[Capitolo 1]

Tutto iniziò con la tua nascita.

Per quello che ricordavi non avevi mai avuto dei genitori, appartenevi all'Unione dei Villains da quando eri in fasce. Inizialmente non eri ben vista. Nella tua mente si ripetevano spesso le parole che ti accolsero...

..."Uccidiamola." "Mi chiedo cosa si provi ad ammazzare una creaturina così piccola~" "Ma a che diavolo pensavi quando l'hai portata qui?!"...

Non erano belle parole, per la cronaca.

Un uomo però era contrario al farti fare compagnia alle loro innumerevoli vittime: il capo, All for One.

Lui vedeva del potenziale in te. A quell'età non potevi capire di quale potenziale lui parlasse e, una volta cresciuta, decidesti di non approfondire le conoscenze che ti eri fatta col tempo.

Le loro missioni, i loro modi di fare, di parlare, i loro...ideali. Tutto di loro ti disgustava.

Sin da quando avevi memoria testarono le tue abilità, secondo loro perfette per una criminale.

Fingevi di assecondarli ma, dentro di te, sentivi che tutto ciò era semplicemente sbagliato.

Te li facesti amici  ottenendo la loro fiducia, tramando alle loro spalle la fuga. Finché non arrivò la fatidica sera in cui scappasti, il giorno del tuo decimo compleanno.

Eri finalmente libera, ti sentivi come rinata ed eri decisa a non avere mai più a che fare con la malavita, anche se ben presto ti ricredesti.

Un giorno della tua nuova capisti che i Villains sarebbero comunque riapparsi, forse non per te ma di sicuro non se ne sarebbero stati buoni. Qualcuno doveva tenerli a bada e quel qualcuno erano gli eroi.

"Allora, [T/n]!" ti svegliò dai tuoi pensieri Itsuka, la tua migliore amica.

"Huh? Scusami Itsu, ero sovrappensiero..." ridesti nervosamente, sistemandoti la cartellina sulle spalle come meglio potevi.

"L'ho notato. Ti dicevo, hai deciso a quale scuola farai domanda? Intendo per l'anno prossimo, quando saremo finalmente delle liceali!" sorrise lei, tornando a guardare la strada.

"A quale scuola...farò domanda?" ripetesti.

Itsuka annuì, sistemandosi una ciocca di capelli arancioni.

Non ci avevi ancora pensato effettivamente. L'ultimo anno di scuola media era quasi a metà, tuttavia non c'era giorno a cui non pensavi ad All for One ed agli altri. Dopotutto erano stati la tua prima famiglia e, anche se non era stata la famiglia che c'è in ogni fiaba, ti avevano cresciuta. Inoltre, cattive intenzioni a parte, si era sempre mostrato un buon padre nei tuoi confronti.

Quella era forse l'unica cosa di cui si pentiva di aver lasciato.

E' sbagliato pensare così? Non dovrebbe mancarmi...

"Allora?" ti chiamò nuovamente l'arancione, scrutandoti con i suoi grandi occhi verdi.

"Penso che farò domanda per la Yuuei..." dicesti timidamente.

Itsuka sembrò sorpresa. Conosceva il tuo passato e sinceramente non s'aspettava che, all'improvviso, tu decidessi di affrontarli.

"Ma è fantastico!" esclamò poi, cogliendo stavolta te di sorpresa. Avevi paura della sua reazione, si scaldava facilmente quando veniva fuori quella questione, e Itsuka non era una tipa dall'arrabbiatura facile.

"Davvero?" domandasti confusa e felice allo stesso tempo, nella speranza di aver capito bene e di non aver confuso qualcosa.

"Sì! Sono felice per te, anche perché pure io ho intenzione di iscrivermi lì!" ti rassicurò con un largo sorriso, di quelli che solo lei sapeva fare.

"Ah, che sollievo! Almeno così conoscerò qualcuno lì..." sospirasti sollevata. Rideste entrambe di cuore, continuando a camminare verso casa, parlando del più e del meno.

