Binario 9 e ¾

Il primo settembre era, da sempre, un giorno travagliato per i maghi. Bisognava svegliarsi presto, caricare i bagagli e arrivare a Kings Cross senza farsi riconoscere. Poi, una volta arrivati, bisognava scaricare i bagagli e aiutare i ragazzi a ricaricarli sul treno. Una fatica enorme per il re dei pigri, Ronald Weasley. E dato che codesto re era in possesso della patria potestà di due individui meglio conosciuti come Rose e Hugo, suddetti figli erano costretti a farselo da soli, mica come Lily, a cui caricava tutto Harry.

«Ron, aiuta i ragazzi!» esclamò la madre arcigna mentre il resto del clan Weasley-Potter si avvicinava alla banchina.

L'uomo sbuffò e si allontanò con il baule di Rose, seguendo Hugo tra gli scompartimenti.

Rose, rimasta sola con Hermione, stava cercando disperatamente le parole per espiare le proprie colpe, ma non le veniva in mente nulla che potesse esprimere l'importanza di avere una madre del genere. Alla fine, fu Hermione a parlare.

«Quest'anno avrai di nuovo un ruolo importante» disse alludendo alla spilla da prefetto che le era arrivata qualche giorno prima.

«Già» riuscì solo a rispondere la Rossa mentre la banchina si svuotava e il senso di disagio che ultimamente avvertiva in presenza della madre diveniva man mano più tangibile.

«Oh Rosie, sono così fiera di te!» disse all'improvviso asciugandosi una lacrima dal viso. Non era una donna estremamente sentimentale, eppure Rose era abituata a gesti del genere.

«Ti voglio bene mamma» rispose allora lei, come se quelle quattro parole potessero esplicitare il sentimento che provava per la donna che l'aveva cresciuta, educata, protetta, e tutto nel miglior modo possibile.

⊰·⊱

Il treno per Hogwarts sembrava ogni anno più affollato, anche se, da quando era Prefetto, a Rose sembrava più caotico che mai. Di norma, avrebbe dovuto esserci un prefetto per vagone, ma Gideon e Kelzar Paciock erano già a Hogwarts con il padre e quindi alla Rossa toccavano due vagoni.

Quando stava per cedere e schiantare tutti, arrivò in suo soccorso uno dei due caposcuola, James Hutcherson.

«Serve una mano, Wesley?» domandò il Corvonero con aria professionale. Rose si trattenne dall'inginocchiarsi e baciargli e piedi, quindi annuì e arrossì di circostanza, giusto perché era una Weasley e il rosso era l'unico colore in grado di identificarli.

Con l'aiuto del compagno del settimo, riuscì a far defluire il traffico di studenti nei vari vagoni e a rassicurare i primini spaventati. Al termine, andò alla ricerca della cabina in cui si trovavano i suoi cugini. Non fu difficile trovarla, dato che si mettevano sempre alla stessa, ma la trovò occupata anche da Christopher. Trasalì nel vederlo seduto vicino a sua cugina che stava ridacchiando -rendiamoci conto, Molly che ridacchia! Il mondo sta per finire- e dopo avergli lanciato un occhiata schifata annunciò che sarebbe andata nella carrozza dei prefetti.

La carrozza dei prefetti di solito non si riempiva prima della chiamata dei caposcuola, che avveniva circa mezz'ora prima dell' arrivo per discutere dei primi turni di sorveglianza, ma quel primo settembre una figura si intravedeva dormiente oltre la porta chiusa del vagone. Rose entrò, cercando di fare il meno rumore possibile, e si richiuse lo sportello scorrevole alle spalle.

«Ehi Weasley!» Esclamò la voce dietro di lei facendola sobbalzare.

Ma non stava dormendo?!

Si voltò furente e spaventata verso il ragazzo più idiota di tutta Hogwarts, colpevole solamente di aver occupato la cabina prima che vi arrivasse lei.

«Malfoy, per Merlino, che ci fai qui?!» urlò in preda ad una crisi isterica delle sue mentre sistemava il proprio baule con l'aiuto della magia.

«Beh, sono un prefetto, e poi potrei fare la stessa domanda a te» replicò lui calmo e pacato come al solito, incurante dello sguardo arcigno della collega.

