🔴Prima Visita E Coliche 🔴
AZIRAPHALE'S POV
Era ormai passata una settimana dalla nascita di Lily e la vita in famiglia era splendida. Crowley era veramente un padre eccellente e ogni volta che io ero troppo stanco per dare alla bambina le giuste attenzioni ci pensava lui.
Arrivò così anche la prima visita medica.
Era il 6 settembre ed era una giornata bellissima di inizio mese. Faceva ancora caldo e gli uccelli cantavano le loro melodie.
Ormai i sintomi della sindrome post-parto erano quasi spariti del tutto e riuscivo a vivere le mie giornate senza incorrere in crisi di pianto o di rabbia.
Quella mattina mi ero svegliato abbastanza rilassato e tranquillo. I bambini avevano ricominciato ad andare a scuola ed era stato Crowley ad accompagnarli. Renesmee era molto emozionata di ciò e mio marito mi aveva raccontato che aveva avuto paura di farsi vedere dagli altri suoi compagni.
Poco dopo aver accompagnato i bambini a scuola Crowley ritornò a casa. Ci dovevamo travestire per non risultare troppo strani alla nostra pediatra. Cambiare di corpo non fu affatto difficile: con uno schiocco di dita diventai una donna. Era molto strano ma sarebbe stato solo per pochi minuti.
«Angelo, sei molto strano. Non sono abituato a vedere un corpo femminile al posto di quello maschile.» Affermò il demone. Poi guardò in basso e compresi quello che stava pensando.«Sei diventato totalmente una donna?» annuii.«Sì. Pensa se dovessi andare in bagno. Una donna non può andare in quello degli uomini.»
Anche la mia voce era diversa: era più armoniosa. Non vedevo l'ora di tornare normale.
Naturalmente anche mio marito si dovette cambiare: si mise due lenti marroni e mi ricordò fin troppo bene l'angelo che era stato una volta...Raphael. Mi venne un colpo al cuore e per poco non persi l'equilibrio.
«Crowley, mi riporti alla memoria quando eri un angelo...» Lui mi interruppe.«Non voglio parlare del prima. Ora è tutto finito. Sono un demone e sono dannato per sempre.»
Nel suo tono di voce c'era molta tristezza e leggevo nei suoi occhi molto dolore. La sua Caduta era un argomento off-limits e proprio per ciò non ne parlavamo mai. Lo strinsi in un abbraccio per fargli sentire tutta la mia vicinanza anche se per lui fu abbastanza ambiguo.
La bambina intanto dormiva beata nel suo ovetto senza badare minimamente a noi. Salimmo in macchina e io mi misi a sedere nel sedile posteriore insieme a lei. Intanto Crowley guidava, stranamente, in modo non spericolato, ma stava attento a tutto. Aver avuto una neonata aveva drasticamente cambiato il suo stile di vita e di guida, in particolare.
Arrivammo perfettamente in orario e ci mettemmo seduti nella sala d'aspetto. C'erano tante signore con bambini di tutte le età che leggevano o giocavano con alcuni loro giocattoli. La stanza era abbastanza grande: c'era una lampada a neon su una parete bianca che poi veniva separata da mattonelle grigie come il pavimento. C'era un buon profumo di vaniglia.
Io stavo leggendo un giornale trovato lì accanto quando la nostra pediatra ci chiamò. Ella aveva corti capelli marroni legati in una treccia laterale e sotto il camice bianco portava una maglietta nera. I pantaloni erano di jeans.
Ci fece entrare nel suo studio e noi ci mettemmo a sedere su due sedie davanti alla sua scrivania.
«Salve signori Fell. Siete qui per visitare la bambina, vero?» annuimmo.«Perfetto. Potete dirmi la data di nascita?»
«29 agosto alle 16:00.»Risposi ricordando benissimo quel momento.
«Ha avuto qualche problema durante il parto? Qualche complicazione?»
«No, nulla di particolare.»
«Perfetto. Ora direi di fare un rapido controllo a questa bellissima bambina.» Poggiò la penna con cui stava scrivendo sul nostro libretto pediatrico per prendere Lily che si era svegliata e osservava attenta.
La spogliò dei suoi indumenti per pesarla. Il peso fu 3,3 chili, quindi tutto nella norma. Poi le auscoltò il cuore e prese altre misure.
Quando arrivò a controllare il cavo orale ci chiese una cosa che ci paralizzò entrambi sul posto.
«La bambina viene nutrita con latte artificiale?»
Il demone mi guardò con uno sguardo come per dire: " e adesso?".
Mi torturavo le mani in segno di nervosismo e mio marito mi tolse quell'impegno.
