𝟓𝟒. Ti Amo


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"Sei la cosa bella che ho"

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SOOYUN

Domenica 18 Aprile 2021, ore 19:50

«Sarai molto stanca, perché non ti riposi?» La voce dolce di Minjee mi giunse dalle spalle, mentre ero intenta a sistemare alcune cose in cucina.

«Non sono stanca» mentii, perché ero davvero molto stanca. Ma avevo paura di addormentarmi, temevo che in sogno potesse ricomparirmi lo scenario di quella notte. Il solo pensiero di rivivere quegli istanti mi fece venire la pelle d'oca.

«Ti faccio una camomilla, perché non vai un po' sul divano da Jungkook intanto?» insistette, mettendosi subito ai fornelli per scaldare l'acqua in un pentolino.

«Non ce n'è bisogno, Minjee...» sussurrai, guardandola con il rammarico di starle creando così tanto disturbo. Da quando Taehyung è morto e io mi sono risvegliata dal coma, avevo notato quanto tutti loro cercassero di non lasciarmi sola neanche un solo istante, Jungkook in primis. «Non torni a casa da Seokjin e tuo figlio? Ti staranno aspettando»

«Non ti preoccupare per loro! Ho avvisato Jin che sarei tornata più tardi questa sera per farti compagnia, lui è più che felice se passo un po' di tempo con te» mi rispose sorridendomi in modo sincero. Il suo tenero sorriso mi contagiò come una bambina, facendomi emozionare per il suo gesto gentile. Minjee era e sempre sarebbe stata la mia seconda mamma e, in un certo senso, non potevo negare quanto mi facesse piacere la sua presenza.

«Se vuoi posso darti una m-»

«Vai da Jungkook, forza!» mi incitò ancora, facendomi borbottare arresa.

Camminai verso il salotto di casa, notando subito una chioma corvina spuntare da dietro il divano, mentre la TV accesa stava trasmettendo un programma di vendite e offerte varie sui vestiti. Trattenni una risatina quando, una volta raggiunto il fianco del divano, vidi un'espressione teneramente annoiata sulla faccia di Jungkook. Il labbro inferiore era leggermente esposto all'infuori, mentre gli occhi assottigliati rimanevano fissi sullo schermo.

«Posso sedermi?»

Jungkook mi guardò con fare divertito, per poi farmi spazio.

«Questa è casa tua, non devi mica chiedermi il permesso»

Presi posto accanto a lui, togliendomi le scarpe per mettermi maggiormente comoda. Presi il telecomando e cambiai canale. Mi fermai su uno che stava trasmettendo un film drammatico.

«Vuoi davvero vedere questa roba strappalacrime?» mi domandò Jungkook, poco convinto dalle immagini che stava vedendo.

Ci riflettei un po' su... E, cavolo, no! Non avevo nessuna voglia di piangere ancora, così cambiai di nuovo canale. Questa volta capitò un film d'azione. Stetti subito per cambiare di nuovo, ma questa volta Jungkook mi fermò.

«Lascia questo, sembra bello»

«Un film in cui i personaggi si accoltellano e sparano contro?» chiesi con un sopracciglio inarcato. Non avevo voglia di un film drammatico, tantomeno di uno violento. Ero diventata sensibile alla vista di quelle pistole e armi pericolose usate al solo fine di ferire le persone. Premetti il pulsante per passare su un altro canale prima ancora che Jungkook potesse replicare. «Questo è molto meglio»

Jungkook ridacchiò al mio commento, mentre sullo schermo vedemmo una coppia tenersi per mano e passeggiare insieme lungo un fiume. Bastò il titolo scritto nella descrizione in alto per farmi capire che si trattasse di un film d'amore, e lo ritenni quello più adatto per il momento.

«Sarebbe bello un giorno andare al fiume Han. Potremmo farci un picnic»

Sorrisi alle sue parole, osservando emozionata la scena che stava girando nel film. Era molto romantico e, soprattutto, era tranquillo; proprio ciò che mi serviva.

«Anche a Taehyung piaceva fare i picnic vicino al fiume» mormorai senza rendermi subito conto di aver messo in mezzo mio fratello. Con la coda dell'occhio vidi Jungkook guardarmi con attenzione, ma feci finta di niente, continuando quindi a tenere gli occhi puntati sulla televisione.

