𝟐𝟕. Una persona malata

SOOYUN

«Di cosa volevi parlarmi?» Jimin appoggiò una tazza con del té fumante sotto la mia visuale, per poi prendere posto sulla sedia dalla parte opposta del tavolino.

«Sono appena scappata davanti a tutta la mia classe e la professoressa e non ho intenzione di tornarci-» Jimin sbiancò non appena capì cosa avessi appena detto, ma divenne ancora più paonazzo e confuso quando continuai a parlare. «Avevo bisogno di parlarne con qualcuno urgentemente perché tutta questa situazione è appena cominciata e già non riesco più a sopportarla e-»

«Ehi- Aspetta Sooyun, frena» Mi interruppe parando una mano davanti a me come per stoppare la mia improvvisa parlantina. «Di quale situazione stai parlando?»

Presi un grosso sospiro come se questo avesse potuto alleviare tutta quella tensione accumulata. Guardai incerta il ragazzo, chiedendomi se fosse giusto o meno parlargli di quello che mi stava tormentando ormai da fin troppo tempo. Alla fine non stetti nemmeno più di tanto a pensarci, troppo carica di quello stress e quell'ansia che continuava a martellarmi la testa e il petto, e mi svuotai di ogni cosa.

Parlai a Jimin di tutto ciò che avevo tenuto nascosto dentro di me per giorni, mesi, se non persino anni. Gli parlai di Yeosang, di come ci fossimo conosciuti. Gli svelai il motivo, seppure ingiustificato, delle mie azioni e dei miei comportamenti. Per la prima volta dissi ad alta voce quelle parole che erano rimaste per tanto tempo incastrate dentro di me, incapaci di fuoriuscire. Ammisi la mia colpevolezza nei confronti di quel ragazzo morto a causa di overdose, di come fu tutta colpa mia e di come subito dopo decisi di smettere di vendere per conto dello spacciatore. Ma, soprattutto, ammisi la mia colpevolezza nei confronti di Taehyung, di Seokjin, di Yoongi e di tutti coloro che mi stavano attorno e che non avevo fatto a meno di trattare inconsapevolmente male. Raccontai del giorno in cui avevo conosciuto Jungkook, parlai del suo sorriso e di come quest'ultimo avesse fatto incredibilmente e irrimediabilmente breccia dentro di me, colpendo quel mio cuore di ghiaccio che lui era riuscito a sciogliere.

Ogni singolo avvenimento, ogni minimo dettaglio colpirono violentemente le orecchie del maggiore, non lasciai trapelare neanche un particolare, neanche una sola emozione. Gli parlai persino della persistenza di Jihoon, del bigliettino anonimo lanciatomi quella mattina stessa in classe e delle colpe che mi venivano lanciate contro, sia con le parole che non il semplice sguardo da parte di chi nemmeno conoscevo.

A scuola andava sempre peggio, il corridoio sembrava il sentiero diretto al vero e proprio inferno e la mensa pareva essere ormai il patibolo. Venivo lasciata sola, in disparte, e tutti mi guardavano come se fosse tutta colpa mia, a prescindere da cosa stesse succedendo.

Non sapevo nemmeno quanto tempo fosse passato da quando avevo cominciato a sputare tutto quello che ero stanca di trattenermi dentro, eppure Jimin non si lasciò sfuggire nemmeno un cenno di esitazione, di pentimento o di seccatura per averlo interrotto a lavoro e avermi permesso di riversargli addosso tutta quella pesantezza estrema sulle spalle, parola dopo parola. Proseguii senza prendere quasi mai fiato, con la voce tremante e ansiosa, fino a quando non fu Jimin stesso a interrompermi.

«Aspetta un attimo-» corrugò le sopracciglia come se stesse riflettendo su qualcosa che avevo detto «Come hai detto che si chiama il ragazzo che ti tormenta a scuola?»

«Jihoon-»

«Min Jihoon?»

Un piccolo cipiglio confuso si formò sul mio viso appena mi resi conto dell'associazione del cognome identico a quello di Yoongi. Cosa c'entrava Jihoon con Yoongi?

«Non conosco il suo cognome. Non mi sono mai interessata a saperlo.»

Jimin tirò fuori il cellulare smanettandoci per pochi secondi dando l'idea di star cercando qualcosa in particolare.