-

Mancava poco agli esami d'ammissione e ad essere onesti non riuscivi a stare calma.

"E se non piacessi?! Se non mi volessero e non mi facessero nemmeno entrare?!" piagnucolasti sulla spalla di Itsuka mentre ripassavate insieme.

La tua amica sospirò esasperata. "[T/n] smettila, per l'amor del cielo, hai finito di deprimerti?!" sbottò alquanto seccata, facendoti sussultare dallo spavento.

"Ce la farai, te lo dico perché sei grande e piena di talento!" aggiunse poi, addolcendo la voce e la sua espressione.

Sentisti i tuoi occhi pizzicare, commossa dalle parole della ragazza. "Itsuka..." mormorasti, guardandola con gli occhi lucidi ed abbracciandola senza preavviso.

"Sei pronta?" ti chiese tua madre, entrando nella stanza.

Tua madre, o meglio, la tua mamma adottiva era una donna molto bella, una normale civile che la notte della tua fuga si offrì di ospitarti nella casa che ora reputavi come casa tua.

Annuisti vivacemente, guardando la tua immagine allo specchio.

Appena due giorni prima avevi svolto gli esami scritti quindi ti era concessa delle sessioni di riposo più lunghe delle ultime fatte. Ora eri in forma smagliante: avevi sistemato i lunghi capelli [c/c] in una treccia ed indossavi dei pantaloncini da jogging ed una canotta.

"Quella è la mia canotta?" chiese Ryosei, facendo il suo ingresso.

"Ryo-nii! Ehm...nooo..." negasti, guardando altrove. Lui ti guardò sospettoso.

"Non importa, te la lascio, solo perché oggi hai quell'esame!" disse.

"Yay!" esultasti, sfoggiando uno dei tuoi migliori sorrisi.

"Ti accompagno?" ti chiese la donna ma tu rifiutasti.

"Vado con Itsuka." sorridesti, notando una chioma arancione dalla finestra.

"Va bene, vai tranquilla che ce la farai." t'incoraggiò lei mentre tuo fratello apriva le braccia.

Cogliesti l'occasione in un attimo, correndo verso di lui e affondando il viso nel suo petto con gioia. Magari fossero stati loro a trovarti quando eri solo una neonata.

"Vai a spaccare culi, sorellina." ti bisbigliò in un orecchio Ryosei, facendoti sorridere.

"Contaci!" dicesti in risposta, sciogliendo l'abbraccio.

Li salutasti, e passando per il corridoio incontrasti tuo padre. Agitasti la mano con un sorriso impaziente ed uscisti di casa, quasi finendo addosso alla tua amica.

"Era ora!" fece Itsuka, puntellandosi le mani sui fianchi e guardandoti furibonda.

"Andiamo, altrimenti arriveremo in ritardo!".

Varcato il cancello rimanesti spiazzata dall'enormità del complesso. Non eri sicura di aver visto degli edifici così grandi ed imponenti, per non parlare poi della forma singolare e fuori dal normale della scuola.

-

"Woah..." scappò dalle tue labbra mentre venivi trascinata dall'arancione.

"E muoviti! Tra poco si inizia...!".

La sala era affollatissim. Le voci dei ragazzi riempivano l'immensa stanza, impedendoti di sentire i tuoi stessi pensieri.

Cavoli, quante persone... Riuscirò a superare questo esame?

Itsuka sembrò notare la tua preoccupazione semplicemente guardando la tua espressione.

Ti mordesti il labbro inferiore in preda ai ripensamenti. Forse non saresti dovuta venire proprio.

Allora sentisti una mano appoggiarsi sulla tua. Alzasti lo sguardo e notasti la tua amica avvolgerti le dita con le sue per rassicurarti.

Mimasti un "grazie" incurvando le labbra in un piccolo sorriso quando la voce di Present Mic risuonò tutt'intorno.

