𝟏𝟎. Fragole ricoperte di cioccolato
SOOYUN
Le luminose insegne e decorazioni a tema risplendevano per l'intero parco sotto al cielo notturno di Suwon. L'aria era pregna di allegria ed entusiasmo tra le persone che passavano curiosi ed emozionati da una bancarella all'altra. Nel giro di venti minuti minuti ci eravamo fermati già ad una decina di banconi pieni e ripieni di dolciumi di infinite varietà al cioccolato e da ciò che prendeva ogni volta Jungkook capii dovesse piacergli particolarmente la nocciola.
«La ringrazio!» esclamò fin troppo allegro non appena l'uomo dietro al bancone gli passò un sacchetto strapieno di cupcake alla nocciola e cioccolata bianca.
«Non ti sentirai male a mangiare tutti questi dolci?» domandai preoccupata, mentre si imboccava soddisfatto con il primo cupcake.
«Mh?» si voltò verso di me con le guance gonfie, facendomi inarcare spontaneamente un sopracciglio.
Che ingordo.
«Questo è già l'undicesimo da cui prendi qualcosa... ti stai strafogando di nocciola-»
«Naah tranquilla, questo è l'ultimo» replicò convinto, guadagnandosi un altro dei miei sguardi scettici.
Avevi detto così anche al decimo...
«Oh guarda!» indicò qualcosa davanti a noi sorridendo come un bambino «La fontana di cioccolato!» puntai velocemente lo sguardo sul punto da lui indicato, adocchiando appunto la famosa fontana di cioccolato.
Non ebbi nemmeno il tempo di aprire bocca che subito la figura di Jungkook si precipitò verso di essa, costringendomi a sbuffare prima di rincorrerlo. Non volevo risultare esagerata, ma in quel momento mi sentii esattamente come una madre che sta dietro al suo bambino iperattivo che corre dappertutto senza sosta.
Notai come la fontanella dopo tutti quegli anni fosse rimasta la stessa di sempre, insieme allo stesso venditore ambulante; era un po' invecchiato, ma era sempre lui.
«Sooyun aspettami!»
Corsi emozionata come non mai verso una delle cose che più amavo al mondo: la fontana di cioccolato.
Mi fermai davanti ad essa attirando subito l'attenzione del signore barbuto e con la pancia tonda che se ne occupava. Sentii poco dopo essere raggiunta da mio fratello, il suo respiro era velocizzato e leggermente affaticato mentre cercava di riprendere aria.
«Tae ne voglio uno!» mi girai verso di lui solo per indicargli il vassoio pieno di spiedini alle fragole, posto sul tavolo vicino all'uomo della bancarella, e guardarlo con quegli occhioni da cucciolo bastonato per i quali sapevo avesse tanto un debole.
Vidi Taehyung guardare prima il punto da me indicato, poi riposare lo sguardo sui miei occhioni illuminati da un enorme sorriso.
Una forma quadrata prese spazio sul suo volto all'incurvarsi delle sue labbra verso l'alto.
«E va bene... però che sia solo uno» si raccomandò mentre prendeva i soldi dal portafoglio per poi porgerli al signore di mezza età, il quale subito si mise all'opera «L'hanno scorso hai esagerato e sei finita con l'avere mal di pancia.»
Annuii contenta, rassicurandolo che questa volta mi sarei contenuta, ed osservai emozionata l'uomo davanti a noi afferrare uno spiedino infilzato in sei fragole di fila e poi ricoprirle abbondantemente di quella cioccolata liquida e densa che scendeva a fiotti dalla cima della fontanella e per cui andavo tanto pazza.
Afferrai impaziente il dolce dalla grande mano del signore che me la porse gentilmente e cominciai subito a gustarmi le rosse e succose fragole, rese ancora più deliziose grazie al cioccolato. Il fresco sapore della fragola era mischiato con quello caldo e fondente del cioccolato, creando una combinazione perfetta al contatto con le mie papille gustative.
«Mangia piano Sooyun o finirai per stare male davvero questa volta.» Taehyung sentenziò, mentre mi accompagnava a fare un altro giro per il parco colmo di gente.
Mugugnai e seguii il suo consiglio, sentendo effettivamente l'aria venire a mancarmi nei polmoni a causa della fretta con la quale stavo mangiando.
«Perchè non lo hai preso anche tu?» domandai innocentemente una volta finito di mangiare tutte le fragole «Guarda che è davvero buono! Dovresti mangiarlo, io divento ancora più felice quando lo faccio.» borbottai buttando il bastoncino nel cestino.
