𝟑𝟖. Il suo posto sicuro

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"Alcuni di noi sono bloccati tra una mente forte e un cuore fragile"

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L'aria era stranamente gelida quella sera. Non c'era vento, neanche un accenno di brezza, eppure qualsiasi cosa sembrava che soffiasse proprio contro Taehyung. Aveva passato l'intero pomeriggio alla ricerca di Sooyun, senza risultato. Gli occhi affranti del ragazzo continuavano a guardarsi attorno, setacciando ogni minimo angolo delle strade che percorreva con la macchina, ma non riuscì a trovarla. A un certo punto decise di scendere e di proseguire la sua ricerca a piedi, magari controllando posti che non avrebbe potuto guardare bene da lontano.

Ma di sua sorella non c'era nemmeno l'ombra.

Più abbattuto che mai, decise di ritornare dentro la sua auto e di raggiungere il Dragonfly, con l'ultima speranza rimasta dentro di lui. Sperava di vederla lì, insieme a Jimin o Yoongi. Sperò veramente tanto di incontrare gli occhi della più piccola dentro il locale fino all'istante in cui mise piede al suo interno. Si fermò sulla soglia d'entrata, perlustrando l'intero bar da cima a fondo, ma niente. Sooyun non era nemmeno lì.

«Taehyung!» La voce di Jimin raggiunse le sue orecchie prima ancora che potesse tornare indietro per continuare la sua ricerca. «Cosa ci fai qui?»

«Hai visto Sooyun?»

«No, non l'ho vista... Perché? È successo qualcosa?»

Taehyung scosse la testa con un'espressione abbattuta sul volto e questo fece preoccupare maggiormente il suo migliore amico, soprattutto quando questo evitò di rispondere alla sua domanda.

«Yoongi? Lui l'ha vista?»

Jimin si voltò verso il loro amico, intento a servire i drink ad un tavolo, chiamandolo per porgere la medesima domanda direttamente a lui. Quando il più grande raggiunse i due non poté fare a meno di notare la chiara preoccupazione stampata sulla faccia di Taehyung.

«Che succede?» domandò al più alto, corrugando le sopracciglia.

«Hai visto Sooyun?» domandò ancora speranzoso, per poi sospirare pesantemente quando Yoongi negò scuotendo la testa in risposta. «Per favore, se la vedete o anche solo avete notizie di lei chiamatemi.»

Yoongi e Jimin si guardarono straniti, annuendo però subito alla richiesta del più piccolo. Avevano capito che fosse successo qualcosa a Sooyun, non era nemmeno una novità che la ragazza sparisse all'improvviso senza fare avere notizie di sé fino a quando non tornava a casa la notte stessa o direttamente il mattino dopo. Tuttavia, era la prima volta che vedevano Taehyung così... Sembrava esausto.

Jimin lanciò una fugace occhiata a Yoongi, prima di avanzare con la stessa domanda che ronzava in entrambe teste.

«Taehyung, va tutto bene?»

Gli occhi del loro migliore amico sembravano aver perso la luce che era sempre riuscita a distinguerlo da tutti gli altri. Era come se tutta la grinta, volontà e forza di cui era predisposto fossero spariti tutto d'un tratto a causa di qualcosa o qualcuno. Le sue iridi scure di scontrarono violentemente contro quelle dei suoi due migliori amici, i quali tremarono alla loro vista.

Erano spente, distrutte. Taehyung era a pezzi.

«Si.» e senza aggiungere altro diede le spalle a entrambi, fuggendo via senza permettergli di chiedergli altro.

Arrivato a quel punto, Taehyung non sapeva più dove andare. Inizialmente credeva di avere le idee chiare sui possibili posti in cui sua sorella potesse essere andata a rifugiarsi, ma si era dovuto ricredere. Ovviamente come prima cosa era ritornato a casa, ricontrollando ogni singola stanza della loro abitazione. Successivamente decise di cercare al parco dove portava spesso Yeontan e, perlustrando anche tutte le varie strade dove sarebbe potuta passare, per ultimo il Dragonfly.

Un'idea gli balenò improvvisamente nella mente, facendogli spalancare gli occhi e sentendo un lieve barlume di speranza riaccendersi dentro di sé.

«E se...» Schiacciò sul piede dell'acceleratore, cambiando la marcia e dirigendosi verso l'ultimo luogo della sua lista mentale dove Sooyun sarebbe potuta andare. Ti prego, dimmi che sei lì.

