Capitolo 9 - Al centro dell'attenzione

Il corridoio dell'infermeria è piena di gente. Cammino tra la folla.

Una ragazza bionda mi saluta con la mano. "Ci vediamo sabato."

Chi è questa ragazza? Dov'è che l'ho già vista?
Nel dubbio, è meglio salutarla.
Faccio un sorriso striminzito e alzo la mano con un po' d'incertezza. Non so nemmeno se l'ha notata, ma credo che quel mezzo sorrisino lo abbia visto.

Continuo a camminare e passo tra due ragazzi. Uno ha i capelli ricci neri e mi guarda come se volesse salutarmi. Il suo corpo è proiettato verso di me. Credo che voglia venire a parlarmi. L'altro, coi capelli biondi, mi sorride.
Nessuno di loro si avvicina. Meglio così.
Li sorpasso, tanto non ho neanche guardato bene i loro volti. Ho già dimenticati come erano fatti.

Con la coda dell'occhio, noto che altre persone mi stanno fissando. O almeno mi sembra. Vorrei capirlo senza farmi notare, ma le vedo ombreggiate e dovrei girarmi per focalizzarle meglio.
Forse mi stanno guardando per la storia della sigaretta in bagno.

Mi sento un po' in imbarazzo.
Non mi piace tanto essere al centro dell'attenzione.
Cammino un po' a testa bassa e faccio finta di niente.

Riconosco Jasmine e Nicole: mi sorridono come se avessero visto un angelo.

"Ciao." Nicole oscilla entusiasta i suoi braccialetti verso di me.

Mi fermo. "Ciao, ragazze."

"Ciao." Jasmine mi dà un veloce abbraccio. "Ma in infermeria c'è una tua amica?"

"Sì, Karol."

"Che l'è successo? Si dice che si sia rotta un braccio."

Ma in questa scuola le stronzate sono più veloci della luce?

"Forse si è rotta un dito."

Jasmine scuote la testa. "Ah, ok! Le notizie di Chloe sono sempre sbagliate. Non ne dice una giusta!"

"Chi è Chloe?"

"La conoscerai alla festa. Comunque, non so se ti può dare fastidio, ma abbiamo detto in giro la storia della sigaretta."

Ma non mi dire!

"Ah, sì?"

"Sì, ma ne abbiamo parlato bene. Sei diventata una paladina della giustizia."

Certo. Sono Walkgirl!

"Infatti, ho notato che la gente mi sta un po' fissando." Mi guardo attorno e due ragazze sobbalzano. "Sono diventata un personaggio famoso adesso." Abbozzo un sorriso.

Nicole si accarezza i capelli. "Non devi ringraziarci."

Non penso lo avrei fatto!

Jasmine si guarda attorno. "Ti ci abituerai presto. Ormai, noi non ci facciamo più caso."

In realtà, io non ricordo di averle mai viste più di un paio di volte, quindi il mio sguardo non lo hanno dovuto sopportare.

"La mia amica è dentro, dovrei and—"

"Ciao, sono David?"
Dove ho già sentito questo nome?

Mi giro verso la voce e un ragazzo alto con occhi e capelli ondulati castani è di fronte a me. Tende la mano per presentarsi.

Tendo la mia. "Piacere di conoscerti. Io sono Martha."

Guardo le due ragazze e Jasmine ha le braccia conserte. Gli occhi sono socchiusi. "David, non disturbare la mia amica Martha!"

Se avesse avuto il potere di sparare raggi laser dagli occhi, lo avrebbe già carbonizzato.

"Non sto disturbando nessuno. Mi sono semplicemente presentato."

"Ci sono centinaia di ragazze qui in giro. Devi proprio stare dove siamo noi."

"Io sto dove mi pare."

"Non hai altro di meglio da fare?"

"Sì, sta per iniziare matematica." Si rivolge a me. "Mi ha fatto piacere conoscerti, Martha."

"Il piacere è mio."

"Spero di incontrarti alla festa di inizio anno. Ci sarai?"

