𝟒𝟔. La tua personale cavia assaggiatrice
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"Le persone non possono essere risposte, sono solo altre domande."
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YOONGI
|Circa 4 anni e due mesi prima|
«Ma che cazzo» Sibilai sottovoce dopo aver quasi rischiato di schiantarmi contro un palo della luce. Fortunatamente ero agile almeno nell' evitare i traumi cranici. Forse.
«Dai ce l'avevi quasi fatta!»
Sbuffai divertito dall'incitamento di Sooyun. Forse, più che incitamento, pareva essere una cortese consolazione.
«Tu dici?» Sorrisi lanciandole una veloce occhiata e riposizionandomi al punto di partenza con lo skateboard. Quel pomeriggio sarei stato capace di provarci e riprovarci fino a quando non fossi riuscito a fare ciò che volevo.
Quando volevo fare una cosa, la dovevo fare bene. Non mi sarei accontentato di averci solamente provato senza riuscita.
«Mhmh! Hai perso l'equilibrio all'ultimo, ma sono certa che ci saresti riuscito se non ti fossi sbilanciato come hai fatto nel finale!»
«Ohh vedo che te ne intendi di skate, eh?»
Sooyun ridacchiò facendo spallucce. Assunse d'un tratto un'aria fiera di sé, con un'espressione di onniscienza.
«Qualsiasi cosa serva sapere io la so»
«Allora la prossima volta che ho bisogno di aiuto con matematica vengo da te a chiedere aiuto, va bene?»
L'espressione sicura di Sooyun si incrinò, ma cercò di non farlo notare.
«Per quello chiedi a mio fratello»
Soffocai una risata, senza però riuscire a nascondere il divertimento nel mio sorriso.
«Perché non torni a casa, Sooyun?» domandai premurosamente mentre cercavo di non inciampare nei miei stessi piedi all'ennesimo tentativo fallito, «Si sta facendo tardi e domani hai anche scuola»
«Non ho voglia di tornare a casa» borbottò Sooyun in risposta. Sulle labbra prese forma un tenero broncio.
Mi accigliai. «Perché?»
«Voglio stare qui con te»
«Beh...» sollevai le sopracciglia, non sapendo bene quali parole usare per spingerla a fare ritorno a casa sua. Ero contento di passare del tempo in sua compagnia, ma i suoi genitori si sarebbero arrabbiati se l'avessi tenuta fuori fino a tardi. «Sicuramente a casa ti divertiresti di più giocando con Taehyung, piuttosto che assistere ai miei noiosi tentativi di fare qualcosa che tanto non riuscirò a fare prima di mezzanotte»
«Ma Taehyung sicuramente avrà da studiare... Manca poco alla fine della scuola, ci tiene a tenere alti i suoi voti»
Bloccai un attimo lo skateboard sotto al piede, fermandomi di fronte a lei. Sooyun se ne stava da tutto il pomeriggio seduta su quella panchina in legno levigato, guardandomi "giocare" con il mio skate come se la cosa la divertisse. Sapevo fosse così: a lei piaceva uscire e guardarmi usare lo skate, ma non c'era cosa che amava più al mondo dello stare con suo fratello maggiore. Sooyun adorava guardare film con Taehyung, giocare con Taehyung e uscire fuori alla fiera con Taehyung. Ultimamente, però, qualcosa era cambiato. Non sapevo che cosa, naturalmente, ma percepivo un'aria diversa, quasi pesante.
«Se gli chiedi di giocare un po' con te alla playstation non credo proprio che si rifiuterà»
«Mh, non lo so» Sooyun mi rivolse uno sguardo dubbioso, lasciandomi un po' sorpreso.
Sapevo che Taehyung si impegnasse nello studio e che impiegasse molto del suo tempo al suo futuro, ma ero anche certo che l'altra gran parte del tempo la utilizzasse molto volentieri con sua sorella.
Fissai il vuoto per alcuni secondi senza accorgermene, perdendomi tra i miei pensieri. Sooyun, forse, riuscì a leggermi nella mente e lo intuii da come mi stesse guardando. Dovevo avere la faccia di chi non poteva permettersi di tenere fuori casa una ragazzina di dodici anni e non sapesse come fare per convincerla.