Parcheggiò malamente la macchina, per poi fiondarsi sulla campanello e citofonare come un pazzo. Continuò a suonare spazientito fino a quando qualcuno non venne ad aprire.

«Ma chi cazzo è che suona così- Taehyung?» Gli occhi inizialmente arrabbiati di Seokjin si intinsero di pura confusione non appena vide la figura stravolta del suo amico davanti la porta di casa sua. «Ma cosa-»

«Sooyun è qui?» Entrò dentro casa sua senza attendere veramente una risposta da lui. Seokjin chiuse la porta per seguirlo, continuando a chiedergli cosa gli stesse prendendo e perché sembrava che stesse facendo una caccia al tesoro in casa sua. «Sooyun!» Dopo aver controllato tutte le stanze al piano terra, salì le scale per raggiungere le stanze del piano superiore, pensando che magari si trovasse nascosta da qualche parte con Minjee.

Taehyung sapeva bene del legame che ci fosse tra le due e di come Sooyun vedeva la più grande. Tutti erano consapevoli di come Minjee ricoprisse quasi il ruolo di madre per la sorellina di Taehyung. Se da un lato questo particolare lo faceva intenerire, felice di avere un notevole supporto anche da parte dei suoi amici, da un lato lo rattristiva. Pensare che Sooyun ricercasse quel mancante lato materno in Minjee trasmetteva sensazioni molto contrastanti in Taehyung. Sooyun amava sua madre, l'aveva sempre amata, così come aveva sempre amato il loro papà.

E per quanto la corvina continuasse ad affermare il contrario, tutti sapevano quanto le mancasse avere sua mamma al suo fianco... Soprattutto sua mamma. Lei era tutto per lei, eppure se n'era andata via così facilmente, la perdita della mamma aveva fatto ancora più male di quanto ne avesse fatto quella di loro padre. Come era potuto succedere tutto questo, in così poco tempo?

«Sooyun, sei qui?» La richiamò ancora ad alta voce, spalancando la porta di quella che scoprì essere la stanza del figlio di Seokjin e Minjee.

«Taehyung, diamine!» imprecò andando subito a richiudere la stanza del piccolo, che stava serenamente dormendo dentro la sua culla. «Così lo sveglierai!»

«Jin, cos'è questo baccano?» La testa di Minjee fece capolino dalla loro camera matrimoniale, con gli occhi assonnati come se qualcosa l'avesse appena destata dal suo sonno. «Taehyung?» Minjee aggrottò le sopracciglia confusa «Cosa ci fai qui?»

«Sooyun non è passata da voi?»

«No, non è venuta qui. È successo qualcosa?» Seokjin rispose al posto di sua moglie.

«Non riesco a trovarla.» la voce di Taehyung tremò appena nel parlare, guardando spaventato prima Seokjin e poi Minjee. «È sparita, non so dov'è andata, quando la chiamo risponde la segreteria e-»

«Va bene va bene, ora calmati.» Seokjin frenò la parlantina del suo amico, avvicinandosi a lui con fare rassicurativo. «Hai provato a vedere se è con Jimin o Yoongi al Dragonfly?» Taehyung annuì rispondendo che non fosse nemmeno lì, facendo sospirare pesantemente il maggiore. Disse a Minjee non ritornare a dormire, di non preoccuparsi e che ci avrebbe pensato lui, poi portò Taehyung al piano di sotto, facendolo accomodare sul divano.

«Vuoi qualcosa da bere..?» chiese Seokjin incerto.

Taehyung scosse la testa con lo sguardo sconsolato puntato sul pavimento.

«Jin, sono preoccupato. Non ho la più pallida idea di dove sia-» Riprese a parlare agitato, venendo subito interrotto dal suo amico.

«Non voglio assolutamente far passare la situazione come qualcosa di superficiale, ma... Avevo capito che non fosse nemmeno una novità per te vedere Sooyun scomparire all'improvviso, per poi ricomparire a casa il giorno seguente...» Seokjin lasciò in sospeso la frase.

Negli ultimi tempi ormai, era diventato qualcosa di normale per tutti loro. All'inizio Taehyung reagiva proprio come stava facendo in quell'esatto momento quando sua sorella non dava più segni di vita, facendo preoccupare a morte tutti quanti. Più volte Taehyung si era ritrovato al punto di chiamare la polizia, poi però con il passare del tempo questa cosa era andata a scemare, perché alla fine Sooyun tornava sempre a casa.