Era inevitabile per me. Qualsiasi cosa riguardasse Taehyung era pronta a riportarmelo nei miei ricordi. Mi mancava già così tanto e mi odiai immensamente nel sentire gli occhi pizzicare appena.

Non piangere.

Minjee ci raggiunse dopo alcuni minuti, tra le mani stava reggendo un vassoio con due tazze di camomilla fumante. Poggiò entrambe le tazze sul tavolino in vetro di fronte al divano, dicendoci che una fosse per me e l'altra per Jungkook. La ringraziammo, per poi cominciare a sorseggiare la nostra camomilla calda e dolce al punto giusto.

Minjee si sedette alla mia sinistra sul divano, io ero in mezzo e Jungkook alla mia destra. Guardammo il film in silenzio, lasciando che l'aria venisse colmata delle dolci parole che i due innamorati si stavano scambiando nel film. Dopo mezz'oretta circa, Minjee ci disse che era arrivata l'ora per lei di tornare a casa sua, dove la stavano aspettando Seokjin e suo figlio da tutta la sera. Per essere più precisi, in realtà, al momento stavano a casa dei genitori di Seokjin, poiché la loro era stata passata in rassegna dalle forze dell'ordine a causa di ciò che era accaduto. Fortunatamente, però, presto sarebbero potuti tornare nel posto in cui vivevano da oramai tanto tempo. Mi sentivo in colpa per averli costretti a lasciare per tutto questo tempo la loro amata casa. Non era per niente una situazione facile, per nessuno di noi.

Restammo quindi io e Jungkook e il film giunse abbastanza in fretta alla sua parte finale, poiché quando l'avevo trovato era già a metà storia. Quando proseguirono i titoli di coda mi alzai dal divano per portare le nostre tazze in cucina.

«Wow, non è stato tanto male» commentò il corvino, continuando a tenere gli occhi puntati sulla televisione, mentre di sottofondo una bellissima melodia risuonava per la casa. «Poteva andare molto peggio»

Sentii il telefono vibrare nella tasca, così lo presi per vedere chi mi avesse scritto.

Eleonor Come ti senti?

Io Meglio, grazie.

Quel pomeriggio anche Eleonor ci aveva fatto compagnia. Lei, Io, Jungkook e Minjee avevamo deciso di pranzare tutti assieme in un locale dai colori caldi e rilassanti vicino casa mia. Non ero riuscita a mettere molto sotto i denti, però ero felice di aver passato un po' di tempo con loro ed era bastato a riempirmi lo stomaco di sollievo. Non ero da sola, e ora lo avevo capito grazie a queste persone che non esitavano mai di ricordarmi quanto tenessero a me.

Avevo saputo di come anche Eleonor si stesse prendendo cura di Yeontan assieme a Yoongi. Forse era giunto il momento di riprenderlo, non potevo lasciarlo a loro incarico per troppo tempo, dal momento che fosse prima di tutto una mia responsabilità.

Però... anche Yeontan era un ricordo legato a Taehyung e avevo paura che, anche solo guardarlo negli occhietti, potessi tornare a ripensare a tutto quello che era successo. Avevo paura di ricordare ogni cosa e soffrire maggiormente nel sentire i sensi di colpa ritornare a bussare al mio cuore; era sempre stato mio fratello a prendersi cura di quel cucciolo, c'era un legame indissolubile che li legava e non riuscivo a immaginare come potesse sentirsi Yeontan nel rendersi conto che il suo padrone non sarebbe tornato a casa.

«Sooyun, va tutto bene?» la voce di Jungkook mi ridestò dai miei pensieri, spingendomi a rimettere il telefono nella tasca.

«Si si, è tutto okay» gli rivolsi un leggero sorriso di rassicurazione, pur non sentendo un minimo cenno di sicurezza interiore.

Jungkook mi osservò con espressione poco convinta, ma per fortuna non fece altre domande. Lasciai le tazze nel lavello e feci per uscire dalla cucina, ma le seguenti parole del ragazzo, il quale continuava a guardarmi insistentemente, mi bloccarono.

«Se vuoi questa notte posso restare con te»

Puntai gli occhi nei suoi, intravedendo un velo di preoccupazione in essi. In effetti, mi sarei sentita meglio se ci fosse stato qualcuno con me in questa casa vuota e silenziosa. Avevo paura di rimanere da sola, soprattutto durante la notte, immersa nei miei pensieri e avvolta da un'aura di totale desolazione. Feci una piccola smorfia indecisa, chiedendomi se fosse l'idea migliore quella di accettare. Ci riflettei parecchio e capii che non ci sarebbe stato nessun problema ospitarlo da me, anzi.

