𝟏𝟏. Il tempo non è mai abbastanza
«Allora permettimi di farlo-» replicò repentinamente, spezzandomi completamente il fiato. «Permettimi di conoscerti, Sooyun.»
SOOYUN
I miei occhi pieni di lacrime erano incatenati ai suoi, liquidi e così dannatamente sinceri. Non riuscivo a fare niente se non rimanere in silenzio a guardarlo, analizzarlo, come a cercare ancora di metabolizzare appieno ciò che le mie orecchie avevano appena udito.
Conoscermi? E perché mai?
Perché perdere tempo a voler conoscere un'anima persa e divorata dal suo stesso passato come la mia? Cosa mai si potrebbe ottenere stando al fianco di una persona come me?
Schiusi le labbra con l'intento di pronunciare delle parole sensate, qualsiasi lettera sarebbe andata bene, ma da esse non ne uscì alcun suono. Ero completamente sotto shock per tutto questo, partendo da quello che era avvenuto prima con Jisoo a ciò che stava succedendo in questo stesso istante con Jungkook. Ed era successo tutto così velocemente che era come se il mio cervello riuscisse ad assimilare poco o niente.
La mia era una vita ormai condannata, piena di casini attorcigliati e persone che continuavo a far soffrire, persone a cui riservavo soltanto il peggior lato di me.
Taehyung.
Lui era una di quelle persone. L'unica rimasta al mio fianco nonostante il mio comportamento a dir poco abominevole nei suoi confronti. Sapevo bene quanto mio fratello tenesse a me; anche Yoongi e Jimin continuavano a volermi bene malgrado non potessero dimostrarlo ogni giorno, ma sapevo fosse così. Sono sempre stati dei fratelli maggiori per me fin da quando avevo memoria e provavo costantemente un forte dispiacere ogniqualvolta constatavo come negli ultimi anni ci fossimo distaccati così tanto senza nemmeno rendercene conto.
Taehyung non mi avrebbe mai lasciata sola, ne ero sicura, ma non facevo altro che ritenere quanto invece meritassi la solitudine. Io meritavo di restare da sola, perchè era solo colpa mia se il suo futuro era stato compromesso e non si era realizzato come, invece, avrebbe voluto. Era stata la mia presenza a rovinargli la vita, non ero niente meno che un peso per lui, un ostacolo, un muro invalicabile parato davanti alla sua vista con il solo scopo di sbarrargli la strada. Questo ovviamente non me lo avrebbe mai detto, ma la verità la sapevamo entrambi: non meritavo un fratello così, non meritavo Taehyung.
Se Jungkook avesse saputo tutto questo, probabilmente, a quest'ora avrebbe già cambiato parere sul mio conto.
Lasciai che il corvino mi prendesse una mano tra le sue e che me le accarezzasse delicatamente come nessuno aveva mai fatto prima. Un'altra lacrima solitaria percorse la mia guancia già umida e rabbrividii al suo solo contatto con l'aria fredda, mentre Jungkook mi riservò un piccolo, ma dolcissimo, sorriso.
«Che ne dici di andarcene da un'altra parte?» domandò cauto.
«D-Dove?»
Sorrise maggiormente e, senza rispondermi immediatamente, cominciò a trascinarmi con sé lontano dall'entrata della fiera, lontano dall'inferno, senza lasciarmi mai la mano. «In un posto speciale.»
«Aspetta-» impuntai i piedi sul cemento, portando così anche lui a fermarsi e voltarsi poi verso di me con uno sguardo accigliato stampato sul suo volto giovane. «Non sono sicura di sentirmela tanto di venire.» mormorai insicura.
«Perché?»
«Preferirei-preferirei tornarmene a casa...» balbettai insicura abbassando la testa e andando ad asciugarmi il viso macchiato di dolore liquido con la mano libera. «Scusami.»
La sua presa si strinse leggermente sulla mia mano e non diede neanche un secondo l'impressione di volermi mollare, spingendomi così a riportare curiosa e confusa allo stesso tempo i miei occhi rossi nei suoi così profondi e scuri.
«Vedrai Sooyun, ti piacerà.» mi guardò con una sicurezza negli occhi che riuscì incredibilmente a convincermi. Anche se ero ancora un po' restia dal decidere cosa fare, mi lasciai trasportare dalla sua presa, permettendogli così di portarmi ovunque volesse andare.
[...]
«Ma dove siamo?» domandai confusa, mentre mi guardavo attorno senza riconoscere il luogo quasi sperduto in cui ci eravamo ritrovati.
