[Capitolo 40]
|| Poche ore prima... ||
E ora eccoti lì, svegliata dall'ennesimo incubo su Hideki, la copia psicopatica di te stessa e Tomura.
Eccoti seduta sul letto, ringhiando ad una ragazza mai vista prima d'ora, con la lama di un coltello da pane puntata al collo.
"E' inutile. Non ci provare." sibilò la violetta, vedendo come con le dita avevi tentato di prendere uno dei pupazzi per scagliarla al muro.
"Non vedo perché dovrei. Che volete da me?!" replicasti te, con voce altrettanto acida mentre spostasti lo sguardo su Tomura e Atsuhiko.
"Solo fare due chiacchiere amichevoli!" sorrise l'azzurro, abbassando il cappuccio della felpa nera.
"Lo vedo..." commentasti, sentendo come la fredda punta della lama ti accarezzava il collo.
Non sapevi come ti eri ritrovata in quella situazione, ma quando verso le sei del mattino ti sei svegliata di soprassalto, quei tre erano nella tua stanza.
Facevi del tuo meglio per nascondere la paura viscerale che ti logorava da dentro.
Non sapevi da quanto erano lì.
Avevano giurato di non aver torto un capello a nessuno dei tuoi compagni, ma non sapevi quanta verità ci fosse nelle loro parole.
"Akumi." la chiamò sempre Tomura, facendole cenno con la testa di lasciarti in pace.
Lei sbuffò scocciata, dandoti prima un'occhiataccia da 'non è finita' e scendendo dal letto.
Tu invece ti alzasti, mettendoti comoda sul letto e scrutandoli uno ad uno.
"Che siete venuti a fare?" domandasti, ancora non convinta da quel sorrisetto stampato sul viso rovinato dell'azzurro.
Non che quel sorriso ti avesse mai convinto.
Mai nella vita.
"Una proposta" fu la risposta dell'uomo col cappello, chiamato da tutti 'Compress'.
Una proposta che non mi alletta per niente, e non l'ho neanche sentita.
"Torna a far parte della Lega dei Villains."
Appunto.
"Seh, quando Mustard smetterà di essere una testa di cazzo." rispondesti, incrociando le braccia al petto.
"Immaginavo avresti detto così..." si grattò la guancia Tomura, ridacchiando tra sé e sé.
"Cosa ridi ora? E poi, se mi rivolevate, perché non rapirmi come avete fatto con Ka--con il mio compagno di classe? Tanto, con Kurogiri potete benissimo andare anche sulla luna..." sbuffasti, alzandoti dal materasso per lavarti la faccia nel piccolo bagno della tua camera ma rimanendo comunque attenta ad ogni loro azione.
Che cosa triste. Non riesco neanche a dire il suo nome...
Ma come mi sono ridotta? Sembro una quarantenne alcolista e divorziata!
"Se ti avessimo rapita nel sonno non te ne saresti stata buona. Conoscendoti, te la svigneresti alla prima possibilità." fece il capo, una volta che ti ebbe di fronte a lui.
"Dove vuoi arrivare? Pensi di potermi incastrare? Non ci è riuscito neanche All For One a Kamino, cosa credi di potermi fare? Non puoi più toccare la U.A.!" gli rivolgesti un ghigno, osservando come la sua espressione si faceva sempre più spazientita.
Ma quelle sopracciglia corrucciate durarono ben poco, come anche lui si permise di ghignare con presunzione.
"Io non penso nulla. Io ti posso incastrare..." sorrise tra le parole, scuotendo la testa divertito dalle tue minacce. "...e poi, per te non esiste solo la U.A., o sbaglio?"
Sbarrasti gli occhi.
La sicurezza che eri riuscita a mettere insieme venne spazzata via con un semplice movimento.
La mascella ti cadde incredula, mentre le mani presero a tremarti.
No... è... è impossibile...