Taehyung ridacchiò intenerito, accarezzandomi la testa affettuosamente «Ne sono certo, ma l'importante è che sia tu a mangiarlo. Mi basta rendere te felice, Sooyun. È questo che conta per me.»
«Ma tu mi rendi già felice» ribattei fermandomi davanti a lui «Non hai bisogno di comprarmi i miei dolci preferiti per farlo.»
Vidi mio fratello piegarsi sulle ginocchia in modo da arrivare alla mia altezza, i suoi occhi premurosi si incatenarono ai miei ed il suo dolce sorriso si ampliò maggiormente alle mie parole.
«A me invece basta vederti sorridere per essere felice» mormorò, provocandomi un'inspiegabile fitta la cuore.
Perchè sentii dell'amarezza nascosta in quelle parole? Perchè il suo sorriso, in quell'istante, sembrò essere quasi triste e in netto contrasto con ciò che diceva? Che cosa mi stava sfuggendo? Cos'era che non riuscivo a scorgere ad occhi nudi sotto quella facciata di felicità?
Perchè, nonostante percepii che qualcosa non andasse, continuavo a fare finta di nulla?
Perchè ero così ingenua?
«Dici davvero?» chiesi in sussurro, sorridendo poi leggermente al suo annuire, mentre prendevo le sue grandi mani tra le mie «Allora vorrà dire che sorriderò sempre» guardai le nostre mani unite «Te lo prometto-» riportai lo sguardo sul suo viso, puntando i miei occhi sinceri nei suoi limpidi e profondi come l'oceano «Se smettere di sorridere significa renderti triste, farò in modo che questo non accada mai.»
«Ehi, Sooyun?»
Scossi la testa come risvegliatomi da uno stato di trance, accorgendomi solo in quel momento di avere una fila di fragole ricoperte di cioccolato ad un palmo di distanza dal naso.
Corrugai le sopracciglia notando Jungkook davanti a me porgermi ciò che tanto amavo da bambina e che, infondo, amavo tutt'ora.
«Ma che stai facendo?» domandai leggermente confusa dal suo gesto.
«Ti ho vista incantata a fissarle, quindi ho pensato che le volessi» rispose tranquillamente senza mai abbassare il braccio disteso verso verso la mia direzione.
«Oh...» fu l'unica parola che riuscii a mormorare; mi aveva totalmente colta di sorpresa e sentii il cuore scaldarsi non appena afferrai il bastoncino, venendo subito colpita come da un potente flash scattato all'interno della mia mente che riportò a galla il ricordo di una me più piccola accompagnata da mio fratello a quella stessa fiera.
Osservai con occhi spenti quelle fragole come se fossero la cosa più triste del mondo.
Dovetti però ricompormi non appena mi accorsi dello sguardo insistente e leggermente preoccupato del corvino posato sulla mia figura. Tossii fintamente per poi avvicinare con lentezza una delle tante specialità di quella sagra alle mie labbra.
«Ti piace così tanto da farti addirittura piangere?» chiese all'improvviso facendomi trasalire.
Cosa?
Portai una mano a sforarmi una guancia, sentendola effettivamente umida.
Stavo piangendo?
Mugugnai un verso sconnesso, mentre mi asciugavo malamente le guance, e notai come Jungkook passò dal divertito al preoccupato, rendendosi conto forse che quelle non erano proprio lacrime di gioia.
Lo vidi aprire la bocca per dire qualcosa, ma dovette interrompersi sul nascere non appena fu un'altra voce ad interporsi tra di noi.
«La figlia della tossica ha deciso finalmente di farsi viva anche qui?»
No.
Chiusi gli occhi esasperata quando, sfortunatamente, riconobbi la voce di Jisoo accompagnata dalle risatine delle sue amiche.
Ingoiai il groppo che mi si era formato un attimo prima alla gola, mentre Jungkook passava lo sguardo dalla ragazza a me più confuso che mai.
Guardai silenziosamente il viso di Jisoo, ora non più perfetto a causa dei lividi sullo zigomo e sulla fronte che io stessa le avevo procurato. Ero quasi tentata dal ghignarle spudoratamente in faccia e dirle che le stavano davvero bene quelle ecchimosi violastre sulla faccia, ma per questa volta preferii evitare l'insorgere di un'inutile guerra con una persona del genere. Non ne valeva la pena.
