in the end

Jane's pov

Camminai veloce nel corridoio,in mezzo a tanta gente, che al mio passaggio rideva e sogghignava.Entrai nella stanza sbattendo la porta, non guardai neanche se ci fossero o meno le altre, presi le mie cose e uscii di lì, ma la mano di Charlotte mi bloccò il polso.

-E così te ne vai?

Chiese lei guardandomi con i suoi occhioni verdi.Io spostai lo sguardo dalla sua mano ai suoi occhi, linciandola con i miei, che adesso non dovevano essere celesti, ma grigi, cupi, spenti, pieni di rabbia che ribolliva in essi.

-Si, adesso sarai felice nella tua monotonia di sempre, stammi bene

Lei sibilo' un timido "aspetta" e mi abbracciò.

-Scusami, non volevo dirti quelle brutte cose, ero fuori di me, non riuscivo a credere che tu, una ragazza così graziosa e simpatica potesse aver fatto un'azione crudele come uccidere qualcuno...

Io sbuffai, poi accennai un sorriso, forse il più forzato che abbia mai fatto nella mia vita.

-Spero che ti ricorderai di me come quella simpatica del collegio

disse sorridendomi leggermente, poi mi abbracciò di nuovo.

-Ti auguro il meglio

Le dissi sciogliendo un sorriso sincero, infondo era stata sempre carina nei giorni che avevo passato con lei, la più simpatica appunto.L'abbracciai a mia volta e uscii, Amanda rimase immobile a guardarmi e mi salutò con un cenno della mano sorridendo, era la prima volta che mi sorrideva in modo cordiale da quando l'avevo vista sul suo letto con le sue amate cuffie.Rosy non la guardai nemmeno, era impegnata a guardarsi allo specchio mentre parlava con una sua probabile preda.Uscii dalla stanza e andai con la piccola valigia verso la sala della preside, lei non mi diede neanche il tempo di entrare che mi cacciò fuori indicando un'auto nera.Entrai in quest'ultima, ero affiancata da un ragazzo alto con i capelli biondi e gli occhiali neri.Sembrava uno di quegli agenti segreti della polizia, ma lui era più giovane del signore che guidava l'auto.Si giró verso di me e mi sorrise.

-Ti risparmio le manette se mi prometti che non cercherai di scappare, fanno un male cane.

Io annuii, alla fine era stato gentile.

Entrammo nel carcere, c'erano bisbigli che provenivano dalle celle, erano maschili e femminili, ma certe erano miste con maschi e femmine, certe invece avevano solo un'occupante, una di queste era quella dove ero stata infilata come un cane randagio.L'agente mi salutò e mi disse che fra un po sarei dovuta andare in una sala, intanto potevo sistemarmi.Nella mia cella c'era un'altro tizio, sembrava avere la mia stessa età, forse mi avevano messa lì proprio per questo.Aveva i capelli marroni, con un taglio abbastanza lungo che gli faceva cadere dei ciuffi sulle spalle, altri invece erano più corti e gli occhi dello stesso colore, forse più chiari, anche se non aveva tratti particolari era misterioso, e si sa, il mistero affascina.La sua camicia arancione era leggermente sbottonata fino al petto e lasciava intravedere che il suo fisico era ben piazzato.Rimasi a guardarlo per qualche secondo, lui mi sorrise.

-Cosa c'è piccola, non hai mai visto un carcerato?

Disse stando seduto e mantenendo l'assoluta tranquillità.La sua voce era roca e profonda, a sentirlo sembrava più grande.

-Io...in realtà no

Dissi mantenendo l'ansia che stava entrando nelle vene, cercando di penetrare nel cervello e impossessarsi della mia mente, facendomi balbettare e cose simili.Il carcerato sorrise.

-Sembri una tipa innoqua, una dolce cerbiatta, cosa ci fai rinchiusa qui dentro?

chiese lui alzandosi e vendendo verso di me, poi mi sorpasso' e si poggió al muro.

