Si guardò il viso allo specchio, toccando la guancia colpita da quella pazza e dedusse che sarebbe uscito un bel livido a breve, dava un leggero fastidio quando faceva una leve pressione oppure quando sorrideva e la pelle tirava. Si tolse la maglietta ma quando andò per alzare maggiormente le braccia, sentì una fitta di dolore al fianco, strinse gli occhi e cercò di fare il più piano possibile. Una volta tolto l'indumento si girò di lato e vide il suo fianco di una sfumatura violacea. Doveva essere stato più forte di quanto ricordava, il colpo.
"Cazzo, sta tipa picchia forte. Auch!" Disse toccandosi anche il fianco, sentendo dolore, più intenso di quello sulla guancia e decisamente molto più fastidioso.
Si piegò leggermente sopportando il fastidio al fianco destro e fece scivolare il pantalone giù per le sue cosce, piegando la gamba e appoggiandosi al lavabo per toglierselo definitivamente insieme al calzino, le scarpe le aveva tolte appena entrata in camera. Si rimise dritta, rilassando la mascella che aveva irrigidito per il fastidio e tirò un sospiro di sollievo per quella tortura conclusa; poi si ricordò che doveva togliere il pantalone anche dall'altra gamba. Quasi non pianse dalla disperazione. Dopo pochi minuti, si spogliò del tutto e aprì l'acqua nel box.
Entrò nel box doccia dopo aver aspettato pochi minuti che l'acqua si riscaldasse poi raccolse i suoi capelli in una cipolla disordinata, si tolse il reggiseno e le mutandine, beandosi del calore dell'acqua.
Uscì dalla doccia solo dopo una mezz'oretta, sentendosi più rilassata e meno cupa di quando aveva messo piede in casa. Pensava solo alla bella sensazione che l'acqua gli aveva donato, ormai quel giorno di scuola era completamente alle spalle. Mise il suo pigiama e scese in cucina per mangiare qualcosa. Scese trotterellando dalle scale, con un sorriso sulle labbra. Passando davanti allo studio dei genitori, però, sentì qualcosa che non avrebbe mai voluto.
"Menomale che Sting e con i suoi genitori fuori per affari, non so come avrebbero reagito se avessero saputo una cosa del genere. Il fidanzamento sarebbe andato a rotoli" le si fermò il cuore e ritornò su di sè uno stato di scoraggiamento. Il tono con cui lo aveva detto sua madre poi, quasi supplichevole, le fece schizzare i nervi. Trovava odioso il suo comportamento, come se non potesse vivere senza di loro. Ma ci teneva a quel biondino.
Ogni qual volta sentiva il nome di Sting i sensi di colpa la prendevano in pieno viso, facendola vergognare di quello che stava facendo al suo ragazzo e alla sua famiglia. E adesso anche la fame era passata.
La famiglia Scarlett e Eucliffe avevano combinato un matrimonio per unire finalmente i loro affari e allargare il loro business, avevano accoppiato loro due, Sting volentieri mentre Erza si sentiva costretta, oppressa per non poter dire la sua e in un qualche modo responsabile degli affari dei genitori, non li voleva deludere. Ma era più forte di lei, non amava Sting, lo vedeva al massimo come un amico. Ma non poteva non pensare agli affari della sua famiglia, non poteva rovinare tutto. Ma forse lo aveva già fatto.
Ritornò sconsolata a salire le scale, diretta in camera sua, decisa a farsi una bella dormita prima che Gerard, la sua fonte di relax, potesse arrivare.
Prima che potesse entrare in camera sua e cercare di distrarsi, suonò il campanello e la signora Spetto le annunciò l'arrivo di Gerard, che salutando i suoi genitori, si avviò verso la camera della rossa, che ormai conosceva a memoria.
"Tempismo perfetto" pensò Erza buttandosi a peso morto sul letto.
Gerard bussò prima di entrare e vedendo Erza buttata con la faccia totalmente sul cuscino, senza muoversi di un millimetro, la guardò confusa.
"Hai deciso di suicidarti?" Le chiese il turchino, richiudendo la porta dietro di sè.
In riposta la rossa emise un verso simile a quello degli ippopotami, attutito dal cuscino, battendo i piedi sul materasso ma senza muoversi di un millimetro da quella posizione.
Gerard rise leggermente, posando il grande dizionario che aveva in mano sulla scrivania, togliendo lo zaino dalle spalle, posandolo a terra, togliendo le scarpe, lasciandole in mezzo alla stanza sedendosi a gambe incrociate sul letto, raggiungendo Erza e guardandola con un sorrisetto dolce rinunciando all'idea di farle una lavata di capo per la scenata a scuola e per il professore.
Erza alzò la faccia dal guanciale e si mise anche lei seduta davanti al ragazzo, guadandosi le mani, alzando il viso solo quando Gerard le posò delicatamente una mano sulla guancia accarezzandogliela. Lo guardò negli occhi e trovò come sempre quell'angolino dedicato a lei, che la rendeva tranquilla e la estraniava dalla realtà.
