- 01 - Batman

"Posso affermare senza alcun dubbio che esiste un numero infinito di universi. Alcuni sono proprio come il nostro... a parte uno o due eventi significativi, sono esattamente uguali." -Lex Luthor

Metropolis era stata rasa al suolo. Tutto era completamente distrutto, nulla si era salvato. Persino il fuoco doveva farsi strada fra le macerie per potersi espandere. Al notiziario si parlava di milioni di morti e al GCPD, il dipartimento di polizia di Gotham City, tutti i poliziotti erano in preda all'angoscia. Nella stanza degli interrogatori della centrale, Batman stava cercando di strappare delle informazioni alla sua più grande nemesi: il Joker, che rispondeva alle domande del Cavaliere Oscuro con delle sonore risate.

Batman: La bomba. Dove l'hai presa?
Joker: Perché, ne vuoi una? Bat-copione...

L'atteggiamento di Joker non fece che mandare Batman su tutte le furie. Egli afferrò il clown per il colletto della sua giacca viola, ma prima che potesse fare altro, qualcosa fece a pezzi un muro della stanza. Quel qualcosa era Superman, in preda alla collera. Nel vederlo, Joker, sghignazzò. L'Uomo d'Acciaio atterrò nella stanza. I suoi occhi trasmettevano un'incontrollabile rabbia, puro odio.

Superman: Allontanati da lui.
Batman: Ho tutto sotto controllo.

Superman si avvicinò al tavolo al quale era seduto il clown, che osservava l'eroe con aria soddisfatta. L'uomo lanciò via il tavolo che lo separava da Joker, afferrò quest'ultimo e lo sbatté contro il vetro della stanza con forza.

Superman: Mi hai drogato! Mi hai fatto... Lois... mio figlio.
Joker: Prima Krypton, poi Metropolis... le persone che ami tendono a saltare in aria, non è vero?

Quella frase fece infuriare ancora di più Superman, che si preparò a spaccare la faccia al clown.

Batman: Superman, no!

Superman ci ripensò e, col suo pugno, colpì il vetro contro cui aveva precedentemente sbattuto Joker. Quest'ultimo, dopo aver stampato sul suo volto un sorrisino, mise una mano sulla spalla del proprio aggressore.

Joker: È questo che adoro di te, Superman. Sei molto più ingenuo di...

Per concludere la frase, Joker fece un cenno con la testa verso l'Uomo Pipistrello, facendo intuire che la frase era riferita a lui. In uno scatto d'ira, Superman scaraventò il clown contro un muro, e questi si alzò a fatica, ma sempre con il sorriso sul volto.

Joker: Pensi di poter avere una famiglia. Che chiudendomi da qualche parte, mi rimetterai magicamente sulla retta via. E loro saranno al sicuro. Grosso e stupido...

Mentre diceva quelle terribili parole, Joker tirò su una sedia da terra e si accomodò tranquillamente, non curante di avere di fronte l'essere più potente del pianeta.

Joker: Ora vattene, così potrò uscire di qui. Se voglio fare meno di così, avrò bisogno di pianificare moltissimo!

A quel punto, la rabbia di Superman aveva superato il limite, e questi afferrò Joker per il collo, sollevandolo da terra. Batman, che aveva compreso che di lì a poco la situazione sarebbe degenerata, si avvicinò all'eroe nel tentativo di fermarlo.

Batman: Ora basta!

In quel momento, Superman non capiva nessuna lingua a parte quella della violenza e, per evitare di essere intralciato, respinse Batman, che cadde a terra. Malgrado la stretta di Superman attorno alla sua gola si facesse sempre più letale, il Joker fu in grado di pronunciare la frase che voleva dire.

Joker: So che è molto presto, ma... credi che potrai innamorarti ancora? Forse, non ucciderai la tua prossima famiglia...

Una volta detta questa frase e aver provocato Superman, il clown non poté che fare quel che sapeva fare meglio, ridere, quando Superman gli aprì il petto con il braccio, uccidendolo nella maniera più cruenta possibile.