Lui ti passò la perlina davanti agli occhi, mostrandoti come l'immagine di un ragazzo bruno giaceva al suo interno.
Serrasti i denti davanti al suo viso trionfante, facendo per prenderlo con uno scatto fulmineo del braccio destro.
Ma lui fu più veloce, ritraendo la mano altrettanto rapidamente.
"Lo sai che mi basta abbassare un altro dito per ammazzarlo, vero?" sorrise lui, allontanando e avvicinando continuamente la punta del mignolo alla biglia.
Stringesti i pugni in frustrazione.
Hideki era ad un palmo di naso, ma non potevi fare nulla per salvarlo.
O almeno, così credevi.
"Cosa vuoi?" ringhiasti.
"Sai benissimo cosa voglio, [T/n]."
Deglutisti davanti a quello sguardo terrificante, capace di trapassarti l'anima.
Cazzo, mi ha proprio incastrato questa volta...
"E va bene."
-
Due giorni dalla tua sparizione.
Cellulare spento.
Quarantatré chiamate perse.
Settantotto messaggi ricevuti, ma zero letti.
-
Tua madre pianse ogni notte, consolata dal marito e dal figlio che facevano del loro meglio per tirarle su il morale.
Le ragazze non erano da meno, specialmente Ochako, che ti considerava una dei suoi amici più stretti.
Tensione.
Continua tensione nell'atmosfera che circondava la 1-A.
Silenzio tombale cucito nei loro animi per i primi tre giorni, finché Itsuka non decise di buttare il suo vassoio su uno dei tavoli dei tuoi compagni di classe.
"K-Kendo?!" fece agitato Izuku, non poco spaventato dall'aria seria e risoluta che lei aveva stampata in faccia.
Al suo seguito, i tuoi amici della B li fissavano altrettanto desiderosi di notizie.
"Dov'è?! Non credo che sia solo malato!" sbottò lei, battendo il palmo sulla superficie liscia del bancone.
Non aveva avuto tue notizie da un bel po'.
E quando ti ammalavi, di solito passavate ore e ore in chiamata, spesso finendo a parlare di cose come i sandali con i calzini.
Nessuno a quel tavolo ebbe il coraggio di darle una risposta.
Non Izuku.
Non Ochako.
Non Tenya.
Nemmeno Kirishima del tavolo accanto.
Come nemmeno ne ebbe Sero, o Kaminari, o Mina, o Kyoka...
Solo pensando a te si sentivano giù nuovamente.
Un po' come quando il biondo cenere era stato rapito.
No, peggio.
Peggio perché tu non eri stata rapita.
"Non...non lo sappiamo..." biascicò il verde.
"Come sarebbe a dire che non lo sapete?! E' un vostro compagno, un vostro amico... e vivete anche nello stesso dormitorio! Ci prendete in giro?!" s'aggiunse alla discussione Tetsutetsu.
Ma nessuno gli rispose ancora.
Allora l'argenteo prese per il colletto il primo che gli passò vicino, come notò che era Katsuki.
"Che cazzo sta succedendo?" sibilò, stringendo gli affilati denti d'acciaio.
"Se n'è andato" disse con freddezza.
Non si era infuriato per essere stato preso così da una testa calda qualunque.
Non aveva perso le staffe come sempre.
Probabilmente perché lo avevi cambiato troppo.
No, lo avevi reso come realmente era.
Fragile.
E senza di te, non riusciva neanche a nasconderlo se non con un po' di pacatezza improvvisata.
"Hah?! Ma che stai dicendo?!"
"E' andato via. Forse per sempre. Ora è con i Villains."
"HAH?! MI PRENDI PER IL CULO?! CHE TI PASSA PER LA TESTA?!"
Solo te.
Katsuki aveva in testa soltanto te.
La sua vecchia migliore amica.
Quella che aveva perso per sempre, e di cui non sapeva neanche il nome.
-
Una settimana dalla tua sparizione.
Il cellulare ancora spento.
