𝟒. L'infinito in un palmo di mano
SOOYUN
Ero in piedi, appoggiata con la schiena sul muretto della scuola e le braccia incrociate, mentre aspettavo l'arrivo di Namjoon. Quella mattina avevo chiesto a mio fratello di accompagnarmi un po' prima rispetto alle altre volte, in questo modo sarei potuta esserci nel momento in cui Namjoon avrebbe oltrepassato il cancello della scuola.
Sbuffai spazientita quando vidi che fosse già quasi ora di entrare, ma mi ridestai subito non appena in lontananza intravidi la figura alta e tonica del ragazzo camminare tranquillo in compagnia dei suoi amici.
Mi staccai dal muro, avanzando nella sua direzione per poi scontrarmi con la sua espressione confusa nel vedermi prenderlo per il polso e trascinarlo via, sotto gli sguardi straniti degli altri ragazzi.
«Ma cosa stai facendo?» chiese facendo percepire la sua irritazione per il mio gesto improvviso, mentre lo portavo in un angolo dietro alla scuola, lontani da orecchie ed occhi indiscreti. «Sai bene che preferisco non-»
«I soldi.» lo interruppi subito, porgendo il palmo della mano.
Namjoon mi guardò leggermente in difficoltà «Non li ho.»
Feci cadere il braccio lungo il fianco, mordendomi una guancia infastidita. Sbuffai una risata amara, cominciando a sentire l'ansia crescere nell'immaginarmi la possibile reazione del mio fidato spacciatore quando gli avrei detto di non avere i soldi.
«Non puoi chiedergli più tempo? Di solito avevo una settimana per-»
«Si lo so!» sussurrai stizzita, facendolo trasalire «Non so il motivo di questa sua scelta improvvisa, so solo che mi ha scritto per messaggio che vuole i soldi entro stasera.» continuai, mantenendo sempre un tono di voce basso e contenuto per non attirare l'attenzione, nonostante la voglia di urlare fosse davvero tanta.
«Prova a convincerlo.»
«E come?» chiesi annoiata e per niente sorpresa della sua stupida e più che ovvia uscita.
«Che ne so io? Sei tu che lo conosci, mica io.» si difese, sollevando le spalle.
«Proprio perchè lo conosco, ti sto dicendo che non esiste un modo per fargli cambiare idea.»
«Beh tesoro, allora non so proprio come aiutarti.» disse divertito, provocando in me una voglia matta di prenderlo a schiaffi, ma mi limitai semplicemente a fulminarlo con lo sguardo.
«So io come: sparendo per sempre dalla mia vista.» sibilai con un finto sorriso sulle labbra.
Namjoon mi guardò offeso, mettendo su un piccolo broncio che non trovai per niente adorabile. Anzi, mi fece solamente venire ancora di più i nervi a fior di pelle.
«Ma come? Ti dico sempre che sei la mia preferita e tu mi tratti così?»
«Sono la tua preferita solo perchè ti procuro quella merda.» sputai acida.
Namjoon sollevò le spalle con nonchalance «Non posso negarlo» ammise, voltando poi il viso di lato non appena il suono ovattato della campanella raggiunse le nostre orecchie «Mi dispiace davvero tanto interrompere così la nostra fantastica conversazione, ma direi che per me è ora di andare.» continuò, mentre piano piano si allontanava senza togliere gli occhi dai miei, con i quali non smettevo di fulminarlo nemmeno un secondo «Forse converrebbe anche a te cominciare ad avviarti verso la tua classe, non pensi? Oppure ci tieni così tanto a classificarti come la migliore collezionatrice di ritardi scolastici?»
Se avessi avuto il potere di incenerirlo, a quest'ora del corpo di Namjoon non rimarrebbe nient'altro che polvere.
Guardai quel bastardo scappare a gambe levate, lasciando così ogni tipo di problema aggravare sulle mie sole spalle. E la cosa peggiore era che io non feci niente per fermarlo, sentendo il cuore venire schiacciato dalla consapevolezza di non poter fare effettivamente nulla.