A Taehyung, naturalmente, non era mai andato giù questo suo comportamento, insistendo varie volte sul fargli sapere per lo meno dove andasse per tutte quelle ore. Non gli era mai piaciuto come a malapena rispondesse ai suoi messaggi e alle sue chiamate, lasciandolo perciò in totale balia dei suoi pensieri e delle sue paranoie più orribili ogniqualvolta tornasse a casa senza trovarci però Sooyun nel cuore della notte.

Era terribile. Certo, ci aveva fatto l'abitudine più o meno, ma era comunque terribile. Non riusciva quasi mai a dormire quando succedeva, talvolta si ritrovava a girovagare per le strade vicine casa sua in pigiama nella speranza di trovarla magari nei pressi del viale.

«Ho fatto un casino...» mormorò abbassando di nuovo lo sguardo. «Jin...» Richiamò il maggiore in un sussurro. «Ho-Ho paura di aver sbagliato tutto.»

«Tu non hai sbagliato niente, Taehyung.» rispose dolcemente ricercando con gli occhi il suo sguardo. Uno sguardo che, però, non fu ricambiato. «Sooyun è... fatta così. Sparisce come se in qualche modo cercasse di scappare dalla realtà, ma poi ritorna sempre. Ritorna da te, ogni volta.»

«Ritorna a casa, non da me.» Sbuffò voltando la testa di lato.

«Sooyun ti vuole bene, Taehyung... Te ne vuole talmente tanto che-»

«Sa tutto.» disse Taehyung seccamente, puntando finalmente quelle sue perle profonde in quelle affettuose del maggiore. Seokjin capì immediatamente a cosa si riferisse e, colto di sorpresa, strabuzzò gli occhi. «Ho paura che questa volta non ritorni più...»

«Perché pensi questo?»

«Perché-» sbuffò senza riuscire a rispondere concretamente alla domanda di Seokjin, sentendosi sovrastato come non mai da tutta la situazione. «Sento che non tornerà, non vuole più avere a che fare con chi non ha fatto altro che mentirle e farla soffrire.»

«Tu l'avresti fatta soffrire?» Seokjin inarcò un sopracciglio scettico.

«Si, le ho mentito. Le ho tenuto nascosto quello che facevo per nostra madre, la riabilitazione e... Jungkook...»

«Jungkook? Cosa intendi? Non capisco.»

In seguito all'ennesimo sospiro stanco, Taehyung raccontò tutto a Seokjin, cercando di non farsi sfuggire nemmeno un dettaglio. Il più grande ascoltò con attenzione le parole di Taehyung, osservando malinconicamente quell'espressione afflitta e arresa riflessa sul suo volto. Erano state tante le volte in cui Taehyung si era mostrato triste o arrabbiato davanti a lui, ma mai prima d'ora lo aveva visto così. Il pensiero che Taehyung si stesse arrendendo fece molto male a Seokjin, tanto da sentire un nodo stringere fortissimo la sua gola. E quel nodo attorcigliò presto anche il suo stomaco non appena sentì Taehyung dire che forse non l'avrebbe più rivista, che l'aveva persa ed era tutta colpa sua.

«Sooyun ritornerà. Ritorna sempre.» ribadì con sicurezza Seokjin.

«Non questa volta.»

«Ti prego Taehyung...» brontolò Seokjin ruotando gli occhi al cielo con fare quasi esasperato. «Avete fatto litigate anche peggiori di questa, affrontando momenti più difficili per entrambi. Vedrai che riuscirete a superare anche questa.»

Taehyung si lasciò sfuggire l'ennesimo sospiro affranto, poggiando totalmente la schiena sui cuscinetti morbidi del divano, come se questi avessero potuto in qualche modo reggere tutto quel peso che lui sentiva premere costantemente su di lui. Il peso di chi si sentiva colpevole di tutto.

Gli occhi color nero pece erano vitrei, inespressivi e puntati su un punto indecifrato del soffitto. Seokjin osservò la figura del più piccolo mezza sdraiata sul suo divano, mentre lui se ne rimaneva seduto al suo fianco in silenzio. Delineò attentamente il viso di Taehyung, notando quanto fosse diverso ma, allo stesso tempo, uguale alla sorella. Si assomigliavano entrambi molto, però gli occhi erano diversi. La dolcezza nelle perle scure di Taehyung rispecchiavano tanto quelli della loro mamma, forse era per questo motivo che Sooyun soffriva tanto ogniqualvolta lo guardasse negli occhi. Le ricordava lei, in tutto e per tutto. Diversamente da quando si guardava lei stessa negli occhi, davanti allo specchio; in quei momenti non riusciva a fare a meno di pensare a suo padre e a come i suoi occhi una volta la guardassero piena d'amore.

