Freddo

Era trascorso un mese. Lan Wangji aveva solo sei anni, ma per quanto si sforzasse di ricordare, non riusciva ad evocare un momento in cui fosse stato con sua madre per più di qualche ora, per più di una volta al mese. Era troppo piccolo per capire appieno e per essere informato sulla situazione, poteva solamente accettare le spiegazioni di suo fratello e di suo zio. Gli avevano detto che la mamma era malata e che non potevano passare molto tempo con lei per evitare di farla stancare eccessivamente, ma lui non ci credeva. La vedeva la mamma, sapeva che stava bene e che, nonostante non sembrasse essere sempre felice, era in salute. Non poteva chiedere spiegazioni, gli avevano insegnato a non fare domande e a non contraddire gli adulti, ma non gli piaceva non poter vedere sua madre quando ne aveva bisogno; quella era sua mamma e le voleva bene. Con suo padre era diverso; era il Gran Maestro della scuola, ma non lo vedeva mai perchè era in meditazione isolata. Non si ricordava nemmeno come fosse fatto, ma proprio per quello non avvertiva lo stesso bisogno disperato che sentiva di vedere sua madre. Lei lo prendeva in giro, si divertiva a stuzzicarlo e, anche se si fingeva offeso, in realtà era molto felice di quelle attenzioni; ovviamente suo fratello lo sapeva bene perchè non poteva nascondergli niente e anche lui si divertiva a stuzzicarlo. Quei momenti erano preziosi, ma sempre troppo brevi, sempre troppo distanti l'uno dall'altro e lui non riusciva a sopportarlo. Era passato un mese, quindi l'avrebbe rivista quel giorno, ma poi gli sarebbe mancata terribilmente e sarebbe stato triste, pur senza poterlo dire a nessuno. Nella sua breve vita, gli era stato insegnato ad essere serio e composto, silenzioso e riflessivo, gli avevano insegnato quanto infrangere le regole fosse imperdonabile e che doveva impegnarsi e dare il massimo in ogni occasione. Lan Zhan credeva fermamente in quei principi, per quanto un bambino di sei anni potesse prendere seriamente tutti quegli insegnamenti, ma se quelle stesse regole lo avessero tenuto lontano da sua mamma, si sarebbe ribellato, o per lo meno ci avrebbe provato, andando a parlare con suo fratello, che avendo quasi il doppio della sua età, sapeva sicuramente molte più cose di quelle che dicevano a lui. 

I suoi pensieri di bambino erano fin troppo profondi per la giovane età, ma era testardo e troppo determinato per lasciar perdere senza provare a trovare una soluzione. Non sarebbe mai andato apertamente contro ciò che gli diceva lo zio, ma non sarebbe nemmeno riuscito a fare finta di nulla come facevano il fratello, lo stesso zio e tutti i membri della loro scuola. Sembrava che tutti fossero convinti del fatto che a loro due non servisse una madre e che sarebbe stato sufficiente il loro shifu, ma non era affatto così. Lan Zhan aveva disperatamente bisogno del calore che gli trasmetteva la madre le poche volte in cui riusciva a vederla, e quel calore non sarebbe mai potuto essere rimpiazzato da nessuno, né dallo zio, né da suo fratello. Ogni volta che sua mamma lo abbracciava, sentiva sparire il vuoto e quel dolore che aveva sentito nel mese precedente, ma poche ore più tardi, tutto tornava come prima e quindi la sua vita, pur essendo tanto piccolo, oscillava tra gli insegnamenti di suo zio, un'immensa gioia momentanea e poi il senso di vuoto. Lan Zhan non era come suo fratello, non aveva il suo carattere solare e non era così apertamente emotivo; preferiva nascondere i suoi pensieri per evitare di essere sgridato, sapendo bene che suo zio non avrebbe accettato quella sua debolezza. Si sentiva così insicuro; da un lato voleva poter dire a tutti che aveva bisogno della sua mamma e che nessuno aveva il diritto di impedirgli di vederla quando ne aveva bisogno, ma dall'altro ci teneva molto a rendere orgogliosa lei, suo zio e tutta la scuola. Sapeva quanto fosse importante portare onore alla sua famiglia, ma non sapeva se ne valesse la pena, se quella famiglia non poteva vederla. 

