Capitolo 9 - Ho voglia di riscattarmi
Questo corridoio, che porta in palestra, non l'ho mai percepito così vuoto.
La gente c'è, camminano, parlano, scherzano, alcuni litigano, ma perché lo fanno? Mi sento come in mezzo a un gruppo di estranei che abitano in un posto che non mi appartiene più. Cosa ci faccio qui in mezzo a loro?
Aggiusto la borsa che ho in spalla e chiudo la mia felpa rossa preferita fino al collo. Sono sempre stata comoda con questa felpa, ma oggi mi sento a disagio.
Due ragazze mi guardano, si scambiano dei commenti e ridono.
Cosa hanno da ridere? Saranno fatti loro, molto probabilmente non stanno ridendo di me. Sono solo triste, con l'autostima a pezzi e qualsiasi cosa vedo sembra che sia contro di me.
Ho l'impressione che tutti stiano parlando del momento di merda che ho dovuto affrontare ieri sera. Ma queste persone non c'entrano niente, forse non c'erano nemmeno alla festa. Sono solo io che non mi sento giusta. Cosa ho sbagliato?
Devo andare a lezione di ginnastica, ma non ho proprio voglia.
Quello che è successo ieri mi ha distrutta. Ancora stento a crederci. Paul sembrava così preso, perché si è baciata con Jasmine? Non ha senso.
Non era il mio ragazzo, ma perché si frequentava con un'altra? Cosa c'è che non va in me? Sembrava stesse andando tutto alla grande, abbiamo scherzato insieme, abbiamo combattuto il padre di Lucas insieme, abbiamo fatto il Test insieme...
Ci siamo baciati.
E adesso cosa mi è rimasto?
Niente.
Vorrei cancellare questo inizio anno e ricominciare tutto da capo.
Ripartirei dalla macchina di Paul. Certamente ignorerei il contatto che abbiamo avuto con le braccia. Quanto vorrei avere la capacità di tornare indietro nel tempo e trasformare quella piacevole sensazione in un profondo ribrezzo. In questo modo, tutti i discorsi tra noi non avrebbero avuto luogo. Non sarebbe nata Walkgirl, non sarebbe nata una simpatia tra noi e, soprattutto, non ci sarebbe stato quello stupido e incantevole bacio.
La tristezza mi assale, quel groppo in gola, che tanto ho imparato a conoscere, si presenta senza nessun preavviso. Non so dove si nasconde, ma è sempre lì, in agguato. È l'unica cosa che mi è rimasta, la costante di questa mia nuova vita. Vibra il telefono.
Paul: "Martha, vorrei parlarti."
Io: "Non abbiamo nulla da dirci."
Paul: "Vorrei darti una spiegazione."
Non voglio spiegazioni, voglio solo dimenticarmi di te.
Karol e Miriam avevano ragione. Dovevo starle a sentire. Non cambierò mai! Sono sempre stata e sempre sarò quella sciocca ragazzina che non saprà dire mai di no. Farei di tutto per compiacere gli altri e butterei nel cesso qualsiasi mio sogno pur di ricevere attenzioni.
"Congratulazioni." Un ragazzo che non conosco grida nella mia direzione e subito ride con il suo amico.
Congratulazioni per cosa? Mi volto indietro per vedere se si riferiva a qualcun altro. Non c'è nessuno che ha risposto. Continuo per la mia strada.
La voce di una ragazza. "Mi inviti al tuo matrimonio?"
Cosa? La ragazza si nasconde tra la folla. Chi è stata a parlare?
"Non scappare anche tu dalla città."
Le voci si sovrappongono.
"Puoi farcela." "Vogliamo saperne di più." "Poverina." "Non vorrei essere nei suoi panni."
Sono confusa, non stanno parlando di me. Metto il cappuccio, infilo le mani nelle tasche.
"Martha!" Lucas mi piomba davanti.
"Ti manda il tuo amico?" Lo scanso e proseguo a camminare.
"No, lui non c'entra niente. Sono io che volevo parlarti." Mi fermo e mi volto per ascoltarlo.