Mentre Seokjin analizzava l'espressione sul volto del suo amico, quest'ultimo aveva la testa occupata da numerosi pensieri intrecciati tra di loro e tutti ricadevano esattamente sulla stessa persona: Sooyun. Per quanto potesse essere masochista farlo, lui non riusciva a trattenersi quando si trattava di lei, del ricordo di lei da piccola... Lo faceva sentire bene ricordarsi del suo sorriso, quello di quando una volta era veramente felice, però allo stesso tempo lo faceva soffrire. Ricordarsi di come non potrà più rivedere l'innocenza riflessa sul visino della più piccola gli faceva fremere ogni particella del cuore.

Poi, improvvisamente, gli venne in mente una cosa. Spalancò gli occhi, staccando di scatto la schiena dal divano e facendo sussultare Seokjin dallo spavento.

«So dov'è...» sussurrò quasi incredulo di se stesso. Come aveva potuto non pensarci prima?

«Cosa?»

«So dov'è andata Sooyun.» Guardò velocemente Seokjin prima di alzarsi e uscire velocemente dalla sua abitazione, senza dargli nemmeno modo di salutarlo o dirgli qualsiasi altra cosa.

Mise in moto la macchina, le mani tremavano sullo sterzo e il cuore sembrava essere impazzito dentro al suo petto. Da un lato era certo che avrebbe trovato sua sorella nell'ultimo posto che gli poteva venire in mente, nascosta tra l'erba alta e fresca, come faceva lui una volta. Però, dall'altro lato, aveva il timore che si potesse sbagliare e, se fosse stato così, a quel punto non avrebbe davvero più saputo cosa fare per ritrovarla.

Spero tanto che tu sia lì... Pe favore.

Accostò la macchina sul cigolo della strada, vicino a una distesa immensa di erba e grano. Quando uscì dalla macchina si perse a guardare il campo dove lui una volta andava a sdraiarsi, in piena primavera ed estate. Era il suo posto, quello. Il suo posto sicuro. Non passava mai nessuno lì, era silenzioso e tutto ciò che si poteva udire quando andava a ripararsi tra i fili d'erba era il canto degli uccellini e il soffio leggero del vento tra i suoi capelli. Sooyun era l'unica che era a conoscenza di questo posto.

Una volta la sua sorellina ebbe la fantastica idea di seguirlo, nonostante lui le avesse esplicitamente imposto di non farlo, e fu così che scoprì dove Taehyung andava a nascondersi il più delle volte, per stare in pace e tranquillità. Taehyung trovò questo posto nello stesso periodo in cui i suoi genitori avevano iniziato a litigare. Cominciò a raggiungere il campo sempre più frequentemente, ma poi fu costretto a smettere per vari motivi, tra i quali la mancanza di tempo. Non aveva più tempo di fare nulla, si spaccava la schiena giorno e notte per racimolare dei soldi che nemmeno bastavano delle volte. In parte, era anche per questo motivo che decise di ritornare da sua madre. Senza che Sooyun potesse mai veramente saperlo, negli ultimi tempi, sua madre li aveva aiutati a reggersi in piedi per non rischiare di finire per strada sotto a un ponte. Taehyung prese la decisione che Sooyun non si sarebbe mai permessa nemmeno di sfiorare con la mente per puro orgoglio: farsi aiutare da chi li aveva lasciati soli.

Taehyung acuì la vista appena notò una piccola ombra nascosta tra i fili di grano. Un sorriso spuntò impercettibilmente sul suo viso e, sentendosi più sollevato, prese a camminare verso quella figura accovacciata a terra.

Non fiatò, avendo quasi paura che potesse scappare di nuovo. Sooyun, sentendosi quasi come un cucciolo di cervo in pericolo, si mise sull'attenti quando udì dei rumori alle sue spalle. Non si mosse però, era immobilizzata e si limitò ad osservare la seconda presenza con la coda dell'occhio. Quando riconobbe la figura di suo fratello, mentre quest'ultimo prese posto accanto a lei, non fece a meno di deglutire come a voler sciogliere quel grosso nodo alla gola che non le permetteva di respirare correttamente.