«Mia moglie non ha abbastanza latte per allattarla e quindi usufruiamo di quello artificiale.» Lo vidi arrossire lievemente sulle guance ma lo ringraziai.
Dopo averla rigirata come un calzino la rivestì e andò a scrivere le ultime informazioni sul libretto pediatrico.
«Lily ha una strana eterocromia tra l'azzurro e il marrone. Penso che sia un fattore molto raro però nonostante ciò è in perfetta salute, non ho trovato niente che non va.»
Noi la pagammo e uscimmo con la piccolina che quando vide la Bentley iniziò a piangere.
«Che cosa c'è, piccolina? Non vuoi tornare a casa?»
Lei parve capire e smise di piangere.
«Caro, credo che una piccola passeggiata le faccia bene. Poi sarebbe anche la prima volta con lei»
Senza farci vedere da nessuno facemmo comparire un passeggino e ci mettemmo dentro Lily che parve davvero felice e io ritornai di nuovo normale. Non mi piaceva avere un corpo femminile. L'ovetto lo appoggiammo all'interno della Bentley e iniziammo a camminare verso il parco. Lì le grida dei bambini ci mettevano molta allegria e Lily dormiva beata. Era davvero meraviglioso poter camminare con la nostra piccolina. Passeggiammo per un tempo indefinito fino a quando non arrivò l'ora di tornare a casa.
Ci avviammo verso la Bentley e Lily non si accorse di niente. Tornati nel nostro cottage portammo la nostra bambina nella sua culla dopo averle cambiato il pannolino e dato il latte.
Crowley andò a riprendere i bambini mentre io apparecchiavo per noi cinque.
Nel pomeriggio un rumore che conoscevo molto bene, quello di una chiave su un pianoforte, si fece sentire attraverso le finestre.
Corsi all'esterno e vidi la cabina blu del Dottore.
«Crowley, Aziraphale. Vedo che siete in forma straordinaria! Lily come sta?» ci salutò allegro notando però le nostre facce confuse.«Ah, già, sì. Mi sono rigenerato. Nuova faccia e nuova personalità.»
Portava un abbigliamento molto strano: una giacca di tweed beige con le bretelle e delle toppe sui gomiti, una camicia bianca e pantaloni neri. In testa portava un fez rosso e infine un cravattino. Aveva un volto molto simile a quello di Sherlock Holmes e corti capelli neri.
Dalla cabina uscirono anche due ragazzi: la prima aveva lunghi capelli rossi e l'altro marroni ma chiari. Infine Johanna, la figlia del Dottore.
«Ah, loro sono i Pond. Amy e Rory. Comunque, potrei vedere la piccolina? Da quello che vedo ormai dev'essere nata.»
Io ero ancora sotto shock ma sorrisi e andai a prendere la bambina per mostrargliela. Il Dottore si intenerì.
«È bellissima. Ma credo che il nome Lily Olive non le piaccia*. »
«Come fai a saperlo?» ero ancora più scioccato.
«So parlare bambinese, non ve l'avevo detto? Vorrebbe essere chiamata Arianna. E poi si capisce dai suoi occhi così espressivi.» ci chiarì.
Quella versione del Dottore mi faceva ridere. Come faceva a capire nostra figlia meglio di noi? Io l'avevo portata in grembo per nove mesi e Crowley riusciva a percepire le sue emozioni e pensieri. Non riuscivo a comprendere.
Mi riscossi dai miei pensieri per tornare sulla Terra.
Il resto del tempo il Dottore rimase a giocare con noi. Fu una giornata splendida.
Durante tutta la notte Lily dormì tranquilla però la mattina seguente ci fece svegliare con un pianto disperato. Mi precipitai da lei di corsa e la presi in braccio per cullarla. Ma lei non smetteva. In nessun modo. Ero preoccupato.
«Lily, piccolina, che cosa ti succede?»
Provai a giocare con lei, ma niente. Era tutto inutile. Crowley entrò nella cameretta e provò a prenderla in braccio lui. Le cantò la nostra canzone, Good Old-fashioned lover boy, con la sua voce delicata, ma niente. Anche lui aveva fallito.
«Angelo, non so veramente come farla smettere. Ci ho provato. Non è che forse ha le coliche?» mi domandò e io mi diedi dello stupido. Ma certo! Avevo letto diversi libri sulla vita dei neonati poche settimane prima della nascita della bambina. La presi in braccio e le massaggiai la pancia e poco a poco la neonata smise di piangere. Fu un sollievo per le nostre orecchie e il nostro cervello.
«Caro, ci toccherà tenerla in braccio per diverso tempo, almeno per qualche settimana. Ho letto che per le coliche serve che la neonata ascolti anche dei "rumori bianchi" come quello di un phon però a basso volume.» Lui parve d'accordo con me.