Altrove...
Nei cieli di Metropolis stava avendo luogo una battaglia fra supereroi e malvagi. Lanterna Verde, con il suo anello del potere, aveva creato un minigun e stava facendo fuoco contro il proprio avversario, così come Superman stava tenendo testa al dio della guerra Ares, che cercava di colpirlo con la sua spada. Egli, però, non poté fare a meno di barare e si materializzò alle spalle dell'Uomo d'Acciaio, per poi colpirlo. Superman utilizzò la sua vista calorifica e la spada di Ares, utilizzata da quest'ultimo per difendersi dai raggi ottici, si spezzò, lasciando il tempo all'eroe di attaccare il dio. Lanterna Verde stava inseguendo in volo Sinestro, la Lanterna Gialla della paura, e gli stava sparando con il minigun, ma il criminale stava schivando i proiettili volando a tutta velocità. Poi, col potere del suo anello, Sinestro bloccò il passaggio al supereroe creando una barriera di spuntoni, per poi svignarsela, inseguito comunque da Lanterna Verde. Intanto il potente Shazam stava affrontando il suo avversario, Black Adam; dopo averlo colpito con i suoi pugni, si servì dei suoi fulmini per scagliarlo verso la sua alleata, Hawkgirl, che colpì violentemente il malvagio con la sua mazza ferrata. Superman, dopo aver capito che senza un colpo deciso, Ares non si sarebbe arreso, gli sferrò un attacco micidiale, facendolo schiantare su un tetto, dove si erano appostati Aquaman e Wonder Woman, in attesa che l'Uomo d'Acciaio battesse il dio della guerra. Mentre i due eroi legavano il malefico Ares, Superman li raggiunse in volo.

Superman: Wonder Woman. Aquaman. Facciamola finita. Devo andare alla Torre di Guardia.
Wonder Woman: Prima che Luthor ci lanci addosso qualcos'altro...

Davanti a loro atterrò con ben poca delicatezza un essere mostruoso, che sembrava essere fatto in parte di roccia: il feroce e pericoloso Doomsday, uno dei nemici più potenti di Superman, il quale non era affatto felice di vederlo.

Superman: Doomsday.

L'eroe volò verso il mostro, ma questo non si fece scrupoli a colpirlo, scaraventandolo via.

Wonder Woman: Sarebbe dovuto essere un attacco combinato.
Aquaman: A volte Clark si dimentica che non può fare tutto da solo.

Intanto, all'interno della Torre di Guardia, la base spaziale della Justice League, si stava svolgendo una lotta fra i Titani e Luthor, aiutato dalla sagace Catwoman, il mostruoso Solomon Grundy e il forzuto Bane. Cyborg tentò di colpire Lex con un raggio del suo braccio cannone, ma il nemico si difese con uno scudo. Poi sparò vari missili all'eroe, deciso a liberarsi di lui, ma in quel momento la potente strega Raven si materializzò davanti al compagno e intercettò l'attacco di Luthor con una barriera mistica. Dopodiché rivolse i missili verso Bane, che stava affrontando Nightwing, e glieli lanciò contro, permettendo così a quest'ultimo di colpirlo.

Lex Luthor: Stai interrompendo lo spettacolo di stasera, Raven.
Raven: La violenza mi ripugna, Luthor. Ma tu mi piaci ancor meno.

Nightwing, nascostosi dietro Raven, venne afferrato per il collo da Catwoman con la frusta. La donna tirò verso di sé il ragazzo, facendolo cadere a terra, attirando l'attenzione della strega incappucciata. A quel punto Luthor sparò un raggio contro Raven, ma questa scomparve, eludendo il colpo, per poi riapparire vicino a lui e scagliargli un dardo magico addosso. Cyborg affrontò Solomon Grundy, mentre il povero Nightwing dovette vedersela con Catwoman e Bane, due avversari tutt'altro che semplici da battere. Grundy prese Cyborg, sollevandolo in aria e lo lanciò via, facendolo atterrare vicino a Nightwing.

Nightwing: Pensavo che avessi ormai finito di ripulire questo disastro.
Cyborg: Sono Cyborg, non Mister Miracle.

A quel punto Nightwing si vide costretto a chiamare Batman, conscio del fatto che il suo intervento non avrebbe potuto che giovare a lui e ai Titani. L'Uomo Pipistrello stava dirigendosi al Manicomio di Arkham, sfrecciando per le strade con la sua Batmobile.

Nightwing: Nightwing a Batman, mi ricevi? Ci servirebbe una mano.
Batman: Dopo che avrò controllato ad Arkham. Devo assicurarmi che Luthor non l'abbia tirato fuori.
Nightwing: Può aspettare. Ci stanno facendo il culo.
Batman: Arriverò presto, Dick.

Arrivato ad Arkham, Batman si fece scortare da una guardia alla cella nella quale era imprigionato Joker.

Guardia: Lo abbiamo tenuto d'occhio, Batman, come ci hai chiesto. Sono ore che non si muove.