-Io...io ho ucciso una ragazza

Lui scoppiò a ridere.

-Davvero?

Sbuffai e lo guardai male, lui non si scompose.

-Io sono Damiano,17 anni, e sono qua per aver spacciato cocaina e roba illegale, non hanno capito che quella roba comunque gira, con o senza di me

Sorrise, io deglutii.

-Io sono...

lui mi fece star zitta sospirando e dicendo "shh".

-Tu sei Jane, hai 16 anni e la polizia ti ha rinfilato nella mia stessa cella perché dovremmo uscire entrambi fra tre anni, secondo loro.

Disse dicendo in modo malizioso l'ultina frase.Io deglutii di nuovo, lui sentí che ero preoccupata e si andò a sedere sul suo "letto".

-Ho gia un modo per uscire di qui prima del tempo, adesso che sei nella mia stessa cella o scappi con me oppure rimani qui dentro per sempre, o almeno fino a tre anni di pena.

Io scossi la testa, non potevo di certo stare lì dentro per sempre, e non poteva di certo aiutarmi Jeff, quindi dovevo cavarmela da sola, quella di evadere era un'idea eccitante.Sorrisi a Damiano, lui mi strinse la mano.

-E quando hai intenzione di evadere?

gli chiesi abbassando la voce. Lui mi venne vicino e si avvicinò all'orecchio, cercai di allontanarmi ma mi strinse il polso.

-Fra una settimana saremo fuori e lontani da qui, talmente lontani che potranno prenderci solo con un aereo

Ma cosa diceva? io non volevo di certo andare con lui, io dovevo tornare da Jeff, anche se ormai era ovvio che lui era tornato da Slender e di sicuro aveva rinunciato a me per tenermi al sicuro.

-Ok

dissi a Damiano, lui sorrise malizioso, poi una guardia venne nella nostra cella, mi mise le manette e mi portò fuori.Entrammo in una sala, un tipo ciccione mi guardò e sfoglio' dei fascicoli dove vedevo il mio nome scritto in grassetto.

-Abbiamo saputo che durante il delitto eri accompagnata da uno dei killer della banda che da tempo minaccia di interrompere la pace nel nostro paese, devi dirmi chi è.

Io scossi la testa, lui si alzò dalla sedia e iniziò a vagare per la stanza.

-Sai cosa potrebbe succedere se non dirai quel nome?

di certo non morire, in Italia non è legale la pena di morte, menomale.

-Non lo so e non mi interessa, non farò nessun nome.

Il chiattone venne verso di me e mise una mano intorno al mio collo stringendo sempre di più, iniziai a farmi rossa, poi l'agente che era in auto con me lo allontanò ricordandogli che gli servivo viva per scovare la banda.Il ciccione non si scompose.

-Ok mettiamola così, o mi dirai il nome o aumenteró la pena di due anni.

Io sorrisi, ma cosa gli frullava nella testa? sarei uscita di lì in meno di 14 giorni e lui parlava di anni.

-Fai come ti pare lardone.

lui mi sputo' in un occhio, mi pulii il viso e sorrisi beffarda.Lui continuò a guardarmi in modo serio, senza scomporsi.

-Riportatela nella cella.

Ordinò agli altri che mi riportarono lì dentro, staccando le manette e buttantomi a terra, poi chiusero le sbarre.Mi girai e vidi Damiano ridere.

-Cos'hai da ridere tanto?

Lui mi diede una mano ad alzarmi e io mi accomodai sul mio letto, se così si può definire quel coso duro.

-Mi piaci, sei forte.

io sorrisi.

-Significa che posso evadere con te, o mi lascerai a marcire qui dentro?hanno aumentato la mia pena di due anni per non aver riferito il nome del killer che era con me quando uccisi la ragazza.

Lui alzò un sopracciglio.