L'attenzione di Taehyung era rivolta davanti a lui, motivo per cui non vide subito gli occhi rossi e gonfi della più piccola, ma dentro di sé poteva immaginare avesse pianto per tutto il tempo. Del resto era sua sorella e, per quanto volesse mostrarsi dura di fronte agli altri, chi meglio di lui poteva conoscerla? Sapeva benissimo che Sooyun aveva sempre finto di essere qualcuno di forte, mentendo a lui ma anche a se stessa. Era così forte ma fragile allo stesso tempo e lui si sentiva impotente di fronte a quel guscio pieno di rancore e mestizia, non essendo mai stato veramente capace ad aiutarla. Non era riuscito a fare niente per lei, si sentiva inutile.

Jungkook, invece, ci era riuscito. Quel ragazzo aveva avuto la capacità di fare breccia nel cuore di sua sorella, penetrando quella barriera di acciaio che lei stessa si era costruita attorno. Jungkook l'aveva salvata, aveva salvato entrambi.

«Una volta mi piaceva tanto venire qui...» la voce del più grande grattò la sua gola, fuoriuscendo quasi come un suono graffiato, roco. «Mi faceva smettere di pensare, era bello guardare il cielo e sentire l'erba solleticarmi la pelle»

Sooyun si voltò verso di lui, capendo come stesse cercando in qualche modo di fare pacificamente conversazione con lei. Risentì gli occhi bruciare e le lacrime tornare a scorrere sulle sue gote fredde. In quel momento si odiava. Odiava essere così debole, odiava le sue lacrime e odiava non essere capace neanche di fermarle.

Taehyung emise un verso intenerito, sorridendo nostalgico nel ripensare al passato. Girò la testa, fissando i suoi occhi tristi in quelli lucidi di Sooyun. Entrambi si guardarono per dei minuti che sembrarono durare ore, studiandosi a vicenda e cercando di capire quali pensieri celassero dietro quelle loro perle scure tanto simili quanto diverse.

«La mamma non ha mai smesso di volerti bene, per un solo istante.» Disse Taehyung d'un tratto facendo sbuffare dal naso Sooyun, contrariata. Sembrava non volesse affrontare di nuovo quell'argomento, ma Taehyung a quanto pare aveva altri piani. «Così come io non ho mai smesso di stare dalla tua parte e lo stesso vale per Jungkook. Lui ti vuol-»

«A Jungkook non importa davvero di me, ha fatto tutto per fare un favore alla mamma. Non ho idea di cosa possa essere successo tra quei due e nemmeno lo voglio sapere, ma non sono stupida. Ho ripensato all'incontro con lui di fronte all'ospedale, la mamma in riabilitazione e al fratello di Jungkook... Ho collegato il tutto e-» sospirò stanca, persino le parole faticavano ormai a uscire. Sooyun era stanca di tutto quanto, anche solo di cercare di capire qualsiasi tipo di legame potesse esserci tra sua mamma e Jungkook. «Non so niente, però allo stesso tempo sento di sapere tutto. Stupida io a non aver capito tutto subito come sempre.»

Taehyung scosse la testa, più intenzionato che mai a volerle dire che si stesse sbagliando.

«Non è così. A prima vista può sembrare come dici tu, anche io l'avevo pensata così, ma poi mi sono dovuto ricredere.» Ammise senza mai smettere di guardarla. Sooyun, però, non volle ricambiare il suo sguardo. Si vergognava a mostrare la debolezza che mostrava attraverso quelle lacrime che non smettevano di inumidire i suoi occhi. «Ho parlato con Jungkook e poi anche con la mamma, mi hanno spiegato tutto e-»

«Spiegami soltanto una cosa...» lo interruppe sussurrando con la voce rotta dal pianto e guardandolo dritto negli occhi. Taehyung sentì il cuore spezzarsi alla vista del volto distrutto dal dolore di sua sorella. «Perché?»

«Perché cosa?» chiese Taehyung confuso.

«Perché tutto quello che amo sembra distruggersi a causa mia?»

«Sooyun tu non- Tu non hai distrutto niente.»