Perché sua madre e suo padre non potevano crescere lui e suo fratello come aveva visto fare agli altri genitori? Perché loro avevano bisogno di un permesso e di supervisione per vedere la madre? Perché non poteva stare con lei, non lo meritava? Era stato cattivo e quindi non gli era permesso? Perché gli altri bambini potevano fare amicizia, mentre a lui non era concesso? Perché gli altri bambini potevano giocare con i genitori, imparare da loro, crescere insieme a loro, mentre lui e suo fratello dovevano solo allenarsi, imparare, migliorare ed essere esempi perfetti per tutti? Non trovava delle risposte a quelle domande e si sentiva sia triste che in colpa. Erano solo dei bambini, ma nessuno gli permetteva di comportarsi come tali e Lan Zhan ci stava male, perchè gli sembrava ingiusto. Sapeva che suo zio gli voleva bene, ma lo trattava sempre in modo distaccato e lui stava pian piano diventando sempre più freddo per non rimanerci male; shifu non era cattivo, lo sapeva bene, ma sembrava non capire che nella vita servisse altro oltre allo studio e alle regole, che servisse essere bambini, imparare a vivere spensierati e solo dopo c'erano il dovere e la disciplina; lui lo capiva bene pur essendo solo un bambino. Un bambino di sei anni non avrebbe potuto in nessun modo capire l'importanza di tutti quegli insegnamenti però, poteva solo impararli perchè gli era stato detto di farlo. Non gli piaceva passare le giornate a scrivere, leggere, allenarsi, studiare, suonare, mangiare ad orari ben definiti e dormire ad orari prestabiliti; avrebbe preferito mangiare quando era affamato, dormire quando stanco e studiare il giusto senza eccedere. La vita di un bambino non poteva già essere colma di libri, lezioni e combattimenti, non sarebbe stata una vera vita in quel modo. Un giorno sarebbe cresciuto e non avrebbe più avuto il diritto di passare il tempo a giocare, divertirsi e stare con i genitori, quindi perchè avrebbe dovuto sprecare il tempo che aveva a disposizione sapendo che un giorno lo avrebbe rimpianto non potendo tornare indietro? Voleva assolutamente parlare con suo fratello e capire se anche lui la pensasse in quel modo ed, eventualmente, avrebbero potuto trovare insieme una soluzione.

Suo fratello lo aspettava come ogni mattina nella sala in cui avrebbero studiato tutto il giorno, quindi non osò fare tardi e lo raggiunse subito. Shifu sarebbe arrivato più tardi perchè doveva occuparsi della scuola, che era passata in gestione a lui da quando Qingheng-jun si era ritirato in meditazione isolata. Erano quasi sei anni che nessuno lo vedeva, quindi il gran maestro ormai si poteva considerare essere Lan QiRen che svolgeva tutti i compiti da capo della scuola e in più si occupava dell'educazione di tutti gli studenti, in particolare delle due future Giade di Gusu. Mentre aspettavano lo zio avrebbero dovuto fare pratica di calligrafia e di lettura, poi avrebbero studiato musica e infine avrebbero passato il tempo rimanente leggendo ancora, terminando la giornata con gli esercizi di ripasso per il giorno seguente. Durante il pomeriggio avrebbero fatto visita alla madre, quindi avrebbero dovuto sopprimere l'impazienza e la felicità per svolgere i loro compiti con il massimo impegno. Visto che Shifu non era presente, Wangji prese coraggio e iniziò a parlare con il fratello, salutandolo "Xiong-Zhang"

"Buongiorno Wangji, come stai?" chiese educatamente suo fratello

"Bene, tu?" rispose non pensandolo realmente, ma senza poterlo ammettere

"Io sto bene, ma tu mi sembri triste. È successo qualcosa?" si preoccupò immediatamente il fratello, vedendo che nello sguardo di Wangji c'era qualcosa che non andava

"Non sono triste" negò immediatamente lui, pur sapendo fosse inutile "volevo solo chiederti una cosa." Continuò acquistando sicurezza, sapendo che il fratello non lo avrebbe sgridato per le troppe domande 

"Dimmi pure Wangji. Cosa ti preoccupa?" chiese il fratello, sapendo che Wangji stava cercando di nascondere la verità. Non glielo avrebbe mai detto esplicitamente, ma per lui suo fratello era un libro aperto. Potevano aver insegnato ad entrambi a non mostrare emozioni, ma Wangji aveva uno sguardo troppo profondo per essere inespressivo. Sembrava sempre che i suoi pensieri fossero tanto intensi da traboccare dai suoi occhi.