Quando uno dei due doveva uscire di casa per delle commissioni o semplicemente per passeggiare ci portavamo dietro la piccolina in un marsupio.
Vederla sorridere era per noi una gioia immensa, soprattutto perché aveva il sorriso di Crowley. Essere padre e madre contemporaneamente era un dono meraviglioso. Un miracolo che Dio ci aveva donato, MI aveva donato.
In breve quelle coliche sparirono del tutto.
Però iniziò anche ad arrivare l'autunno e con esso la riapertura della mia biblioteca. Il primo giorno di ottobre dovetti lasciare di mattina presto la mia bambina. Fu un vero trauma. L'avevo presa in braccio per cullarla e darle il biberon. Non riuscivo proprio a staccarmi: lei mi guardava con i suoi occhi che parlavano ed esprimevano tutto il bene che mi voleva. Quando la misi nella culla lei agitò le sue piccole manine e iniziò a piangere.
«Tesoro, papà deve andare a lavoro. Ma torna presto, non ti preoccupare. Per favore smetti di piangere che rendi tutto più complicato.» Ma lei non riusciva a smettere. La cullai fino a che non fui certo che si fosse addormentata.
Una volta che era nel mondo dei sogni lasciai un post-it, con scritto tutto quello che Crowley doveva fare per la bambina, in cucina sui fornelli anche se sapevo che se la sarebbe cavata. Chiusi la porta di casa e mi avviai verso la biblioteca. Fu davvero strano ritornare a lavorare dopo quattro mesi che ero stato in maternità. Quel luogo magico mi accolse con il suo profumo di libri e carta. Mi misi seduto al mio posto e aspettai i primi clienti.
Per tutta la mattina il pensiero della mia bambina non lasciò la mia mente. Sapevo che Crowley era un bravo padre ma volevo sentire il respiro della mia piccolina vicino a me. Quella lontananza mi fece male al cuore.
____________________________________
CROWLEY'S POV
Mi svegliai non sentendo la vicinanza di Aziraphale e vidi che la sua parte di letto era vuota. Capii che era andato a lavorare nella sua amata biblioteca.
La piccolina dormiva beata e guardai l'ora: erano le sei. La rimisi per un quarto alle sette così da andare a svegliare i bambini. Siccome lo spazio era abbastanza grande mi trasformai in serpente e mi acciambellai. Dormii veramente benissimo e al calduccio visto che stava arrivando il primo freddo autunnale.
Alle sei e quarantacinque la sveglia suonò e mi dovetti alzare. Ritornai normale e andai a calmare Lily che si era svegliata. Le cambiai il pannolino, la vestii e le diedi il latte per poi rimetterla nella sua culla. Andai a farmi una doccia veloce e, una volta finita, andai a svegliare David, Matthew e Renesmee. Mentre loro si alzavano con calma gli preparavo la colazione. Appena sentirono l'odore del latte si fiondarono in cucina.
Avevo visto il biglietto che mi aveva lasciato l'angelo e risi. Davvero mi credeva incapace di badare a nostra figlia? Io avevo incontrato il mio creatore e sapevo perfettamente perché riuscivo a badare a quattro bambini allo stesso tempo: David Tennant ne aveva proprio quattro.
Gli misi i biscotti in tavola e mangiarono parlando tra di loro. La figlia di Aro fu la prima a finire e andò in bagno a lavarsi. Lei era abbastanza indipendente e la potevo comprendere perché nessuno dei suoi genitori c'era mai stato: la madre, Sulpicia, era morta dandola alla luce e il padre, per il dolore insopportabile, la mise in una cella per farla accudire ad una schiava. Appena aveva finito mi chiamò per sistemarle i capelli. Le feci un'acconcciatura che le piacesse e una volta fatto andò a sistemarsi nel soggiorno sul divano aspettando gli altri due. Per nostra fortuna avevamo due bagni e quando anche i maschietti avevano finito presi il marsupio e ci misi dentro la piccola Lily. Non mi piaceva che restasse da sola in casa.
I bambini erano emozionati di cominciare un nuovo giorno di scuola e allo stesso modo Renesmee. In macchina non fecero altro che cantare alcune loro canzoncine giocando tra di loro includendo anche la piccola Lily nel suo seggiolino che rideva. Quando arrivammo all'edificio scolastico mi salutarono e si riunirono con i loro amici.
Ritornai a casa e misi la piccola Lily nella sua culla per andare a chiamare il mio angelo.
«Pronto, angelo, ho visto che mi hai lasciato un post-it. Davvero mi credi così incapace di badare a Lily?»
«Caro, non era per offenderti ma, sai, ti conosco e non volevo che combinassi qualche disastro. Sai con quattro figli è tutto più complicato...»