«Ho deluso papà e poi lui se n'è andato via, trovandosi una famiglia di cui noi non facciamo neanche parte. Ho fatto arrabbiare la mamma perché non facevo altro che piangere anche se lei mi gridava contro di non farlo, che non serviva a niente ciò che facevo, ma io non riuscivo lo stesso a smettere. Poi è caduta in depressione, ha aumentato le dosi di alcol e droga e ha finito per andarsene anche lei. Ho deluso e fatto del male anche a te e, nonostante ciò, tu continui a starmi accanto e non ne capisco neanche il motivo!» singhiozzò sentendo l'aria venire a mancare nel parlare tanto velocemente senza prendere mai una pausa. «E non voglio che accada lo stesso con Jungkook, non voglio che se ne vada via anche lui da me. Ho riflettuto tanto mentre ero da sola e so bene che in realtà lui adesso tiene davvero a me, ma non ha più importanza questo, non deve averne perché finirò per fare del male anche a lui... Anzi-» Si alzò da terra senza smettere di piangere, passandosi le mani sul viso per scacciare le lacrime e tirando su con il naso. «Gliene ho già fatto prima, quando me ne sono andata via mentre mi pregava di restare.»

«Perché dici così?» sbottò Taehyung alzandosi anche lui per fronteggiare sua sorella. «Allora tutto quello che ti ho detto il giorno del tuo compleanno non vale niente per te?» Ringhiò alterato. «Quello che ha detto Jungkook non vale niente? Sono state solo parole buttate al vento, è così quindi?»

«Taehyung-»

«No, adesso parlo io e tu ascolti.» Disse serio, bloccandole ogni tentativo di replicare. «Ma non capisci che è proprio allontanando le persone da te che le ferisci? Se pensi che voltare la testa dall'altra parte e fingere che non sia successo nulla mentre tenti di nuovo la fuga sia la soluzione migliore per tutti ti sbagli!» Alzò la voce facendo sussultare e spalancare gli occhi a Sooyun. Non riusciva a credere alle sue orecchie. Era la prima volta che vedeva Taehyung così tanto agitato ma allo stesso tempo determinato. Sembrava una bomba a orologeria pronto a esplodere e buttare fuori tutto quello che aveva costantemente trattenuto dentro di sé per chissà quanto tempo. «Credi che ti sentirai meglio quando sarai riuscita a cacciare anche Jungkook fuori dalla tua vita? Ne sei davvero convinta?»

Taehyung aveva ragione e questo Sooyun lo sapeva bene. Cavolo se lo sapeva.

Ma sentirselo dire così in faccia era tutta un'altra storia. Sooyun non riuscì a fiatare da quanto fosse sorpresa per ciò che aveva appena sentito. Il cuore batteva forte contro il suo petto, era possibile sentirne il rimbombo persino dall'esterno, in concomitanza con quello di Taehyung, che sembrava essere impazzito.

«Jungkook ti vuole bene, Sooyun... Tutti noi te ne vogliamo e tu facendo così dimostri solo di essere un egoista. A te non importa solamente di ferire gli altri, tu hai paura di ferire te stessa. Allontani tutti perché vedere gli altri stare male per te ti fa sentire insicura, colpevole. Dici a te stessa che allontanando le persone che dici di amare possa alleviare delle sofferenze che rispecchiano esattamente le tue. Tu scappi perché hai paura che siano gli altri a farlo per primi, per questo preferisci darti alla fuga prima che questo accada.»

Sooyun deglutì la poca saliva che le era rimasta senza riuscire a distogliere un attimo gli occhi da quelli di suo fratello. Erano come due calamite pronte a scontrarsi le une contro le altre, la tensione era palpabile al solo respiro e il buio di quella sera non bastò minimamente a nascondere la consapevolezza spiattellata sulla faccia della ragazza. Lei sapeva che Taehyung aveva ragione, lo sapevano entrambi.

«Il pensiero di soffrire ti fa paura al punto da portarti a fuggire dalla realtà, da tutti noi e anche da te stessa.»

«Non è vero» rispose Sooyun con un filo di voce, la gola le faceva male e le lacrime non smettevano di rigarle il viso. «Non è vero-»

«E allora dimostralo!» le gridò contro avvicinandosi di un passo a lei e sovrastandola con la sua altezza. «Dimostra di tenere a noi come dici! Dimostra a te stessa di valere più di quanto gli altri dicono alle tue spalle!» Gridò irato e sull'orlo di una crisi di nervi. Era stanco di tutto questo. Taehyung aveva perso l'ultimo pizzico di pazienza che gli era rimasto e aveva deciso di dover mettere un punto a tutta quella faccenda. Non aveva più intenzione di vedere lui e Sooyun ridotti in quel modo, con le lacrime incastrate tra le ciglia e la gola che bruciava dalla rabbia con cui si gridavano contro. Deglutì prima di prendere un grosso respiro, imponendosi di calmarsi. «Dimostra che mi sto sbagliando.»