"Vorrei sapere perchè possiamo vedere la mamma solo una volta al mese" chiese facendosi coraggio e sperando di scoprire la verità

"Lo zio ce lo ha già spiegato. È malata e debole di costituzione, non può sopportare le nostre visite troppo spesso, altrimenti potrebbe peggiorare" rispose sapendo che Wangji non ci avrebbe comunque creduto. Era un bambino troppo testardo e sospettoso per credere ad una simile spiegazione e Shifu lo sapeva, quindi gli aveva ordinato di fare il possibile per tenerlo all'oscuro della situazione reale. XiChen ormai aveva dodici anni, si avvicinava all'età adulta e aveva il dovere di proteggere suo fratello minore dalla verità, quindi sarebbe riuscito a sviarlo in qualche modo

"Ma a me non sembra malata" rispose Wangji che non era per nulla convinto di una spiegazione tanto semplice

"Questo perchè la mamma non vuole farci preoccupare e ci tiene a vederci felici e a sfruttare al massimo il tempo che abbiamo a disposizione. Ma non significa che si senta bene realmente" rispose sperando di riuscire a convincerlo in quel modo. Non gli piaceva l'idea di mentire a suo fratello, ma non poteva fare altrimenti. Se avesse scoperto la verità, sarebbe andato sempre dalla madre rifiutandosi di rispettare la regola delle visite mensili e si sarebbe messo nei guai con lo zio. 

"Morirà?" chiese Wangji iniziando a credere a ciò che gli diceva il fratello. 

"No, non morirà. Riceve delle ottime cure, ma rimane di costituzione debole e non può fare sforzi" rispose convinto di essere riuscito ad allontanarlo dalla verità. Quando aveva scoperto che la madre non era realmente malata, aveva impiegato molto tempo per processare ed accettare la notizia, poi però aveva compreso il motivo e lo aveva accettato, ma questo suo fratello non avrebbe potuto farlo. Stava diventando sempre più freddo, come se con lo scorrere del tempo, iniziasse a perdere gradualmente vitalità, ma se avesse scoperto che la sua famiglia gli aveva mentito, avrebbe tirato fuori il lato più impulsivo del suo carattere e nessuno avrebbe potuto prevedere fin dove si sarebbe spinto. Inoltre era solamente un bambino e non sarebbe riuscito a comprendere la situazione oggettivamente. Avrebbe semplicemente pensato a vedere la madre, mettendo tutti in una posizione più difficile. Anche per XiChen era difficile vivere senza genitori, ma era più sottomesso di Wangji e aveva sempre accettato le cose per come erano senza provare a cambiarle e, quella sua caratteristica, faceva comodo a suo zio perchè non poneva mai domande e faceva tutto ciò che gli veniva chiesto. Non lo sapeva ancora, ma proprio quel lato del suo carattere, che credeva tanto positivo e virtuoso, lo avrebbe portato alla rovina, mentre Wangji si sarebbe salvato proprio grazie al suo spirito più distaccato, attento e critico, che gli avrebbe permesso di sopravvivere e di non farsi sopraffare dalla sofferenza. 

"Ma se riceve ottime cure e sta bene, perchè non possiamo vederla più spesso? Non ogni giorno, ma una volta a settimana, o due volte al mese..." continuò lui imperterrito. Non aveva intenzione di lasciar perdere, non ora che suo fratello stava fornendo motivazioni strane. Suo zio gli aveva insegnato a prestare attenzione ad ogni dettaglio per poi definire il quadro generale ragionando in modo critico, e questo al momento, stava andando proprio a suo discapito perchè Lan Zhan era troppo acuto per la sua età e gli sfuggivano pochissimi dettagli. 

"La mamma lo sa che noi vogliamo vederla spesso, ma non possiamo imporci, perchè altrimenti rischiamo di metterla in difficoltà. Se non si sente bene, preferisce stare per conto suo, molto spesso è stanca e non riuscirebbe a passare serenamente il tempo con noi. Devi pensare anche a lei e capire che è la cosa migliore." Quello era stato un colpo basso. Aveva praticamente detto a suo fratello che era un egoista e non era una una bella cosa da dire ad un bambino di sei anni, ma non aveva trovato altro modo per farlo desistere. Sicuramente ora si sentiva egoista e non avrebbe continuato a fare domande.