La strada non era stata chissà quanto lunga ed era apparentemente strano come non ci passasse anima viva. Sembrava essere un posto desolato, mai frequentato e l'ambiente circostante mi infondeva una pace e una tranquillità immane; c'erano solo alberi e arbusti, un prato immenso occupava l'intero spazio alla mia destra e una parete di rocce e terriccio ricoperti da piante rampicanti e spinose disposta alla sinistra della strada lungo la quale stavamo camminando. Fu quando osservai attentamente l'immensa distesa verde che notai, a distanza di alcuni metri da noi, una ruota panoramica ormai non più funzionante. Su quest'ultima si arrampicavano verso l'alto delle piante piene di foglie simili a quelle sulle rocce della collina dietro di noi. Vidi una panchina in legno scheggiata e alcuni funi lasciate ai piedi di un tronco segato a metà.
Che diavolo di posto era mai quello? E, soprattutto, come potevo non conoscerne l'esistenza?
«È un piccolo parco abbandonato.» Jungkook rispose alla mia precedente domanda, mentre anche lui si osservava intorno.
Lo vedo.
«Si okay, ma come hai fatto a trovarlo?»
Lo vidi con la coda dell'occhio fare spallucce. «Semplicemente un giorno, camminando in giro per il paese senza una meta precisa in mente, mi sono ritrovato qui. Da allora, ogni volta che voglio starmene da solo, vengo in questo parco a quanto pare ignoto a tutti: un posto desolato, senza nessuno che possa guardarti e giudicarti... non è perfetto?» si voltò verso di me nello stesso momento in cui lo feci anche io. I suoi occhi non mostravano nessuna emozione, erano vitrei e riflettevano come uno specchio i miei, ritrovandomi completamente d'accordo con ciò che aveva appena detto.
Un posto desolato, senza nessuno che possa guardare e giudicare. Si... era perfetto.
Poi ripensai alle sue parole pronunciate poco prima e non riuscii a tenere a freno la curiosità. «Pensavo fossi una persona a cui piacesse molto stare in compagnia.» ammisi notando un velo di tristezza apparire nelle sue iridi che subito distolse dalle mie, come se improvvisamente non riuscisse più a sostenere il mio sguardo.
«E invece ti sbagli-» affermò per poi proseguire in direzione del prato. «A volte anche io ho i miei momenti di solitudine, quelli in cui non voglio avere a che fare con nessuno.»
La paura del buio di quel luogo a dir poco desertico, a causa dall'assoluta assenza di lampioni nei dintorni, mi portò a seguirlo subito in modo da stargli accanto.
«Ma adesso non ti ho portata qui per deprimerci-» lo osservai con espressione confusa avviarsi verso la vecchia ruota panoramica e mi ritrovai a corrucciare maggiormente le sopracciglia non appena lo vidi afferrare con entrambe le mani una sbarra di metallo poco più in alto della sua testa ed incastrare un piede tra gli arbusti.
Ma cosa diavolo voleva fare, arrampicarsi?
Rimasi immobile come una statua a fissare il ragazzo tentare di arrampicarsi su quella carcassa arrugginita, abbandonata in questo parchetto deserto da chissà quanti anni. Sembrava essere davvero intenzionato a salire in cima alla giostra come se fosse la cosa più normale e semplice del mondo. Non che fosse alta chissà quanti metri, ma non si poteva comunque dire il contrario e certamente non dava tanto l'idea di essere una struttura ormai più affidabile come sarebbe dovuta esserlo un tempo.
Era una pazzia.
Trasalii sul posto non appena Jungkook si voltò di poco per permettere ai suoi scuri, ma luminose occhi di posarsi su di me.
«Che fai, non vieni?»
Cosa?
«Stai scherzando, spero.»
«Perché dovrei scherzarci?» ribattè tranquillamente, mentre riprendeva a scalare quell'ammassa di ferro arrugginito come se si trovasse su una ripida e rocciosa vetta di montagna.
Senza emettere alcun suono, presi ad avvicinarmi lentamente alla struttura circolare fino a raggiungere il ragazzo che si trovava ormai poco più in alto di me. Lo osservai in silenzio arrampicarsi e raggiungere ben presto la cima. Scavalcò la spessa sbarra metallica laterale ai sedili, andando poi a prendere comodamente posto su uno dei due cuscinetti rossi dall'aspetto vecchio e rovinato, ma soffice allo stesso tempo. Abbassò la testa lateralmente guardandomi dall'alto con quegli occhioni da cerbiatto che, se solo avessi potuto, sarei rimasta a fissare per l'eternità; erano così profondi e magnetici, dipinti dalle sfumature più segrete e ipnotiche che abbia mai visto. Erano bellissimi.