La guardia fece per aprire la porta, ma Batman lo fermò appena in tempo, poiché si era accorto di qualcosa che l'uomo non aveva assolutamente notato. Era stato messo un filo davanti alla porta, all'altezza dei piedi.

Guardia: Che diavolo? Che cos'è quello?

Batman, con uno dei suoi gadget, congelò il filo e lo ruppe, per poi aprire la porta della cella, capendo come erano andate le cose. Il filo davanti all'entrata avrebbe attivato il timer di una bomba sistemata all'interno della cella stessa.

Guardia: Come ha fatto Joker a fare questo?
Batman: Non l'ha fatto. La vera trappola...

Prima di terminare, Batman avvolse se stesso e la guardia nel proprio mantello, difendendo entrambi da delle stelle ninja.

Batman: ... è dietro di noi.

La persona che li aveva attaccati era il mercenario Slade Wilson, meglio conosciuto come Deathstroke, uno spietato assassino senza rimorso alcuno.

Deathstroke: Sei proprio sveglio.

Iniziò un duello fra i due e, mentre Batman teneva impegnato il criminale, la guardia, spaventata, tagliò la corda. Malgrado l'Uomo Pipistrello fosse fra i combattenti più abili al mondo, Deathstroke non era da meno e, infatti, tenne testa egregiamente al Cavaliere Oscuro.

Batman: Ora sei il galoppino di Luthor, Deathstroke?
Deathstroke: Mi paga. E come bonus... posso uccidere Batman.

Seguì una lotta fra i due, che si concluse con la vittoria di Batman.

Batman: Spiacente, Deathstroke. Niente bonus per te. Batman a Torre di Guardia. Rispondete. Nightwing.

A Metropolis la battaglia non accennava a finire. L'inarrestabile Doomsday dovette affrontare Hawkgirl, il cui attaccò venne però bloccato, e Lanterna Verde, che legò un costrutto di luce attorno al collo del mostro, lanciandolo poi verso Wonder Woman, che un forte colpo, scaraventò Doomsday verso il basso. Il possente Shazam, invece, stava ancora combattendo contro Black Adam ma, accortosi che il mostro di roccia stava precipitando, si sbrigò a terminare la lotta, usufruendo del suo potere.

Shazam: "Shazam"!

Di colpo, un fulmine caduto dal cielo si abbatté su Black Adam, che precipitò quando Doomsday, inavvertitamente, lo urtò in aria. In strada c'era l'arciere Freccia Verde che, per evitare che Adam atterrasse sull'asfalto, scoccò una freccia, la cui punta si aprì, facendo spuntare un grande materasso gonfiabile sotto l'uomo. Mentre questi, seppur privo di sensi, uscì indenne dalla caduta, Doomsday sfondò il pezzo di strada sul quale si era schiantato. Vicino a Freccia Verde, alla velocità della luce, arrivò il Velocista Scarlatto Flash.

Flash: Freccia Verde! Che cos'è stato?
Freccia Verde: Il fulmine degli dei, Flash. Il fulmine degli dei.
Flash: E noi saremmo?

Doomsday, instancabile, si rialzò, ma prima che potesse attaccare Flash o Freccia Verde, Superman apparve dal nulla e, volando veloce come un fulmine, prese il mostro e lo portò lontano.

Freccia Verde: I poveracci a cui tocca pulire.

Disse l'arciere per rispondere alla domanda del compagno. Sulla Torre di Guardia era ancora il caos. Cyborg stava riempiendo di pugni Grundy, Catwoman stava evitando agilmente tutte le saette magiche di Raven e Nightwing stava colpendo ripetutamente Bane con i bastoni, finché il criminale non si ribellò e contrattaccò con la forza bruta.

Lex Luthor: Ora, se non ci sono altre interruzioni...

La frase di Luthor venne interrotta dall'arrivo di Batman, teletrasportatosi alle sue spalle.

Batman: Ci ho messo quasi due minuti a decifrare il tuo codice. Bel lavoro.
Lex Luthor: Bane?
Bane: He esperado mucho tiempo para esto. Ora ti spezzerò la schiena.

Ahimè, il desiderio di Bane non si realizzò, in quanto Batman riuscì a metterlo al tappeto.

Batman: Bane, Catwoman, Grundy... sei rimasto solo, Luthor.
Lex Luthor: I geni lo sono spesso.
Batman: Psicopatici come te...
Lex Luthor: Voi eroi siete tutti uguali. Da vicino, fai ancora meno paura.
Batman: Stai mettendo alla prova la mia pazienza.