Wangji era distrutto. Davvero aveva pensato solo a sè stesso ignorando i desideri e i bisogni della mamma? Lui voleva il meglio per lei, ma voleva anche starle vicino e non aveva pensato che veramente lei non se la sentisse e li accontentasse una volta al mese per renderli felici. Si sentiva cattivo e si vergognava molto, aveva tanta voglia di chiedere scusa alla mamma per aver avuto quei brutti pensieri e voleva dirle che se fosse stato per il suo bene, non sarebbe più andato a trovarla. "Allora non sarebbe meglio lasciarla riposare sempre e smettere di andare a trovarla se la facciamo stancare?" Chiese subito dopo serissimo, pronto a rinunciare al calore che riceveva da lei pur di farla stare meglio

"Ma no Wangji, non esagerare. Lei è molto contenta di vederci, è nostra mamma, ma sta male se pensa che non può vederci più spesso, proprio come stiamo noi, quindi dobbiamo capirla e accontentarci di ciò che possiamo ottenere. Non ti preoccupare, non la stanchiamo troppo se la vediamo solo per qualche ora." rispose lui stupito. Le sue accuse velate avevano avuto un impatto fortissimo su Wangji; non pensava avrebbe potuto pensare immediatamente di rinunciare a vedere la madre solo per quello che gli aveva detto lui. Suo fratello era troppo drastico e troppo altruista già a sei anni, non meritava di soffrire tanto senza neanche poter scoprire la verità

Wangji annuì, sentendosi ancora in colpa, ma credendo al fratello. Si sedette per scrivere nuovamente i caratteri che gli erano stati assegnati. Nel pomeriggio sarebbe andato a trovare la madre, ma aveva paura che suo zio glielo avrebbe impedito se non avesse studiato in modo adeguato. Suo fratello oltre alle lezioni che seguiva con i cultori della sua età, seguiva i corsi supplementari tenuti da Lan QiRen che ricercava la perfezione e non avrebbe mai permesso a uno di loro due di avere più tempo libero del necessario; dovevano diventare i migliori studenti mai educati e lo sarebbero diventati, ad ogni costo. Wangji ancora non aveva formato il nucleo, quindi non poteva fare molte delle cose che faceva il fratello, ma lo zio non gli permetteva di riposare, assegnandogli compiti sempre più complessi, poiché avrebbe dovuto anticipare in futuro tutti i giovani cultori della sua generazione. 

Poco dopo, mentre uno si allenava nella calligrafia e l'altro leggeva testi antichi nel silenzio più totale, Lan QiRen entrò nella stanza, e dopo aver mormorato "buongiorno" iniziò immediatamente a correggere la calligrafia di Wangji e la postura di XiChen che si era rilassata troppo durante la lettura. Poi li interruppe e iniziò una nuova lezione che durò fino a pomeriggio inoltrato con solo una piccola pausa per il pranzo. 

