Così impari
NdA:
Prima che leggiate ci tengo a dire che è bastato un re-watch per ricordarmi di quanto siamo belli questi due.
Se dicessi che questo capitolo è +18 sarei un po' ipocrita perché io ancora 18 non ne ho, quindi chi considera l'hot (just a little bit) un tabù, scorra pure.
Mi sono presa la libertà di inventarmi un po' di cose, spero possiate perdonarmi.
Fatemi sapere cosa ne pensate.🎈💨
Così impari.
Ho gli occhi chiusi quando un tocco leggero sul petto mi fa svegliare di soprassalto.
Ho giusto il tempo di realizzare che quello che mi si prospetta non è uno scenario apocalittico ma anzi piuttosto piacevole, che le sue mani riprendono a disegnare cerchi immaginari su i miei bicipiti.
Mugolo qualcosa che dovrebbe essere un “buongiorno” ma che suona più come un gridolino strozzato.
Lei ride.
“Buongiorno a te, CC”
È già perfettamente vestita e appare così diversa da quando la tartasso di baci per farla alzare durante la settimana.
Annuisco e stavolta la voce non mi manca.
“Cos'è che ti rende così straordinariamente attiva e bella stamattina?” Domando.
Lei si stringe nelle spalle.
“Voglio darti fastidio”
Riprende a occuparsi del mio petto, ma stavolta sostituisce le mani alla bocca.
“Alice” La ammonisco, se continua così non sarò in grado di resistergli a lungo.
Lei mi sente ma pare non ascoltarmi, mentre continua il suo viaggio verso il mio basso ventre.
Quando ci arriva il suo cervello sembra folgorato da un’improvvisa incombenza. Si avvicina alla mia bocca e ci lascia un profondo bacio che non mi azzardo a negare, poi si alza.
Si alza!?
Ti alzi, Alice? Dove stracazzo vai, adesso?
“Ho preparato la colazione, non vorrei che il latte si raffreddasse”
Fanculo il latte, Alice. Mi lasci così?
Fa sul serio, lo vedo da quel sorrisino malizioso e dannatamente soddisfatto che mi riserva.
“Alice - le intimo - torna a finire quel che avevi iniziato”
“Perché, dottor Conforti, lei ha bisogno di me?” Mi chiede.
Bastarda.
“Sì, cazzo! - mi arrendo - in questa situazione sì.”
E lo dico riferendomi al mio corpo, che porta i segni dell’intraprendenza della mia allieva.
“Nah - sorride lei - ce la fai benissimo da solo”
“Ma - balbetto - poi farà male” Protesto.
Ride la maledetta.
Questa me la paghi cara, Alice. Ti farò impazzire.
***
Qualche minuto dopo, a tavola, mi rivolge il più dolce tra i sorrisi.
“Che facciamo oggi, Claudio?”
Mi stringo nelle spalle, fingendo di non averci già pensato.
“Ci starebbe - introduco - un centro benessere e SPA”
I suoi occhi si illuminano, pieni di sorpresa.
Potrei anche dire che sei dannatamente bella, Alice, se tu non mi avessi lasciato in quel modo poco fa.
“Sì! - urla - ma a Roma non conosco niente”
Stavolta faccio il vago.
“A Viterbo ci sono le terme e vicino pure il centro. Potremmo prendere una camera e restare lì per il weekend”
In realtà penso più a una jacuzzi privata dove farla impazzire.
Ma questo non te lo dirò, Alice.
***
Poco più di due ore dopo stiamo scendendo le scale per accedere alla piscina.
“Lo sai chi potremmo incontrare qui?” Mi chiede.
“Chi?”
“Marco Mengoni, è nato qui vicino. Sarebbe bello.”
“Da quand'è che ti interessi di Mengoni?”
“Da quando TU non mi fai usare la jacuzzi”
Si riferisce al fatto che qualche minuto fa le ho impedito di entrare in vasca, invitandola ad andare alle terme.
“Allevi, Allevi, ci vorrà ben altro per ingelosirmi.”
Lo dico soprattutto perché, poco dopo, mi bastano pochi secondi, quando entriamo nella piscina, per toglierli la parte bassa del costume.
Il deja-vu del congresso è pressoché inevitabile e mi perdo a guardare le sue guance imbarazzate.
L’acqua scura delle terme, che non lascia vedere nulla, per assurdo facilita le mie intenzioni.
Mi immergo e nell'acqua prendo a tartassare il suo ventre di baci.
“Claudio? Che fai?”
La sento sussurrare dall'alto.
Per fortuna il mio fiato dura abbastanza per arrivare all'interno coscia e sentirla sussultare piena di brividi.
Torno su e le rubo un bacio sulle labbra che lei ricambia incapace di fare altro, mentre sbarra gli occhi.
Poi di nuovo giù e quando la sento sul limite, riemergo soddisfatto.
“Ok, Sacrofano. Mi sembra il caso di andare a fare la doccia"
L'espressione che mi riserva di pura lussuria e terrore è la più grande vittoria che potessi desiderare.
“Ma Claudio io-”
Le riservo un sorrisetto malizioso.
“Così impari, Allevi”
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