«Facciamo così: se mi porti a mangiare un gelato torno a casa! Però solo dopo il gelato» Disse d'un tratto, marcando sulla parola "solo" come voler sottolineare la sua condizione. Sorrisi.
«D'accordo» accettai ridacchiando.
Tenni sottobraccio lo skate e, con al fianco Sooyun, mi incamminai verso l'uscita del parco. Decisi di portarla alla gelateria più vicina a casa sua, che era anche una delle sue preferite.
«Sei la prima persona che vedo combinare cioccolato e fragola: due consistenze completamente diverse su uno stesso cono... Wow»
«Che c'è?» mi chiese con tono serio, portandosi alla bocca un altro cucchiaino colmo di gelato, «Ci stanno bene come sapori insieme»
«Oh si, non lo metto in dubbio»
«Tu non prendi il gelato?» cambiò discorso.
Scossi la testa. «No, non fa per me»
«Cosa significa che non fa per te?» mi guardò con degli occhioni luccicanti di quella stessa luce che vedevo nei bambini una volta ottenuta la propria caramella dal pediatra.
«Non mi piace il gelato» ammisi.
Sooyun spalancò gli occhi, le labbra erano aperte nel formare una O. Si guardò attorno come per assicurarsi che nessuno avesse sentito quella che per lei, a quanto pare, era molto vicina dall'essere una bestemmia.
«A chi non piace il gelato?» mi chiese sconvolta in sussurro. Aveva seriamente paura di farsi sentire per un mio parere espresso soggettivamente in merito a un gelato?
«Beh, a me» sorrisi impercettibilmente con fare scherzoso.
«Non sei umano...»
«Non ho mai provato piacere nel mangiare cose dolci e zuccherate»
«Quindi non ti piacciono nemmeno i dolci che preparo io?» Sooyun inclinò la testa nel pormi la domanda. Non era offesa, ma solo curiosa.
Puntai gli occhi in un punto imprecisato alle sue spalle, percependo lo sguardo sveglio di Sooyun posato sul mio volto, in attesa di ricevere una risposta.
«Quelli mi piacciono. I tuoi sono gli unici dolci che tollero»
Sooyun assottigliò gli occhi nel guardarmi, cercando di capire se avessi detto la verità. Ero sincero. Ironicamente, gli unici dolci che mangiavo erano quelli che Sooyun preparava per tutti noi. Erano speciali, dal tocco unico.
«Se è così te ne porterò molti di più per la colazione, così almeno potrai cominciare la giornata nel miglior modo possibile» parlò con un piccolo ghigno beffardo.
«Che ha la mia colazione che non va?»
«Quella la chiami colazione?» Inarcò un sopracciglio scettica, quasi con disgusto «Una tazza di caffè e una gomma da masticare?» Finse un conato di vomito, strappandomi una risata.
«Ehi, scusami se non ho voglia di cucinare la mattina appena sveglio. Però, se preferisci, posso sempre rifornirmi delle squisite merendine del supermercato»
«Di male in peggio...» borbottò scuotendo la testa, «Basta, ormai ho deciso!» Finì di mangiare il gelato e si sistemò il suo zainetto sulla spalla, pieno di sticker e spillette colorate. Erano tutte raffiguranti dolci e snack.
«Che cosa hai deciso?» chiesi seguendola fuori dalla gelateria. Camminammo fino alle strisce pedonali, il semaforo era rosso. Sooyun mi guardò con felicità ed eccitazione.
«Te l'ho detto! Ogni mattina ti preparerò dolcetti che ti faranno sicuramente cambiare idea sull'importanza della dolcezza con cui dare inizio alla nostra giornata» Affermò soddisfatta.
Scattò il verde, così riprendemmo a camminare. Lanciai una veloce occhiata a Sooyun e mi venne naturale sorridere nel ripensare alle sue parole.
«Sei sempre così positiva dal mattino?»
«Certo, grazie ai miei dolci!»
