Capitolo 8 - Walkgirl

Al campo di basket sta giocando Paul.
È in tenuta sportiva. Non capisco se sa giocare bene, però ha appena fatto un canestro.

Karol si avvicina con passo svelto. "Allora? Perché sei andata dal preside? E dove sono le tue cuffie?" Mi scosta i capelli per vedere il collo.

"Me le ha sequestrate." Mi tocco il collo nudo con una mano.

Miriam me la prende e la stringe forte. "Cos'è successo?"

"Ero in bagno e c'erano due ragazze che stavano fumando."

"Stavi origliando la conversazione?"

"No! Cioè, sì, ma non è questa la cosa principale."

"Hai sentito qualcosa di importante?" Un gran sorriso le si stampa in volto.

"Sì, in effetti, ho scoperto qualcosa di interessante..."

"Andiamo per gradi." Karol ci ferma prima che l'interrogatorio portasse chissà dove. "State divagando. Raccontaci perché sei andata dal preside."

"Ero in bagno e queste due ragazze stavano fumando. A un certo punto, l'inserviente sente la puzza e irrompe nel bagno."

Miriam spalanca gli occhi. "E tu che c'entri?"

"Quando l'inserviente ha bussato alla porta, ho strappato la sigaretta di mano a Nicole."

"Nicole?"

"Sì, una delle ragazze del bagno."

Karol aggrotta le sopracciglia. "Non ho capito. E perché le hai strappato la sigaretta di mano?"

Rimango zitta. Non so che dire.
Mi accarezzo la nuca. "Non lo so."

"Non lo sai?"

"Mi è venuto naturale. Le ho viste in pericolo e mi sono presa la colpa."

Miriam alza la testa al cielo. "Dio mio. Ma si può essere così stupide?!".

"Lo so. Lo so. Non so cosa mi sia preso."

Lo sguardo, che fissava il cielo, cade su di me. "Come hai fatto a non farti sospendere?"

"Il preside ha voluto cambiare il regolamento."

"Sul serio?".

Karol intercetta un pallone di basket che mi stava rimbalzando addosso.

Wow! Che riflessi.

Credo si sia fatta male: sta sventolando con forza la mano.

"Cavolo. Mi sono fatta male." La palla ruzzola un po' più in là.

Le afferro le dita. "Fammi vedere."

"Non mi sono fatta niente." Sfila la mano dalla mia e se la stringe forte.

Paul si avvicina correndo. "Ciao ragazze, scusate. Ti sei fatta male?"

"Niente di che."

"Mi dispiace." Prende la palla da terra. "Forse è meglio che vai in infermeria. Lì puoi trovare un po' di ghiaccio."

Miriam appoggia la mano sulla spalla della ragazza. "Dai, ti accompagno io. Prima che si gonfia."

"Ma mica si gonfia?"

"Evitiamo di scoprirlo." Miriam si rivolge a me. "Ci vediamo dopo. Noi andiamo."

Karol sussurra con voce sofferente. "A dopo."

Annuisco. "Ci vediamo in classe."

Siamo rimasti io e lui.
Per colpa sua, le dita di Karol potevano spezzarsi.

"Comunque, giusto per dire: non sono stato io a lanciare la palla fuori dal campo..."

Che fa? Mi legge nel pensiero?

"... È stato Lucas."

Mi acciglio e guardo verso il campo da basket.

"No, aspetta. Cosa hai capito? Non l'ha fatto mica apposta."

"Cosa cambia? La mia amica si è fatta comunque male."

"È diverso. È stato un incidente: Lucas ha passato la palla a Michael e lui non è riuscito a bloccarla."

Ha lo sguardo serio.

"Scusami, hai ragione. È che sono un po' nervosa oggi."

È carino anche quando è serio.

"È per la sigaretta in bagno?"

Come fa a saperlo? È successo da pochissimo tempo.

"Come fai a saperlo?"

Si accarezza i capelli. "Lo sanno tutti ormai..."

Che stronze! Jasmine e Nicole lo hanno già detto a tutta la scuola.

"Comunque, sei stata grande! Oggi, non si è parlato d'altro. Hai preso la sigaretta di Nicole e l'hai fumata in faccia all'inserviente."

"Non è andata proprio così."

"Sì, in effetti c'è anche un altra versione dove hai spento la sigaretta sulle scarpe del preside." Inizia a ridere.

