💌 fourth
La mattina di Natale Shuuya fu svegliato dalla porta di casa che sbatteva, segno che suo padre era appena uscito. Afferrò il telefono in carica vicino al letto e -non prima di essersi accecato con la luminosità fin troppo alta- controllò l'ora. Le cinque e mezza. Sospirò.
Il rapporto tra lui e suo padre era radicalmente cambiato dopo la morte della mamma. L'uomo che aveva giocato a calcio con lui, lo stesso che lo aveva sostenuto ad ogni partita, era scomparso assieme alla moglie.
Shuuya stimava la sua dedizione per il lavoro, l'impegno con cui salvava innumerevoli vite. Ma avrebbe voluto che ogni tanto trovasse del tempo da dedicare ai figli. Almeno per Yuuka.
Inviò gli auguri a Shirou, come prima cosa -lo conosceva da poco, ma quel ragazzo già gli piaceva. Poi, consapevole del fatto che non sarebbe riuscito a riprendere sonno, sgusciò fuori dalle coperte. In silenzio, per non rischiare di svegliare Yuuka, raggiunse il bagno e si infilò sotto il getto di acqua bollente della doccia, crogiolandosi in quella paradisiaca sensazione di calore.
La ferita sul ginocchio stava guarendo velocemente, ma il suo corpo era cambiato. Nuovi nei, nuove cicatrici, e gli ultimi residui di inchiostro sulle braccia. Era diverso.
Ripensò alla conversazione avuta con Shirou il giorno prima. «Come se mi fossi presentato a me stesso solo ora».
Sorrise.
Alle sette precise, stretto nel cappotto pesante e con il viso quasi completamente nascosto da sciarpa e cappuccio, Shuuya stava pagando una Christmas Cake nella pasticceria sotto casa.
Gli occhi grandi e scuri di Yuuka brillarono, quando -uscita dalla sua camera avvolta dalla calda vestaglia rosa- vide la torta attenderla sul tavolo della cucina. Shuuya finse di non notare come quello stesso scintillio si fosse fatto un po' più opaco, alla notizia dell'assenza del padre.
Era il secondo Natale che trascorrevano da soli. Per lui la festività non era altro che una scusa per uscire con gli amici, ma la sua rabbia non faceva altro che aumentare alla vista di Yuuka che si sforzava di mostrarsi felice per non dargli un dispiacere.
"Non ha mantenuto la promessa che le aveva fatto"
«Scusate per il disturbo, non ce la facevo proprio a lasciarla da sola»
Kidou camminava al suo fianco con le mani nascoste nelle tasche della costosa giacca, mentre pochi metri più avanti Endou aveva preso Yuuka sulle spalle e si faceva largo tra la folla come meglio poteva.
«Tranquillo, la tua sorellina è adorabile» Yuuto sorrise. «Sei un ottimo fratello maggiore»
«Cerco solo di non farle mancare niente, mio padre non si accorge di quanto si senta abbandonata»
«Sai già come la penso: dovresti parlargli faccia a faccia»
Avrebbe voluto rispondergli, ma si accorse di non esserne in grado. «Lo farò» diceva sempre così «ma non mi ascolterà». In verità non aveva neanche il coraggio di guardare in faccia quell'uomo. Lo spaventava, lo odiava, non era più suo padre.
Ad allontanarlo da quei pensieri fu Endou, che li trascinò in un KFC dove aveva miracolosamente adocchiato un tavolo libero. Una volta dentro Shuuya poté liberarsi dell'ingombrante cappotto che lo proteggeva dal tanto detestato freddo invernale e godersi il riscaldamento del locale.
«Onii-chan, voglio anche io il menù natalizio!» Yuuka lo strattonò per la manica della felpa, con tono supplichevole.
«Ok ok, ma devi promettere che lo mangerai tutto»
«Prometto, prometto!»
Endou prese ad armeggiare con il telefonino, un leggero sorriso -che tentava invano di nascondere- gli piegava all'insù gli angoli della bocca.
«Natsumi?» domandò Kidou, un sopracciglio inarcato. Il capitano della Raimon annuì.
«Tu e Fudou non vi scambiate gli auguri?»
Yuuto arrossiva di rado. Era difficile metterlo in imbarazzo, ma bastava accennare alla sua nemesi e anima gemella per vederlo assumere le più improbabili sfumature di rosso.
«L-lui non è un tipo romantico... e... e neanche io» ma si poteva leggere una nota di risentimento nella sua voce.