Batman cominciò a lanciare una moltitudine di Batarang esplosivi contro Luthor, il quale si spazientiva a ogni colpo.

Lex Luthor: Dannato!
Batman: È tempo di insegnarti cosa sia l'umiltà.

Dopo un impegnativo scontro, la fine di Lex non fu diversa dai precedenti avversari di Batman, in quanto anch'egli venne messo K.O.

Batman: Prova questo, Genio.

Disse Batman, attaccando un dispositivo inibitore sull'armatura di Luthor, disattivandola. Finalmente gli eroi poterono riprendere fiato. Mentre Nightwing conduceva Grundy, Bane e Catwoman all'interno di un portale, aperto da Raven, che li avrebbe ricondotti sulla Terra, l'Uomo Pipistrello contattò Superman con l'auricolare.

Batman: Superman, rapporto.
Superman: È finita. Gli altri stanno facendo pulizia. Io sto portando Doomsday nello spazio profondo.
Batman: Assicurati che sia davvero molto profondo.

All'improvviso, nella Torre di Guardia, suonò un'allarme rosso, cogliendo di sorpresa tutti i presenti, compresi Luthor e Catwoman, la quale non aveva ancora attraversato il portale.

Catwoman: Che cos'è?

Mentre Nightwing spingeva la donna all'interno del varco di Raven, Cyborg rispose alla sua domanda.

Cyborg: È l'allarme "Non sono cavoli tuoi".

Raven sigillò il portale magico, mentre Cyborg, con i suoi congegni, cercò di scoprire quale fosse la causa dell'allarme.

Batman: Radiologico. Metropolis.

Analizzando l'area di Metropolis, Cyborg scoprì che Joker e Harley Quinn stavano facendo qualcosa di grosso e di incredibilmente rischioso.

Lex Luthor: Vedo già i titoli: la Justice League fallisce. Clown uccide milioni di persone...
Batman: Gli hai dato una bomba nucleare?
Lex Luthor: La maggior parte della League muore... e l'amata città di Superman viene vaporizzata. Io consolo le masse offrendomi di ricostruirla. A mia immagine, ovviam... unnh...

Lex non poté finire di parlare, poiché Nightwing lo colpì in testa con uno dei suoi bastoni, facendogli perdere conoscenza.

Nightwing: Aveva finito.

Preoccupato per la sorte di Metropolis, Batman contattò tutti i membri della League sul posto.

Batman: Qui Batman. Codice rosso! Tutti a queste coordinate, ORA!

Sotto la statua di Superman, Joker e Harley stavano ultimando i "preparativi" per far esplodere l'ordigno.

Joker: Ok... il pelatone ha detto di ricordarsi di... sì... ci siamo...

Disse il Joker, premendo tasti a caso, ma riuscendo comunque ad attivare la bomba. La sua "fidanzata", Harley, più felice che mai, esclamò.

Harley Quinn: Mr. J! Funziona! Aww!

La ragazza iniziò a canticchiare allegra, ma quando si accorse che Batman si stava teletrasportando vicino a loro, non poté che essere un tantino in ansia.

Harley Quinn: Oh oh...
Joker: Torna nel furgone, Harley. Io e Bats dobbiamo parlare.
Harley Quinn: Ma budino...

Harley, un po' triste, prese il braccio di Joker, ma lui si voltò e le diede uno schiaffo.

Joker: Vai. Non mi serve la ruota di scorta.

La povera Harley se ne andò offesa, sfiorandosi con la mano la guancia dolorante. Joker, osservando il Cavaliere Oscuro che si avvicinava minaccioso, sorrise.

Joker: Batman! Il mio coeur des coeurs! Il mio pomme de frites! Sapevo che quella scimmia di Deathstroke non poteva ucciderti!
Batman: Purtroppo per te.

Quando si accorse che la bomba era stata attivata, Batman rimase per un attimo impietrito, come se il cuore gli fosse saltato in gola.

Joker: Perché sei così nervoso? L'ho solo tolta dallo standby. È questo il pulsante di cui devi preoccuparti.

Disse Joker, mostrando al Crociato Incappucciato il comando remoto che avrebbe fatto esplodere l'ordigno. Nel frattempo, tutti i componenti della Justice League presenti a Metropolis erano vicini alla posizione di Batman e del clown. Wonder Woman, affiancata da Hawkgirl e Shazam, stava volando velocemente verso la statua.

Wonder Woman: Eccoli! Fallo parlare, Bruce...

Fra le strade di Metropolis sfrecciava Flash, seguito in volo da Lanterna Verde, che trasportava Freccia Verde e Aquaman col potere dell'anello.