Finita la lezione, si diressero tutti e tre verso la casa in cui alloggiava la Signora Lan. Lan QiRen li accompagnò fino all'ingresso e se ne andò, promettendo di tornare a prenderli alle sette. Wangji si sentì male pensando che avrebbero avuto solo tre ore e poi nulla per un intero mese, ma era deciso a godersi tutto il tempo a disposizione e ad assicurarsi che sua madre non si affaticasse. Quando la porta si aprì, non fecero neanche in tempo ad entrare che si ritrovarono entrambi avvolti da un paio di braccia. La mamma li stava stringendo tanto forte da togliere il fiato ad entrambi, ma nessuno dei due se ne lamentò, anzi, ricambiarono la stretta con altrettanta forza. Dopo qualche minuto, si staccarono dall'abbraccio ed entrarono in casa. La madre li guardò entrambi e il suo volto si aprì in un sorriso immenso, "A-Chen, A-Zhan, come siete cresciuti, come state?" Chiese subito, felice di avere i suoi bambini lì con lei, pur sapendo che sarebbero rimasti per poco tempo, troppo poco tempo, come sempre. Quelli erano i suoi bambini e non aveva il diritto di passare del tempo con loro; faceva male, così male che a volte sentiva di stare peggio quando li vedeva rispetto a quando non li vedeva. Quelle ore di gioia, la tormentavano per tutto il mese successivo all'incontro e quando finalmente li poteva vedere, si preparava già mentalmente alla sensazione straziante della separazione. Il suo A-Chen stava sorridendo senza staccarle gli occhi di dosso, mentre a A-Zhan era accanto a lui, ma non sorrideva. Seppur conoscendoli poco, sapeva che il figlio minore aveva un carattere più freddo e distaccato, mentre il maggiore le ricordava molto suo marito. Quando lo pensò, sentì una fitta al cuore. Era prigioniera in quella casa per un motivo che ancora non aveva compreso appieno; suo marito si era innamorato di lei, mentre per lei non era stato così e si erano sposati in modo che lui avesse modo di proteggerla. Aveva commesso un crimine gravissimo agli occhi di tutta la scuola, ma quello, suo marito non era mai riuscito ad accettarlo; l'aveva sposata per salvarla e poi, invece di restare con lei, aveva preferito nascondersi e fuggire da tutti imprigionando sé stesso a sua volta. Questa decisione però, andava a discapito dei figli che stavano crescendo senza genitori presenti, senza l'affetto che meritavano e senza conoscere tutta la verità. Sapeva che non poteva ribellarsi e che era fortunata a poter vedere i suoi figli di tanto in tanto, ma avrebbe preferito poter scappare ai tempi e vivere lontana da quel luogo soffocante in cui tutti la odiavano e i suoi figli soffrivano. Non era affatto giusto e quella solitudine e tutto quel dolore, la facevano sentire debole, sempre stanca e le era perfino passata la voglia di vivere. Era prigioniera; avrebbe passato tutta la vita in trappola e un giorno i figli, scoprendo tutta la verità, si sarebbero rifiutati di continuare a farle visita e sarebbe rimasta sola per davvero. Era un pensiero talmente triste che le faceva mancare il fiato. I suoi bambini però in quel momento erano lì, sarebbero rimasti solo qualche ora e poi Lan QiRen li avrebbe portati via, per obbligarli a passare giornate intere solo a studiare per diventare perfetti. Da quando il Gran Maestro l'aveva sposata, Lan QiRen aveva già deciso che nessuno dei due sarebbe stato degno di crescere eventuali figli e aveva già pianificato di educarli lui stesso per evitare che commettessero errori gravi come quello commesso da suo fratello. Quindi aveva approfittato della reclusione di entrambi i genitori per prendere in custodia i bambini e inventare una bugia convincente per non fargli porre troppe domande. Bugie, segreti, freddezza, indifferenza, era tutto così poco virtuoso per una scuola fondata su principi fondamentali di rettitudine e sincerità, che le faceva venire quasi voglia di ridere. Non le restava che approfittare del tempo che gli era stato concesso e rendere felici i suoi figli per quanto possibile

"Stiamo bene mamma, ci sei mancata molto," rispose subito XiChen, sapendo che Wangji non avrebbe mai risposto, piuttosto l'avrebbe abbracciata un'altra volta. Suo fratello era spassosissimo. Moriva dalla voglia di vedere la mamma ogni volta, ma quando ci si trovava davanti, diventava muto come un pesce e arrossiva sempre. Tutto ciò che riusciva a fare era mettere il broncio e far finta di essere indifferente. Per questo lui e la madre si divertivano tanto a stuzzicarlo; la sua reazione era sempre impagabile e grazie ad essa sarebbero riusciti a far ridere la mamma sul serio, di gusto e a farla rilassare un po'. Infatti in quel momento, era completamente inespressivo, ma aveva le guance infiammate e cercava disperatamente di nasconderlo con le sue maniche. Quando la madre si voltò e lo vide così buffo, scoppiò subito a ridere e andò a pizzicargli le guance bollenti facendo ridere XiChen e arrossire ancora di più Wangji che mise subito il broncio. Lan Zhan non lo avrebbe mai detto, ma gli piaceva la risata della mamma e gli piaceva ancora di più quando lo prendeva in giro, perchè si illuminava e sembrava davvero, davvero felice. Wangji voleva riuscire a memorizzare tutte le più piccole espressioni della madre per poterle tenere a mente durante il mese di lontananza e sentirne di meno la mancanza, quindi la osservò attentamente e provò ad accennare un piccolo sorriso per farla felice. Quando sua madre lo vide, ricominciò a ridere perchè era buffissimo; aveva ancora le guance rossissime e aveva provato a sorridere, ma gli era uscito solo un altro piccolo broncio e lei non era davvero riuscita a trattenersi. A quel punto Wangji gonfiò le guance arrabbiato e si voltò aspettando di non sentire più tanto caldo sul viso prima di girarsi nuovamente. 