«È lui?» Guardai la foto che mi stava mostrando: Yoongi e Jihoon si stavano abbracciando in un certo senso. Tenevano il braccio sulle spalle dell'altro, sorridendo all'obiettivo. Sembravano felici, mi resi conto anche di come fossero ricoperti di farina e uova dalla testa ai piedi, fradici di acqua e con i volti illuminati dai raggi solari. Ciò che però più mi sconvolse in quel momento fu notare la netta somiglianza tra i due ragazzi, una somiglianza a cui, sinceramente, non avevo mai fatto caso. Alcuni tratti del viso erano simili, a partire dagli occhi, senza contare quel sorriso gommoso che tanto caratterizzava Yoongi.

«O mio dio- Sono fratelli?!» chiesi con voce acuta senza preoccuparmi degli sguardi che alcuni clienti mi lanciarono da lontano.

Jimin scosse la testa, negando immediatamente la mia supposizione. «No, Jihoon è il figlio del fratello del padre di Yoongi»

Sollevai un sopracciglio confusa da tutti quei rigirii di parole. Non poteva direttamente dire che è suo cugino?

«Quindi è suo cugino.»

«Si, esatto.»

In un attimo il cuore smise di battere, dal momento in cui gli ingranaggi del mio cervello cominciarono a girare fino a quello in cui posai terrorizzata gli occhi sul moro.

«Aspetta... Ma se Jihoon è cugino di Yoongi, questo significa che c'è qualche possibilità che lui-»

«Si.»

Le mie labbra si schiusero alla conferma del maggiore, abbassai lo sguardo preoccupato sulle mie mani intrecciate sul tavolo davanti a me e finalmente capii. Capii forse il motivo di tanta rabbia, di quella delusione che Yoongi mi aveva riversato quella volta  in questo locale davanti a tutte quelle persone. Capii il motivo e, in particolar modo, capii lui.

Yoongi non mi odiava. Yoongi era preoccupato.

Era preoccupato per Taehyung.

Era preoccupato per me.

«Ma se lui sa, perché non mi ha mai detto nulla?» senza che potessi impedirlo, la mia voce divenne debole, sottile, fuoriuscendo dalle mie labbra quasi come un leggero soffio.

«Forse stava aspettando che fossi tu a parlarne... Sooyun, non sono sicuro di quanto sappia Yoongi di tutta questa storia ma, se ciò che mi hai detto è vero, allora c'è una buona possibilità che ciò che ritenevi un tuo segreto non lo è mai stato.»

Ciò che ritenevi un tuo segreto non lo è mai stato.

Sarà davvero così?

Una lacrima sfuggì dal mio controllo, abbassai la testa e sperai che Jimin non l'avesse notata, anche se dubitavo fosse così.

«Ascoltami Sooyun... Io non voglio renderti maggiormente più agitata di quanto già tu non lo sia, però... Ecco, vedi...» Persino Jimin parve improvvisamente non sapere più come esprimersi per tutta questa situazione, era a corto di parole, proprio come me. «Io penso che tu abbia sbagliato a non parlarne con Taehyung, hai solamente prolungato un'agonia che non farà a meno di peggiorare se non facciamo subito qualcosa. La persona di cui mi hai parlato, colui che tiene come ostaggio Namjoon per minacciarti-» Jimin si guardò attorno, abbassando notevolmente la voce nel pronunciare quelle parole quasi come se fossero loro stesse un crimine «Non la devi sottovalutare, ti sei cacciata in qualcosa più grande di te e questo non fa che metterti in costante pericolo e la cosa peggiore è che sembra quasi che tu non voglia eliminare questo pericolo, è come se ti stessi convincendo che non può accaderti niente di brutto se fingi che tutto ciò non è reale, ignorando la situazione, ma stai sbagliando. Sooyun, non voglio appesantirti con i miei discorsi, ma hai a che fare con una persona malata.»

Malata? Yeosang era una persona malata?

Certo che lo era, sennò quale altro motivo poteva giustificare il suo comportamento?

Lo avevo capito. Non ero stupida. Jimin mi stava rinfacciando di come mi mostrassi del tutto inconsapevole di ciò in cui io stessa mi ero cacciata. Ai suoi occhi apparivo come una ragazzina incosciente, immatura, che non aveva la minima idea di chi avessi contro, con chi avessi a che fare.