Lucas è in silenzio, vorrebbe parlare.
"Dimmi, ti ascolto."
"Martha, dopo la sera in cui tu e Paul mi avete aiutato con mio padre... Ho pensato di aver trovato due nuovi buoni amici."
"Continua."
"Solo che poi, voi due vi siete avvicinati, e io ero contento..."
"Lucas, arriva al punto."
Fa un sospiro e prende più aria che può. "Penso che Paul e Jasmine si siano avvicinati per colpa mia."
"Cosa hai fatto?" Mi levo il cappuccio.
"Non sapevo che stava nascendo qualcosa tra te e Paul."
"E che c'entri tu?"
"Ho parlato con lui e gli ho detto che Jasmine era la più bella della scuola. Lui, all'inizio, non sembrava tanto interessato, e non so nemmeno se pensasse a te in quel moment-"
"Quindi è colpa tua se si sono conosciuti?"
"Non lo so, forse si sarebbero conosciuti lo stesso."
Alzo la voce. "Sei stato tu che li hai avvicinati." Gli sbatto il dito indice sul petto. "Sei stato tu che li hai fatti innamorare."
"Non lo so, Martha. Mi dispiace. Io non volev-"
"Sparisci dalla mia vista, non voglio più avere a che fare con te. Voi ragazzi siete tutti uguali."
"Martha, io sono dalla tua parte."
"Non ti voglio dalla mia parte, sparisci." Mi giro verso la folla che ci sta guardando. "Sparite anche voi. Tutti. Non vi voglio più vedere. Cosa volete da me? Andate via." Prendo dei libri dalle mani di una ragazza e li scaravento a terra.
Sono infuriata, ho il sangue che mi bolle nelle vene. Ho come dei chiodi che mi perforano il cervello, sento caldo. Devono morire tutti. Sparite.
Una voce maschile bisbiglia. "Poverina, è impazzita."
"Sì, sono impazzita. E con questo?"
Il ragazzo si allontana e dietro di lui ci sono Chloe e Jasmine che hanno assistito a tutto. Si divertono, godono a vedermi arrabbiata. Avranno altro materiale su cui spettegolare.
Chloe finisce di sorridere e dice alla folla. "Saranno gli ormoni."
Molti ridono.
Che c'entrano gli ormoni? Vado via, basta rimanere qui. Arrivo in palestra. Cammino avanti e indietro. Devo sbollire la rabbia. Che caldo! Tolgo la felpa e la butto a terra.
Che fastidio! Che fastidio! Che fastidio! Odio tutti. Dal primo all'ultimo.
"Tutto ok?" È il ragazzo segreteria.
"Guarda, mi dispiace, ma non è il momento."
"Brutta giornata, eh?"
"Magari fosse una giornata, è un'intera settimana che vorrei dimenticare."
"Ti capisco. Allora non sono l'unico?"
Mi fa bene parlare un po', magari sbollisco. Poi il ragazzo segreteria è gentile.
"No, non sei l'unico. Benvenuto nel Club."
"Dovrei essere io a darti il benvenuto. Sono in questo Club da più tempo."
Mi strappa un sorriso. "Ah, sì. Da quanto?"
"Dovrei pensarci. Quando sono nato?"
Rido. "Ok, hai vinto. Tu sei il presidente. Io voglio fare la vice."
Mi tende la mano. "Affare fatto."
Gliela stringo. "Aspetta, come si chiama il Club?"
"Fight Club, esiste già?"
"No, ti prego. Niente più Fight Club. Ne ho abbastanza."
"Perché? Cosa è successo?"
"È una lunga storia. Magari un giorno te la racconto."
Il ragazzo segreteria fa spallucce. "Ok, allora Fight Club è già stato preso. Poi mi spieghi da chi."
"Un altro giorno."
"Che ne dici del Club dei Voltapagina?"
"Scusa, ma lo stai decidendo ora? Sei il presidente, dovresti saperlo."
"Ho avuto da fare in questi anni. Sai, voltare le pagine."