«Ora capisco perché Taehyung è sempre così allegro» Constatai divertito.
Chissà quanti dolci si ingurgitava appena sveglio, approfittando della grinta e passione che Sooyun ci metteva nel prepararli.
Improvvisamente, tra noi cadde il silenzio più totale. Forse fu soltanto una mia impressione, ma sembrava essersi creata una certa tensione nell'aria. Stranito da quella strana atmosfera, mi voltai nella direzione della più piccola. La osservai camminare al mio fianco, lo sguardo abbassato e l'espressione seria.
«Sooyun, va tutto bene?»
Sooyun si limitò ad annuire, senza guardarmi o dire altro. Storsi la bocca in una smorfia incerta. Forse avevo detto qualcosa di sbagliato?
«Perché sei diventata d'un tratto così seria? Eri tanto allegra fino a un attimo fa...»
«No, niente. È solo che...» Sbuffò mostrandomi un primo cenno di tentennamento. Era la prima volta che vedevo e sentivo tanta insicurezza nei suoi occhi scuri, nella sua voce dolce e sottile. «Hai detto che Taehyung è sempre allegro»
«Si..» confermai confuso, «E allora?»
«Il fatto è che non è vero» si fermò in mezzo al marciapiede, portandomi a fare lo stesso. La guardai con un pizzico di preoccupazione, notando della vera e propria sofferenza emergere dalla profondità dei suoi occhi. «Nell'ultimo periodo Taehyung è un po' strano»
«Strano?» Mi girai totalmente verso di lei, guardandola dall'alto e cancellando ogni traccia di divertimento sul mio volto. «Perché dici questo?»
«A volte esce di casa in tarda serata, non so dove vada... Torna dopo diverse ore senza dire niente»
«Forse esce fuori per studiare in biblioteca» Ipotizzai.
«Mhh no..» Sooyun scosse la testa, negando sicura che non fosse così, «Lascia tutti i suoi libri a casa quando se ne va e anche quando torna è sempre a mani vuote»
Subito capii cosa stesse intendendo. Ogni volta che Taehyung usciva di casa non aveva mai niente tra le mani, di conseguenza era impossibile che si trattasse dello studio o anche solo di comprare qualcosa che potesse servirgli in negozio. Effettivamente era strano da parte sua comportarsi così. Era la prima volta che sentivo di questa storia, non avevo idea di tutto questo e, riflettendoci meglio, era parecchio tempo che io e Taehyung non parlavamo.
«Dove credi che lui vada?»
«Non ne ho idea, non me lo ha mai voluto dire. L'unica cosa che ho notato è che quando lo fa non sembra molto felice. Ha lo sguardo vuoto e il sorriso spento. Mi rassicura tutte le volte che va tutto bene e che esce per delle commissioni o dei progetti di scuola, ma capisco quando dice una bugia»
Mi si strinse il cuore. Incurvai le sopracciglia verso il basso, sentivo la gola secca e le parole venire a mancare. Non sapevo cosa dire, come aiutarla a sentirsi meglio. Non riuscivo neanche solo a immaginare cosa potesse passare per la testa di Taehyung. Le rate volte in cui ci rivolgevamo parola era quando passavo a prendere Sooyun per portarla al parco, perché le avevo promesso che quando avevo tempo per esercitarmi con lo skateboard l'avrei sempre portata con me per farmi compagnia.
D'un tratto un pensiero balenò nella mia testa, portandomi a pormi diverse domande, ma anche altrettante risposte. Nell'ultimo mese erano state tantissime le volte in cui Sooyun rimaneva fuori con me al parco, non poteva essere una coincidenza. Di solito, anche quando passavo da loro, Sooyun preferiva rimanere a casa per fare i compiti o stare insieme a Taehyung a giocare. Ma nell'ultimo periodo il suo atteggiamento era cambiato.
«È per questo motivo che esci più spesso con me?»
Sooyun non annuì, ma neanche negò. Mi guardò dritto negli occhi e questo bastò come risposta.