«Mi farebbe molto piacere, ti ringrazio» annuii sorridendogli, venendo ricambiata subito con un altro suo solito sorriso capace di farmi tremare anima e cuore. «Ti preparo il letto, puoi dormire nella stanza di Taehyung»

Percepii un fremito percorrermi la spina dorsale e mi venne da tossire a disagio quando mi resi conto del mio repentino e continuo cambio d'umore. Un attimo prima ero un po' più serena, l'attimo dopo ritornavo a sentirmi vuota, quello dopo ancora il cuore smetteva di battermi forte nel petto. Il mio animo stava letteralmente impazzendo, non riuscendo più a trovare un proprio equilibrio interiore.

Lasciai Jungkook al piano inferiore, mentre portavo delle coperte pulite in camera di Taehyung. Feci molta fatica ad aprire la porta di quella stanza, altrettanta ne ebbi nel fare anche solo un passo avanti. Era come entrare dentro un'altra dimensione divenuta per me ineffabile. Taehyung era ovunque dentro la sua camera da letto, ma allo stesso tempo non era qui con me. Lo avvertivo con i sensi, eppure non lo vedevo.

Trattenni le lacrime a fatica, impegnandomi a fare il letto nel modo più comodo e migliore possibile per Jungkook. Mi sforzai di pensare ad altro, anche alla cosa più stupida e superficiale, ma restare dentro quella stanza non faceva altro che impedirmi di distogliere i pensieri da Taehyung.

Non piangere.

Non piangere.

Non-

Un rumore ruppe il mio tormentato silenzio, facendomi balzare in aria e scattare con la testa verso la porta aperta, mentre un ansimo di sorpresa fuoriuscì dalle mie labbra. Vidi Jungkook piegato a terra, mentre raccoglieva un oggetto dal pavimento, e approfittai della sua distrazione per cacciare via quelle poche lacrime scappate dalle ciglia.

«Ops, scusami» si raddrizzò rimettendo sul mobile in legno pregiato una piccola statuina in plastica di un uomo seduto con le dita posate sopra la tastiera di una macchina per scrittura antica. «Ho urtato il mobile per sbaglio»

Quella minuscola action figure era la preferita di Taehyung. Sapevo provenisse da un film che lui adorava e che parlava di un giovane sognatore giornalista, ma non avevo mai fatto domande approfondite in proposito. Sollevai le spalle finendo velocemente di sistemare i cuscini, perché volevo uscire da quella stanza il prima possibile. Troppi ricordi, troppe emozioni, troppo tutto.

«Va bene, io ho appena finito di sistemare qui» feci per andarmene e lasciare la giusta privacy al corvino, ma lui me lo impedì afferrandomi per un polso. 

«Non preferisci che io dorma con te?» mi chiese e, contrariamente da ciò che chiunque avrebbe potuto pensare, non ci fu alcuna malizia nella sua domanda.

Avrei voluto rispondere di no, perché altrimenti non avrei potuto piangere senza farmi vedere con la faccia contro il cuscino. Non volevo che Jungkook mi sentisse e tantomeno che si facesse carico dei miei problemi. Era già molto quel che stava facendo per me, ovvero starmi vicino.

«Non ti preoccupare. E poi così starai più comodo, no? In due nel mio letto staremmo troppo stretti» dissi cercando di usare un tono di voce convincente, anche se non ebbi molto successo e lo intuii da come Jungkook mi stava guardando. «Buonanotte allora!» mi avvicinai a lui, depositando un soffice bacio sulla sua gota.

Jungkook, però, non lasciò ancora andare il mio polso. Al contrario, mi tirò maggiormente verso di lui, avvicinando pericolosamente i nostri visi e premendo le sue labbra sulle mie. Chiusi gli occhi sentendo improvvisamente il cuore molto più leggero, mentre accelerava animatamente il suo battito contro la mia cassa toracica. Le nostre bocche si separarono di pochissimi millimetri con un leggero schiocco e i nostri occhi si concatenarono tra di loro, facendomi percepire una sorta di magnetismo indissolubile dilatarsi attorno a noi. Continuai a fissarlo negli occhi senza riuscire a dire niente, mentre Jungkook mi rivolse l'ennesimo sorriso, guardandomi come soltanto lui sapeva fare.

