Iniziano i giochi
Si avvicina con in mano delle forbici.
Taglia la maglietta e dopo i pantaloni.
Rimango con l'intimo.
Prende un frustino e inizia ad accarezzarmi le gambe, poi sale, arriva nelle cosce e inizia a strofinare li in parte che mi pulsa maledettamente.
Prima strofinare poi da piccoli colpi, sempre con la frusta. Prima piano, poi aumenta di intensità.
Ogni colpo per me è dolore che piacere.
Cerco di stringere le gambe ma non posso.
Dalla mia bocca esce un piccolo gemito, lui si ferma e mi osserva.
Viene vicino e mi sussurra:
"Devi imparere a comportarti bene, oppure ti punisco.
Se ti comporti bene riceverai un premio "
Poi mi slega e mi dice di seguirlo. Io rimango delusa e frustata e metto il broncio, lui continua a guardarmi e sorride.
Non so a che gioco sta giocando. dove mi sta trascinando, più il dolore aumentava più provavo piacere, è come un vortice che mi trascina dentro, e il nucleo del vortice è lui.
Mi conduce in una stanza.
"Questa è la tua stanza, puoi andare dove vuoi tranne che fuori.
La casa è circondata da guardie del corpo
Se vuoi uscire lo chiedi a me.
Da sola non devi andare da nessuna parte.
Io vado, ho un appuntamento"
"Già, come se hai bisogno di venderti per avere soldi"
Si avvicina, mi solleva la testa tirandomi per i capelli e mi dice
"Di quello che faccio io a te non intetessa, tu parli troppo per i miei gusti"
Mi lascia e se ne và.
So già che tipo di appuntamento ha lui, lui è un Escort, una macchina del sesso, può avere tutte le donne che vuole ai suoi piedi pagandolo profumatamente.
Piano piano mi addormento, vengo svegliata da delle mani che sfiorano il mio viso, è Samuel
"Alzati, vieni con me"
"Ma tu sei fuori, sono le tre di notte, non ci penso nemmeno"
Non faccio in tempo a finire la frase che mi prende per un braccio e mi trascina di nuovo in quella stanza.
Questa volta mi lega in un attrezzo dove sono con gambe divaricate e la testa che poggia a terra.
Sembra uno di quegli attrezzi che si trova in palestra dove si salta.
Prende di nuovo la frusta, questa volta mi toglie tutto e rimango nuda.
Inizia a passare la frusta leggermente sulle cosce poi sale nelle natiche, poi nella schiena, poi scende nelle natiche e inizia a colpirmi.
"Ti prego smettila"
"Ti ho detto forse di parlare?"
Mi dice e colpisce più forte.
"Perché lo fai?"
"Non devi parlare"
Così prende un nastro e mi copre la bocca, poi inizia a colpire.
"Devo punirti, sei una cattiva ragazza.
Quando fai la brava ti darò un premio, vuoi vedere come?"
Cosi inizia a toccarmi lì dove prima mi aveva colpito, poi con le dita mi accarezza le gambe sale e mi tira i peli, poi gioca nel punto dove ho delle pulsazioni, fa dei cerchi con le dita, mi sembra di impazzire, entra le sue dita dentro e sento dolore, ma anche piacere, tanto da farmi avere delle piccole contrazioni, poi improvvisamente si ferma, proprio quando stavo iniziando a provare più piacere.
Poi mi slega, mi dice di vestirmi e mi accompagna in camera.
Mi rimetto a letto con le lacrime agli occhi, gli interessa soltanto divertirsi.
Lui si sdraia vicino a me, mi abbraccia e mi tira verso di lui.
"Perché mi fai questo?"
"Perché devi imparare ad ubbidire"
"Puoi avere mille donne ai tuoi piedi, perché proprio io?"
"Perché sei mia, totalmente mia, perché non ti ha mai toccata nessun uomo e perché io ho deciso così".
Mi addormento con le sue braccia che mi stringono forte.
Il mattino dopo mi sveglio e sono sola.
Faccio una doccia e mi vesto, quell'uomo mi sconvolge.
Non posso fare questa vita, sono segregata, non posso uscire nemmeno a fare una passeggiata. Sento aprire la porta, è Samuel.