Mi stava incitando con il solo sguardo di fare lo stesso e raggiungerlo fin lassù. E diamine, l'avrei fatto.
Lo imitai appoggiando prima di tutto un piede su uno dei sostenitori metallici della struttura, per poi procedere a salire, fino a raggiungerlo sulla cima più alta della piccola ruota panoramica, scavalcando con l'aiuto del ragazzo quella stessa sbarra di sicurezza che anche lui aveva sorpassato un attimo prima. Mi imposi mentalmente di non guardare verso il basso, ma non perché soffrissi di vertigini, più che altro per la consapevolezza della poca stabilità che quella struttura potesse avere. Sperai mentalmente non si rompesse qualcosa di arrugginito, facendoci di conseguenza cadere; ma forse ero io troppo paranoica.
Non appena mi voltai, non vidi altro se non la totale tranquillità e serenità stampate sul volto del ragazzo seduto al mio fianco; i suoi occhi erano puntati davanti a sé, illuminati dalla luce lunare riflettente nel cielo e dalle stelle ancora più visibili da quell'altezza. C'era qualcosa di diverso in quelle iridi celate da chissà quali segreti e misteri, qualcosa di luminoso. Girai la testa in modo da poter guardare lo stesso punto che sembrava attirare tanto l'attenzione di Jungkook e potei giurare che mai mi sarei aspettata un simile scenario in un luogo come quello. Oltre gli alberi, che poco più avanti costituivano il piccolo boschetto, c'era l'immenso: la città si estendeva per quasi tutta la visuale, illuminata da una varietà innumerevole di lampioni e luci che impedivano in tal modo all'oscurità di incombere sui cittadini. Era possibile vedere persino la fiera in lontananza, sicuramente tutt'ora stracolma di persone che a quella distanza erano ovviamente impossibili da avvistare.
Per quanto Suwon fosse un posto in cui non amavo particolarmente vivere, da lassù, su quella misera, arrugginita e minuscola ruota panoramica, tutto mi parve così vasto e-
«È bellissimo» -Bellissimo. La bassa e rauca voce di Jungkook mi ridestò da ogni tipo di pensiero, spingendomi a voltarmi una seconda volta nella sua direzione.
Osservai i lineamenti rilassati del suo viso e studiai attentamente ogni minimo particolare che mi portò a constatare quanto fosse bello e puro il ragazzo che in quel momento si trovava proprio al mio fianco.
Quasi sussultai sul posto quando lo vidi girarsi all'improvviso e immergere i suoi occhi nei miei. Fu in quel preciso istante che non ci capii più nulla. Fu come venire scavata in profondità, mi sentii tutto d'un tratto come smascherata. Percepii il mio stomaco attorcigliarsi su sé stesso fino allo stremo e dovetti trattenermi dall'afferrare la pancia con le braccia in cerca di sollievo. Sentivo uno strano e sconosciuto calore all'altezza del petto, quasi come se stesse andando a fuoco a causa della velocità che aveva inspiegabilmente preso il mio piccolo e povero cuore. Tutto questo non era normale, non poteva esserlo. Mi risultava difficile capire cosa stessi provando perché non mi era mai capitato di sentire simili sensazioni dentro di me.
E la cosa più sconvolgente fu comprendere di come fosse quello stesso ragazzo, che non smetteva un secondo di guardarmi con quel luccichio nello sguardo, a provocarmi tutto quel caos interiore. Non riuscivo nemmeno un secondo a distogliere lo sguardo dal suo, quelle iridi erano come un vero e proprio magnete. Continuammo a fissarci per secondi interminabili e non potei fare a meno di ammettere quanto fosse piacevole guardarlo, fino a quando non fu proprio il corvino a spezzare per primo quel piccolo ma intenso contatto.
Fu come se mi fossi scollegata dalla realtà, perché in quel momento non porgevo attenzioni a nient'altro se non a lui. Mentre io rimasi imbambolata come uno stoccafisso con gli occhi fissi sulla sua figura, Jungkook rivolse nuovamente la sua attenzione sulla piccola parte di città estesa di fronte a noi.
«Vengo qui ogni volta che mi sento solo.» parlò ancora rompendo quel freddo e imbarazzante silenzio.
Il mio cervello ci mise un po' a codificare le sue parole, giunte alle mie orecchie soltanto come un leggero e flebile sussurro.
«Perché?» fu l'unica cosa che riuscii a far uscire dalla bocca e mi diedi dell'idiota da sola nel rendermi conto di quanto stupida e insensata fosse quella domanda.