«Ci vediamo piccola!» mi salutò con un cenno della mano, per poi voltarsi e correre lontano da me, rimasta ancora immobile sul posto.
Strinsi i pugni così forte da far diventare le nocche bianche «La prossima volta che mi pregherai per il mio aiuto pensaci due volte prima di venire da me, se non vuoi ritrovarti con la testa sotto ad un camion!» gli gridai contro, sotto la sua risata divertita che percepii sempre più distante, fino a confondersi completamente con il parlottio degli studenti che entravano per l'inizio delle lezioni.
[...]
«Kim Sooyun!»
Sobbalzai sulla sedia, facendomi anche male al ginocchio andato a sbattere contro il banco, mentre con lo sguardo smarrito scattai verso il professore di filosofia. Mi scontrai, contrariamente da come successe con la professoressa di storia, con gli occhi preoccupati del prof, rimanendo imbambolata a fissarlo sotto le risatine di alcuni miei compagni.
«Si?»
«Hai sentito cosa ti ho chiesto?»
Boccheggiai e pronunciai alcune parole sconnesse, non sapendo ovviamente cosa mi avesse detto durante l'intera lezione. Scossi poi piano la testa, seguita da un suo sospiro rassegnato.
«Ti ho chiesto di leggere la frase citata all'inizio del secondo paragrafo e di interpretarla.» continuò, mentre rimaneva poggiato sulla cattedra con le braccia incrociate osservandomi con fin troppa pazienza.
Quella era una delle sue caratteristiche che lo contraddistingueva da tutti gli altri professori in quella scuola. Non per nulla era il mio preferito; non potevo fare a meno che ammirarlo in tutto e per tutto: dal suo metodo di insegnamento e i comportamenti che aveva con tutti noi studenti, alla persona stessa che era al di fuori dell'ambito scolastico.
Mi accigliai per i primi istanti, per poi connettere le parole del professore a ciò che stavamo facendo «A-ah, si va bene.» dissi sentendo le guance riscaldarsi leggermente per l'imbarazzo, dovuto alla mia distrazione colta in flagrante dall'insegnante.
Abbassai lo sguardo sul libro che tenevo aperto sul banco, schiudendo poi le labbra nel momento in cui trovai la frase di cui stava parlando il prof.
«Vedere il mondo in un granello di sabbia e il cielo in un fiore selvatico, tenere l'infinito in un palmo di mano e l'eternità in un'ora.»
Corrugai appena le sopracciglia, non capendo fino in fondo il significato della frase, cosa che mi portò a rileggere a mente più di una volta quelle semplici righe.
«Sooyun, riesci a spiegarci cosa cerca di dirci William Blake con queste sue parole?»
Sollevai di poco la testa in modo da puntare gli occhi sulla figura del prof, senza poter fare a meno di guardarlo insicura «Non saprei cosa dire.» mormorai sincera.
«Non ti trasmettono proprio niente? Non c'è qualcosa che percepisci vada oltre le sue parole scritte su questa pagina?» ritentò a chiedermi, probabilmente sperando invano che potessi davvero capirci qualcosa e dare una risposta.
Ma era inutile; per quanto ci provassi, io e lo studio saremmo sempre state due cose opposte. Il professore poteva provarci quanto voleva, ma non sarebbe comunque riuscito a tirare fuori da me qualcosa che non esisteva.
Il prof Kim sospirò leggermente, mentre si sistemava gli occhiali sul ponte del naso, per poi staccarsi dalla cattedra e cominciare a camminare con passo lento lungo la classe.
«Vedete ragazzi, ogni cosa che ci circonda può essere relativa in ognuno di noi. Dipende tutto da come la vediamo. Così come in un granello di sabbia noi possiamo vedere niente meno che una minuscola parte di materia, a qualcun altro potrebbe apparire come qualcosa di infinitamente immenso.» spiegò, riuscendo incredibilmente ad attirare la mia attenzione.