"Ti sei svegliata?"
"Non si vede?"
"Non essere arrogante con me"
"Non sono arrogante, sono solo stanca di stare chiusa in questa stanza.
Perché ti comporti così con me?"
Si avvicina, mi prende il viso tra le sue mani, poi mi dice
"Ho i miei motivi se mi prometti che fai la brava usciamo, ma è inutile che provi a scappare, ti troverò in un attimo anche al polo nord"
"Ok"
Mi prende la mano e così usciamo.
Mi porta in un bar lì vicino e facciamo colazione, poi andiamo nel parco
"Questa sera c'è una cena, ti porto con me"
"Mi spieghi perché mi hai comprata"
"Vuoi la verità?"
"Si"
"Be dovevo un favore ad un amico e quando ti ho comprata avevo intenzione di regalarti a lui"
"Ma tu stai scherzando? Cos'è la tratta delle schiave?"
"Be, tu non conosci questo mondo, a me non servi, io non voglio relazioni stabili, a me piace vendere il mio corpo per fare piacere"
"Mi fai schifo, sei u animale, ti odio"
Si avvicina e io indietreggio, ma lui mi prende per le spalle e mi blocca.
"Non è vero che mi odi"
"Perché hai tenuta con te?"
"Perché tu tiri fuori un lato del mio carattere che nemmeno io conoscevo, poi faccio sempre in tempo a regalarti a lui"
"Fallo allora, così non vedo più la tua faccia"
"Ti piacerebbe, ma ho altri progetti con te. Grandi progetti e tranquilla, tu resti con me".
Si avvicina mi dà un bacio poi dice:
"Perché tu sei mia"
Nel frattempo arriviamo a casa, mi dice di vestirmi elegante, metto un vestito lungo, nero e dopo andiamo in un ristorante di lusso, li ci sono molti amici di Samuel, tra cui un ragazzo, capelli biondi sui ventanni, viene verso di noi.
"Ehi Sam, è lei la ragazza?"
"Si, lei è Lana"
"Piacere"
Dico, mi guarda dalla testa ai piedi, poi dice
"Be, hai scelto bene, mi piace"
Lo Guardo sconvolta, per questo mi ha fatta venire alla cena.
Devo cercare di scappare, anche se non so dove andare, anche se non ho soldi.
Dopo un ora circa chiedo a Sam di andare in bagno, ci sarà un'uscita secondaria.
Vado verso il bagno guardandomi in giro senza dare troppo nell'occhio. Entro e proprio lì vicino vedo l'uscita. Esco fuori e adesso?
"Bene, sapevo che cercavi di scappare"
Mi giro di scatto e vedo Samuel appoggiato al muro, accidenti, sembra deluso.
"Allora, perché? "
"Perché tu hai detto che io dovevo andare con quel tuo amico"
"Io non ho detto questo, ho detto che tu rimani con me"
"Si, ma il tuo amico..."
"Il mio amico cosa? Forse io gli ho detto si portatela. Mi hai deluso Lana, non hai avuto fiducia in me, sai mi sfiora l'idea di farti andare davvero con il mio amico per fartela pagare, ma ho un altro modo.
Sai che dovrò punirti"
Non ho il coraggio di guardarlo.
"Guardami Lana"
Alzo la testa.
" Tu,...tu mi fai impazzire, sei didisubbidiente ma soprattutto mi hai deluso perché non hai avuto fiducia in me , comunque stai tranquilla, tu rimani con me, adesso entriamo e non provare a fare qualche altra stupidaggine, a casa ne riparliamo ".
Facendo finta di niente proseguiamo con la cena non mi sento affatto serena, penso che arrivati a casa mi punira'.
Il suo viso è sereno, mi chiedo come fa, non fa vedere il suo stato d'animo.
Finita la cena il suo amico gli dice:
"Allora lei viene con me"
"No amico, lei è mia"
"Ok, se avrei una pupa così bella nemmeno io me la farei scappare, a presto"
"Ok ciao"
Così Entriamo in macchina e io inizio a tremare, lui se ne accorge e sorride, chissà quale punizione riceverò.
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