Sessantanove chiamate perse.
Novantuno messaggi non letti.
-
Alleanza con gli Otto Precetti Della Morte.
Questa si era rivelata un fallimento.
Non partecipasti a quell'operazione, tuttavia.
Tomura diceva che era ancora troppo presto per il debutto della nuova [T/n].
Qualunque cosa volesse dire.
-
Ti era concesso davvero poco tempo con tuo fratello.
Hideki veniva sempre tenuto là dove non potevi trovarlo.
Gli chiedesti dove fosse stato per tutto quel tempo.
"Non sono mai uscito da qui" ti disse.
Però, qualcosa sembrava non quadrare.
Forse era solo la sua voce matura, dopotutto l'ultima volta che vi eravate parlati aveva sette anni, e nei tuoi sogni la sua voce era... beh, neanche la ricordavi.
Scopristi che era stata quella Akumi a farti sognare tutte le morti del ragazzo, rovinandoti il sonno ogni volta.
E si divertiva a farlo tutt'ora, anche se vi trovavate sulla stessa barca.
Non si riusciva a capire che età avesse quella.
Dall'aspetto si poteva dire che era una donna nel fiore dei suoi anni, ma imparando a conoscerla finisti col pensare che mentalmente, lei fosse peggio dei bambini.
Dio, era così infantile che spesso e volentieri prendevi una bambola e le tiravi i capelli, giusto per vederla lamentarsi dopo ore e ore di messa in piega.
-
Due mesi dalla tua sparizione.
Conto perso sia delle chiamate che dei messaggi.
Battaglia contro l'Esercito di Liberazione.
Finito davvero male, non c'era che dire.
Quelli nuovi, Himiko Toga e Dabi, erano rimasti conciati davvero male.
Non sapevi bene cosa fosse successo, ma improvvisamente ti eri ritrovata in un bivio di Deika pieno di tipi strani pronti ad ucciderti.
Avevi dovuto accettare, così che Hideki non finisse in mezzo ad un'altra delle tue animate discussioni con l'azzurro.
Che per la cronaca, finivano sempre male. Sempre.
Alla fine non avevi neanche riportato troppi danni, anche se non ti era esattamente piaciuto difendere e farti difendere dai tuoi nuovi compagni.
Eri infastidita specialmente da come Compress fingeva che tutto andasse bene, come nei vecchi tempi.
Ma, in compenso, i duri allenamenti a cui venivi sottoposta sembravano aver fruttato qualcosa.
Eri diventata molto, molto più potente.
Anche se, in fondo sapevi che, ancora non bastava.
-
Venticinque dicembre.
Un Natale triste.
Il peggiore in assoluto.
Chissà come se la spassavano i tuoi compagni.
Chissà se erano già andati avanti.
Chissà se Katsuki ti aveva dimenticata.
Chissà.
-
"Tsk, non riesco a credere di aver accettato di fare questa cosa con voi due teste di cazzo..." sbuffò Katsuki, creando nuvolette di vapore dalla bocca.
Era iniziato il nuovo anno, e lui, Izuku e Todoroki erano andati a dare il tirocinio insieme, dallo stesso eroe.
Il primo.
Quello in cima alla lista.
Colui che era finalmente riuscito a prendere il posto di All Might.
Enji Todoroki, conosciuto meglio come Endeavor.
Proprio lui, l'amorevole padre di Shoto.
"Benvenuti all'Endeavor Hero Agency." sfoggiò un gran sorriso l'uomo dagli spinosi capelli rossi.
I tre rimasero allibiti davanti a quello strano atteggiamento, totalmente diverso da quello dell'Endeavor che conoscevano.
"E' quello che vi aspettavate di sentire? Scusate, ma non sono dell'umore." cambiò subito dopo espressione, come se stesse giudicando i ragazzi che si trovava di fronte con superficialità.
"Ho dato il mio permesso solo perché Shoto me l'ha chiesto, ma avrei preferito che venisse da solo!"
