Il mio tutore

Mi è sempre piaciuto ballare, lo facevo sempre nella mia camera. Adesso lo sto facendo qua.
Sicuramente è l'effetto dell'alcool.
Senza accorgermene ho attirato l'attenzione su di me.
Poco più in là c'è una ragazza che mi osserva.
Vado al bar si avvicina e mi dice:
"Ciao, io sono Emma, faccio parte di un corpo di ballo, stiamo cercando nuovi ragazzi per  un ballo da proporre nelle varie discoteche, ho visto che sei brava"
"Si, ma non ho mai frequentato una scuola di ballo, mi piace ballare ma l'ho sempre fatto in camera mia"
"Be vuoi fare parte con noi di questo gruppo di ballo? ti insegno io qualche passo"
"Dici sul serio"
"Certo"
"Va bene accetto"
"Ok, questo è l'indirizzo dove c'è la palestra, lì facciamo le prove, vieni domani pomeriggio verso le due"
"Ok, a domani"
Corro subito da Giulia per dargli la bella notizia, gli racconto tutto. "Lana, sono così contenta, chissà magari un giorno diventi famosa"
"Dai non esagerare"
Vedo che Samuel mi guarda con gli occhi storti, così gli chiedo se ha qualche problema.
"No, niente, non sei un po' piccola"
"Ancora con questa storia, ma non avevamo chiarito che tu non sei mio padre"
Mi guarda sempre con gli occhi storti, non capisco questo suo comportamento da padre geloso.
"Possiamo venire a vedere le prove"
Mi chiede.
"Perché?"
"Perché la danza mi piace"
"Non dirmi, il signor sono io l'unico, che gli piace la danza"
"Certo che mi piace, io ho fatto danza"
"Ma c'è una cosa che non sai fare"
"No, so fare tutto, anche uccidere"
"Tu sei fuori"
Così Giulia dice:
"Ma si, dai è un esperienza nuova per te".
L'indomani all'ora prestabilita mi presento in palestra.
Sono un po' imbarazzata, ma Emma mi ha spiegato che quando danzo devo pensare che sono sola, che danzo perché mi piace e per trasmettere agli altri quello che provo, fare arrivare al cuore tutte le emozioni che provo io.
Ci proverò.
Inizio a danzare vari tipi di danza, tra cui una sensuale sulle note di Beyonce Crazy in love.
Come al solito Samuel mi guarda con il broncio, dice che è  troppo sensuale, che divrei ballare qualcosa di diverso.
Inizia a stancarmi, deve smetterla, lui non è mio padre.
Quando finisco andiamo a casa. Giulia sembra contenta, finalmente posso fare qualcosa che mi piace.
Mentre siamo in macchina Giulia dice che deve parlarmi.
"Senti c'è una cosa che devo dirti"
"Ti ascolto"
"Domani devo partire, sai che ti avevo detto che volevo aprire un'agenzia a Parigi, ho trovato il locale, vado a vedere un po' di che si tratta"
"Ok, io qua me la cavo"
"Si, lo so, ma c'è ancora un altra cosa"
"Parla, mi tieni sulle spine"
"Quando sono morti i tuoi sai che l'assistente sociale voleva portarti in un istituto?"
"Si e allora?"
"Così ti ho detto che sono diventata la tua tutrice.
Allora non avevo l'agenzia, e sai che finanziariamente non stavo bene, ma conoscevo già Sam.
Lui mi ha aiutato...... e siamo diventati soci.
Lui sta bene finanziariamente,  suo padre gli ha lasciato una cospicua eredità"
"Arriva al dunque"
"Così si è offerto lui.
Ti avrei tenuta con me, non avresti saputo niente.
Ma saresti stata al sicuro.
E così abbiamo fatto"
"Con questo cosa vuoi dire"
"Che è Samuel il tuo tutore e che mentre io non ci sarò sarà lui a prendersi cura di te"
"Che cosa! E tu me lo dici dopo tutto questo tempo?
Perché non me lo hai detto subito"
"Perché tu non avresti accettato?"
"È vero l'avrei presa male, ma pensavo che tu fossi mia amica e saresti stata sempre sincera con me, adesso capisco perché rompe sempre"
"Perdonami, ero disperata"
"Adesso sono troppo arrabbiata.  Piuttosto, digli che non è mio padre, sta iniziando a darmi sui nervi"
"È perché? Non lo conosci"
"Se vuole la guerra guerra sia.
Quindi devo convivere con lui?"
"Lui si trasferisce da noi, è ricco sai?
Anche lui ha perso i genitori proprio come te, in un incidente d'auto.
Sono morti quando lui aveva diciannove anni"
"Quindi dovrei chiamarlo paparino"
"Smettila, non stuzzicarlo troppo, fai la brava"
"Si, vedrai farò la brava bambina, c'è qualche altra cosa che devi dirmi?"
"No, niente"
"Sicuro!"
"Si"
E guerra sia, vedrai come  scappa.
Arrivati a casa dopo cena arriva lui con i suoi bagagli.
Sistema tutto nella camera da letto di Giulia, per le pulizie non mi devo preoccupare, viene sempre la signora Anna. Do la buona notte e vado a letto, Giulia mi dà una carta prepagata se ho bisogno di soldi e dei contanti, poi mi dice che in ogni caso se ho bisogno c'è Sam.
Ci salutiamo visto che parte presto, tra due ore, poi vado a letto.
Sapere che vicino a me c'è lui nella camera accanto non mi fa riposare bene, mi giro e mi rigiro nel letto, così mi alzo e come faccio ogni volta quando non riesco a dormire scendo in cucina solo con la biancheria intima, perché sono abituata a dormire così.
Giulia sarà già andata via, quando arrivo giù ho una sorpresa, Samuel che guarda la tv, ha solo  boxer, mi siedo vicino a lui
"Potevi mettere un pigiama prima di scendere, adesso non c'è Giulia qua"
"Cos'è ti scandalizzi, hai visto molte donne no!"
"Vedi che se mi fai arrabbiare ti metto in punizione"
"Si, provaci"
Viene verso di me, io indietreggio ma mi blocco perché c'è il muro, lui si avvicina mi prende il viso tra le mani e mi dice
"Fai ancora puzza di latte"
"Ho quindici anni,
non due e tu ..."
"E io non sono tuo padre, sono un uomo e tu mi provochi troppo"
Mi fa uno strano effetto averlo così vicino, un formicolio in tutto il corpo, soprattutto in mezzo alle  gambe.
Quelle labbra, così perfette, quello sguardo così sensuale. Lana, riprenditi, lui non fa per te, è troppo in alto.
È un altro mondo.
Cerco di allontanarlo con le mani, ma lui mi prende per i polsi e mi bacia.
Dopo rimane a guardarmi per un po' e si allontana.
Rimango a fissarlo, ancora ubriaca del suo dolce profumo. Tutto è perfetto in lui.
Ma io sono troppo giovane e anche se mi ha baciata, non gliene frega niente di me.
Vado a letto, sento i suoi passi, come vorrei che fosse qua con me.
Mi addormento e sogno di nuovo lui.
Mi sveglio più agitata che mai. Scendo per la colazione e trovo un suo biglietto.
"Sono fuori per lavoro"
Già, chissà chi è la fortunata
"Dopo usciamo un po', preparati
Sam"

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