Eppure, Jungkook non sembrò farci tanto caso, anzi mi rispose senza problemi dandomi l'impressione che se l'aspettasse una simile domanda.
«Perché qui è come non esserlo. Ogni cosa da quassù è minuscola e perde conseguentemente valore, ma allo stesso tempo è...è così tanto...» si bloccò inaspettatamente portandomi a corrugare le sopracciglia ora curiosa di sapere cosa volesse dire.
«Così tanto...?»
«Bello.» rispose guidato dal mio incitamento nel finire di dire ciò che aveva iniziato. «Stare qui mi fa capire che in realtà non tutto quello che mi circonda è poi così tanto male-» prese a spiegare, attirando la mia completa attenzione. «Che, nonostante tutto, qualcosa di bello esiste ancora.» sussurrò fiocamente e dovetti trattenermi per non piangere nell'udire quelle parole.
Non ne capii il motivo e probabilmente non l'avrei mai capito, ma qualcosa aveva nuovamente come smosso il mio cuore, in modo flebile ma doloroso. Ingoiai il magone formatosi nella mia gola, cominciando a sentire l'umidità dei miei occhi lucidi in contrasto con l'aria fredda.
Non piangere Sooyun, non devi mai piangere.
Piangere rende le persone deboli e le persone deboli non possono fare a meno di sottomettersi alla crudeltà altrui.
Quella stessa sera era stata la dimostrazione di quanto potessi diventare fragile davanti a qualcuno che non conoscevo da nemmeno un mese e che era riuscita a smascherarmi nel giro di qualche secondo. Era bastato così poco a spezzarmi, erano bastate le solite e già sentite parole di Jisoo per rompermi e quelle di Jungkook per devastarmi. Questo dimostrava la mia debolezza.
Non succedeva da così tanto tempo che quasi mi parve surreale tutto l'accaduto. Mi ero ripromessa di non piegarmi mai più davanti a nessuno, di non piangere nei momenti in cui avrei voluto disperatamente farlo, ma soprattutto di non svelare apertamente quel lato di me che io stessa avevo nascosto e sigillato negli angoli più remoti e luttuosi del mio cuore. Eppure, di fronte a Jungkook non ci ero riuscita.
Davanti a Jungkook, anche se per poco, pochissimo tempo, mi ero arresa. Mi ero lasciata sopraffare dalle mie emozioni, dalle mie preoccupazioni e paure. Non avevo permesso più nemmeno a Taehyung di vedermi piangere, ma a Jungkook si.
«Non capisco» sussurrai «Perché uno come te dovrebbe pensarla così?»
Come poteva una persona all'apparenza tanto solare e gioviale avere simili pensieri per la testa? Era estremamente contraddittorio, non aveva senso. Era stato praticamente lui a dirmi di sorridere, a rinfacciarmi la tristezza dipinta sul mio volto. Allora perché quelle parole lo avevano improvvisamente reso così triste? Cosa mi ero fatta sfuggire?
«Ho sempre desiderato andarmene da questa città, Sooyun.»
Si, anche io.
«Non ne ho mai capito essenzialmente il motivo, ma... mi sono sempre sentito come soffocare.»
Si, anche io.
«Più volte ho provato il desiderio di scappare, ma poi qualcosa mi ha fermato dal farlo, impedendomi così di tornare a respirare come desideravo; e questo perché qui, tra queste persone, non riesco più a farlo come una volta.»
Jungkook...
Mi resi conto di essere rimasta a fissarlo per tutto quel tempo nel momento in cui si voltò di scatto per incontrare di nuovo i miei occhi. Corrucciai leggermente le sopracciglia verso il basso in un'espressione confusa, addolorata, non appena lo vidi sorridermi debolmente. Ma non era un sorriso vero, era forzato, così tanto finto da incutermi paura. Lo stesso sorriso che aveva mia mamma quando mi diceva che andava tutto bene. Lo stesso sorriso di mio padre quando mi rassicurava che sarebbe tornato. Lo stesso sorriso di mio fratello quando mi ripeteva che sarebbe tornato tutto come prima.
«Probabilmente questa vita non fa per me»
Scossi appena la testa. «Perché dici così?» ero perplessa, non riuscivo a capacitarmi delle parole che stavano arrivando alle mie orecchie, ma soprattutto non riuscivo a capacitarmi di chi le stesse pronunciando. Cosa stava succedendo? Perché mi stava dicendo tutte queste cose così di colpo? Chi era veramente Jungkook? Era davvero il ragazzo allegro e spensierato che ero convinta di aver conosciuto? O quel Jungkook era solo una mia immaginazione e c'era molto di più dietro?