«Però quando sarete grandi vi sposerete!» Yuuka si sporse in avanti con i palmi aperti sul tavolo e anche Shuuya si fece un po' più vicino, poggiando il mento sulle mani e ghignando divertito.
«Non mi dirai che vorresti ricevere più attenzioni da lui» ammiccò.
«No!» l'urlo di Kidou fu talmente forte che le persone ai tavoli accanto al loro si voltarono e il rasta ammutolì immediatamente, forse tentando di scomparire tra Endou -accanto a lui- e la parete alla sua destra.
Aprì bocca solo per ordinare, poi si chiuse in un totale silenzio che durò finché non giunsero i loro piatti. A quel punto, pur di spezzare l'imbarazzo creatosi, Shuuya raccontò ogni cosa riguardo a Shirou.
Fu il caos, ma almeno Kidou parve riacquistare il buon umore.
Yuuka saltò in piedi sulla sedia e iniziò ad assillarlo per poter vedere almeno una sua foto, ma mentre mostrava alla sorella il profilo instagram del ragazzo ricevette un messaggio sul gruppo della Raimon, da parte di Endou, dove il capitano invitava tutti ad andare a seguire l'anima gemella di Gouenji-kun.
Non osò immaginare la reazione di Shirou -che gli aveva pregato di non rendere pubblica la questione- quando avesse scoperto che l'intera ex-squadra ne era venuta a conoscenza. E infatti il suo messaggio non tardò ad arrivare; mentre Kidou si occupava di suddividere i soldi del conto, Shuuya si ritrovò a rassicurare un terrorizzato Fubuki e promettergli che nessun'altro avrebbe scoperto niente, finché lui non fosse stato pronto a fare coming out.
Fu un bel Natale.
Il dottor Gouenji rincasò solo dopo le undici e mezza, quando oramai Yuuka dormiva da tempo.
Shuuya lo aveva atteso sul divano del soggiorno per più di un'ora, immerso nel buio quasi senza accorgersene -tant'è che ormai i suoi occhi si erano abituati all'oscurità- completamente preso dai propri pensieri, divorato dalla rabbia.
Aveva rimuginato a lungo, si era preparato un discorso, ed era deciso a confrontarsi con suo padre. Parlargli faccia a faccia, proprio come Kidou gli aveva sempre suggerito.
L'uomo accese la luce dell'ingresso e sussultò alla vista della figura che lo attendeva.
«Shuuya, sei tu, cosa ci fai ancora sveglio?»
Puntò le iridi scure sul genitore.
«Avevi promesso a Yuuka di passare il Natale con lei»
Katsuya sospirò pesantemente, sfilandosi gli occhiali dalla montatura nera e poggiandoli sul tavolino di vetro davanti al divano, poi si strofinò gli occhi con aria stanca. Prese posto vicino al figlio e gli poggiò una mano sul ginocchio, ma lo sguardo iracondo che gli veniva rivolto non mutò.
«Io sono un medico, il mio lavoro è quello di salvare le persone. Se perdo tempo con una stupida festa commerciale, qualcuno potrebbe anche morire. Qualcuno che avrei potuto salvare, capisci?»
Shuuya rimase in silenzio, si costrinse a non aprire bocca. E ci volle tutta la sua forza di volontà per non urlare ciò che stava pensando e trattenere le lacrime.
Suo padre lo guardò, con quello sguardo stanco e al contempo gelido che lui tanto odiava; poi si alzò e si diresse verso la cucina.
«C'è qualcosa da mangiare? È dall'ora di pranzo che non tocco cibo»
Shuuya ingoiò a vuoto, con la gola che bruciava e la vista che si faceva pian piano più sfocata. Lo sapeva, era impossibile parlare con lui, non ce la faceva.
Non riusciva nemmeno a guardarlo.
«Gli avanzi sono nel frigo» detestò la sua voce spezzata; voleva mostrarsi forte, furioso, non poteva farsi vedere in lacrime.
Si chiuse in camera sua.
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Note: sono stata costretta a riscrivere il capitolo e sinceramente non mi soddisfa, era meglio la prima versione T-T
E sì, ci ho messo dentro la NatsuEndou perché... li shippo, sorry (come penso si sia già capito, le altre coppie secondarie di questa storia saranno la FudouKidou e la AtsuNae ^^)
Mi sembrava ovvio ma forse è meglio specificare: in Giappone il Natale è molto diverso! Essendo un paese con solo una piccola minoranza cristiana, questa festa è vista come una specie di San Valentino ed in genere è festeggiata solo dalle coppie o dalle famiglie con bambini piccoli.
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