"Ma ormai hai detto di sì, smettila di lamentarti..."
"SHOTO!"
Il biondo storse le labbra in una smorfia.
"E' da quando abbiamo preso la licenza che ci penso, ma..." iniziò a dire con aria seria. "...tuo padre è proprio un rompipalle."
"SHOTO! QUESTO E' DAVVERO UN TUO AMICO?!"
"Beh, se questo mi permetterà di vedere il numero uno all'opera, lo sopporterò."
"E PENSARE CHE MI ERO RACCOMANDATO DI SCEGLIERTI GLI AMICI CON CURA!"
Izuku si fece avanti, guardando come ora l'eroe gl'infondesse un'idea differente.
"Grazie per averci permesso di seguirla!" esclamò, ricevendo solo un'occhiata da parte del rosso.
Poi guardò per un giusto un attimo un piccolo dispositivo elettronico, rificcandolo in tasca e saltando oltre il separatore tra strada e marciapiede.
Delle fiamme si accesero sul suo volto, bruciando calde ma senza ustionarlo neanche nella più piccola parte.
"Scusate se vi rovino la festa, ma non ho intenzione di allenare nessuno a parte Shoto! Se davvero volete imparare qualcosa, state dietro di me e osservate attentamente!" disse l'uomo, correndo nella direzione opposta a cui stavano camminando prima.
"Bene! Ci dia gli ordini!" ridacchiarono gli altri due, già tirando fuori i costumi dalle valigette di metallo.
"L'ho appena fatto! State! Dietro! Di me! E! Osservate!" sbuffò Endeavor.
"Ho ricevuto una segnalazione. Un mostro è apparso nei pressi del Paratsu Palace." diede poi informazioni, anche se l'unica cosa che Katsuki voleva fare era esplodere. Esplodere tutto. Izuku compreso.
I quattro si fermarono quando si ritrovarono davanti alla piazza di Koen, la quale stava precipitando nel caos più totale.
Non c'era un mostro solo.
Ce n'erano tre, forse quattro.
Uno più grosso dell'altro.
E uno più forte dell'altro.
Gli alberi delle aiuole venivano scaraventati in aria, volando per brevi istanti prima di schiantarsi contro le auto parcheggiate lungo i marciapiedi.
Fiamme iniziavano ad alzarsi, in seguito a scoppi e distruzioni su distruzioni.
I civili scappavano in ogni direzione, pur di non stare un secondo in più vicino a quelle bestie.
E non erano bestie qualunque.
"N-Nomu?!"
I tre ragazzi si sentirono mancare il respiro.
Erano loro, di nuovo.
Ma cosa potevano fare, proprio lì a Shizuoka?
"Non credo vi servano ordini per sapere cosa fare ora." schioccò la lingua Endeavor, prima di scagliarsi contro il Nomu più vicino.
I tre ragazzi rimasero un attimo a scambiarsi occhiate per decidere sul da farsi, ma presto si buttarono sulla piazza alla stessa maniera in cui lo aveva fatto l'Hero.
Dopotutto, un Hero è qualcuno che si getta nella mischia per la salvezza degli altri. Agli eroi non servono che pochi secondi per essere tali quando ce n'è bisogno.
E' ciò su cui si basa il loro mestiere, dopotutto.
Todoroki creò un grande muro di ghiaccio, riuscendo però a bloccare la creatura temporaneamente.
Cioè per appena qualche momento.
Il bicolore fece quindi per indirizzargli uno dei suoi muri di calore ghiacciato, quando un Nomu fu scaraventato su quello che lui stava affrontando con forza prorompente.
Intanto Izuku aiutava i cittadini, sfruttando la velocità fornitagli dal suo quirk.
Todoroki sentì poi un'esplosione, seguita poi da molte altre.
Si voltò, cercando con gli occhi il ragazzo dai capelli sparati in aria.