Improvvisamente, le sue parole mi tornarono alla mente e tanti piccoli brividi mi tappezzarono la pelle, scuotendomi anima e corpo.

«Sooyun, io ti amo»

«Jungkook» il suo nome mi uscì spontaneamente sotto forma di mormorio e non mi resi conto subito di averlo appena pronunciato ad alta voce.

«Si?»

«Io..» volli dirglielo, davvero. Volli esprimere ciò che provavo, ma non ci riuscivo. Desiderai ricambiarlo, eppure fu la paura a prendere il sopravvento. Di nuovo.

Mi sentii codarda, patetica e, pur sapendo di star facendo per la seconda volta il medesimo errore compiuto con Taehyung, la mia lingua non mi aiutò a dirglielo.

«Tu..?»

Sorrisi emettendo un ansimo di incertezza, senza smettere mai di scavare dentro quelle perle profonde come due pozzi, infinite come un intero universo costellato da tante piccole stelle da esplorare.

«Ti voglio bene» soffiai come un colpo di vento freddo sulla sua pelle, mi ritrovai però a ingoiare il groppo formatosi in gola quando intravidi un po' di delusione nei suoi occhi. Forse, si aspettava che anche io ricambiassi i suoi sentimenti.

Non sapeva che, ovviamente, anche io provassi qualcosa per lui e che avessi tantissima paura di esternare i miei sentimenti. In verità, non ero mai stata brava a farlo negli ultimi anni e mai mi sentii tanto debole quanto in quel momento.

Jungkook, comunque e nonostante ciò, mi sorrise appena nel cercare di non farmi notare lo sconforto. Che pensasse che io non lo amassi tanto quanto lui amasse me?

«Anche io» mi sussurrò di rimando, lasciandomi un altro piccolo bacio sulla fronte.

Feci qualche passo indietro e, nell'allontanarmi da lui, la sua presa scivolò sul mio polso come olio e le sue dita sfiorarono le mie. Gli diedi le spalle, fuggendo fuori dalla camera di Taehyung per andare a rifugiarmi nella mia. Chiusi la porta, ma non a chiave, e mi buttai letteralmente sotto le coperte alla ricerca di un calore che, tuttavia, non riuscii a trovare. Prima di fare ciò, però, mi tolsi gli indumenti, lasciandoli da parte, e tenni con me solamente il cellulare. Dopo essermi rivestita con un morbido pigiama lilla, mi coprii con il lenzuolo fino a sotto al mento, scoprendo solo metà faccia e cominciai a leggere alcune notifiche che mi ero persa in quei giorni. Ignorai qualsiasi notizia potesse avere a che fare con me e la mia famiglia, concentrandomi esclusivamente sui messaggi che ancora non avevo letto. Mi erano arrivati tutti in chat privata.

Jimin Quando vuoi, fai un salto al Dragonfly, ti preparerò tanti di quei biscotti che piacciono a te.

Yoongi Yeontan è una piccola peste, mi ricorda te.

Seokjin Non ti preoccupare per le verifiche di scuola, ho avvisato il preside e ha accettato di esonerarti dai prossimi compiti. Concentrati solo su te stessa e sul tuo benessere. Passerò a farti una visita!

Minjee Ho preparato altri biscotti di grano saraceno, dato che l'altra volta ti erano piaciuti tanto. Una volta vieni da me per mangiarne qualcuno, però non lo dire a Seokjin! È geloso e ci rimarrebbe male se scoprisse che sto coccolando più te che lui!

Minjee Se vuoi, posso portarteli direttamente io uno di questi giorni.

Sorrisi quando lessi i messaggi colmi di affetto da parte degli amici di Taehyung, che forse erano anche un po' miei amici... Sollevai le sopracciglia quando proprio in quell'istante mi arrivò un altro messaggio, era da parte di Eleonor. Curiosa, entrai nella nostra chat.

Eleonor So che non abbiamo avuto modo di conoscerci per bene, però mi farebbe piacere vederci e chiacchierare un po', che ne dici? Potremmo farlo davanti una bella fetta di torta! Ho saputo che al Dragonfly le fanno buonissime!

