inevitabile
La storia racconta di una fanciulla bellissima, dai tratti giovanili, gli occhi neri come la pece ed i capelli color caramello vissuta nella Scozia medievale, al tempo della caccia alle streghe.
Il suo nome era Rowena, un nome comune per una ragazza qualunque, o almeno questo era ciò che ella aveva sempre creduto di essere: una normalissima donzella di Aberdeen, la sua città.
La sua famiglia, in realtà, discendeva dalla stirpe di stregoni più antica - si narra infatti che un suo avo avesse ricevuto i propri poteri direttamente da Draoidheachd, la Magia stessa - essendo però orfana dalla nascita e senza alcun parente, non aveva mai scoperto le proprie origini prima del fatidico giorno che le cambiò la vita.
Per ben ventuno anni, nonostante gli strani fatti che accadevano intorno a lei, ella non aveva mai creduto al sovrannaturale, anzi lo detestava con tutto il suo cuore come del resto faceva tutto il suo burgh*.
In quel periodo vi erano tante ronde da parte dell'Inquisizione e quasi ogni settimana donne e bambine venivano udite urlare di dolore per le fiamme del fuoco ardente che le bruciava vive, con l'accusa di essere streghe, possedute dal demonio o di aver partecipato a riti proibiti.
Il rogo non era l'unica tortura a cui venivano sottoposte, ne esistevano molte altre con le quali gli inquisitori non uccidevano, ma cercavano bensì di far ammettere ai sospettati i loro peccati, le loro colpe, e alla fine loro cedevano, stremati dal dolore, fisico e psicologico.
Era l'inverno del 1453 quando Rowena scoprì di appartenere a quel mondo oscuro: in sogno le apparve una donna simile a lei che le disse di cercare le risposte sulle sue origini nel braccialetto d'argento che portava al polso sinistro. Quel prezioso gioiello era infatti l'unica cosa che la teneva legata ai suoi defunti parenti, che non aveva mai potuto conoscere e di cui non ricordava nulla.
Quello che scoprì investigando nelle giornate seguenti fu un'orrenda notizia, che la sconvolse fin nel profondo: il bracciale portava con sé una grande maledizione; esso era infatti un antico manufatto tramandato dalle donne della sua famiglia di generazione in generazione che improgionava in sé un demone maligno, Deamhan, il quale era stato catturato secoli prima e imprigionato lì dentro da una sua antenata, come prova della sua lealtà alla Magia, prima che quest'ultima le donasse i poteri.
Il demone, pur essendo intrappolato, continuava a possedere parte del suo potere ed era libero di praticare degli incantesimi: usava la sua abilità per infastidire le giovani streghe con lunghe e lente maledizioni che potevano portare alla morte, alla follia o a terribili trasformazioni ed era ciò che esso preferiva di più, l'unica cosa che gli permettesse di sopportare la sua prigione.
Da quando Rowena scoprì l'esistenza della maledizione, la sua vita cambiò radicalmente.
Nei mesi seguenti alla scoperta della verità, la maledizione dell'oscuro essere le si presentò in forma corporale ogni notte: la ragazza si sentiva logorare le ossa, quasi come se venissero mangiate dall'interno da vermi, e mutava forma in una bestia oscura e sconosciuta, cosa che incuteva terrore alla fanciulla stessa, spaventata dal vero essere della sua famiglia d'origine e da quel demone che le era stato affidato senza darle spiegazioni, dirle come poteva controllarlo o come diminuire le proprie sofferenze notturne.
Una notte il dolore fu così atroce che le sue urla disumane vennero udite da tutti gli abitanti di Aberdeen; se ne era potuta accorgere dal suono delle campane della vicina chiesa e dalle urla degli uomini scesi in strada a catturare il mostro che aveva emanato quei suoni.
Le sue stesse grida segnarono la sua fine: non si sarebbero nemmeno scomodati a bruciarla, l'avrebbero catturata, torturata e, se non fosse morta prima, annegata.
Il suo destino era inevitabilmente segnato, non poteva fare nulla se non arrendersi.
La fanciulla, rendendosi conto di ciò, prese una decisione estrema: togliersi la vita con le sue stesse mostruose mani, ormai diventate sue complici, alla fine, dopo averle a lungo rinnegate.
Rowena era diventata una creatura ibrida, un essere orrido e non aveva altre vie di scampo, non aveva più tempo per salvarsi, in alcun modo.
Con i suoi artigli si colpì al cuore, pur sapendo che non l'avrebbe aspettata il Paradiso: sarebbe inevitabilmente finita per bruciare tra le fiamme dell'inferno, nel posto da peccatrice che le spettava, fosse come strega o come suicida.
N.d.a
*burgh
Così erano chiamate le città, i borghi, inglesi nel medioevo.
Ho voluto mettermi alla prova, scrivendo un fantasy in un contesto realmente esistente.
Come ben sappiamo la caccia alle streghe è avvenuta per davvero; per secoli persone innocenti, ritenute eretiche, sono state uccise.
Fantasy, però, è il fatto che la giovane Rowena sia veramente una strega per di più maledetta per colpa dei suoi avi.
Il braccialetto funge da prigione del demone ed è l'unica cosa che lo tiene bloccato in parte.
Se Rowena avesse rotto il braccialetto il demone si sarebbe liberato ed impossessato completamente di lei.
Come dice il titolo il suo destino era inevitabile.
[725 parole di storia + 125 di N.d.a]
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top