Orgoglio purosangue
Vi rubo giusto due secondi per dirvi che Inkessence si è qualificata seconda nella Lista Berlino del Pink Daisy Awards. E niente, non so come sia potuto accadere ma ho deciso di dirlo a tutti 😂
Ora vi lascio al capitolo, grazie per essere arrivati fin qui ❤️ Ah e vi anticipo che ne prossimo capitolo ne sapremo qualcosa in più...
I gelidi corridoi di Hogwarts erano perfettamente coordinati al clima che temperava l'esterno del castello. La neve continuava a posarsi sull'immenso parco imbiancando il paesaggio, e gli studenti si divertivano, quando si poteva, ad uscire a giocare. Una bufera era in arrivo e l'ora di Erbologia era stata sospesa poiché le serre erano inaccessibili.
Rose camminava veloce e sovrappensiero verso la biblioteca con un libro stretto sottobraccio quando urtò contro quello che riconobbe essere lo spaventapasseri platinato. Si premurò di indagare anche su di lui, non che lo ritenesse capace di creare tutto quel trambusto, in realtà. Ma meglio togliersi ogni dubbio.
«Sta' attenta, Weasley» esclamò massaggiandosi lo sterno e ispirando un'ampia boccata d'aria.
«Sta' attento anche tu. Sbaglio o sei ancora convalescente?» domandò suonando molto meno sprezzante di quello che avrebbe voluto. Dopo l'incidente aveva addolcito i toni, anche se una sorta di tregua era già iniziata per le loro madri.
Il ragazzo storse il naso e si guardò intorno per controllare che non ci fosse nessuno. In effetti, constatò Rose, era una delle poche volte che lo incontrava senza il suo fido compagno.
«Rose, per... quello che è successo alla partita» iniziò a blaterare prima che Rose potesse fermarlo immediatamente. Non voleva che aggiungesse una sola parola prima che lei si potesse giustificare.
«No ascolta io non sapevo cosa fare a chi dirlo e nemmeno tu l'avevi detto a nessuno e quindi non sapevo se confessare alla partita ma poi tu hai detto che era stato un bolide...» iniziò a parlare a raffica, quasi senza respirare, un insieme di frasi che di compiuto avevano davvero ben poco.
Scorpius la guardava sempre più confuso, non riuscendo a collegare i fili logici di Rose che, per sputare più cose possibili, si stava persino mangiando le parole.
Dovette letteralmente tapparle la bocca per farla zittire. Appurato che non avrebbe ricominciato a parlare ritrasse la mano. Rose non si era stupita di trovarla fredda, pur irritandosi per la brutalità di quel gesto.
«Volevo chiederti se pensassi che i tizi del giorno prima si riferissero a quello, Merlino non mi fai mai parlare!» replicò un po' stizzito.
Rose non poté fare a meno di arrossire per essere appena stata zittita da Malfoy, ma non poteva farci nulla, aveva ragione, per quanto le costasse ammetterlo. Iniziò ad osservarsi i piedi mentre Scorpius, dritto di fronte a lei, aspettava che un paio di studenti che li osservavano curiosi li oltrepassassero per evitare che potessero sentire. Poi si chinò sulla ragazza, di una decina di centimetri più bassa di lui, e sussurrò: «Vediamoci alle dieci in biblioteca, vedi di non farti scoprire» e se ne andò.
Rose rimase lì impalata un paio di minuti senza capirci granché. Malfoy le aveva appena dato un appuntamento, seppure per discutere di quello che stava succedendo, e lei non riusciva a capire perché non si fosse rivolto a quel complottista di Al. Era il suo migliore amico e il suo compagno di dormitorio, sarebbe stato molto più facile riuscire a parlare da sola con lui. Decise che quella sera sarebbe stata la volta buona in cui chiederglielo, era troppo sospetto fermarlo in giro per i corridoio sebbene dal primo anno i loro conflitti si erano quietati.
⊰·⊱
La biblioteca di Hogwarts era un posto particolare. Mal frequentata durante l'anno, erano pochi gli studenti che decidevano di trascorrere i propri pomeriggi chiusi tra scaffali colmi di libri, nel periodo degli esami pullulava di anime. Per fortuna gennaio inoltrato non doveva essere un mese particolarmente duro per gli alunni.
Rose percorreva i corridoi male illuminati con l'orecchio teso nel tentativo di udire qualcosa di diverso dal ticchettio delle sue scarpe. A quell'ora erano già iniziate le ronde dei prefetti e lei non era di turno, lo sapevano. Non sarebbe stato buono per la sua reputazione farsi beccare a gironzolare per i corridoio dopo il coprifuoco.
Un ticchettio concitato di passi la riscosse dalla possibilità di venire appesa a testa in giù a una delle torce spente in quel corridoio se fosse stata scoperta da un prefetto. L'altro, chiunque fosse, non era solo. Probabilmente stava rincorrendo qualcuno.