-Ti aiuterò, ma tu dovrai darmi qualcosa in cambio, una volta usciti da qui è ovvio

Disse sorridendo, non capii, ma annuii lo stesso.
Jeff's pov

Scesi le scale e mi ritrovai faccia a faccia con Lj, non lo guardai neanche e avanzai verso il microonde, lui mi bloccò tirandomi per un braccio e mi sorrise.

-Vedi di toglierti dalle palle, non mi va neanche di parlare

Lui continuava a sorridere, mostrando una simpatica e irritante fossetta sulla guancia destra, che rendeva ancora più armonioso il suo volto da eterno bambino, ma allo stesso tempo vederlo di notte con un'ascia fra le mani avrebbe solo scatenato il panico.

-Dai non fare lo sciocco, sai benissimo che con lei non avrai un futuro...ti serve altro.

Disse sorseggiando il caffè. Non capivo, cosa voleva adesso?.

-Spiegati meglio.

Lui sospirò e fece roteare lo sgabello, venne verso di me, poi si sporse verso il lavandino è poggió la tazzina vuota su di esso.

-Voglio dire, è una ragazzina, non ha neanche capito cosa sei davvero, altrimenti non ti starebbe affianco, non credi?

Io scossi la testa, poi sorrisi.

-Se la sfiga ti assiste in fatto di donne non ne sono colpevole io

dissi sfidandolo con lo sguardo.Lui non si scompose.

-Infatti non ho detto di volere donne al mio fianco o che sbavino sui miei piedi come quella serpe che ti porti appresso.

Disse ridendo, adesso ero ancora più confuso.

-Tu sei strano

dissi evitandolo, lui mi poggió una mano sulla spalla.

-Quello che hai fatto con lei dovrebbe essere riservato a persone migliori.

Disse infine con aria maliziosa e andò via.Ero seriamente preoccupato, non è che da una sera all'altra mi stuprava?, avevo sempre saputo che non voleva ragazze fra i piedi, diceva che davano solo fastidio e non si concentrava sulle vittime assegnategli da Slender, ma questa poi...credo proprio che non tema le babane.

Uscii dalla cucina ripensando al sorriso di Lj, e ne risi, feci per salire le scale ma Sally si mise a cavalcioni della "ringhiera" così chiamata da lei e scivolò su di essa con il sedere fino a correre via nella sala, solo dopo mi resi conto che scappava da Toby.

-Cosa diavolo succede qui?

chiesi, quasi urlando a Toby, lui fece finta di non sentirmi e acchiappó Sally, questa lo morse sul braccio, lui la buttò a terra e lei corse via.

Mi mancava vedere le loro lotte, mi mancavano anche i discorsi pervertiti con Lj a dirla tutta.Aprii la porta della mia stanza, ma un tentacolo di Slender si attorciglió intorno al mio braccio, non mi fece male, non mi strinse, mi portò di sotto, voleva solo avere un discorso plausibile con me, anche se io non ne avevo voglia e non volevo parlare del discorso "Jane".

Accese lo stereo, ma feci un respiro di sollievo quando vidi che gli altri erano con noi, era una riunione per decidere i malcapitati di quella sera.

-Questa è la mappa della periferia, molte case saranno vuote per la festa del paese, sapete qual'è il vostro compito, Sally...la casa nella via Zanni, quella col cancello rosso è la tua, devi uccidere il maggiordomo della donna anziana, è uno spacciatore mai ritrovato, si è rifatto una vita ma continua a vivere nella mafia.

Sally annuí prendendo nota delle parole di Slender e scrivendole su un block notes.Quando finí di parlare con gli altri si rivolse verso di me.

-Ti tocca l'area 51.

Gli altri abbassarono la testa, sapevo che era una punizione, quell'area era la più sorvegliata, dove alloggiava il boss della camorra, uno dei più tosti da uccidere.

-Devi uccidere Jimmi, il figlio del boss, del padre se ne occuperà Lj.

Disse guardando anche lui, Lj si alzò di botto sbraitando contro Slender.

-Cosa? sei fumato? non andrò nell'area 51! non ho fatto niente di male! anzi ti ho aiutato che cazzo vuoi?