E rimasi stupita di me stessa quando mi resi conto di come fossi curiosa e attratta dalla spiegazione del professore. Era già tanto se rimanevo sveglia durante la lezione, però quella volta era diverso. Sentivo che questa persona che ora potevo vedere solo tramite una foto stampata su un libro di lettura, William Blake, mi stesse dicendo qualcosa di nuovo. Qualcosa mai sentito prima e così dannatamente reale.
«Il nostro modo di giudicare e valutare ciò che vediamo e sentiamo può imporre diversi significati ad una determinata cosa.» concluse di dire, seguito poi dalla campana che segnava la fine delle lezioni.
Sospirai stanca mettendo il libro nello zaino, per poi portarlo come ero solita fare su una spalla, una volta in piedi, ed avviarmi verso l'uscita della classe.
«Sooyun.»
Fermai i miei passi prima che questi potessero oltrepassare la soglia e mi voltai il giusto per poter guardare nella direzione della persona che mi aveva richiamata.
«Cosa c'è?»
«Potresti sederti un minuto qui davanti? Ho bisogno di parlarti.»
Mi morsi la lingua nervosa di sapere cosa volesse dirmi e, senza replicare, feci come mi aveva chiesto, andando a prendere posto alla cattedra di fronte a lui.
«Ascolta... io so che per te non è per niente facile tutto questo nella situazione in cui ti trovi, ma mi rammarica molto non vederti nemmeno provare. E da quanto ho capito non sono l'unico ad aver notato questo tuo atteggiamento che continui a mostrare di giorno in giorno ad ogni lezione, Sooyun. Ti vedo sempre distratta, non segui un minimo di ciò che spiego in classe e quando arriviamo al giorno del compito non riesci a raggiungere la sufficienza.» mi spiegò utilizzando un tono fermo, serio, ma anche controllato e comprensivo.
Mi passai la lingua sulle labbra secche per inumidirle prima di parlare «Cosa vuole che faccia?» domandai, lasciando trapelare del fastidio nella mia voce.
Non potevano semplicemente farsi gli affari loro e lasciarmi in pace? Era un problema mio di come andavo a scuola, non loro.
Vidi il professore sospirare ed abbassare lo sguardo, mentre pensava alle parole da usare per rispondermi, e poi rialzarlo per puntare di nuovo gli occhi nei miei.
«Io non pretendo subito che tu segua sempre le mie lezioni per un'ora intera, ma mi piacerebbe almeno vedere un piccolo sforzo da parte tua per provarci. Non mi sembra di chiedere tanto.» rispose, incrociando le dita delle mani tra loro e portandomi a sbuffare teatralmente.
«D'accordo. Se ci tiene così tanto, ci proverò.» borbottai, procurando un piccolo sorriso sulle labbra carnose del prof «Adesso posso andare?» chiesi spazientita, indicando con un cenno della testa la porta aperta dell'aula.
«Si certo, puoi andare.»
Emisi un verso di sollievo, mentre mi alzavo e salutavo il prof per uscire finalmente dalla classe, seguita dalla sua ennesima raccomandazione per nulla inaspettata.
«Cerca di rimetterti in pari con lo studio!»
Certe volte il professore Kim mi ricordava molto mio fratello.
[...]
Il sole era già tramontato, mentre aspettavo la mia fermata seduta su uno dei sedili in fondo al bus. Tenevo la testa appoggiata sulla finestrella, osservando le macchine passare di fianco e i semafori passare continuamente dal rosso al verde e viceversa. Osservavo qualvolta le persone scendere e salire, per poi riportare l'attenzione sulla strada.
Suonai il piccolo campanellino per avvisare l'autista di fermarsi non appena arrivò il mio turno; scesi dal mezzo con un piccolo saltello, venendo poi lasciata sola alla destinazione finalmente raggiunta.
Mi incamminai lungo il vialetto privo di lampioni e completamente desolato, raggiungendo quella sottospecie di fabbricato in cui si trovava l'unico spacciatore con il quale avevo dei contatti. Bussai un paio di volte sulla porta in acciaio, la quale venne aperta in meno di un minuto da uno dei suoi scagnozzi. Sorpassai il ragazzo alto e muscoloso non appena questo fece capire di avermi riconosciuta per poi darmi il permesso di entrare. Sentii la porta venire chiusa dietro le mie spalle, mentre raggiungevo colui che, seduto comodo sul divano in pelle martoriato, si fumava quella che immaginai si trattasse di una canna.
