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mi sedetti sul tetto del magazzino che da quattro anni era la nostra dimora, le gambe le lasciai ciondoloni infilandomi le cuffiette e iniziando a canticchiare.

gli infetti erano il nostro ultimo problema, ci preoccupavamo più che altro del cibo e dell'acqua o di rinforzare le recinzioni intorno al magazzino.

iniziò a piovere leggermente, all'inizio non me ne accorsi ma presto mi trovai ad alzarmi il cappuccio della felpa nera.

a noi si sono unite due ragazze di cui una, personalmente, avrei fatto volentieri a meno.

Vittoria e Natasha.

la prima sembra abbastanza inteliggente mentre la seconda è paragonabile ad una raffica di calci in culo.

-Meglio se rientri, all'orizzonte tuona-

parlò Vittoria, facendomi sobbalzare.

-e sentire Natasha che si lamenta? no grazie-

sentii Zack urlare qualcosa di indistinto a Vittoria dall'interno

-Zack chiede se scendi, ti deve parlare-

-Motivo in più per restare qui-

Lei sospirò e mi si sedette vicino, ci fù per due o tre minuti un silenzio imbarazzante che ruppe lei.

-Senti ma... fra te e Zack cosa c'è?-

La guardai come fosse matta e il mio cervello sembrò darmi uno schiaffo dall'interno.

-Che?-

-Dai sai che intendo! vi conoscete da una vita e mi vuoi dire che non c'è nulla fra voi due?!-

un'occhio mi sclerò e andò in tic, ma faceva sul serio?

-Io e Zack siamo solo amici, Jane è dell'altra sponda e Natasha ha solo occhi per Acromio che la ripudia, quindi hai il terreno spianato cara!-

Gli dissi in maniera amichevole passandogli un braccio dietro le spalle.

-Ah e tranquilla, il tuo segreto è al sicuro con me.

ma... più che altro, che ti ha fatto pensare che fossimo una coppia?-

-Negli ultimi tempi sembrate una coppia in crisi-

Scoppiai a ridere, una risata amara per nascondere che era vero, che tra noi c'era una situazione tesa dopo un litigio iniziato per colpa mia.

gli spiega la situazione e, dopo aver finito mi sdraiai a guardare il cielo mentre pioveva.

Applaudii per poi sussurrare una frase che avevo in mente da giorni.

-Un applauso alle amicizie andate a puttane-

un urlo disperato ci interruppe, scattai in piedi quasi cadendo e ci guardammo.

-andiamo a vedere?- 

propose lei.

-Assolutamente-

Saltai giù dal tetto atterrando dopo pochi metri su un ponteggio, invitandola con lo sguardo a seguirmi.

cosa che fece anche se un pò titubante.

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Ci indirizzammo da dove secondo me proveniva l'urlo, entrando nella fitta macchia d'alberi che era davanti al magazzino.

dopo sei o sette minuti di camminata veloce sentimmo un'altro urlo.

Corremmo verso la fonte del rumore e ci accovacciammo dietro un cespuglio che dava su una piccola radura.

Quello che ci si parò davanti agli occhi ci lasciò un senso di raccapriccio e terrore addosso.

Zero tirò fuori dall'occhio di un uomo una siringa che era stata svuotata nel suo bulbo oculare, guardandolo mentre si contorceva al suolo con uno sguardo divertito e un sorriso largo dipinto sul volto.

sorriso che scomparve dopo pochi secondi di quell'orrido spettacolo.

-Ancora non muori?!-

Prese un piccolo coltello dalla tasca del cappotto e lo infilò nella tempia dell'uomo che rimase immobile.

Notai una cosa che mi fece sprofondare il cuore.

non molto lontano, appoggiata ad un albero con una sigaretta fra le labbra c'era Socom.

subito dopo la sorpresa prese il sopravvento la rabbia.

sussurai a Vittoria di non muoversi e mi fiondai addosso a Socom ancorandola al terreno con una mano sul collo, puntai la pistola nella direzione di Zero.

-non fare mosse azzardate, albino-

osservai Socom, era pallida e aveva delle occhiaie leggere sotto gli occhi verdi.

i capelli neri erano corti raccolti in un codino.

Aveva dei poteri ma potevo tranquillamente strappargli l'agiugulare e farla morire dissanguata.

una parte di me mi urlava di farlo, mentre l'altra mi supplicava di lasciarla andare.

guardai l'albino alla mia sinistra senza muovere la testa e in uno scatto fulmineo gli arrivai davanti e gli puntai la pistola in fronte.

Prima che potessi premere il grilletto Zero si spostò verso destra e sentii un forte dolore alla spalla sinistra, le ginocchia mi cedettero e caddi a terra mentre il liquido cremisi imbrattò l'erba.

girai la testa e vidi Zero sghignazzare e Socom guardarmi triste mentre sussurrava qualcosa che non capii a causa delle orecchie che avevano iniziato a fischiare.

Se ne andarono all'istante e Vittoria mi soccorse, il proiettile per fortuna era uscito.

Mi caricò sulla sua spalla e l'unica cosa che mi ricordo è che mi risvegliai al magazzino, dentro una delle "stanze" che avevamo fatto con delle tende per avere un pò di privacy.

Ricaddi nel sonno profondo senza aver nemmeno capito dove mi trovassi.

sognai tutto quello che accadde in quella casa  in periferia.

tutto l'odio  che mi veniva scaricato addosso, tutte le notti passate senza  chiudere occhio a rigirarmi nel letto con il cellulare in mano, leggendo storie a cui non sarei mai appartenuta.

sentii un sussurro dalla voce cresciuta e matura di Socom, il che mi confuse, lei era lì? perche stavo sentendo quello che lei mi disse poco dopo avermi sparato?

Era davvero così importante?

"Non ti saresti mai dovuta trovare qui"

Ciao a tutti!

come vi sembra che stia continuando la storia?

Avete un personaggio preferito? se si quale?

Ma soprattutto vorrei sapere, che ne pensate del personaggio di Socom?

ho finito la roba da scrivere quindi...

BOOYAH

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