Lanterna Verde: Non aspettarci, Barry! Vai!

Flash fece cenno di aver capito e accelerò. Batman, nel frattempo, cercava di tenere impegnato Joker al fine di impedire che premesse quel pulsante. Il pulsante che avrebbe condotto Metropolis alla distruzione totale.

Batman: Se premi quel pulsante, otto milioni di persone moriranno.
Joker: Otto milioni e due, tesoro. Volevo godermi i fuochi d'artificio da una distanza di sicurezza, ma ora che sei qui... che ne dici di un ultimo ballo?

Ormai la fine era praticamente giunta e Metropolis era sull'orlo del baratro. Batman vide il dito del Joker che si avvicinava inesorabilmente al pulsante e si buttò verso di lui per fermarlo. Tutti gli eroi erano vicini, ma qualcosa di strano stava accadendo: Hawkgirl notò che sul corpo di Wonder Woman erano apparse delle scintille, cosa che accadde anche a Lanterna Verde, Aquaman e Freccia Verde, e poi anche a Batman e Joker. Improvvisamente l'Uomo Pipistrello e il malvagio clown caddero su una strada in una città che sembrava essere proprio Metropolis, ma qualcosa non andava. Era diversa, più silenziosa. Rialzatosi, il Joker si accorse che il comando remoto della bomba non funzionava più e si arrabbiò.

Joker: Che diavolo succede a questo affare? Scommetto che in qualche modo è colpa tua!

Disse il Joker riferendosi a Batman, che non lo stava assolutamente ascoltando, ma anzi, stava cercando di comprendere cosa fosse appena successo.

Batman: Metropolis... eppure...

Malgrado stesse pensando ad altro, l'eroe non aveva abbassato la guardia e intercettò un colpo del Joker, per poi spingerlo via.

Joker: Forse prima sono stato troppo sentimentale. Starò bene senza di te.

Nella lotta che seguì, malgrado la "rabbia" del Joker avesse in un certo qual modo incrementato la sua forza, venne neutralizzato da Batman, che aveva tenuto in serbo dei pugni solo per lui.

Batman: Ora stai giù...

Il Joker provò un assalto molto improvvisato che Batman non fece fatica ad eludere. Il Cavaliere Oscuro tenne fermo il clown, schiacciando la sua faccia sull'asfalto, mentre in lontananza, si poterono udire delle sirene in avvicinamento.

Batman: E fai silenzio.

In quel momento sopraggiunsero numerosi veicoli e anche un blindato, da cui uscirono dei soldati armati fino ai denti, i quali puntarono i loro fucili contro Batman.

Soldato: Mani in alto.

Poco dopo, le schiere di soldati si infoltirono e arrivò sul posto persino un elicottero, che teneva sotto controllo la situazione dall'alto.

Soldato: Ho detto mani in alto, Bat-mostro! O sei morto!
Joker: Questa sì che è bella.

In quella circostanza, Batman non poté far altro che guardarsi attorno incredulo, poiché non capiva come mai, di colpo, fosse diventato il nemico pubblico numero uno. Fece finta di arrendersi, ma aveva un piano di fuga in mente. Nella mano destra teneva un piccolo congegno che produsse un fastidiosissimo suono, a cui lui solo era invulnerabile. In quel modo, stordì tutti i soldati, per poi lanciare a terra due bombe fumogene, ricoprendo l'intera area di una densa e a prima vista impenetrabile coltre di fumo. Più tardi, la sera, Batman si appostò su un tetto, notando altri di quei misteriosi soldati. Si mise ad ascoltare le loro comunicazioni radio per cercare di capirci qualcosa di più.

Soldato 1: Dilettanti... la prossima volta, ripulisci il disco.
Soldato 2: Non sono ribelli?
Soldato 1: No, solo dei teppisti. Come quell'idiota del Clan Joker che avevamo quasi preso. Non riesco ancora a credere che ci siamo persi il maledetto Batman...
Soldato 2: Già... speriamo che il grande capo non lo scopra...
Batman: Sono finito in un incubo.

Disse Batman, sconfortato.

SAPPIATE CHE QUESTA NON È UNA STORIA DA ME INVENTATA, BENSÌ È QUELLA DI UN BELLISSIMO VIDEOGIOCO CHIAMATO "INJUSTICE: GODS AMONG US". SAPPIATE CHE DOPO AVER CONCLUSO QUESTO RACCONTO, FARÒ ANCHE IL SEGUITO. ALLA PROSSIMA❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️

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