Rimasi in piedi, con le mani nelle tasche della mia felpa oversize e a qualche metro di distanza dal suo corpo riposato, aspettando che fosse lui ad accorgersi del mio arrivo.
Lo vidi inclinare di poco la testa all'indietro e rilasciare un profondo respiro rilassato. Un nuvolone di fumo fuoriuscì dalle sue labbra, andando ad espandersi intorno a lui e poi, lentamente, affievolirsi sempre di più nell'aria tesa e pesante della stanza. Vidi le sue palpebre svelare quelle iridi gelide come il ghiaccio che si puntarono come predatrici su di me.
Ingoiai la mia stessa saliva, non potendo fare a meno di sentire il mio cuore tremare leggermente ogni dannata volta che quel ragazzo, con il piercing sul sopracciglio e una miriade di tatuaggi a ricoprirgli la pelle dorata, faceva incrociare il suo sguardo intimidatorio con il mio, mettendomi incredibilmente in soggezione.
E mi ritrovai costretta a pregare mentalmente che tutto potesse finire bene e il prima possibile a partire dall'esatto momento in cui schiusi le labbra.
«Ciao Yeosang.»
•Prossimo Capitolo•
«Avevo paura, Sooyun.»
𝐀𝐧𝐠𝐨𝐥𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞
Buona vigilia a tutt*! 🥺💖
Come state? Come passerete queste vacanze?
Non so voi ma io sto aspettando di mangiare🤩🤪
Nel caso non vi fosse arrivata la notifica, da come avrete notato anche qui, ho praticamente ripubblicato i primi due capitolo per aggiungerci un piccolo anticipo di quello dopo. Penso che farò così d'ora in poi, se la cosa vi fa piacere.💜
Vi è piaciuto il capitolo? 🥺Spero tanto di si ♥ e soprattutto mi auguro che non ci siano troppi errori. Ci tenevo ad aggiornare oggi, ma ho dovuto fare di fretta per via dei festeggiamenti e le varie preparazioni natalizie T.T In ogni caso prima o poi revisionerò tutti i capitoli, probabilmente alla fine della storia.
È arrivato Seokjin professore 😏E che professore. Scusate ahahah ma mi piace troppo🤧 Non so se ci avete fatto caso ma, nel caso non ve lo ricordaste, è ricomparsa la famosa frase di William Blake, la prima cosa che ho lasciato scritto nell'introduzione ❤ Vi avviso che ancora non l'ho studiato, non so se lo farò quest'anno o l'anno prossimo, ma non appena l'ho conosciuto durante le mie ricerche personali mi sono innamorata della sua filosofia ♥ Mi è sembrato perfetto e doveva essere assolutamente citato in questa storia a mio parere✨ Non solo per il suo sviluppo, ma anche per far comprendere ancora di più ciò che vorrei cercare di trasmettere tramite Infinity🥺
Avete capito l'interpretazione delle sue parole? Voi cosa ne pensate?
Abbiamo appena incontrato anche il nostro Yeosang in veste di spacciatore🤩Avete già potuto vederlo tra i personaggi nell'introduzione, come Seokjin, quindi della sua presenza nella storia già si sapeva. Eravate riuscite ad intuire quale fosse il suo ruolo? 🤔
È un personaggio forte, nascosto nell'ombra e soprattutto spaventoso, almeno dal punto di vista della protagonista.😖Voi come lo vedete?
Cosa pensate succederà nel prossimo capitolo?
Non dimenticatevi di lasciare una stellina e, se volete, anche un piccolo commento per farmi sapere cosa ne pensate.❤
Ancora tantissimi auguri ♥ e grazie a tutti coloro che continueranno a proseguire insieme a me questa tortuosa storia🥺💜 Passate un buon natale💜💜
Un grande abbraccio,
Carly
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