La madre gli chiese come andavano le loro giornate, cosa facevano, e se si divertivano; chiese a Wangji quali caratteri nuovi avesse imparato e gli fece i complimenti per la sua bravura e per la sua memoria, si raccontarono tutto quello che c'era da raccontare e si abbracciarono tante volte quante avrebbero avuto bisogno per il mese successivo, però le sette arrivarono troppo presto. Gli sembrava di essere appena arrivati, ma sentirono bussare alla porta e seppero che si trattava di Shifu. Lan XiChen non tentava neanche di nascondere la tristezza e non riusciva a sorridere al fratello, mentre Wangji aveva recuperato la sua espressione fredda, che a volte terrorizzava la madre. Come faceva un bambino così piccolo ad avere un'espressione tanto seria e fredda? Era colpa sua, di loro zio o della tristezza che provava? Non lo sapeva, ma vederlo in quel modo la spaventava fin troppo. 

Lan QiRen neanche entrò in casa; dopo aver bussato attese all'esterno, sapendo che i nipoti non avrebbero ignorato la sua presenza e sarebbero usciti subito per andare a cena insieme a lui. Fosse stato per lui, non avrebbe mai permesso ai nipoti di vedere la madre, ma non aveva potuto, dopotutto ne avevano bisogno e per quanto fosse un pessimo esempio e il peggiore errore di suo fratello, restava comunque una fonte di affetto per i bambini che sembravano averne bisogno. Una volta cresciuti abbastanza, li avrebbe allontanati dalla madre, ma per il momento doveva sopportare quelle visite mensili che portavano via tempo prezioso per istruirli. Lan QiRen non capiva che avevano bisogno di vivere la loro vita anche seguendo i loro interessi; per lui dovevano solo studiare, essere perfetti, diventare un esempio e non seguire il cammino del padre. Avrebbe fatto qualunque cosa pur di impedirlo, anche privarli della loro infanzia, e senza alcun rimpianto. Non era cattivo, semplicemente era troppo ferito e deluso dal comportamento del fratello che un tempo aveva ammirato e amato e voleva una specie di rivincita. 

Poco dopo i bambini uscirono, abbracciarono la mamma sorridendo e seguirono Lan QiRen per andare a cena. Se avessero saputo che quello sarebbe stato il loro ultimo incontro, l'avrebbero guardata di più, abbracciata di più, le avrebbero detto più volte che le volevano bene, ma la mamma sembrava essere felice e nessuno si sarebbe aspettato un declino così rapido, nemmeno Lan QiRen che voleva frequentarla il meno possibile e la odiava. 

UN MESE DOPO

Era trascorso un altro mese. Il tempo era passato lentamente tra lezioni, studio, allenamenti e rimproveri, come sempre da quando Wangji ne aveva memoria. Quel giorno però era il più bello del mese e non avrebbe permesso alla malinconia o alla stanchezza di impedirgli di godersi il tempo con la madre. Come sempre, avrebbe svolto le lezioni fino alle quattro e poi sarebbe andato insieme al fratello dalla mamma fino alle sette. Non vedeva l'ora e quasi non riusciva a nasconderlo. Andò velocemente nella stanza in cui Lan QiRen teneva le lezioni e si preparò per iniziare il ripasso come ogni mattina. Quando entrò nella stanza però, notò che stranamente Shifu era già lì. Generalmente lo zio arrivava sempre due ore dopo, dovendosi occupare delle faccende della scuola, ma quel giorno era già lì, seduto al suo tavolo. Quando si accorse che Wangji era entrato, gli fece cenno di sedersi accanto al fratello e iniziò a parlare, "Buongiorno. Prima di iniziare la lezione devo dirvi una cosa. Da oggi in poi, non sarà più necessario andare a fare visita a vostra madre", fece una pausa e inspirò profondamente, "Perché se n'è andata." Finì sospirando.