"Bene. Da salvatrice a teppista, il passo è breve."

Alimento la sua risata. La battuta gli è piaciuta. Che bel sorriso.

"Comunque, penso che la cosa vera è che ti sei presa la colpa."

"Sì, questo è vero." Mi impettisco. "Sono la paladina della giustizia."

"Ah, sì?"

"Non importa dove tu ti trova, ma se sei in pericolo ci sarò io a salvarti."

Continua a ridere. Oggi sono in forma. Il fatto che gli piacciano le mie battute credo sia una cosa positiva.

"Chi saresti? Miss Walkman? O dovrei dire Walkgirl?" Ride e cerca la complicità nel mio sguardo.

Il mio Walkman... Il mio sorriso si spegne un po', ma con uno sforzo cerco di tenerlo ancora vivo. "Miss Walkgirl, mi piace!"

"I tuoi super poteri sono ascoltare musica mentre fumi sigarette?"

"Sì, in quel modo posso distrarre il nemico, così la vittima è pronta a scappare."

"Mi sembra un ottimo piano. Puoi anche accecare il nemico spegnendogli la sigaretta negli occhi."

Alzo il dito per fargli un finto rimprovero. "In realtà, le sigarette le spengo sulle scarpe."

Mi ritorna un sorriso autentico.

"Hai ragione! Dimenticavo che era il tuo biglietto da visita."

"Vedo già i titoli sul giornale scolastico: 'Miss Walkgirl colpisce ancora. Perché brucia i piedi dei nemici?'"

Paul è ancora divertito. "Cavolo! Un giornale da milioni di copie. Altro che giornale scolastico."

Ci guardiamo negli occhi.
Cos'è questo silenzio? Perché ci stiamo guardando ancora?
Quando le persone stanno in silenzio, non si fissano negli occhi in questo modo.

Si schiarisce la gola e io distolgo lo sguardo. I ragazzi al campo di basket ci stanno osservando.

Lucas sbraita. "Allora? Giochiamo o no?"

"Eccomi." Alza il braccio nella loro direzione, infine si rivolge a me.

"Comunque, si dice che sei stata pazzesca. Non so quante altre persone lo avrebbero fatto."

"Dai, qualcun'altro l'avrebbe fatto."

"C'è un'altra Miss Walkgirl nella scuola?"

Divento seria. "Può darsi, ma diffida delle imitazione."

"Starò attento. Come posso distinguerti dalle altre?"

Mi viene in mente il fiore giallo, la Dahlia. "Ho una tutina gialla."

"Tipo Kill Bill."

"Non so chi sia."

"Come non sai chi è? Il film di Quentin Tarantino, con Uma Thurman..."

Faccio spallucce.

"Ok, ho capito un giorno lo vedremo insieme."

Cosa? Vorrebbe chiedermi di uscire?

"Comunque, hai una tutina gialla... Ho capito!"

"Ho anche una Dahlia. Vicino il pacchetto di sigarette che ho nella tasca."

"Cos'è una Dahlia?"

"È il fiore giallo che c'è nelle aiuole." Gliela indico col dito.

"Wow! Bella. Saresti davvero minacciosa con quel fiore vicino alle sigarette. Il nemico prima di morire si chiederà: morirò per colpa del fiore o del piede bruciato?"

Rido. È anche spiritoso.

Chissà se verrà alla festa di Jasmine?

Paul mi guarda fisso negli occhi. "Vai alla festa di Jasmine, sabato?"

Legge nella mente. È lui il vero supereroe qui.

"Sì, dovrei farcela."

In realtà, non ho nulla da fare.

"Bene, allora ci vediamo lì."

"Alle 8."

"Alle 8." Si passa una mano tra i capelli.

Lucas urla dal campo di basket. "Paul, stiamo aspettando la palla!"

"Eccomi."

Si gira e corre verso di loro.

Mi sono fregata con le mie stesse mani: sabato sono obbligata ad andare alla festa. Ok, non dormirò tutta la settimana, ne sono certa.

Karol! Chissà come sta. Apro il gruppo Whatsapp.

Io: "@Miriam Karol come sta?"

Rimango col telefono in mano. Vediamo se risponde subito. Eccola, sta scrivendo.

Miriam: "Vieni in infermeria. Forse si è rotta un dito."

Cazzo!

Io: "2 minuti e sono da voi."











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