Sarcasmo

Parola del giorno: sarcasmo

Le settimane passavano e di mio padre nemmeno l'ombra,mentre io e James ci sentivamo ogni giorno e ci vedevamo a scuola. Papà non mi cercava anche se sapeva benissimo dove mi trovavo, magari stava escogitando qualche piano malefico per rapirmi e portarmi via da qui, o magari, si era rassegnato.

<<cosa faremo questa sera?>> dissi felice a Bryan mentre camminavamo per i lunghi corridoio pieni di bicchieri da Ikea. Si per me non era mai abbastanza ciò che avevamo in casa eppure eravamo solo il due. Avevo la mania di comprare soprammobili, bicchieri e piatti nuovi per ogni stagione.

<< stasera i miei genitori verranno a cena e con loro verrà una piccola mocciosa che non vedesti tempo fa perché non c'era>>

Ero elettrizzata all'idea di rincontrare i suoi genitori da una parte, ma dall'altra non ne ero molto felice sapendo il loro oscuro passato.
Ero curiosa però di conoscere quella "piccola mocciosa" di sua sorella, di sicuro sará una bambina piccola chiamandola in quel modo e a me piacciono i bambini, mi trasmettono felicitá e tanta voglia di vivere.

I bambini sono così spontanei, non come noi adulti che esitiamo su tutto, i bambini lo fanno capire se gli stai simpatico o meno, se ti vogliono bene, soprattutto hanno una trasparenza nel trasmetterti le loro emozioni unica. Ti abbracciano senza che tu glielo chieda e ti coccolano in un modo cosí dolce da farti emozionare. Ecco i bambini sono cosí, spontanei.

Ci dirigemmo alla cassa per pagare il tutto è la commessa guardò male tutto i miei acquisti. Insomma cosa c'era di sbagliato nell'affrettarsi a comprare bicchieri e piatti natalizi? Infondo eravamo solo al mese di novembre e fra poco arrivavano le vacanze di Natale.

Tornammo a casa e riposai tutte le cose negli appositi scaffali e mobili per poi sdraiarmi sul divano alla ricerca di qualche ricetta gustosa per stasera. Ne trovai una molto interessante,facile e gustosa e soprattutto sapeva d'Italia. Timballo di tagliatelle al forno.

Iniziai a cucinare soltanto alle 06:00 di sera, notai che era ora di cominciare altrimenti avrei fatto sicuramente brutta figura con i miei ospiti. Cominciai a preparare il ragú, per casa si sentiva un buon profumo a tal punto che Bryan sentendolo, entrò in cucina affamato.

<<cosa stai preparando? C'è un buon odore che riecheggia per tutta casa>> disse guardando nella pentola.

<<timballo di tagliatelle al forno>>

<<ottima scelta>> sorrise lui prendendo il cucchiaio di legno per assaggiare.

<<sei un ottima cuoca sai?, sicuramente farai impazzire i miei genitori>>

Ricambiai il suo sorriso continuando ad impastare il panetto con cui dovevo fare le tagliatelle. Devo dire che vennero bene sia nella forma che nella consistenza della pasta. Come farei senza le ricette di questo sito!

Misi una grossa pentola con dell'acqua sui fornelli, al momento che l'acqua cominciava a bollire, calai le mie tagliatelle nella pentola e aspettai il momento esatto per scolarle.
Presi una teglia piuttosto grande e cominciai a preparare il timballo, infine lo infornai facendo sciogliere bene la provola.

Mentre il forno portava al termine la cottura del piatto preparai la tavola imbandendola con tovaglioli bicchieri e posate, guardai l'orologio che segnava solo le 07:49, era ora di togliere le tagliatelle e prepararsi.
Misi un abito elegante al punto giusto, nero a maniche lunghe di pizzo, legai i capelli in una coda alta e mi truccai in modo leggero azzardando solo con un rossetto rosso.

Bryan mi guardò e mi sorrise maliziosamente.
Poco dopo bussarono alla porta, erano i suoi genitori, la mamma mi guardò in modo quasi spregevole mentre il padre aveva uno strano ghigno negli occhi, sapevano chi ero.
Dietro di loro notai una ragazza, aveva qualche anno in meno a me, forse 16.

<<ciao mi cara>> esclamò la mamma con tono altezzoso, << buonasera signora Ashley>> sorrisi e salutai suo padre Cameron, poi salutai la ragazza dietro di loro.

<< ciao Sono Madison, per gli amici Maddie e sono la sorella di Bryan>> sembrava simpatica a primo impatto. Aveva gli occhi castani uguali a quelli del fratello, i capelli erano castani e lunghi fino al sedere. Le labbra erano dipinte di un rosso acceso per il rossetto e somigliavano a quelle della madre.

<<io sono Aurora la fidanzata di Bryan>>

<<mi stai simpatica già>> disse sorridendomi, anche quando sorrideva somigliava a Bryan.

<<anche tu>> ricambiai il sorriso.

Durante la cena sua madre sembrava disprezzasse il piatto che avevo cucinato con tanto amore, poi mi rivolse la parola.

<<sei molto...brava a cucinare, complimenti>>
<<grazie signora Russo>> sorrisi debolmente.

Maddie mi rivolse un occhiata e rise, poi cominciò a parlare con sua madre.