Ahhhh, quand'è così tranquillo mi da i nervi!!

«Beh, anch'io sono un prefetto. Ma non potresti andare dai tuoi amici?» domandò la rossa pentendosene subito dopo, al lampo di... malinconia -forse?- che gli attraversò per un momento lo sguardo.

«La carrozza era piena» disse alludendo probabilmente alla carrozza Weasley nella quale alloggiavano Albus e Lucy, i suoi compagni di pranzo di Hogwarts da... sempre.

«Bene» disse lei posizionandosi accanto al finestrino a guardare il panorama. Le piaceva vedere i campi che si rincorrevano e quei colori che si miscelavano nei suoi occhi, creando una tavolozza variopinta che-.

«Ehi, sveglia, stanno arrivando gli altri».

Una voce la riscosse. Non si era nemmeno resa conto di essersi addormentata, e se Malfoy non l'avesse chiamata non si sarebbe accorta di nulla e sarebbe potuta perfino tornare a King's Cross.

Rose si tirò a sedere e si sistemò alla bell'e meglio i capelli –sicuramente increspati più del solito dopo la dormita- mentre James e Seline Goth entravano nella cabina, seguiti dagli altri prefetti.

«Allora» esordì decisa Seline. «Quest'anno non ci saranno lamentele per i turni di vigilanza. Il primo inizierà alle otto e terminerà alle dieci, il secondo terminerà a mezzanotte e l'ultimo alle due. I turni saranno svolti a rotazione e non necessariamente con il compagno della propria casa. Tutto chiaro?».

Gli occhi verdi di Seline si alzarono su di loro, ghiacciandoli tutti. Era la Serpeverde più in gamba che Rose avesse mai conosciuto, rispettosa, caparbia, ma anche furba e astuta, i suoi occhi erano capaci di uccidere. E poi era bellissima. Pelle diafana e liscia, labbra rosee e carnose, occhi grandi e magnetici, sopracciglia alte e definite, capelli mossi marroni e un sorriso da mozzare il fiato.

Rose ne era quasi certa, poche persone erano ritenibili più belle di lei.

Non appena ebbe finito di parlare, la mano di Justin Macmillan, anonimo Tassorosso sano di mente al contrario di Rose, si levò, e lui disse: «Perché i turni iniziano alle otto se il nostro coprifuoco è alle nove?».

«Perché il preside ha stabilito che fino al quarto anno il coprifuoco è alle otto. Altre domande?».

Tutto tacque intorno alla misteriosa mora, così continuò: «Bene, per stasera Rose e Gideon primo turno, Justin e Brisen secondo e io e James faremo l'ultimo. Chi oggi si riposa, domani farà l'ultimo turno» e con queste parole ci congedò.

Tutti uscirono dal vagone per andare a recuperare i bauli nelle carrozze, e anche Scorpius, con il baule alla mano, si avvicinò alla porta scorrevole. Un attimo prima di oltrepassarla, si girò e disse: «Sai, rossa, sei bella quando dormi, sembri quasi normale» e detto questo se ne andò.

Mentre il treno sferragliava sui vagoni per arrestare la propria corsa, Rose non poteva fare a meno di pensare alle parole di Scorpius. Nella testa le risuonavano come una presa in giro, ma la sua mente incasinata continuava a riproporgliele di continuo, come un disco inceppato.

E mentre tentava di dare una spiegazione allo strano gesto di Malfoy, per poco non cadde dal treno. Fortuna che Hagrid la prese in tempo e la stritolò per benino mentre conduceva i primini alle barche.

Li guardò osservare incuriositi l'enorme castello e le piccole barchette con cui avrebbero dovuto raggiungerlo, e le sembrò di ricordare il suo primo giorno di scuola. Era impaurita e tremolante, se non ci fosse stato Al probabilmente avrebbe pianto.

Adesso invece, le veniva quasi da ridere ripensando alla bambina ingenua che era e alla donna che stava diventando, mentre s'incamminava per il sentiero raggiungendo la sua marmaglia di cugini e l'ennesimo anno ad Hogwarts stava per incominciare.

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