Slender lo afferrò con i tentacoli obbligandolo a sedersi.

-Sarà Jeff ad uccidere le guardie, tu dovrai solo entrare e usare la tua ascia, sempre che tu non abbia paura.

Lj rilasso' i muscoli e i tentacoli lo lasciarono respirare per bene, poi mi guardò e sorrise.

-Ok ok, accetto.

Si fece in fretta sera, uscimmo di casa e iniziammo a correre in strade diverse, Lj mi seguiva, poi ad un tratto fece un balzo felino saltando su un'auto, poi su un tendone e infine salí su un tetto, fece tutta la strada saltando da un tetto a un'altro.Presi la rincorsa e lo raggiusi, arrampicandomi sulle finestre di una scuola pubblica.

Lui si fermò, bloccando anche me.

-Eccola, l'area 51

Disse sogghignando, sapevo che dovevo andare allo scoperto e ucciderli, ma Lj mi bloccò prima che saltassi.

-Lascia fare a me pivello.

Andai su tutte le furie e lo buttai a terra, ero sopra di lui, continuava a ridere quel bastardo.

-No, Slender lo ha dato a me quel compito, rimani qua e non farti sgamare sempre se ne sei in grado.

Lui alzò il dito medio sorridendo, poi lo accompagnó con un bacio e una strizzata dell'occhio destro.Sembrava il bacio di Giuda.

Entrai balzando sul muretto al lato destro della grande fabbrica, con un balzo felino rimasi immobile dietro i cespugli che davano sull'entrata secondaria. Fissai le guardie per qualche secondo e creai un diversivo, lanciando una mela,che era caduta dall'albero, alla destra dei cani, fece baccano e i cani corsero verso un sentiero buio.Uscii allo scoperto, sentii Jack dietro di me, superarmi e correre verso la porta, strinsi i denti.Iniziai a correre verso la porta ma una guardia mi vide, andai verso di lui, prima che sfilasse la pistola lo infilzai come uno spiedino e ripresi a correre.Nella fabbrica c'erano tremila corridoi, poi vidi Jack poggiato contro il muro ad origliare.Non era di certo il modo migliore per fare un attacco,sarebbero stati tutti concentrati su di lui appena avrebbe aperto la porta.Mi guardai intorno, poi alzai il volto.Ma certo! La zona di ventilazione!Mi arrampicai con una scala sulla porticina sul soffitto, entrai e la richiusi alle mie spalle.Iniziai a gattonare lungo di essa e mi ritrovai sulla griglia sul soffitto della sala dov'erano i mafiosi.Erano 5, intorno ad una tavola rotonda, con calici di cristallo fra le mani e vino rosso che inebriava la stanza di un odore amarognolo.Presi le lame dalla tasca, erano 4...in fondo Lj doveva collaborare...

Lanciai una lama che colpí in pieno petto un ciccione in giacca e cravatta, spirò sul colpo.Tutti gli altri si agitarono cercando di capire da quale direzione provenisse la lama.Lanciai altre due lame prendendo due anziani che erano intenti a correre via.Rimasero il boss e suo figlio.Stavo per puntare un'altra lama ma Jack entrò nella stanza ridacchiando, con una stella *lama a forma di stella con sette punte* colpí la griglia dov'ero posizionato facendomi atterrare sulla tavola.Corsi verso il ragazzo e gli tirai il pugnale addosso, lui lo bloccò con una mossa agile della mano, poi mi trattenne prendendomi per il polso.Sorrise.

-Che bastardo, pensavi di farla franca dopo aver ucciso i nostri colleghi?

Disse ridendo, poi prese una pistola e me la puntò contro, era a pochi cm dalla mia testa, non sapevo cosa inventarmi, avevo finito le mosse.

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Scusate se ho pubblicato il capito più tardi del previsto xD.Ultimamente le interrogazioni mi uccidono :(
Buona lettura♥

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