Il corvino scostò ancora una volta lo sguardo dal mio, attirato dall'improvvisa esplosione di fuochi d'artificio nell'immensa distesa blu stellata sopra le nostre teste, facendoci capire che la fine della fiera per quel giorno fosse ormai agli sgoccioli.
La testa di Jungkook era inclinata verso l'alto, quel poco che bastava per ammirare la dispersione della polvere pirica nel cielo a chilometri e chilometri di distanza da noi.
«Ricordi quando ti avevo detto di non vedere le cose superficialmente?» lo sentii chiedermi flebilmente, mentre anche io come lui guardavo i fuochi d'artificio. «Di guardare oltre.»
Non risposi alla sua domanda, al contrario, rimasi in silenzio ad osservare il cielo illuminato e dipinto di mille sfumature dai colori più accesi, aspettando che prendesse il mio tacito silenzio come una chiara risposta affermativa.
«Vale lo stesso per il tempo.» corrugai le sopracciglia leggermente confusa, ma non feci domande e, come se avesse percepito lui stesso i mille dubbi che avevano cominciato a pervadermi la mente, prese a spiegarsi meglio. «Tu probabilmente pensi di avere abbastanza tempo prima che tutto questo finisca, tutti voi credete che non sarà mai troppo tardi dato che avete davanti una vita intera per agire-» mi voltai leggermente verso di lui, guardandolo scuotere quasi impercettibilmente la testa. «Ma la verità è che il tempo non è mai abbastanza. Non lo è per nessuno.»
«Eppure-» si bloccò deglutendo la saliva, permettendomi di vedere il suo pomo d'Adamo muoversi di poco verso l'alto lungo la sua gola. «Per quanto questa vita sia relativamente breve e alquanto inadatta ad uno come me, voglio autoconvincermi che niente andrà davvero perduto.»
Riflettei sulle sue parole, ci riflettei come non avevo mai fatto in vita mia. Inspiegabilmente, ogni ricordo della mia vita passata rimembrò fino in profondità il lato più nascosto e buio del mio cervello, facendomi ricordare quei momenti che avevano particolarmente caratterizzato la mia infanzia, quei momenti che mi avevano accompagnata fino a dove ero adesso, quei momenti che avevo temporaneamente scordato. Pensai alle persone che mi avevano abbandonata, ma in particolar modo a quelle che mi erano state accanto, che mi avevano voluto bene, che mi avevano amata e, inevitabilmente, mi resi conto di quanto poco tempo io le avessi effettivamente dedicato.
Quanto amore poco ricambiato, quanto tempo perso.
Non riuscii in alcun modo a raccapezzarmene, ma la mia mente mi portò inesorabilmente a pensare a Taehyung. Le parole di quel ragazzo, le sue concezioni, avevano come uno strano potere su di me ed ogni volta mi sembrava quasi di avere un dejavu; non era la prima volta che, parlando con Jungkook, mi ritrovavo a riflettere, a pensare ad essenze che, fino a quel momento, non mi avevano nemmeno lontanamente sfiorato la mente.
«Ad un certo punto, mi sono detto che non ha alcuna rilevanza il tempo che mi resta-» la voce del corvino suonò dolce, sussurrata, e mi portò a spostare nuovamente la mia attenzione su di lui, puntata interamente sul profilo di quel suo viso così tanto perfetto quanto al momento spento. «Finché questi occhi vedranno le stelle brillare in questo cielo-» parlò, «Allora significherà che ne è valsa la pena.»
𝐀𝐧𝐠𝐨𝐥𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞
È mezzanotte, non era mia intenzione fare così tardi 🤡 Spero non ci siano troppi errori di ortografia😭Mi prenderò del tempo, una volta finita la storia, per revisionarla per intero e magari anche migliorarla❤
Come state? 🥺È da tanto che non mi faccio viva, spero possiate perdonarmi! ♥
Ho abbastanza sonno e domani mattina dovrò mettermi a studiare presto, sicché non mi dilungherò molto🥺
Come vi è sembrato questo capitolo?
Jungkook ha avuto un comportamento un po' insolito🤔Ma può significare tutto come niente. Voi cosa ne pensate?
Il prossimo capitolo sarà soft e anche un po' corto, ma solo perché compenserà quello dopo😶Cosa vi aspettate succederà?
Non dimenticate di lasciare una stellina se il capitolo vi è piaciuto👉👈🤍Se volete anche un piccolo commento per farmi sapere cosa ne pensate💜
Vi auguro una buona notte, sperando di rivederci il prima possibile🥺💜
Un abbraccio,
Carly
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