Digitai le lettere sulla tastiera per risponderle che a me andava bene vederci, pensando inoltre che fosse un'ottima idea quella di andare al Dragonfly. Così, almeno, avrei potuto vedere anche Jimin e Yoongi. Sospirai stanca dopo aver inviato il messaggio, spegnendo il telefono e posandolo sul comodino. Mi sistemai di fianco, chiudendo gli occhi e cercando di addormentarmi. Tuttavia, provai subito enorme difficoltà a prendere sonno, nonostante ne sentissi una grande necessità.

Così decisi di ascoltare un po' di musica con le cuffie, sperando che mi avrebbe aiutata a rilassarmi. Schiacciai su play e una melodia casuale mi riempì le orecchie, facendomi subito sospirare di sollievo. La musica aveva sempre avuto uno strano effetto terapeutico su di me e sulla mia mente.

Chiusi gli occhi e, meditando solo ed esclusivamente sulle parole della canzone, riuscii a cadere in un profondo sonno senza neanche accorgermene, con le cuffie infilate nelle orecchie e la dolce musica che mi isolava da ogni parvenza concreta e astratta attorno a me.

[...]

«Sorridete!»

«Cheese!»

«Sooyun smettila di fare le pernacchie e sorridi anche tu come fanno il papà e tuo fratello!»

«Ma mamma! Io sto sorridendo!»

Le risate si mescolarono tra loro, librando nell'aria e facendosi sempre più lontane, fino a dissolversi nel vuoto.

«Questo l'ho preso per il tuo compleanno»

«Grazie Taehyung! È bellissimo!»

«Ma non ha già abbastanza aggeggi per giocare con la cucina? Non avremo più posto nei mobili così»

«Lasciala stare caro, sono certa che troveremo spazio anche per questi. E poi sai quanto Sooyun ami cucinare»

La voce di papà era dolce, però anche severa allo stesso tempo. Quella della mamma era rassicurante e sincera, sempre pronta a prendere le mie difese.

«Perché hai smesso di cucinare? Amavi tanto farlo»

«Non lo so, ho smesso e basta»

«Ma-»

«Lasciami in pace, Taehyung»

«Ti voglio bene, lo sai?»

D'un tratto le immagini divennero rosse cremisi, il buio e il silenzio intermittente scomparvero lasciando spazio a grida di sofferenza, pianti soffocati e preghiere disperate.

«T-Taehyung-»

«Sono qui, sono qui»

«Sta arrivando l'ambulanza!»

«Se non posso averti io, allora non può averti nessuno»

«Scappate!»

«TAEHYUNG!»

«Taehyung! Sooyun!»

«Sooyun!»

«Sooyun!»

Aprii gli occhi di scatto, ansimando come se fossi rimasta in apnea per tutto questo tempo. Feci scorrere lo sguardo ovunque e la prima cosa che vidi fu il volto di Jungkook intriso di paura a una spanna dal mio. Aveva un'espressione di preoccupazione, mentre mi guardava negli occhi accarezzandomi delicatamente le guance bagnate.

«C-Che cosa è successo?» chiesi con un filo di voce, frastornata e spaventata.

«Stavi facendo un brutto sogno» mi rispose facendosi più vicino a me con cautela. «Mugugnavi nel sonno e continuavi ad agitarti. Ti ho sentita, così sono corso qui da te»

Annuii alle sue parole, deglutendo la mia stessa saliva e sentendo subito dopo la gola bruciare. Quando abbassai la testa vidi le cuffiette affianco a me sul materasso, oltre all'MP3 ancora acceso. Dovevo essermi addormentata con la musica nelle orecchie.

«Vado a prenderti un bicchiere d'acqua»

«No!» fermai Jungkook dall'alzarsi, afferrandolo di scatto dalla maglia che stava indossando. «Per favore, non te ne andare. Resta qui»

Jungkook si incantò nel vedere lo stato in cui ero ridotta, ovvero un totale disastro. Ma poi, acconsentendo alla mia richiesta, si fece spazio sul mio letto. Ci stendemmo l'uno vicino all'altra, lasciandoci coccolare dal reciproco e caloroso affetto. Affossai il volto contro il petto di Jungkook, un suo braccio mi circondò il corpo per stringermi più vicino a lui, in una morsa di protezione, e con la mano prese ad accarezzarmi delicatamente la schiena coperta dal tessuto del pigiama.