L'eroe parlava, spiegava, girandosi più e più volte verso lo schermo e verso i ragazzi ma, nonostante tutto il silenzio, non riuscivi a capire una parola.

Andasti nel panico, stringendo innavvertitamente la mano ad Itsuka.

Va tutto bene, rilassati...

Sentivi come se nel tuo petto il cuore martellasse, minacciando di uscire da un momento all'altro.

La presentazione della prova terminò ma quando si riaccesero le luci esitasti ad alzarti, le tue gambe erano come diventate di gelatina.

"Itsuka..." la chiamasti, trattenendola per il polso.

Lei si fermò, guardandoti perplessa.

"...e se-" facesti per dire ma lei ingrandì la mano libera per tirarti una botta in testa.

"Ahi! Perché l'hai fatto?!" piagnucolasti, massaggiandoti la testa.

"Smetti di frignare, se continui a sottovalutarti non saprai mai di cosa sei capace." ti disse, aprendoti gli occhi. Rimanesti lì, seduta in silenzio, ad ammirarla in tutta la sua confidenza e in tutto il suo coraggio.

"E ora alzati, che se non lo fai ti porto al tuo blocco trascinandoti, e non scherzo!" ordinò poi, mutando la sua espressione in una piuttosto arrabbiata.

"Okay, okay! Mi sto alzando!".

Ti concedesti un secondo per dare un'occhiata agli altri. Sembravano tutti così dotati e forti che per un attimo ti scoraggiasti, ma subito dopo scacciasti quei pensieri.

Ti voltasti dunque verso il cancello. Itsuka non era con te, si trovava in un altro blocco. Ti aveva spiegato il funzionamento del test, dato che praticamente non avevi seguito una parola del discorso a causa della tensione.

Sospettavi che il luogo di prova fosse grande, però quello che ti ritrovasti davanti una volta suonato il fischio d'inizio rimanesti spiazzata dalla grandezza del posto.

Ma dove li trovano i soldi...?

Iniziasti a correre alla disperata ricerca di un robot da distruggere.

Eccone uno!

Tirasti fuori dalla tasca dei pantaloncini una bambolina di pezza, non grandissima ma più o meno delle dimensioni del tuo palmo.

Concentrasti il tuo potere nella bambola, direzionando il tuo sguardo verso il robot.

Prendesti un respiro profondo, attivando quindi la tua unicità.

Le iridi nei tuoi occhi si colorarono di un giallo acceso per un attimo, agganciando il tuo bersaglio, tornando immediatamente del loro colore naturale.

Prendesti l'oggetto di stoffa per la gamba, iniziando ad agitarlo ed osservando come il robot si muoveva nella stessa identica maniera della bambola.

Il tuo braccio s'allungo bruscamente in avanti, scagliando il robot addosso ad un altro che avevi appena visto.

"Ora dovrei essere a tre..." mormorasti, dando un'occhiata veloce al pupazzetto che stringevi tra le dita.

Passerò.

Continuasti a manipolare gli esseri metallici, facendoli scontrare tra di loro e portandoli ad esplodere.

Ad ogni costo.

Accumulavi punti su punti, salvando anche qualche ragazzo prima che poesse venir schiacciato dalle macerie.

Non sarò mai una criminale.

Ti piaceva quella sensazione, quella che ti regalavano le persone che aiutavi.

Mai.

Ti facevano sentire appagata, libera... Una persona di talento...

"L'esame finirà tra cinque minuti!" rieccheggiò la voce di Present Mic tra le strade della finta città.

"Ce ne saranno ancora?" ti domandasti, asciugando il sudore dalla tua fronte.

Corresti a perdifiato. Ne vedesti uno. Attivasti ancora una volta il tuo quirk, facendo levitare il robot e pochi secondi dopo facendolo collassare al suolo.

Ti chinasti per raccogliere la tua bambola, dandole qualche carezza per levare la polvere.

