HP: hypothesis

La pausa didattica coincidente con le vacanze di Pasqua era giunta al termine e gli studenti si apprestavano a fare i conti con la routine che dominava le loro giornate ad Hogwarts. Gli esami erano ormai vicini e la biblioteca iniziava a popolarsi di un numero sempre crescente di alunni. Molti di loro vi perdevano del tempo, pensando che si sarebbero concentrati meglio in un luogo affollato, quando in realtà tutto quello che serve per studiare è pace e tranquillità.

Rose aveva iniziato ad evitare quel luogo, rifugio prediletto degli studenti che dovevano sostenere i GUFO o i MAGO, in primis perché era già abbastanza deviata mentalmente di suo senza osservare la pazzia a cui sarebbe giunta anche lei l'anno seguente, in secundis perché Molly deteneva come prigionieri la maggior parte dei suoi cugini ed evitare la biblioteca era un buon modo per evitare i loro loschi traffici. Solo lei e Albus erano immuni ai rimbrotti di Molly dato che non avevano né i GUFO né i MAGO, indi per cui Rose si ritrovava con lui e Scorpius in ogni angolo del castello.

«Rosie» esclamò Albus entrando nella Torre di Astronomia, naturalmente seguito dallo spaventapasseri platinato, dove la ragazza stava tentando di memorizzare un incantesimo che le era estremamente ostico.

Non ricevendo alcuna risposta di rimando i due si accomodarono di fronte a lei, rischiando anche di beccarsi una fattura in piena faccia.

«Incanto Proteus» disse Rose, facendo scorrere la bacchetta da un oggetto all'altro, senza tuttavia che i filamenti dorati, indici di buona riuscita dell'incantesimo, si manifestassero. Scaraventò le cavie dall'altra parte della stanza, guardando male Scorpius e Albus che erano giunti a distrarla e l'avevano deconcentrata.

È tutta colpa loro, ci sarei sicuramente riuscita se non mi avessero disturbata!

«Devi muovere la bacchetta più lentamente» le spiegò Scorpius ripetendo l'incantesimo e facendole osservare i filamenti dorati a cui lei anelava terribilmente, guadagnandosi solo un'altra occhiataccia.

Rose odiava essere corretta, lei era in grado di fare tutto da sola, e anche quando non ci riusciva era troppo orgogliosa per chiedere aiuto a chicchessia. Durante le vacanze, quando la madre le domandava se le servisse aiuto con i compiti, la ragazza negava nonostante a volte avesse trovato difficile scrivere trenta centimetri sulle proprietà di qualche pianta che a lei pareva inutile.

«Non ho bisogno del tuo aiuto» replicò salace, richiamando gli oggetti che aveva scagliato via e preparandosi a ripetere la magia. Con un movimento più lento della bacchetta eseguì nuovamente l'incantesimo, esclamando di gioia quando i filamenti dorati stabilirono il legame tra i due oggetti prescelti.

«A quanto pare ne avevi bisogno» replicò Scorpius con un sorrisetto soddisfatto mentre Al, che era rimasto in silenzio, rideva dello scambio di battute tra i suoi amici, conoscendo fin troppo l'orgoglio di entrambi.

«Ci sarei riuscita anche da sola» continuò Rose, mettendo via la bacchetta e preparandosi a fare la sua uscita trionfale e vincente dalla Torre.

«Rose, aspetta! Io e Scorpius abbiamo sentito una cosa» la bloccò Albus parandosi davanti a lei e impedendole di uscire. L'avrebbe maledetto in seguito, al momento era troppo curiosa per curarsi di suo cugino.

«La Zabini e la Goyle stavano parlando in Sala Comune, sicuramente certe di aver fatto un Muffliato, e abbiamo sentito che entrambe erano state minacciate da un anonimo con delle lettere» spiegò Albus, eccitato per le sue teorie complottiste.

«A quanto pare lo psicopatico designa le sue vittime in precedenza. Io e Kyle siamo stati scelte casuali» si accinse ad aggiungere Scorpius passandosi una mano tra i capelli chiari e sicuramente liscissimi, a giudicare dalla facilità con cui le sue dita affusolate attraversarono il cuoio capelluto.