Tirai su con il naso, sentendomi incredibilmente protetta tra le sue braccia, per poi sorridere di nascosto quando tanti piccoli baci mi tappezzarono la fronte, le guance umide e il naso arrossato. Jungkook mi riempì di coccole e di dolci baci, inebriandomi di tutta la sicurezza e tutto il conforto di cui necessitavo fortemente.

Il vuoto e la paura svanirono, permettendo a un forte senso di sollievo di invadermi il petto. Mi sentii finalmente per davvero a casa mia. Insieme a Jungkook.

Eppure, mancava qualcosa.

Con un coraggio che non credevo di avere, sollevai la testa e incontrai i suoi occhi scuri e magnetici. Cercai di comunicargli con il solo sguardo quanto io avessi bisogno di averlo accanto a me, quanto fossero forti i sentimenti che provavo per lui. Avvicinai il volto al suo e, senza aspettare troppo tempo, intrappolai le sue labbra tra le mie.

Una sua mano si depositò sulla mia guancia, accarezzando con il pollice la mia pelle rovente. Spinse maggiormente la faccia contro la mia, approfondendo il bacio in qualcosa di ancora più intimo e passionale. Le nostre lingue si sfiorarono appena, per poi dare inizio a un focoso gioco di intrecci, di cui Jungkook fu sicuramente il vincitore.

La mia schiena si compresse sul materasso, il mio petto era a stretto contatto con quello di Jungkook, mentre il suo corpo mi sovrastò nel posizionarsi sopra di me. Un suo braccio era piegato accanto alla mia testa, le nostre gambe incatenate tra loro e i bacini a stretto contatto.

Improvvisamente le labbra di Jungkook si spostarono sul mio collo, portandomi ad ansimare sorpresa e socchiudere gli occhi in un'espressione stravolta completamente dalla frenesia. Dietro l'orecchio, vicino alla mascella e sulla clavicola: furono queste le zone che cominciò a tappezzare di tanti umidi baci. Il calore aumentò a dismisura nella camera e non capii se fosse causato dalla strettissima vicinanza che c'era tra i nostri corpi o, semplicemente, dovuto all'incremento della temperatura primaverile. Scommisi che fosse la prima opzione.

Prima che me ne resi conto, le mani grandi e delicate di Jungkook avevano già scoperto il mio addome. Delle forte vibrazioni invasero il mio basso ventre e il mio stomaco si riempì di farfalle non appena sentii la morbidezza delle sue labbra e l'umidità della sua lingua tappezzare ogni centimetro della mia pelle, a partire dal ventre fino a raggiungere il ferretto del mio reggiseno. Sollevai di poco il busto per togliere completamente la maglietta, la quale era rimasta arrotolata sopra al mio seno, divenuta quindi un intralcio. I polpastrelli delle sue dita tracciarono delle linee immaginarie lungo i miei fianchi, mentre sentii le ciocche dei suoi capelli corvini solleticarmi la pelle scoperta. Senza alcuna fatica, le sue dita raggiunsero il laccetto dietro alla mia schiena, che io alzai di poco per aiutarlo a sganciarlo e toglierlo.

«Oddio..» ansimai in trepidazione quando la bocca di Jungkook si attaccò avidamente a un mio capezzolo inturgidito, leccandolo e succhiandolo con una delicatezza fuori dalla norma.

«J-Jungkook» boccheggiai nel pronunciare il suo nome, nel giro di pochi secondi una sua mano raggiunse la vita dei miei pantaloni, che slacciò soltanto dopo avermi chiesto il permesso con il solo sguardo. Permesso che, ovviamente, ottenne senza alcuna mia esitazione.

Il cuore palpitò per la forte emozione che stavo provando, influenzando ogni singola cellula del mio corpo che percepii sciogliersi sotto il tocco di questo ragazzo. La stessa mano con la quale aveva slacciato i pantaloni si intrufolò dentro di essi, arrivando a sfiorare la mia intimità coperta dal sottile tessuto del perizoma. Due dita passarono sopra la stessa, tastando l'umidità che sentivo a quell'altezza, formatasi per l'eccitazione. Quelle stesse dita, poi, si fecero maggiore spazio spostando il tessuto dell'intimo ormai bagnato dai miei umori, andando in tal modo ad accarezzare le grandi labbra e stuzzicare il clitoride.