Wangji sentì l'impulso di alzarsi e iniziare a porre domande, ma si accorse che suo fratello lo aveva preso per un braccio e lo teneva giù, scuotendo leggermente la testa. Gli stava chiaramente dicendo di non porre domande allo zio e di concentrarsi sullo studio per il momento. Ma come poteva? Come avrebbe potuto pensare alla calligrafia e alla musica quando aveva appena scoperto che non avrebbe più visto sua madre? Che significava che "se n'era andata"? Era partita? Era andata in un altro posto per essere curata? O era morta? E se era morta, perchè nessuno li aveva avvertiti in modo decente? Perché lo zio non gli aveva detto che sarebbero potuti andare nella sala ancestrale a trovarla? Perché non poteva porre domande? Perché doveva restare con i dubbi, perché tutti lo tenevano all'oscuro e soprattutto perchè suo fratello sembrava così calmo e per nulla sorpreso? Lo avevano già avvisato e lui non glielo aveva riferito? Sapeva benissimo di essere un bambino e di non aver alcun diritto per essere informato dei discorsi da grandi, ma anche suo fratello era un bambino e si stava parlando della sua mamma, l'unico genitore che aveva avuto la possibilità di vedere, anche se poco. Il padre non usciva mai dalla meditazione isolata e sicuramente non sarebbe uscito in quel momento solo perchè la moglie "se n'era andata". Dopotutto non la andava a trovare mai, non andava a trovare i suoi figli e non aiutava il suo stesso fratello con le questioni della sua scuola. Immediatamente si arrabbiò scacciando il dolore, ma ascoltò suo fratello e provò a concentrarsi sulla lezione. Ovviamente dopo cinque minuti, la sua mente tornò in automatico a sua madre e non riuscì più a prestare attenzione, finendo per essere rimproverato per i suoi errori per tutto il giorno. Sua mamma se n'era andata e lo zio non gli dava neanche un attimo di tempo per riflettere e per soffrire in pace, non lo accettava, non lo capiva, voleva urlare, ma aveva paura di peggiorare la situazione. Nella confusione più totale, si disse che sicuramente sua madre sarebbe stata lì ad aspettarlo. Sarebbe andato a trovarla e lei gli avrebbe aperto la porta, ne era sicuro, ci avrebbe provato e sarebbe stato felice; era tutta una bugia, lo zio si era sbagliato, lei non era andata da nessuna parte, era a casa e li aspettava come ogni mese, lo avrebbe preso in giro, avrebbe riso e lo avrebbe abbracciato, sarebbe stato tutto come prima, ne era assolutamente sicuro. Riuscì quindi a calmarsi e a seguire le lezioni. 

Alle quattro, lo zio li congedò esortando Wangji a ripassare per il resto del pomeriggio, visto che non aveva seguito in modo adeguato e poi se ne andò. Wangji ignorò completamente suo fratello e si diresse immediatamente verso la casa della mamma. Arrivò lì davanti e bussò. Attese impaziente, ma non arrivò nessuno. Riprovò a bussare appena più forte, ancora e ancora, ma nessuno gli aprì la porta. Si sedette sui gradini continuando a bussare di tanto in tanto senza mai perdere le speranze e perse la cognizione del tempo.

Suo zio lo trovò lì. Erano passate le nove e nessuno lo aveva visto a cena; XiChen si era preoccupato immediatamente e aveva chiesto a tutti di cercarlo. Dopo un paio d'ore di ricerche, finalmente XiChen capì che probabilmente era andato a casa della madre e lo comunicò a suo zio che andò su tutte le furie. Infatti lasciò tutti indietro e andò velocemente a controllare. Aveva chiaramente detto a suo nipote di andare a ripassare la lezione del giorno, visto che non era stato per nulla attento durante la giornata. E lui, non solo non tornava nella sua stanza a studiare, ma non si presentava a cena e si recava a casa della madre, nella quale non poteva più andare. Se lo avesse trovato lì lo avrebbe sgridato tanto da fargli passare la voglia, si disse mentre accelerava il passo, senza pensare minimamente a come quel bambino così piccolo potesse aver preso quella notizia così improvvisa, terribile e devastante. Quando arrivò alla casa, si fermò di scatto. Suo nipote era seduto sulle scale e guardava la porta, bussando di tanto in tanto. Probabilmente era lì da molto tempo perchè faceva freddo e lui aveva le labbra viola e tremava, ma sembrava non importargli, perchè continuava a restare lì immobile e a bussare alla porta. Probabilmente se non lo avessero trovato, avrebbe passato la notte in quel modo. Vedendolo in quello stato, Lan QiRen perse ogni voglia di rimproverarlo, ma era necessario portarlo al più presto in un luogo caldo e asciutto perchè era piccolo, non aveva ancora un nucleo ed era stato fuori troppo a lungo; si sarebbe potuto ammalare anche gravemente. Lan QiRen si avvicinò a passo svelto e lo chiamò, "Wangji, torniamo a casa. Non aprirà." Gli disse, senza cercare di illuderlo. Non lo avrebbe sgridato come aveva intenzione di fare prima di vederlo, ma non avrebbe neanche permesso che facesse di nuovo una sciocchezza simile.

