Gufi ritardatari

Avete presente quelle sensazioni che ti logorano dentro fin quando ti consumano tutta, prendendosi ogni energia vitale e ogni briciola di qualsivoglia sentimento voi abbiate provato prima? Ecco, Rose si sentiva esattamente così, stanca e spossata.

Il gelo si era impossessato del suo corpo dopo quel bacio morbido e caldo e non si era più ripresa. Sentiva le viscere attanagliarsi ogni volta che si avvicinava a un caminetto o semplicemente un lieve tepore la riscaldava, ricordando che quella notte non era servito nulla di tutto ciò per riscaldarla.

Ci aveva provato a capire chi fosse il cavaliere misterioso, ma non sapeva nemmeno da dove cominciare. Sapeva che era alto poco più di lei e frequentava il sesto anno, il che escludeva dalla lista solo quel nanetto di suo cugino Albus. La sensazione di riconoscere quegli occhi l'aveva scacciata quasi subito, sostenendo che molti ragazzi avevano quegli occhi e che, ad ogni modo, potevano anche ricordarle quel vecchio commerciante babbano dove andava sempre con sua nonna.

«Rose, per Merlino, mi stai ascoltando?!» la voce acuta di sua cugina la riscosse dai suoi pensieri. Halloween era passato da un pezzo ma Roxanne non si era ancora ripresa dal suo inciucio con Lorcan Scamandro. A quanto le era dato sapere, per quello che aveva colto tra una farneticazione e l'altra, Roxanne e Lorcan erano usciti dalla Sala Grande per andare a sbaciucchiarsi in un luogo più appartato senza conoscere l'identità altrui.

Lorcan le stava abilmente -e qui l'aveva bloccata, non le interessavano i dettagli- palpando il sedere quando l'elastico babbano che gli teneva su la maschera si era spezzato ed era ruzzolata a terra. Completamente scossa per la nuova scoperta e vogliosa di fuggire lontano da lì, Roxanne si era ingenuamente tolta la maschera e si erano ritrovati a fissarsi increduli, mentre lui le teneva ancora una mano sul sedere. Erano talmente imbarazzati che si evitavano manco avessero la spruzzolosi, ma tanto i loro stupidi amici non se ne sarebbero accorti nemmeno se fosse successo davanti a loro.

Sempre detto che quei bestioni hanno le fettine di drago sugli occhi.

Ad ogni modo, Roxanne non era l'unica ad aver combinato guai ad Halloween.
Kyle Zabini, progenie di un'antichissima famiglia purosangue, Serpeverde, era stato sorpreso nel proprio dormitorio in dolce compagnia. La ragazza, almeno a detta di Al, era Venere Nott, sorella del suo compagno di stanza Alfred, che aveva tentato di Schiantarlo tutta la notte per aver attentato alla purezza della sua sorellina.

Rose era certa che Hogwarts fosse piena di storie del genere, bastava aver un paio di orecchie oblunghe.

Okay, forse non solo un paio...

«Vaffanculo Rose» proferì sua cugina sbattendo la sedia su cui era seduta. Non era stata lei a chiedere la sua compagnia e non aveva colpe se la mulatta sentiva il bisogno di lagnare chiunque incontrasse con questa storia.

Non ho ancora capito come faccia Fred a non averlo saputo.

Rose sospirò, tornando a dedicarsi al suo tema di pozioni prima che qualche altro molesto cugino potesse andare a disturbarla lì, nella Sala Comune, senza escludere che potesse essere Albus. Stava per trovare davvero l'ispirazione quando un gufo iniziò a picchiettare contro la finestra con tutta l'aria di chi non ha intenzione di smettere finché non avrà assolto il proprio compito.

Osservò con sguardo truce un ragazzo del terzo anno che apriva la finestra per farlo entrare e arrossì furiosamente quando il gufo si posò sulla sua pergamena facendole rovesciare il calamaio.

Ops.

Rifilò un sorrisetto al ragazzino, dopodiché liberò il gufo e iniziò a leggere la lettera, scritta con la composta grafia di sua madre.

Cara Rose,
Tutto bene? Spero che tu ed Hugo stiate studiando invece di perder tempo. Ad ogni modo, ti scrivo per dirti che questo sabato, a Hogsmeade, io e Astoria aspettiamo te e Scorpius per una cena.
Con affetto
Mamma

Quello che più la stupiva non era tanto che non l'avesse considerata minimamente se non per i suoi sporchi comodi, quanto più non coinvolgerla in quelle genialate del secolo che le riferiva sempre all'ultimo minuto.