«E lui chi è?» domandò sorpresa alla vista del ragazzo al mio fianco, spingendomi inevitabilmente ad incenerirla con gli occhi come una sorta di avvertimento «Adesso ti fai anche questo ragazzo oltre a Namjoon?»
«Andiamocene Jungkook» sbuffai già stanca della piega che stava prendendo quella conversazione tutt'altro che desiderata.
«Te ne vai di già? Non ci presenti prima il tuo amico?» potei giurare di percepire del fumo uscirmi dalle orecchie all'udire di quel suo odioso ed arrogante tono. Dovevo andarmene via il prima possibile, un secondo di più a sentirla e molto probabilmente sarei letteralmente esplosa lì in mezzo a tutti.
Se avessi dovuto scegliere tra lei e Namjoon, avrei sicuramente scelto quest'ultimo. Namjoon era strafottente, spesso mi spingeva inconsciamente a detestarlo per colpa dei suoi atteggiamenti da superiore, ma in confronto a Jisoo non era niente.
«Chi sono queste ragazze, Sooyun?» mi chiese sottovoce il corvino mentre tentavo invano di trascinarlo con me via da lì «Perché ti ha chiamata "figlia della tossica"?» continuò facendomi, purtroppo per lui, innervosire ancora di più.
Sapevo che non lo stesse facendo apposta, era normale e perfettamente comprensibile farsi simili domande una volta partecipi di una simile situazione. Io però rimasi in silenzio, senza considerarlo nemmeno.
«Ma come? Non gli hai raccontato nulla?» ridacchiò la rossa facendo aumentare a dismisura la voglia di rimetterle le mani addosso «Non gli hai detto di come tuo padre tradiva tua madre, mentre lei si drogava alle vostre spalle pur di trovare un minimo di sollievo nella sua misera e triste vita?»
«Stai zitta» mormorai minacciosa voltandomi verso di lei con uno sguardo omicida.
Ma questo non sembrò incuterle alcun timore, anzi continuò a provocarmi di proposito proprio davanti al corvino come se ci godesse a vedermi incazzata. Lei voleva la mia ira e non si preoccupava minimamente di cosa questa avrebbe potuto scatenare.
«Dì la verità-» sibilò guardandomi dritta negli occhi, con un coraggio che pensavo di averle strappato dopo averla praticamente aggredita davanti a tutta la scuola «-tu hai paura che anche lui ti abbandoni proprio come hanno fatto tutti»
E furono quelle ultime parole a farmi scoppiare; Jisoo aveva appena sfiorato inconsciamente con quella sua lingua appuntita come un ago il sottile strato protettivo che circondava ciò che era rimasto del mio cuore. Sentii quest'ultimo battere all'impazzata contro il mio petto, il sangue scorrermi nelle vene ad una velocità spaventosa e i miei piedi scattare da soli in avanti ancora prima che potessi impedirlo.
Successe tutto in un attimo. Fu così veloce che mi resi conto di cosa stessi per fare solo nel momento in cui percepii una presa ferrea sul mio polso, fermando di conseguenza la mia mano dal commettere qualcosa di cui, molto probabilmente, mi sarei pentita.
La punta del bastoncino, che ancora stringevo tra le mani, era a pochissimi millilitri dall'occhio spalancato di Jisoo. Rilasciai un sospiro tremante, rimanendo immobile nella stessa e identica posizione in cui ero stata appena fermata. Il mio braccio era leggermente piegato in sospeso, bloccato dalla mano di Jungkook.
Continuai ad osservare con agitazione il volto della rossa a pochi centimetri di distanza dal mio, notando come il suo fosse terrorizzato dalla mia figura minacciosa in procinto dall'infilzarle lo stecco dello spiedino in un occhio.
Stavo seriamente per infilzarle un occhio?
E constatare quanto fossi poco lucida in quel momento, ma soprattutto quanto le parole di una persona insignificante come lei fossero riuscite a destabilizzarmi in quella maniera, portandomi a perdere completamente il controllo di me stessa, fece così dannatamente male.
Pensare a cosa sarebbe successo, se con me non ci fosse stato Jungkook, mi rivoltò sottosopra lo stomaco, causandomi un improvviso e lancinante giramento di testa. Stavo per vomitare l'anima lì davanti a tutti, quando poi mi ricordai appunto del luogo in cui ci trovavamo.