"Io ero sicuro che mi avrebbe aperto, se rimango ancora un po', forse mi aprirà", rispose Wangji che ancora non aveva abbandonato le speranze

"Wangji, se n'è andata, non ti aprirà mai più, devi capirlo" rispose lo zio, sperando che avrebbe capito

"Non tornerà più?" Chiese lui con le speranze che andavano in frantumi. Davvero non l'avrebbe più rivista? Voleva piangere, ma davanti a suo zio non poteva

"No Wangji, non tornerà più, non devi più tornare qui. Oggi hai fatto preoccupare tutti, devi promettere che non farai mai più qualcosa di tanto egoistico. Tuo fratello e io eravamo preoccupati, tutti i Qianbei ti stavano cercando e anche alcuni alunni. Ci hai fatti spaventare e sei stato irrispettoso, fai in modo che non accada più, d'accordo? Per questa volta, essendo la prima volta che infrangi delle regole, non verrai punito, ma se dovesse ricapitare, non la passeresti liscia come oggi" disse Lan QiRen sperando che con quella minaccia e con la chiarezza estrema avrebbe ottenuto obbedienza. Purtroppo però, aveva sottovalutato la determinazione di Wangji, che avrebbe completamente ignorato quelle parole, pur fingendo accondiscendenza.

"Va bene zio, scusa, non lo farò più. Domani mi scuserò anche con Xiong-Zhang. Ora vado in camera mia a dormire." rispose sapendo che Shifu voleva sentire esattamente quello

"Va bene. Ti riaccompagno in camera. Andiamo" Aveva paura che si potesse nascondere da qualche altra parte, quindi lo riaccompagnò alla sua camera e si assicurò che restasse lì. Poi si voltò e andò ad avvertire XiChen e poi a dormire, sperando di non dover più affrontare una situazione simile

Non appena sentì i passi dello zio allontanarsi, crollò. Scivolò a terra, si appoggiò alla porta e scoppiò a piangere. "La mamma non tornerà, la mamma non tornerà, la mamma non tornerà più" mormorava con entrambe le mani davanti alla bocca per tentare di soffocare i singhiozzi inarrestabili. La mamma lo aveva lasciato da solo, lui aveva bisogno di lei, le voleva bene, ma lei se n'era andata e non sarebbe tornata mai più. Perché? Non aveva potuto passare molto tempo con lei, perchè non c'era più? Aveva bisogno di lei, aveva disperatamente bisogno di lei, ma ora non importava, perchè non c'era più. Suo padre non c'era mai, la mamma non c'era più, lo zio e il fratello gli mentivano e lui era solo. Capiva di essere un bambino, ma non accettava la situazione, non voleva essere senza genitori, non voleva stare da solo, ma al tempo stesso non voleva vedere più Shifu e Xiong-Zhang che gli avevano mentito. 

Solamente da solo poteva piangere e solo in silenzio poteva soffrire, ma era troppo piccolo. Troppo piccolo per tutta quella sofferenza, troppo piccolo per le bugie, troppo piccolo per quelle responsabilità, troppo piccolo per capire appieno, ma troppo maturo per non capire nulla. Aveva capito benissimo che la madre era morta e per quello non sarebbe mai tornata, ma non poteva accettarlo e quindi avrebbe continuato ad andare lì ogni mese, sperando ostinatamente di vedere la madre che gli apriva la porta e lo accoglieva. Sapeva che non sarebbe successo, ma avrebbe comunque continuato a provare, non poteva rinunciare, quella era pur sempre la sua mamma. 

Si addormentò seduto sul pavimento con le lacrime che ancora scendevano dalle guance, inarrestabili e sognò la madre per tutta la notte, svegliandosi di soprassalto sperando di vederla nella sua stanza, solo per mettersi a piangere quando non la trovava e capiva di averla solamente sognata. Passò quella notte infernale in dormiveglia e il giorno seguente, si alzò in piedi dolorante avendo solo un pensiero in testa: "Se tutti quelli a cui voglio bene se ne vanno, le emozioni non faranno altro che farmi soffrire. Per non stare tanto male, l'unico modo è sopprimere tutte le mie emozioni. Se diventerò insensibile, non potrò più provare così tanto dolore". Aveva solamente sei anni allora quando prese quella terrificante decisione che da quel giorno lo avrebbe accompagnato per il resto della sua vita. 

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Visto che ho parlato dell'infanzia di Sizhui e del cammino di Wangji per sopravvivere al dolore, ho pensato anche di parlare dell'infanzia dello stesso Hanghuan-jun e provare a descrivere quale potesse essere la situazione. Io la immagino così e voi?

Come sempre un grazie speciale al mio hubby Bichenqing, il mio Lan Zhan che mi sostiene sempre.


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