<<mamma sai che sei molto scortese con Aurora?>>

<<perché le ho fatto dei complimenti>>

<<oh andiamo mamma, é più credibile un pesce ballerino che te che fai i complimenti per le sue doti culinarie>>

<< Madison Russo, come osi..>>

<< mamma andiamo, lasciala in pace>> disse Bryan proteggendo la sorella.

Notai una foto sul cellulare di Maddie, era andata al concerto dei 5second of summer probabilmente, aveva una foto con ognuno di loro e ci aveva fatto un collage stupendo.
<<sei andata al loro concerto?!>> dissi togliendo il piatto dalla tavola.

<<si, ci sono andata quattro mesi fa, lui è accendino boy, l'ho soprannominato così indicando un ragazzo appartenente al gruppo>>.

La serenità però si interruppe quando suo padre cominciò a parlare.

<<sai Aurora, ti conosco da molti anni, conosco te, tuo fratello, tuo padre e conoscevo anche tua madre>> disse con aria prepotente, poi cominció a parlare dopo una breve pausa.

<< tua padre era una donna affascinante, ma era capitata nelle mani sbagliate, un po' come la mia azienda a quei tempi. Tuo padre ed io eravamo migliori amici già da moltissimo tempo, lo diventammo all'epoca del liceo. È li che conobbe tua madre>>

Mi bloccai a quelle parole, il mio respiro si faceva man mano più pesante, tutti guardavano nella mia direzione per poi spostare lo sguardo una volta che Cameron parlava.

<< aprii un azienda finita l'università e tuo padre era il vicecapo, il mio braccio destro, ma poi un giorno tuo padre si montó la testa convincendosi di poter creare in azienda tutta sua. Non capii il motivo di quella decisione, ma so per certo che non era tutta farina del suo sacco, diede ascolto a qualcuno al di fuori del nostro giro di amicizie. Alla fine ci è riuscito, è diventato un bravo imprenditore ed ha raggiunto i suoi scopi.
Poi tu sei andata via e sei stata adottata da una famiglia dopo la morte di tua madre, quella era stata opera mia, tuo padre prese una brutta piega frequentando gente che faceva parte di alcuni clan di Las Vegas. Giocava tutte le sere a poker, spacciava droga e ne faceva abuso. Quando lo venni a sapere chiamai di mia spontanea volontá gli assistenti sociali e ti portarono via. Jasón rimase per un po' di tempo con i tuoi zii per poi ritornare da tuo padre una volta fuori galera.>>

Rimasi spiazzata dal suo racconto, capii solamente che mio padre era uno stronzo e non aveva motivo di allontanarmi da Bryan e dalla sua famiglia. Delle lacrime cercavano di uscirmi fuori dalle iridi ma le ricacciai dentro senza versarne nemmeno una.

<< papà hai la delicatezza di un elefante che balla la samba a due zampe>> disse Maddison facendo ridere tutti, compresa me.

<< un po' di ricci sarcasmo non fa male a nessuno, razza di bradipi senza cuore>> continuó. Scoppiai a ridere come una matta, ma proprio in quel momento bussarono alla porta. Andai ad aprire e non potevo credere ai miei occhi. Davanti alla soglia della porta c'erano Jasón e mio padre.

<<papá..>>dissi sconvolta.

<<esci fuori da questa casa, immediatamente, il tuo posto non è qui, non con queste persone>>

<<io non vado proprio da nessuna parte>>

Cameron scattó dalla sedia alzandosi in piedi avvicinandosi a me.

<<le ho raccontato tutto Albert>>

Lo guardai con disprezzo mentre abbracciai Jasón.

<< Aurora, il tuo posto non è qui, non te lo ripeto un altra volta>> disse afferrandomi per un braccio.

<< papà>> cominciai a dire, lui mi guardó con fare interrogatorio.

<<guardami negli occhi, non capisci che facendo così mi fai solo stare male?
Non è giusto, non è giusto che con il tuo fare da egoista vorresti farmi perdere l'amore della mia vita.>>
Papà mi guardó per un istante, poi replicó.
<< Aurora, non dire cazzate>> urló, senza esitare continuai.

<< non capisci che io lo amo? Che lui è l'uomo della mia vita?. Non capisco perché non ti vada giù che io e lui stiamo insieme solo perché tu e Cameron vi odiate. Papá io ti conosco poco, forse non ti conosco affatto, vorrei solo capire perché dobbiamo rimetterci io e Bryan per colpa vostra e delle vostre cose. Lui è il mio sole, il sole che mi riscalda là mattine, è la luna che illumina le mie notti buie e insonne. Non capisci che reagendo così mi fai solo stare male? Prova a conoscerlo almeno!>>

Mi guardó con disprezzo senza dire una sola parola, quindi parlai ancora una volta.

<< papà, lui mi fa stare bene, vedi?, quando io sono con lui sono me stessa, tu papà, se così posso chiamarti, con questo atteggiamento mi fai solo del male. Ora io faró una cosa, se non andrai via o non cambierai idea, scapperó ancora una volta via da te, perché solo lui, solamente lui riesce a completarmi. È il mio arcobaleno, il mio mondo, il mio tutto. Non riuscirai a separarci.>>

Tutti mi guardarono spiazzati dalle mie parole, poi mio padre fece un passo in avanti scoppiando in un pianto liberatorio davanti a tutti.

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