«Quindi voi dite che sta seguendo uno schema» ipotizzò Rose, rivolgendosi più a Scorpius che al cugino. Era maggiormente implicato nei fatti ed era a conoscenza di certe situazioni che non avevano condiviso con i Tiratori Scelti.

«Sicuramente attacca i Purosangue» decretò Albus mettendosi in piedi e avvicinandosi alla porta, poi aggiunse: «Scusate, ragazzi, io devo andare, ci vediamo a cena» e fuggì in fretta com'era arrivato, lasciandoli alquanto allibiti.

«La mia teoria è che si è trovato la ragazza, ma lui continua a negare» suppose Scorpius, seduto a terra, senza distogliere lo sguardo dalla porta da cui il moro era appena fuggito senza degnarsi di fornire spiegazione alcuna.

Rose sospirò, poi tornò a sedersi di fronte al biondo.
«Per ora sono stati colpiti solo Serpeverde» disse, cercando di riordinare le idee e di capirci qualcosa, anche se dubitava che sarebbero riusciti a scoprire l'identità della Voce se continuavano a brancolare nel buio.

«E te» la corresse Scorpius, se possibile ancora più concentrato di lei.

«Uhm, ti vorrei ricordare che mi ha apertamente detto di non essere il suo obiettivo» rispose Rose, sicura almeno della propria posizione nella faccenda.

«Sì, ma tu sei sempre in mezzo e sono già due volte che gli metti i bastoni tra le ruote. E poi la tua famiglia simpatizza con i Purosangue» sciorinò il ragazzo, certo che Rose fosse coinvolta più che mai dopo l'episodio sul treno.

Rose arrossì al ricordo del compleanno del padre, del discorso che le aveva fatto e dei brividi che il tocco ustionante delle mani gelide di Scorpius le aveva provocato.

«Per me cerca di colpire i Purosangue medi» disse la ragazza cercando di dissimulare il rossore sulle guance, consapevole che non ci sarebbe riuscita.

«Zabini ti sembra un Purosangue medio?» domandò Scorpius sollevando le sopracciglia in un modo prettamente aristocratico, come se fosse stato ferito nel profondo da quell'affermazione.

«Non intendo questo. Dico solo che Astrid e Brisen sono due studentesse del quinto anno. Magari vuole testare la preparazione degli alunni medi, poi passare a quelli degli ultimi anni e lasciare le matricole per ultime» spiegò Rose, mentre il discorso acquistava sorprendentemente credibilità ad ogni nuova parola.

Scorpius era concentrato e immerso nei suoi pensieri, lo sguardo fisso su un punto imprecisato del pavimento, ma la testa si muoveva in senso affermativo.

«Se fosse così, vuol dire che non deve aver frequentato Hogwarts o che l'ha frequentata diverso tempo, quando gli insegnanti erano diversi» ragionò Scorpius, senza distogliere lo sguardo dal pavimento. A quanto pareva osservare un punto fisso lo aiutava a concentrarsi, come se fosse in grado di abnegare se stesso, annullando completamente il mondo che lo circondava.

«Ma dev'essere comunque una persona con una certa prestanza fisica dato che si introduce nel Castello con facilità e si mimetizza tra gli studenti... Quindi dovrebbe avere l'età dei nostri genitori!» obiettò Rose, seppur certa che una persona vissuta durante la Seconda Guerra Magica non avrebbe mai potuto covare del razzismo, di qualsiasi sorta esso fosse.

«E non ha nemmeno figli! Andiamo Rose, cerchiamo qualcosa in biblioteca» esclamò, prendendola per mano e dirigendosi fuori dalla Torre, lasciandola stupita e al contempo terrorizzata dai brividi che le avevano attraversato la spina dorsale a quel tocco gelido ma ancora una volta bollente.


N.d'A.

Curiosità ambigua: il nome del capitolo mi è venuto in mente perché la mia professoressa di matematica del liceo, spiegando i teoremi, scriveva l'ipotesi come "Hp" e la tesi come "Th". E niente, volevo rendervi partecipi del disagio che mi affligge.

Btw, per chi se lo fosse perso, ho pubblicato una sorta di omaggio intitolato "1 settembre 2017" per celebrare l'approdo a Hogwarts di qualcuno in particolare... Ricordate chi?

Lascio sempre il profilo ig per qualsiasi cosa: flyerthanwind_

Luna Freya Nives

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