Killer
L'unica cosa che riuscii a pensare per tutta la notte, passata a guardare il soffitto e ascoltare ogni minimo rumore, fu il sorriso macabro e folle di quel tizio dai lunghi capelli neri.La voce che avevo sentito continuava a riecheggiarmi per la testa e la confusione,mista a paura non mi lasciavano dormire.Scesi dal letto e attraversai il corridoio accendendo ogni singolo interruttore che mi trovavo davanti, quando lo spegnevo perché sorpassavo quella zona, correvo via dal buio che avevo alle spalle...come se avessi paura che mi divorasse.
Presi una bustina di the verde e la infilai nel pentolino con l'acqua bollente, la versai nella tazza e accesi la tv.Mi sedetti sul divano prendendo il libro che stavo leggendo da giorni: phobia, non che quell'argomento mi aiutasse molto ora come ora.A radiodj stavano trasmettendo "Pronto a correre" così preferii spegnere, non amavo molto quel cantante, diciamo che preferivo i Black Veil Brides, tanto da trattarci un intero tema per la scuola.
Posai la tazza vuota sul tavolino e mi stesi sul divano, chiusi gli occhi e le tenebre mi avvolsero.
"Jane!jane!"
La voce veniva dalla cantina, presi una candela e corsi laggiù.
Aprii la porticina della cantina con una chiave che era sulla testa di una statuetta di un gargoil con gli occhi rossi.Girai la chiave nella serratura, aprii lentamente e la porta scricchiolo'.
Davanti a me una bambina aveva una corda alla gola ed era appesa al muro, dietro di lei c'era una scritta fatta col sangue del cadavere "verrò a carcarti".
Mi alzai di scatto, asciugai le lacrime che avevo agli occhi e controllai l'orologio: 8:00.Almeno oggi non avevo tardato.
Ci misi dieci minuti a cambiarmi e lavarmi, corsi di sotto e presi il bus.Mi accomodai su un sedile arancione, abbastanza comodo, presi il cellulare e gli auricolari, misi il lettore musicale in riproduzione casuale e misi la testa contro al finestrino, poi misi lo zaino sull'altro sedile per non avere nessuno scocciatore vicino.
Chiusi gli occhi e cercai di recuperare un paio di minuti di sonno, poi sentii una mano sulla mia spalla.
-Posso sedermi qui?
Era un tizio biondo, occhi celesti, mai dire di no a uno così bello, così annuii e tolsi lo zaino, bloccando la riproduzione.
-Dove devi andare? non ti ho mai visto fuori alla Feltrinecci.
-Infatti non vado lì, oggi ho preso il bus per andare a far filone con i miei amici, ma visto che non c'erano altri posti son venuto qui, l'altro bus era pieno
Io annuii e mi girai verso il finestrino, poi mi rigirai di nuovo verso il ragazzo che mi stava offrendo un pezzo di kitekat.
-No grazie ho fatto già colazione
Dissi senza indugi, lui sorrise e annuí.
Continuai a guardarlo, poi qualcosa, meglio qualcuno oltre di lui attirò la mia attenzione:il ragazzo nuovo della mia classe, quello escluso dalla B di cui non ricordavo il nome.
Era girato verso il finestrino con le cuffie nelle orecchie, sembrava del tutto assente.Una ragazza si avvicinò al suo posto occupato dallo zaino e cartellina, la ragazza era alta, bionda, molto probabilmente chiedeva se poteva sedersi.Vidi il ragazzo scuotere la testa e la tizia giro' altrove.
Il bus si fermo' di fronte alla scuola e io scesi scansando le gambe del biondo affianco a me.
-Se vuoi parlare questo è il mio numero.
Disse lui dandomi un bigliettino.
-Hmm ok. Ci si vede
Dissi scendendo dal bus, poi raggiunsi la mia best all'ingresso.
Maddy mi guardava sorridendo leggermente e mostrando la sua adorabile fossetta.
-Cosa c'è? sembri felice
Dissi cercando di non avere un sovraccarico di rabbia nel ricordare la sera precedente.
-Siii oddio Jane! L'abbiamo fatto
Disse urlando la prima parte e sussurrando la seconda.
-e ti è piaciuto?
Chiesi con indiffereza ricordando i suoi "oddio" "ah ah" della sera precedente al telefono.
-Hmmm...aspetta fammi pensare...si!!! all'inizio era doloroso poi dio che goduria.
Rimasi schifata, erano le prime parole "rozze" che sentii dalle sue labbra.
-Quello ti sta rincoglionendo.
Lei mi guardò male
-Cosa ti prende?
Chiese preoccupata e allo stesso tempo con un filo di perplessità nella voce fina.
-Ma no niente, sono che stavano per aggredirmi, mi hanno quasi ucciso lo stomaco con dei fottuti alcolici e infine...hmmm...infine la macchina non partiva.
Lei mi guardò quasi delusa.Non so per quale motivo, ma non volevo parlare del tizio, forse perché lei avrebbe pensato che stessi delirando per merito dei "drink".
-Mi dispiace, non pensavo che tu stessi...
Le misi un dito davanti alle labbra.
-Non fa niente.
Dissi con indifferenza, poi aggiunsi
-Mi fa piacere che tu ti sia "divertita", adesso vado in classe se non ti dispiace
-Ma siamo nella stessa classe Jane!
Annuii e andai via.Forse avevo esagerato, ma non mi sentivo affatto in vena di stare a scuola vicino a lei, che avrebbe dovuto aiutarmi invece di gemere al telefono.