La voce di Taehyung si abbassò di diversi toni nel pronunciare le parole finali. Sooyun continuò a rimanere zitta, immobile come una statua. Le persone ne dicevano sempre tante su Sooyun e la sua famiglia. Sooyun per l'intera scuola era un totale fallimento, nessuno per cui andare fieri e Sooyun, con il passare del tempo, era finita per crederci.

Perché aveva creduto alle loro parole?

Sooyun non si era mai data una vera risposta a tale domanda, ma perché semplicemente non si era mai effettivamente chiesta il motivo per il quale era cascata nel loro tranello. Non si era mai domandata perché era stata tanto debole e tanto cieca dinanzi a una tale e ovvia verità: Sooyun aveva paura.

Aveva sempre avuto paura di ferirsi prima ancora che potessero ferirsi gli altri.

Sooyun non aveva mai voluto proteggere loro, ma se stessa. La constatazione di ciò non fece che peggiorare la quantità delle sue lacrime.

Sooyun si passò velocemente le mani sul viso, per scacciare via le sue nemiche numero uno e tentò con grandi difficoltà di dare un freno a tutte quelle emozioni contrastanti.

«Io tengo a voi.» Disse Sooyun con voce flebile, sincera. Taehyung la guardò tristemente, annuendo. «Non voglio più scappare, mai più.»

Mai più.

C'erano molte altre cose che avrebbe voluto dire, ma Sooyun non riuscì a pronunciarle. Ma bastarono quelle parole per far capire a Taehyung che, questa volta, lei non stava mentendo.

Appena la corvina scoppiò nuovamente a piangere Taehyung non riuscì a trattenersi e si fiondò per abbracciarla. La strinse tra le sue braccia, facendo premere la sua faccia contro il suo petto, come se questo avesse potuto alleviare quel dolore anche solo di poco. In realtà, sperò che potesse alleviare anche il suo di dolore. Un dolore che in quel momento Sooyun lasciò finalmente libero, mostrando ancora una volta il suo lato più debole a colui che non voleva più vedere sua sorella soffrire in alcun modo e che avrebbe fatto di tutto per proteggerla da chiunque si fosse presentato di fronte a lei per farle del male.

La sofferenza che Sooyun condivise in quel momento con Taehyung fu messa apertamente in mostra in quel campo sovrastato dal silenzio, dal vuoto. Un vuoto che fu ampiamente colmato da quelle due piccole figure pressate tra di loro, che si stringevano come se entrambi fossero l'ancora di salvezza dell'altro.

Un altro paio di occhi, però, erano attentamente puntati su quella scena. Posizionato a una netta distanza di sicurezza, il ragazzo stava osservando da lontano i due fratelli abbracciarsi per dei minuti indefinibili, come se da quell'abbraccio dipendesse tutta la loro vita. La persona nascosta all'interno della sua auto sentì qualcosa rompersi all'altezza del petto, di nuovo. Provò rabbia nel sentirsi così, non capiva il motivo per cui vedere Sooyun essere abbracciata con fare protettivo da suo fratello gli desse così tanto fastidio...

Era una sensazione strana, eppure a lui già familiare. Credeva che non si sarebbe più sentito così da quando ormai gli era stata portata via l'unica cosa che gli facesse aprire gli occhi la mattina, ma si era dovuto ricredere.

Adesso però, di fronte all'ennesima dimostrazione di quanto potesse sbagliarsi, di quanto quella sensazione non sarebbe andata via fino a quando lui stesso non si sarebbe liberato del problema d'origine, decise di agire definitivamente.

Se per stare finalmente bene, se per cancellare quel dolore lancinante che sentiva all'altezza del cuore avrebbe dovuto eliminare il movente che glielo procurava, allora pensò che fosse giusto farlo.

Avrebbe eliminato quel movente, una volta per tutte.



𝐀𝐧𝐠𝐨𝐥𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞

Lascio qui sopra l'edit che spesso trovo su Pinterest e a cui fanno riferimento le citazioni che scrivo a inizio capitolo.♥

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