"MUORI!" gridò il biondo cenere, sparando un altro colpo.
Ma era diverso.
Perché il suo avversario non era un Nomu.
Era una persona.
Quella si avvolse di un muro di fiamme blu, proteggendosi dall'ennesimo attacco.
"DANNAZIONE! VAI A FARTI FOTTERE, UOMO GRAFFETTA DEL CAZZO!" fece poi, sempre con quel suo caratteristico ringhio alla Bakugo.
Dabi invece ghignò, mandandogli addosso una bollente vampata azzurra.
Ma prima che le sue fiamme potessero raggiungere il ragazzo, Todoroki innalzò una barriera di ghiaccio che si frappose tra i due.
"OI, CAZZO FAI, BASTARDO A META'?! NON MI SERVE IL TUO AIUTO!" sbottò il ragazzo esplosivo, battendo il piede a terra come un bambino viziato.
"Ah, scusami Bakugo."
Il ghiaccio del bicolore venne sciolto però in fretta, e l'acqua che ne rimaneva venne calpestata dalle scarpe rovinate del giovane uomo ustionato.
"Che cazzo sei venuto a fare qui?! Riporta il culo da dove sei venuto insieme a tutte queste altre tue merde!" sibilò Katsuki, minacciando di creare un'altra esplosione col suo guantone a granata.
Ma Dabi sorrise, facendo spallucce e infilando le mani in tasca.
"Oh, i Nomu non sono miei!" ridacchiò il corvino, guardandoli sottecchi.
"E di chi cazzo dovrebbero essere?"
Il Villain fece un cenno con la testa, invitando i due studenti a guardare nella direzione che aveva indicato.
Da dietro un palazzo sbucò un Nomu.
Il più grande di tutti.
Era massiccio.
Spaventosamente muscoloso.
La testa che era quasi ridotta al teschio.
La pelle lacerata da qualcosa che non si voleva sapere.
I denti sporgenti, storti e affilati.
Il torace del mostro era sporco.
Macchiato di rosso.
Una tonalità di rosso inconfondibile.
Ma non era tutto.
No, certo che no.
Sulla sua spalla, seduta con le gambe accavallate e aggrappata con una mano ad un ciuffo crespo di capelli, c'era una ragazza.
Il suo volto era coperto da una maschera, ma ai loro occhi era sembrata tremendamente familiare.
"I Nomu sono suoi." la indicò con un dito, mentre l'urlo disperato ed incredulo di Izuku tagliava l'aria, spodestando le grida terrorizzate degli abitanti, il gracchiare delle bestie e le sirene della polizia.
E Dabi sorrise, sapendo che le cose stavano andando esattamente come avevano pianificato.
Fu il Capodanno più disastroso di sempre.
Un Capodanno di cui una parola sarebbe stata ricordata in particolare.
Il tuo nome.
>EYCEE'S CORNER<
Wheeeeeeey! Eccoci ora al capitolo 40! Sono tipo, wow. Cioè, non pensavo di arrivare fino a qui! Sono davvero felicissima, grazie, grazie davvero! Anche se forse voi non potrete dire lo stesso, dato che vi ho lasciato con questo capitolo senza luv prima di ricominciare la scuola (o almeno per me. Mi viene già da piangere se penso che non avrò più un'estate PIGRA con le maiuscole come questa. Sigh, liceo, abbi pietà!)...
Devo dire che mi aspettavo molto peggio da questo capitolo, dato che quando penso a me che scrivo non penso mai a scene piene d'azione come queste (infatti fanno sempre schifo, ew), in più ho inserito un sacco di skip time, uno più distanziato dall'altro. Vabbè, facciamo che non fa così schifo! Vi consolo dicendovi che in forse due o tre capitoli la storia finirà, facendo spazio ai dopo storia! :D
Non vedo l'ora di raccontarvi tutte le ideuzze che mi passano per la mente! ;-)
|| Cee ||
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