Mi guardai lentamente intorno, incontrando molti sguardi scioccati e spaventati allo stesso tempo, puntati tutti su di me. Quelle persone mi guardavano terrorizzate proprio come mi stava guardando Jisoo, come se fossi io la cattiva lì in mezzo. Come se fossi colpevole.
Strattonai bruscamente il braccio dalla presa del corvino per poi correre lontana da loro, percependo immediatamente le lacrime minacciare di uscire dai miei occhi, accompagnata da una buona dose di vergogna a lacerarmi il petto.
Non mi importò di quante volte Jungkook richiamò il mio nome, continuai a correre veloce con la gola che bruciava e i polmoni che andavano a fuoco in contrasto al vento gelido contro il quale mi scontravo. Mi costrinsi però a fermarmi improvvisamente, trovandomi solo a qualche metro di distanza dall'entrata del parco, non appena l'ennesima supplica del corvino raggiunse disperatamente le mie orecchie.
«Sooyun! Ti prego fermati!»
Il respiro affannato di Jungkook si infrangeva nella fredda aria di marzo, in contemporanea al mio. I polmoni mi facevano male da quanto poco ossigeno riuscissero ad immagazzinare, ma non era neanche lontanamente confrontabile al dolore che provavo proprio all'altezza del petto.
Mi voltai verso di lui, con gli occhi che bruciavano a causa dell'incommensurabile quantità di lacrime che lottavano contro la mia buona volontà per potersi finalmente liberare.
«Che cosa vuoi?» chiesi, risultando però nel tono di voce più debole che sgarbata.
«Perché sei scappata in quel modo?»
«E me lo chiedi pure?» domandai con voce rotta. «Stavo per accecarla, Jungkook» mormorai tremante. «Stavo per fare del male ad una persona senza nemmeno accorgermene! Davanti a tutti!» gridai mentre le lacrime, impossibili ormai da controbattere, scendevano a fiotti dai miei occhi rossi di rabbia, disperazione e terrore.
«Ma non è successo-»
«Si, perché sei stato tu a fermarmi!» sforzai dolorosamente le mie corde vocali, facendo fuoriuscire quelle parole in un urlo strozzato. «Forse hanno ragione Jungkook-» presi poi a dire con un tono più flebile, sofferto. Sono un mostro. «Forse sto impazzendo per davvero-»
Il fiato mi si bloccò in gola quando il corpo del ragazzo scattò repentinamente verso di me, ritrovandosi a pochissimi centimetri dal mio viso. «Non lo dire neanche per scherzo, Sooyun.» sibilò serio, come se fosse davvero arrabbiato per ciò che avevo detto.
Lo spinsi in un gesto automatico dal petto, distanziandolo a malapena di un passo da me, per poi ridere cupamente «Ma tu cosa vuoi saperne? Chi saresti tu, eh?» domandai acida «Parli tanto, ma non sai niente di me.»
Jungkook annuì con un sorriso amaro spiazzandomi. «Hai ragione.» rispose contro ogni mia aspettativa «Non saprò niente di te, ma una cosa la so di certo-» fece un passo verso di me, portandomi d'istinto a farne uno indietro. «Quello che ha detto quella ragazza non è vero, Sooyun. Io non potrei mai abbandonarti.» disse con talmente tanta facilità da farmi tremare dolorosamente il cuore, provocandomi dei brividi lungo l'intera colonna vertebrale.
Corrugai di poco le sopracciglia e scossi debolmente la testa. «Come puoi dire una cosa simile?» sussurrai, mentre altre lacrime ripresero a bagnarmi il viso. «Nemmeno mi conosci.» soffiai rottamente con un filo di voce talmente basso che faticai persino io a sentirmi.
«Allora permettimi di farlo-» replicò repentinamente, mozzandomi completamente il fiato. «Permettimi di conoscerti, Sooyun»
Prossimo Capitolo
«Probabilmente questa vita non fa per me»
𝐀𝐧𝐠𝐨𝐥𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞
Buonasera T^T
Mi era mancato tanto aggiornare questa storia ♥ Scusate l'assenza.
Cosa ne pensate di questo capitolo? Vi aspettavate ciò che è successo?
Cosa credete che accadrà nel prossimo capitolo?
Jungkook è un amore ❤ E Sooyun? 😭Cosa ne pensate del suo personaggio? 😣
E... Jisoo? 🤡
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, se avete apprezzato non dimenticate di lasciare una stellina in segno di supporto nei miei confronti 🥺👉👈
Ci vediamo alla prossima, spero il prima possibile 😘
Carly
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