"Capito. Comunque, mi piace. Siamo il Club dei Voltapagina." Annuisco. "Ora dobbiamo reclutare nuovi iscritti."
"Non sarà difficile trovarli."
"Dici?"
"Sono in mezzo a noi. Te ne accorgerai."
"Martha!" David si avvicina.
Oddio, che gli dico? Ieri, ci siamo baciati. Che imbarazzo!
"David."
"Ti lascio a David." Il ragazzo segreteria mi fa un occhiolino e va via.
Abbasso lo sguardo e sorrido.
"Ti stavo cercando."
"Dimmi."
Sembra agitato. "Hai sentito le voci che stanno girando su di noi?"
"No, non so niente."
"C'è qualcuno che sta dicendo in giro che io e te ci frequentiamo da tempo."
"Ormai mi aspetto di tutto."
"Ne stanno dicendo di tutti i colori."
"Sarà stata Chloe. Credo ci abbia visti baciare."
"Stupida ragazzina viziata."
Un gruppo di ragazzi passa vicino a noi, uno di loro guarda David. "Congratulazioni." Gli altri ridono sotto i baffi.
Ora capisco perché la gente mi diceva quelle cose nel corridoio.
David si morde l'interno della guancia. "Chloe non può passarla sempre liscia."
"È una stupida bugiarda. Come fanno le persone a credere tutto quello che dice?"
"Non lo so. È una specie di maestra dell'inganno. Con quel suo stupido sorriso, riesce a prendersi gioco di tutti."
Gli accarezzo la spalla. "Mi dispiace che se la prenda sempre con te."
"La mia è una maledizione. Non vorrei mai aver voluto conoscere Jasmine e le sue amiche. Sono delle streghe!"
"A me le streghe piacciono. Quindi non sono streghe. Sono solo stronze."
Sorride e mi guarda. "Tu non sai tutto."
"Perché? Cosa è successo?"
Scuote la testa, inspira. "Le voci di corridoio non dicono solo che io e te ci frequentiamo da tempo."
"Cos'altro dicono?"
Un altro sospiro, è in difficoltà. "Beh, dicono che io e te abbiamo..."
"Fatto sesso?"
Fa cenno di sì.
"Figlie di..."
"Non è finita. Presente la storia del bagno, la sigaretta..."
"Certo, io ero lì."
"Dicono che tu stessi facendo il test di gravidanza e che fossi incinta."
"Cosa?"
"E il bambino sarebbe mio."
Non posso credere che Chloe abbia fatto una cosa del genere. È perfida. Non ha nessuno scrupolo, le interessa solo parlare male della gente.
David continua. "Mi dispiace di averti messo in mezzo a queste cose. Tu non c'entri niente."
"No, sei tu che non c'entri niente."
"Chloe avrà visto il nostro bacio e avrà architettato, insieme a Jasmine, questa storia. Poi la gente pensa che io abbia già fatto una stronzata del genere e quindi ha creduto a tutto."
"Ma perché ce l'hanno con te?"
"Non lo so, ma credo che Jasmine, dopo avermi tradito, pensava che io andassi in giro a dire a tutti cosa avesse fatto. E per non infangare la sua reputazione, non ha perso tempo e, insieme a Chloe, avrà inventato quella stupida storia della ragazza incinta."
"Lei ha agito prima, per togliere valore a una tua eventuale versione dei fatti."
Annuisce in silenzio.
Sono malefiche. Come ho potuto avvicinarmi a delle persone del genere.
È il turno di Karol e Miriam, passano dalle nostre parti.
"Ragazze!"
Mi guardano e fanno finta di non sentirmi. Proseguono per la loro strada.
Vorrei fargliela pagare a Jasmine, per colpa sua non ho più un ragazzo, non posso partecipare al concorso di scrittura, non ho più le mie migliori amiche e sono incinta.
Ho voglia di riscattarmi.
"David, stasera usciamo."
"Dove andiamo?"
"Non preoccuparti, ti porto in un posto che ti piacerà."
"Cos'è questo mistero?"
"Tu vienimi a prendere alle 11. Vedrai."
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