«Malfoy!» esclamò una voce che somigliava in maniera tremenda a quella del caposcuola. Anzi, della caposcuola. Seline Goth, col fiato corto e i lunghi capelli marroni svolazzanti al seguito, aveva appena fermato Malfoy in mezzo a un corridoio e lo fissava con i suoi occhi magnetici.
Dimmi che non si è fatto scoprire dal più temibile caposcuola che Hogwarts abbia mai avuto.
«Come stai?» chiese concitata, quasi aspettandosi una risposta imminente e soprattutto negativa. Malfoy la guardò per un paio di istanti, poi parve decidere che fosse degna di una risposta.
Rose alzò gli occhi al cielo, sospirando dietro l'armatura che le aveva fornito il nascondiglio. Era urtata dal comportamento perennemente superiore di Malfoy, che scrutava tutti come a farli sentire indegni della divisa che portavano.
«Uhm, bene, grazie» rispose stranito, osservando incuriosito la mano che la ragazza teneva sulla sua spalla. Era più bassa di lui ma riusciva comunque a incutere timore e rispetto.
Si affrettò a spostare la mano non appena si accorse di quel contatto fisico. Seline Goth non era esattamente la più amabile Serpeverde. Teneva tutti ad almeno un passo di distanza da lei, e non solo metaforicamente.
Sembrò sollevata dalla risposta di Malfoy poiché si aprì in un ampio sorriso, di quelli di cui solo lei era capace, freddi e stregati. Era impossibile non fermarsi ad ammirarlo ed era proprio quello che stava facendo Malfoy. Si era imbambolato davanti la ragazza e nemmeno si accorse che lei lo aveva lasciato lì impalato in mezzo al corridoio senza nemmeno salutarlo, comportandosi in maniera usuale.
Per un momento Rose fu terrorizzata dall'idea di essere scoperta e trattenne il respiro, facendosi il più piccola possibile dietro quell'armatura. A pericolo scampato uscì dal suo nascondiglio e riscosse Scorpius, ammaliato dalla sua compagna di casa.
Rose era infastidita, ma non dal comportamento di Malfoy; d'altra parte era abituata all'effetto della Goth sul genere maschile. Lei era gelosa di Seline, del modo in cui riusciva farsi ammirare e rispettare dai ragazzi. Li teneva tutti in pugno, ai suoi piedi, pronta a calpestarli da un momento all'altro, eppure non doveva essere una così fiera Serpeverde se non era nemmeno riuscita a liberarsi di Justin Macmillan, Tassorosso brufoloso del settimo anno che, era risaputo, le aveva messo gli occhi addosso dal primo anno e non si era ancora arreso.
«Tanto non ti fila» apostrofò il biondo, oltrepassandolo per svoltare il corridoio.
Il ragazzo parve riscuotersi solo quando il forte odore della ragazza lo inondò. La sua non era semplice acqua di colonia, era molto di più, ed era la sua pelle a profumare.
Odorava di inchiostro, e sospettava che il motivo principale non fossero le molte ore di studio. Anche lui studiava un sacco e non aveva mai avuto quel profumo. Era quasi certo che se ne versasse addosso molti litri, sbadata com'era.
«Oh, è cotta di me, ma non lo sa. E comunque mi interessa un'altra» disse facendole strada. Da quella posizione Rose poteva vedere la sua testa alta e bionda volteggiare a pochi centimetri da lei. Era vestito con colori scuri, non poteva distinguerli chiaramente, e la stava guidando verso la sezione proibita.
«Malfoy, perché siamo qui?» domandò la ragazza perplessa. A quell'ora non sarebbero riusciti a leggere nulla senza un lumos, ma in quel modo sarebbero certamente stati scoperti.
«Per parlare» affermò con sicurezza, «So che stai indagando su quello che è successo alla partita».
Rose parve colta alla sprovvista nonostante sapesse che voleva parlare di quello. C'era stata una luce di speranza nei suoi occhi che per un attimo aveva fatto ben sperare anche Scorpius, che desistette subito dopo. Rose doveva ammettere che per essere un Serpeverde altolocato, rampollo dell'antichissima casata Malfoy, sapeva collaborare e dunque chiedere aiuto, quando necessario.
«Beh sì, ho una teoria... particolare» confermò la Rossa sentendosi a disagio.
Erano relegati in una sorta di strettoia, circondati da scaffali colmi di libri ignoti e potenzialmente pericolosi e Malfoy le stava col fiato sul collo, letteralmente, piegato per poter udire le sue flebili parole. Era una situazione assurda.
«Senti, Weasley, detesto chiedere l'aiuto di qualcuno, ma non posso cavarmela da solo» disse passandosi una mano tra i capelli platinati. Era un gesto di rassegnazione, e anche a quella visibilità poteva notare le occhiaie sotto gli occhi del ragazzo.
La ragazza non distolse gli occhi dai suoi, spingendolo a continuare, e passarono la notte lì, a discutere e battibeccare di teorie ambigue e sospetti infondati.
E Rose si sentì nuovamente invadere dal senso di colpa, questa volta per aver voluto indagare sulla sua famiglia.
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