«Che cosa dovrei fare?»

I miei occhi privi di emozione si spostarono sullo sguardo dispiaciuto e preoccupato di Jimin, sembrava quasi mi stesse chiedendo scusa. Ma scusa per cosa, esattamente?

Lì l'unica a doversi scusare ero io. Non avevo fatto altro che procurare problemi alle persone che stavano tutt'ora al mio fianco, nonostante ciò che gli avevo procurato: preoccupazione, stress, dolore.

Con quale coraggio?

Con quale cavolo di coraggio ed energia riuscivano ancora a sopportarmi? Non riuscivo a fare a meno di domandarmelo. Persino una minuscola e invisibile persona come me era di troppo.

«Se dirò la verità... se oserò chiedere aiuto a Taehyung-» Un singhiozzo sfuggì irrimediabilmente dalle mie labbra tremanti. «Se Taehyung dovesse venire a sapere tutto questo, agirà d'istinto, chiamerà la polizia, la notizia uscirà a breve e a quel punto la situazione si farà ancora più pericolosa di quanto già non lo sia, Jimin»

Jimin aprì bocca per poter rispondere qualcosa, ma non ci riuscì. Nemmeno lui seppe più cosa dire.

«Vorrà farmi a pezzi e farà di tutto per riuscirci.»

L'avevo detto.

Finalmente l' avevo detto. Avevo espresso a voce i pensieri più insidiosi, occulti e minacciosi che tormentavano quel minuscolo e soppresso lato remoto della mia mente. Avevo avuto paura anche solo a pensarci fino a quel momento, morivo dalla paura che un pensiero simile potesse trafiggermi dall'interno dritto al cuore. Era per questo motivo che con Jihoon fingevo che non mi importasse, che con Yeosang prolungavo l'attesa, divenendo invisibile, o almeno così volevo credere, nella speranza che potesse semplicemente dimenticarsi di me e lasciarmi in pace. Mi fingevo morta, come un cucciolo di animale in pericolo.

E dentro di me, convinta di averne all'infinito, fingevo di avere tempo, pur sapendo in fondo di non averne più.

Yeosang mi avrebbe fatto a pezzi, mi avrebbe distrutta e l'avrebbe fatto nel modo più doloroso possibile.

«Ma Sooyun, la situazione non cambierà di molto se non darai i soldi a Yeosang in tempo.» sputò cercando sempre di mantenere un tono basso e risoluto. «Vuoi forse che Namjoon-»

«Jimin.» il mio tono di voce mutò drasticamente dall'attimo prima e questo Jimin lo notò. La mia espressione parlò al posto mio, seria e apatica ma, allo stesso tempo, sicura e pacata. «Non ti preoccupare per me, ok?»

«Sooyun non puoi-»

«Ho un piano.»

Si, lo avevo.



𝐀𝐧𝐠𝐨𝐥𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞

Finalmente, dopo tanta attesa Sooyun ha parlato. Vi aspettavate che lo avrebbe fatto con Jimin? Alcuni di voi probabilmente pensavano che la prima persona con cui si sarebbe sfogata dicendo tutta la verità sarebbe stata Jungkook.

Chissà cosa succederà appena la verità sarà rivelata anche a lui e Taehyung...

Di che piano sta parlando Sooyun? Avrà veramente un piano? O è solo un modo per non far preoccupare troppo Jimin?

E Namjoon? Che fine ha fatto Namjoon?

Forse lo scopriremo presto... forse.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto💜

Per qualsiasi domanda o curiosità non esitate a chiedere🥺

Vi comunico che ho lasciato già da un po' di tempo una card con tutti i link dove potete trovarmi o contattarmi, presente in biografia sia qui su wattpad che su instagram (_carlyarmy_)

Se il capitolo vi è piaciuto non dimenticatevi di lasciare una stellina e, se vi va, anche un commento per farmi sapere cosa ne pensate💜

Vi auguro una buona mattinata, un grande abbraccio colmo di affetto e ringrazio tutti coloro che continuano a sostenermi nonostante le difficoltà avute🥺💜

Grazie per essere arrivati fino a qui💜

Ci vediamo al prossimo capitolo

PS. Non so bene quando, ma presto aggiornerò anche Arise per chi stesse seguendo anche quest'altra mia storia💜

Carly

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