Jasmine sbotta. "Certo che la incontrerai, ho invitato anche lei."

"Ok, ma non ti scaldare! Era solo una domanda!"

"Sei ancora qui?! Su, via via!"

Mi strappa un sorriso. Cosa le avrà fatto mai questo David?

Ecco, dove l'ho sentito questo nome: è il nome che Jasmine ha detto in bagno. Se non sbaglio voleva fargliela pagare per qualcosa... Invitando Paul...

"Lascialo perdere quello lì. È solo un latin lover senza scrupoli!" Si avvicina all'orecchio come per dirmi un segreto. "Si dice che abbia messo incinta una ragazza dell'ultimo anno."

"Wow. Come hai fatto a saperlo?"

"Me lo ha detto Chloe."

Chloe non è quella ragazza inaffidabile che non dice una notizia giusta?

Nicole attiva i suoi braccialetti, portando la mano di lato alla bocca. "Non si sa chi sia, ma questa ragazza ha dovuto abbandonare la scuola... Qualcuno dice che ha abbandonato addirittura la città."

Non so se questa notizia sia vera. "Mi dispiace. E per quale motivo?"

Jasmine continua il discorso bisbigliando. "Si dice che lui non volesse riconoscere il figlio."

"Non ha potuto interrompere la gravidanza?"

"La madre è molto religiosa e, dalla vergogna, ha voluto cambiare città."

Ha la risposta a tutto. Credo che questa Chloe sia una vera professionista.

"Mi sembra strana questa storia."

"Shhh! Abbassa la voce." Jasmine mi rimprovera sospirando.

Continuo con un filo di voce. "Mi sembra una storia strana nel ventunesimo secolo. Se non voleva abortire, se lo poteva tenere... Senza scappare in un'altra città."

"La madre non voleva far vedere ai vicini che sua figlia era una ragazza madre."

"Bigotta."
Mi è uscita spontanea, ma tanto neanche esisterà questa ragazza. Perché me ne sto preoccupando?

"Comunque, stai attenta a lui!"

"Forse potevi non invitarlo alla festa."

"Devo per forza. Voglio farlo soffrire." Fa spallucce. "Tanto ormai lo sai, in bagno hai sentito tutto."

"Non volevo ascoltare..."

"Non fa niente. Ci hai salvate da una sospensione certa. "Guarda l'amica e scoppia a ridere. "Il preside ci ha già graziate una volta."

"Stavate fumando?"

"Sì, ma erba!"

"E non vi ha sospese?"

"È successo un casino: volevano chiamare i nostri genitori. Ma alla fine abbiamo pianto, si è intenerito e ci ha sequestrato gli occhiali da sole per un mese."

"Wow. Siete state fortunate."

Nicole mi guarda sbalordita. "Scherzi? Era piena estate. Abbiamo dovuto ricomprarli."

Penso al mio Walkman sequestrato: sarebbe inutile ricomprarlo.

"Mi dispiace."

La porta dell'infermeria si apre. Esce Miriam e, subito dopo, Karol con una fasciatura vistosa al polso e alle dita.

Corro verso di loro. "Karol, come stai?"

Ha gli occhi rossi: credo abbia pianto. "Sto bene. Devo andare all'ospedale per farmi una radiografia. Il dito dovrebbe essere rotto."

"Fa male?"

"Un po'."

L'infermiera ci interrompe. "Su, forza! Dobbiamo andare all'ospedale. Parlate dopo."

Le poggio la mano sulla spalla. "Ci vediamo dopo."

"A dopo. Dobbiamo scappare."

Miriam e Karol se ne vanno scortate dall'infermiera, attraversando la folla curiosa.

Aspetterò. Volevo aggiornarle sulla chiacchierata che ho avuto con Paul, sul fatto che andrò alla festa, del ragazzo latin lover che ha fatto andare su tutte le furie Jasmine... Ma dovrò aspettare... Aspetterò la radiografia.
Guarisci, amica mia!

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