Si lasciò coccolare da quella carezza, sorridendo. Si avvicinò di più a Gerard unendo le labbra con le sue, dando inizio a un bacio casto che durò parecchi minuti. Un gesto dolce, che la portò a concentrarsi solo ed unicamente sul ragazzo difronte a lei.
Vedere il ragazzo che amava la rilassava, talmente tanto da dimenticare tutte le brutte cose.
Mosse le labbra su quelle del turchino, dolcemente, producendo qualche schiocco ogni tanto.
"Quanto mi piace quando diventi aggressiva come stamattina" commentò il turchino, facendola sorridere, continuando il bacio che man mano divenne sempre più profondo.
Erza lasciò entrare la lingua di Gerard nella sua bocca ma non era intenzionata a continuare ul bacio perchè spostò la sua bocca sul collo del truchino, spingendolo verso il materasso cominciando a fargli dei succhiotti. Molto lentamente, con una lentezza quasi disarmante, partendo dalla mascella arrivando alla spalla poi tornò a baciarlo in bocca. Gerard alzò la schiena, senza interrompere il bacio, lasciando che Erza gli togliesse la maglia e lo stesso fece con lei, poi la prese per le cosce sistemandola meglio su di sè, seduto sul materasso. Continuarono il bacio, poi Erza tornò sulla pelle del suo "amante" e succhiò nuovamente i succhiotti per farli scurire ed anche Gerard, facendole alzare il capo, prese a torturarle la pelle.
Erza strinse le sue spalle mentre Gerard le leccava, mordicchiava e succhiava il collo facendole diventare il respiro affannoso. Le tolse il pantalone del pigiama e la schiacciò con la schiena sul materasso, godendosi la vista della rossa affannata e rossa in viso. Le bloccò i polsi sopra la testa con una delle sue mani, mentre l'altra le sbottonava il reggiseno, con qualche difficoltà ma quando riuscì totalmente a toglierlo prese a succhiare il suo capezzolo sinistro, facendo gemere Erza, non mollando la presa sui suoi polsi nemmeno quando si muoveva spasmodicamente, poi passò all'altro capezzolo, facendola gemere più forte. Quella tortura durò parecchi minuti finchè avvertì i pantaloni diventare stretti e sentì la necessità di liberare la sua erezione.
Sorrise, liberandola dalla sua presa, cominciando a togliersi i pantaloni e i boxer. Erza non aveva la forza di muoversi, respirava affannosamente e il suo viso era più rosso dei suoi capelli, aveva abbassato le braccia e guardava desiderosa Gerard, che vedendo lo sguardo di Erza avvertì una fitta di piacere al ventre. Prese un preservativo dal primo cassetto del comodino e lo indossò. Tolse le mutande ad Erza e facendola sedere di nuovo su di sè, iniziò a penetrarla.
Gemettero entrambi, Gerard cominciò a muoversi prima piano, baciando Erza per attutire i suoi gemiti ed evitare che i genitori la sentissero, cosa improbabile visto che erano parecchio lontani però la prudenza non era mai troppa. Si mosse più velocemente, mentre Erza si muoveva, lui gli andava incontro, continuarono per parecchio tempo finchè non decisero di cambiare posizione.
Erza venne spiaccicata con la faccia sul cuscino, Gerard le alzò il bacino e la penetrò da dietro, improvvisamente, facendo emettere un lungo gemito alla rossa che strinse le coperte tra le mani. La spalliera del letto cominciò a muoversi a ritmo delle spinte di Gerard, producendo un rumore abbastanza forte, che lo costrinse a rallentare di poco. Dopo altro tempo, Gerard fece rimettere Erza a pancia in sù, continuando a penetrarla. La rossa prese il suo amore tra le braccia, spingendolo verso il suo petto, abbracciandolo. Vennero così, appagati, soddisfatti e soprattutto innamorati.
Erza aveva ormai dimenticato Sting, i genitori ed il resto, esistevano solo lei e Gerard, solo il loro amore e niente di più.
"Ti amo" gli disse la rossa sorridendogli.
"Ti amo anche io" le rispose.
Erza era destinata a sposarsi con Sting, dargli un figlio ed essergli fedele, ma si stava ribellando a quel destino. Non si era mai fatta toccare da Sting, niente baci, niente di niente. La sua prima volta era stata Gerard, il suo primo bacio anche, la sua prima cotta, il suo primo amore, il suo primo...no, il suo primo ragazzo è stato Sting, ma se avesse potuto scegliere, avrebbe scelto il ragazzo che si era appisolato nudo, vicino a lei nel suo letto.
Gerard era al corrente verso cosa andasse contro ma semplicemente se ne fregava, Sting era fuori per affari la maggior parte del tempo, era lui quello che Erza amava e avrebbe fatto di tutto per averla, doveva solo trovare un modo. Per il momento andava bene così.
Erza lo guardò, accarezzandogli i capelli, sorridendo. Avrebbe fatto di tutto pur di non perderlo. Ripetendo, se avesse potuto scegliere, infinite volte quello che sarebbe successo mesi e mesi dopo. Anche se faceva male.
Prima che concluda il capitolo...gustiamoci un Gerard Wild
Cioè..chi osa dire che è brutto lo scomunico giuro. È UN FRESCO!!!
Tornando seri...alla prossima!!
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