Merlino, Morgana e Circe, quella donna mi farà impazzire!

Stava giusto per andare nei sotterranei a cercare Malfoy per strigliarlo ben bene dato che non l'aveva informata, quando sentì la sua voce dietro il quadro, o meglio, dietro James che gli impediva di oltrepassare il quadro.

«Dannazione Potter, se non ti levi di mezzo ti Schianto!» stava sbraitando mentre cercava la bacchetta nel mantello davanti al suddetto Potter che, per nulla intimorito -autoconservazione, questa sconosciuta!- tirava su le spalle con un sorrisetto beffardo.

«Levati Jamie, ci penso io» era intervenuta Rose prima che si scatenasse un duello con conseguente incidente diplomatico dovuto alla lotta Potter-Malfoy e la sua influente madre potesse uccidere entrambi per avergli sabotato il lavoro -sempre che James non lo uccida per primo, ovvio.

«Stavo giusto per venire a cercarti» disse incrociando le braccia sotto al seno. Era decisamente arrabbiata con sua madre e aveva un certa voglia di scaricare la sua frustrazione su Malfoy, non importava se a parole o a incantesimi.

Rose aveva la netta sensazione che lui ne sapesse, se possibile, ancora meno di lei, e per un attimo pensò che doveva lasciar perdere tutto e mandare al diavolo sua madre per uscire con Dominque e Lily. Poi si ricordò che Malfoy era impalato davanti a lei e la stava prendendo per una psicopatica, così si affrettò a dire: «Mia madre è matta».

Io sono matta, altroché...

Il biondo si guardava intorno stranito, probabilmente a disagio tra i caldi colori della sala comune e lo scoppiettio del fuoco nel caminetto. D'altra parte, le occhiate che gli rivolsero i suoi compagni di casa non erano affatto accoglienti come la Sala che li ospitava.

Dannati Grifondoro in lotta coi Serpeverde.

Mezz'ora dopo aveva appurato non solo che Scorpius non ne sapeva nulla, ma anche che questo sabato era in realtà quel sabato. Se non fosse stata convinta dell'autocontrollo dei Malfoy era certa che il ragazzo avrebbe dato di matto quando glielo fece notare. Indi per cui decise che lui non poteva dare di matto da solo e iniziò a borbottare al nulla di fronte a lei, là dove prima sedeva Scorpius, che non aveva intenzione di stare una serata intera sui tacchi e che avrebbe Cruciato la madre, se solo avesse provato ancora una volta a sabotare il suo tema di pozioni. Che sì, per la cronaca, era stato distrutto dagli artigli del gufo.

Al diavolo, James mi uccide se salto gli allenamenti per fare il tema.

Naturalmente Rose si premurò di farlo notare alla madre non appena la vide accanto ai cancelli di Hogwarts in dolce compagnia.

Anche di spalle poteva intravedere le forme procaci avvolte dalle calze a rete e dalla gonna, imbacuccata in un cappotto nero. Astoria Malfoy era molto più elegante di lei anche nel modo in cui riusciva ad indossare un cappotto. Osservò di sfuggita la madre, lanciandole un'occhiataccia mentre la donna incrociava le braccia sotto al seno nel tentativo di bloccare la maglietta che indossava sul pantalone elegante e sembrare una donna autoritaria.

Inutile dire che aver trascorso l'adolescenza tra i Weasley non le aveva giovato. A volte Hermione sembrava goffa nei suoi modi di fare, come se il fatto di essere nata babbana potesse impedirle di confrontarsi come pari con una purosangue. Naturalmente, le bastava aprire la bocca per aggiustare le cose.

Rose si sentiva leggermente a disagio tra le due donne mentre attendeva che Malfoy le raggiungesse, osservando gli stivaletti col tacco che sua madre aveva provveduto a spedirle insieme e un vestito bordeaux e le calzamaglie. Era come se non credesse che la figlia fosse in grado di vestirsi da sola a sedici anni, che senza la presenza autoritaria della madre potesse, in qualche modo, perdersi.

Quando Scorpius le sfiorò il braccio biascicando scuse sul suo ritardo fu lieta di riscuotersi dai pensieri, anche perché quella sensazione di perdersi senza una guida si stava lentamente trasformando in solitudine e gelo che qualcuno le aveva lasciato.

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