Stava succedendo tutto così velocemente che giurai di sentire il mio cervello andare in tilt. Ma non mi importò niente di cosa e come stesse avvenendo, perché tutto ciò che volevo in quel momento era solamente lui. Lo volevo sentire qui, vicino a me e dentro di me. Volevo tastare ogni parte di Jungkook e desideravo che lui, a  sua volta, tastasse ogni parte di me.

Gli accarezzai i capelli non appena il suo volto si riavvicinò repentinamente al mio, tornando a baciarmi sempre più voglioso. Un mio gemito venne soffocato dal bacio quando le sue due dita affusolate penetrarono lentamente la mia apertura e, con altrettanta lentezza, cominciarono a muoversi dentro di me. Il mio stomaco esplose in uno sciame di farfalle che si scatenarono dentro di me, mentre le mie labbra si mossero ardentemente insieme a quelle di Jungkook, che continuava a sollecitare il mio desiderio di unirmi a lui.

Le dita di Jungkook continuarono a stuzzicarmi senza darmi tregua; con movimento circolare, il pollice si muoveva sul clitoride, mentre l'indice e il medio continuavano a pompare con maggiore velocità.

Impaziente di aspettare, infatti, feci scivolare i miei pantaloni assieme alle mutandine. Jungkook, capendo subito cosa volessi, si staccò da me unicamente per svestirsi, mentre io ne approfittai per sistemarmi meglio sotto di lui.

In meno di due secondi, mi ritrovai di fronte il corpo completamente nudo di Jeon Jungkook, visione che non fece altro che aumentare il mio piacere e la mia voglia di fare l'amore con lui. Era una novità per me provare simili sensazioni e mai avevo immaginato che potessero essere talmente forti da farmi girare la testa.

Si allontanò per un istante per recuperare un preservativo che, a quanto pare, teneva conservato nella tasca dei suoi pantaloni. Era come se anche lui, proprio come me, stesse attendendo questo momento da chissà quanto tempo.

«L'hai tenuto per me?» chiesi scherzosamente, volendo spezzare l'imbarazzo che stavo provando nell'aspettare che si sistemasse il preservativo lungo la lunghezza della sua intimità.

Jungkook si limitò a sbuffare, senza riuscire però a trattenere un piccolo sorriso. Si abbassò su di me, posizionò la sua erezione davanti alla mia apertura, per poi guardarmi negli occhi con una profondità che ebbe l'effetto di travolgermi in pieno e di farmi annegare dentro di essi.

«Sennò per chi altro?» mi soffiò contro il viso, guardandomi con fare ovvio e un leggero ghigno che mandò a fuoco il mio intero corpo.

Aspettò un mio cenno di assenso prima di muoversi, proprio per essere sicuro che mi sentissi pronta e io, ora palpitante più che mai, deglutii annuendo. Un gemito trattenuto scappò dalle mie labbra quando, molto lentamente, Jungkook si spinse dentro di me senza distogliere mai e poi mai il suo sguardo desioso dal mio. Altri miei ansimi risuonarono in un misto di piacere e dolore, a causa del bruciore iniziale che percepii quando la lunga e dura erezione di Jungkook continuò a muoversi dentro di me, ma senza mai eccedere troppo.

Portai le mani sulle sue larghe spalle, graffiandone appena la pelle, mentre avvolsi il suo bacino tra le mie gambe tremanti e accaldate. Una spinta più forte e profonda delle altre mi fece sfuggire un gemito acuto tale da influenzare persino Jungkook, il quale aumentò progressivamente la velocità con cui fece scontrare i nostri bacini. Circondai il collo di Jungkook con le braccia, aggrappandomi al suo corpo come se fosse la mia sola e unica ancora di salvezza. Le punte dei nostri nasi si sfioravano a ogni movimento, i nostri sospiri caldi e colmi di piacere si mescolarono tra loro.

Le sue iridi erano ancorate alle mie, facendomi sentire fin dentro le ossa quanto lui mi amasse. Mi parve quasi di poterne leggere i pensieri, di vedere la sua anima attraverso quelle perle luccicanti e bramose d'amore. Schiusi le labbra all'ennesimo ansimo e, guardandolo dritto negli occhi, per la prima volta parlai.

L'ennesima spinta e l'ennesimo gemito seguiti dalle mie prime due parole si dispersero nell'aria come una cosa sola quando sussurrai:

«Ti amo»

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