«Vedi Sooyun..» Mi avvicinai a lei, inginocchiandomi di fronte alla sua figura che era la metà della mia, «Sono certo che, qualsiasi cosa abbia Taehyung, non sia grave come pensi. Forse è solo tanto stanco per lo studio, del resto sono i suoi ultimi anni di scuola»
«Sarà come dici tu...» borbottò poco convinta, «Però a me manca tanto passare il tempo insieme a lui. Prima giocavamo sempre alla PlayStation, ora invece è già tanto se guarda il joystick»
Mi lasciai sfuggire uno sbuffo divertito, sapendo bene quanto entrambi fossero in sintonia. Era raro vedere un legame fraterno tanto forte quanto lo era quello che univa Sooyun e Taehyung. Per qualsiasi cosa entrambi c'erano sempre l'uno per l'altra. Certo, qualche volta scoppiavano litigi tra di loro a causa di motivi anche piuttosto stupidi, però ogni cosa poi ritornava come prima. Anzi, dopo i litigi sembravano diventare persino più uniti.
«Sono sicuro che tornerete a passare tanto tempo insieme non appena Taehyung supererà anche questo pesante mese scolastico» le sorrisi con sincerità, sperando di riuscire a tirarle un po' su il morale, «Tu però intanto potresti approfittarne per dedicare più tempo per te stessa»
«E facendo che cosa?»
«Preparando nuove ricette di dolci, sono disposto a essere la tua personale cavia assaggiatrice»
«Dici davvero?» un tenero sorriso spuntò finalmente sulle sue labbra, facendomi tirare internamente un piccolo sospiro di sollievo.
«Assolutamente»
Mi rialzai in posizione eretta, incitandola a riprendere il cammino.
«Okay accetto! Se avranno esito positivo potrei farne tanti altri anche per Taehyung, così se avrà fame mentre è fuori casa potrà mangiarli e recuperare le energie»
L'umore di Sooyun era ritornato sereno, in netto contrasto con il mio. Finsi un sorriso di rassicurazione, senza riuscire a infondere tranquillità a me stesso però.
Inevitabilmente, i miei pensieri furono fissi su Taehyung per tutta la durata del tragitto di ritorno per casa. Sperai con tutto il cuore che fosse veramente causato dello studio il malumore di cui parlava Sooyun, perché altrimenti doveva essere successo qualcosa di più grave, qualcosa che andava oltre alla mia immaginazione.
Non riuscivo a darmi risposte, non potevo neanche fare domande direttamente a Taehyung. Non mi sembrava per niente il momento adatto per dare voce alle mie preoccupazioni, avevo paura che, qualsiasi cosa fosse successo, sarebbe potuta ricadere su Sooyun.
'Taehyung perché non ti apri più con noi come facevi una volta?'
'Che cos'è questa paura che sento dentro, all'altezza del petto? Perché mi sembra di sentire la stessa paura che sta investendo anche te, nonostante tu non sia qui di fronte a me?'
'Perché ho la sensazione che stia per accadere qualcosa di disastroso, qualcosa di irreversibile?'
Una volta riportata Sooyun a casa sua, mi sbrigai a fare ritorno nella mia. Posai il mio skate sul mobile vicino all'entrata e mi stesi sul divano. Fissai il soffitto per una manciata di secondi, prima che il sonno prendesse il sopravvento.
Nei giorni successivi continuai ad allenarmi con lo skate al parco e mai avevo smesso di passare a casa di Sooyun per portarla con me. Con il passare del tempo, però, anche Sooyun cominciò ad assentarsi proprio come faceva Taehyung. Continuavo a cercarla a casa sua naturalmente, ma lei spesso mancava e quindi mi ritrovai costretto a passare molti dei miei pomeriggi liberi da solo con il mio skateboard.
Sooyun non mi portò nessuno di quei dolci che aveva promesso di prepararmi e io, quindi, non potei assaggiare le sue nuove ricette. Era probabile che non avesse preparata neanche una.
La panchina su cui era solita sedersi per guardarmi con il sorriso sulle labbra finì per mantenersi definitivamente priva della sua presenza.
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