"E con questo dovrei essere a 43..." ansimasti, dandoti un minuto per recuperare le forze, appoggiata alla parete di un palazzo.

"Un minutoooo!!!" esclamò l'Hero.

Non penso di riuscire a fare altro...

Solitamente riuscivi ad usare il tuo potere per più tempo, tuttavia i robot erano di una certa stazza e comportavano una certa concentrazione, anche perché eri abituata ad usarlo sulle persone.

Improvvisamente si sentì un boato orrendo poco lontano da te.

Con quella poca forza che ti era rimasta in corpo ti dirigesti là dove tutti sembravano scappare via e allora lo vedesti.

Si trattava dell'imponente robot da 0 punti.

Cavolo se è grande!

Stavi per allontanarti quando sentisti un grido. Ti voltasti e notasti una ragazza castana intrappolata sotto i resti di un robot distrutto.

L'essere di metallo calpestava tutto quello che si trovava sul suo cammino, senza accennare alcun segno di fermarsi.

La ragazza continuava a dimenarsi, cercando in tutti i modi di levarsi quel pesante pezzo di ferro di dosso, con risultati deludenti.

Non sapevi se usare il tuo quirk, anche perché non avevi più un briciolo di forza.

Stesti in silenzio, osservando da lontano la scena e stringendo con rabbia la bambolina nella tua mano. Se aiutare le persone era stato appagante l'essere impotente era l'esatto opposto.

Ed era una sensazione orribile.

Il robot era quasi su di lei, digrignasti i denti frustrata.

Che faccio?

Aspettasti ancora, convinta che sarebbe arrivato in suo soccorso.

Vado?

Dopotutto era una scuola gestita da eroi, no?

Forse non dovrei...

Il robot le era praticamente sopra. Non potevi più aspettare, alzasti la bambola, direzionando il tuo sguardo verso la ragazza. Nonostante ciò, non riuscisti nel tuo intento.

Sentisti la forza abbandonare le tue gambe, facendoti crollare al suolo.

No...

Provasti ad attivare la tua unicità ma il tuo corpo si rifiutava di sforzarsi ulteriormente, annebbiando la tua vista quando cercasti di concentrarti unicamente sulla castana.

Non ora...

Sapevi di poterla salvare, sapevi di potercela fare.

Maledizione, mi sarebbe bastato un po' di più...

I tuoi pensieri vennero interrotti quando il suono di un tonfo profondo raggiunse le tue orecchie.

Che-

Con stupore vedesti il ragazzo agitato di prima, quello dai capelli verdi ed arruffati, precipitare vicino alla testa del robot da 0 punti, ora distrutto.

Che sia stato lui a...?

Non ne eri sicura, ma ti risvegliasti quando notasti che era ferito e non accennava a prepararsi all'atterraggio.

Ma che fa?!

Ti guardasti attorno: non c'era nessuno, solo te, il ragazzo che cadeva e la tipa castana. Quest'ultima non sembrava messa bene, anzi, ti sembrava di averla vista pure vomitare.

Non permetterò che lui si sfracelli al suolo!

Ignorando come meglio potevi l'intenso mal di testa e la stanchezza, tirasti in aria il pupazzo e i tuoi occhi mutarono ancora una volta in un giallo vivido, tornando poi [c/o].

Prendesti la bambola mentre la forza di gravità spingeva velocemente l'oggetto in basso. In quel momento il ragazzo si fermò a mezz'aria, sorprendendo tutti quanti.

Lentamente ti abbassasti, adagiando la bambolina a terra con delicatezza, la stessa con cui il verde toccò il suolo.

Sospirasti sollevata, riacquistando gradualmente le forze mentre camminavi lungo le pareti degli edifici illesi.

Una volta che Recovery Girl ti ebbe dato una rapida controllatina ti recasti verso l'uscita.

Questo è il mio primo grande passo verso il diventare un'eroina!

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