Entrai in classe e mi accomodai all'ultimo banco, all'angolo, isolata dal resto del pianeta.
Le prime due ore le passai a disegnare...Qualunque cosa avessi intenzione di disegnare all'inizio jon aveva importanza, il disegno si trasformó in un'opera dell'errore, avevo disegnato la scena di quel mostro dal sorriso enorme con il coltello fra le mani e una pozza di sangue a terra.
Quando lo finii strappai il foglio dal quaderno e lo arrotolai.La prof ovviamente mi riprese.
-Jane adesso basta! è tutta l'ora che non fai altro che scrivere e scrivere.Fammi vedere cosa stai scrivendo.
Presi il primo foglio che mi capito' davanti e glielo diedi, gettando l'opera d'arte nel cestino mentre passavo, il tizio nuovo mi vide il cestino era affianco a lui, ma per fortuna non emise alcun suono.
Arrivai affianco alla cattedra e la prof mi strappò il foglio dalle mani.
-Hmmm...matematica.Fai matematica nell'ora di latino?! Vai fuori!
Sbuffai e uscii dalla classe, mi avvicinai alla macchinetta e presi un kinder bueno.Vidi sbattere la porta della mia classe, ma nessuno girava per il corridoio, era tutto silenzioso. Il kinder bueno era croccante e troppo, dico troppo, rilassante, ma purtroppo lo gettai a terra quando qualcuno ebbe la brillante idea di picchiettare sulla mia spalla.Mi girai di scatto quasi per tirare un pugno, ma il ragazzo bloccò il mio destro con una presa rapida della sua mano sinistra.Mi ritrovai faccia a faccia col tipo nuovo di classe mia.Abbassai lo sguardo e vidi un foglio nella sua mano destra, poi lasciò la presa e il braccio cadde flaccido sui fianchi.
-Tieni, pensavo che se non volevi darlo alla prof ti serviva a qualcosa.
Ero terrorizzata, magari alla sua vista ero ancora più pallida e perplessa.Avevo paura che avesse visto il disegno e mi avesse preso per una che doveva urgentemente andare al manicomio.
-Allora? ti serve?
Mi risvegliai dal mio stato di trance e presi il foglio, poi iniziai una mezza frase balbettando.
-Tu..tu hai vi..visto cosa ho disegnato?
Sorrise, il sorriso più eterno che abbia mai visto dopo quello terrorizzante del mostro a 1837 denti.
-Diciamo di no
Come diciamo? hai visto si o no? ma io ti picchio.
Bene questo fu quello che pensai, quel che dissi fu:
-Non pensare che debba andare in un manicomio, non sono pazza.
Lui sorrise.
-A me non sembri pazza
Io alzai un sopracciglio.
-Andiamo, una che si assenta per tutta l'ora di matematica...
-Latino
Sorrisi
-Hmm si latino...e prende come scusa matematica, poi butta un foglio in un cestino come un agente della cia non può essere normale.
Lui sorrise e si avvicinò alla macchinetta.
-L'apparenza inganna, la maggior parte delle volte le persone che sembrano più normali sono quelle più folli e...hmm...macabre
Si ok, adesso sono sicura che ha visto il disegno.
-Di certo la mia amica è una di queste.
Dissi abbassando lo sguardo.Lui stappo' la red bull e si accomodo' vicino a me.
-Perché? quella Maddalena vero?
Io annuii.
-Mentre che io ero sotto effetto di drink alcolici lei invece di darmi una mano trombava col ragazzo.
Jeff sputo' la red bull a terra.
-Eppure sembrava così hmm...come dire...Madre Teresa di Calcutta
Scoppiai in una fragorosa risata, lui mi offrì la red bull, io esitai per un secondo, poi per la prima volta nella mia lurida vita bevvi da una lattina che aveva toccato le labbra di un'altro individuo di sesso maschile, non che pensassi che potessero mischiarmi malattie inesistenti, ma schifavo altamente tutti quelli che non fossero mia madre, mio padre e Maddalena.
Alzai la testa e lo vidi sorridere, non so' cosa mia prese, ma mi allontanai di scatto cadendo dalla panca.Lui si alzò e venne ad aiutarmi a rialzarmi, mi prese a peso morto (e non pesavo poco,52 kg) e mi fece sedere sulla panca.
-Che ti prende?
Mi chiese con aria preoccupata.
-Io...io non lo so...
Invece lo sapevo eccome, ormai tutti i sorrisi troppo ravvicinati mi facevano tornare in mente il mostro, avevo paura, ero letteralmente terrorizzata da un effetto collaterale dell'alcool.Perchè si ovvio...doveva essere così. Il mostro era solo frutto della mia immaginazione.
-Hmm...che ne dici di uscire oggi?
Mi chiese con quegli occhioni grigio-blu.
-Io...non lo so...dovevo andare con Maddy alla gelateria alle 16.
-E io non posso aggiungermi?
Chiese lui con un mezzo sorriso sulle labbra.
-Si, non credo che ci faranno caso, tanto di sicuro mi lasceranno da sola.
Lo vidi sorridere da dietro alla lattina, poi tornò serio.
-Ci vediamo alle 16.
Disse un secondo prima che suonasse l'ultima campanella.
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Ciao stupendi♥
ho visto che la storia vi sta piacendo parecchio, vi adoro davvero♥
Commentate in molti su cosa pensate di Maddalena! secondo voi è una buona amica?
e Jeff? vorrà davvera fare una semplice passeggiata con Jane?
Ci si vede! xD
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