«Sai, Aziraphale, chi ho incontrato prima di venirti a salvare dai Volturi e Kilgrave? Il mio creatore...David Tennant. Lui ha ben quattro figli come noi. Ecco perché sono così abile nel gestirli. Michael Sheen ne ha solo due. Ecco perché io sono più bravo.»
«Vuoi per caso sfidarmi?»
«Questa cosssa mi piace soprattutto ssse c'è un bel premio dopo e lo sssai cosssa intendo.» affermai sibilando involontariamente e aggiungendo un po' di malizia alla mia voce. Erano quattro mesi che non facevamo l'amore e io ne avevo voglia. Avevo aspettato a lungo Aziraphale, dopo quel brutto incidente che era capitato**, e non mi andava di aspettare altro tempo. Io ero sempre stato paziente con lui fin dall'alba dei tempi: lo avevo atteso per millenni senza alcuna fretta e vedendo quello che avevamo costruito ne era valsa la pena. Mi riscossi dai miei pensieri avvertendo l'angelo arrossire dietro la cornetta.
«Caro, sono nella mia biblioteca in mezzo a della gente non posso parlare di certe cose.»
«Ma ti piacerebbe?»
«Sì, eccome caro. Allora affare fatto per la sfida?»
«Cominceremo la prossima settimana, va bene? Durante quella settimana ti lascerò da solo a badare ai nostri bambini. Se vincerò io faremo l'amore mentre se vincerai tu...»
«Andremo a vedere il film d'amore che è appena uscito.»
Io odiavo i film rosa: tutte quelle smancerie mi facevano venire il voltastomaco. Ero un demone e certe cose non facevano per me. Io amavo i film horror e di fantascienza. Accettai l'accordo e riattaccai.
Per tutta quella settimana badai ai bambini e il lunedì della nuova settimana li lasciai in balia di Aziraphale.
Io non feci niente in casa, a eccezione delle pulizie, e la domenica vidi il mio angelo stremato.
«Sai, avevi ragione. Tu sei più bravo ad accudire i nostri figli. Hai vinto tu.»
Eravamo nel nostro letto e io lo guardavo malizioso.
«Sssai quindi quesssto cosssa vuole dire, vero?» mi avvicinai sempre di più alle sue labbra per baciarlo e lui me lo permise. Il suo sapore dolce invase le mie papille gustative e feci diventare il bacio sempre più profondo. Lo volevo assaggiare tutto. Iniziai a ricoprire di baci il suo petto per poi spostarmi verso i suoi capezzoli e lui si lasciava andare a dei gemiti gutturali mentre mi accarezzava i miei capelli dolcemente. Poi passai la mia lingua lungo il suo collo, riprendendo appena a strusciarmi col bacino. Lui gemeva sempre di più. Poi mi spostai verso il basso andando verso il suo membro eretto per me. Gli tolsi i boxer e gli feci una fallatio. Lui cercava di non gridare per non svegliare i nostri bambini. Prima che mi venisse in bocca mi fermai. Volevo che fosse lui a toccarmi e a farmi sentire in Paradiso.
«Crowley, perché ti sei fermato?»
«Perché vorrei che tu mi toccassi come hai sempre fatto.»
Lui non se lo fece ripetere due volte e cominciò a baciarmi. Andava sempre più in basso e io mugulavo. Poi giunse alla mia erezione eretta per lui e la prese in bocca come avevo fatto io con lui. Era tutto bellissimo e quelle sensazioni mi erano mancate come non mai. Non riuscendo più a resistere oltre dissi al mio angelo di girarsi. Lui lo fece e lo penetrai dolcemente. Andai avanti e indietro affondando le mie unghie nella schiena. Venni dentro di lui gioiendo come non era successo da tempo. Dopo toccò ad Aziraphale ma proprio quando mi ero preparato per lui il pianto di Lily interruppe quel magico momento. Sospirai.
«Angelo, vai tu o vado io?»
«Vado io, non ti alzare.»
Aziraphale si rimise i boxer e andò nella cameretta della piccola. Sapevo che crescendo Lily avrebbe voluto sempre più attenzioni e quello voleva dire che i momenti di sesso sarebbero diminuiti drasticamente.
L'angelo ritornò poco dopo ma con la bambina in braccio.
«Caro, non vuole dormire da sola. Avrà sicuramente avuto un incubo. Ti dispiace se dorme insieme a noi?»
Feci posto a entrambi e coccolai la neonata che era felice delle tante attenzioni dedicatele.
Il sorriso era di Aziraphale ma le labbra le aveva ereditate da me. Aveva anche qualche piccola lentiggine che prima non avevo notato.
Fu davvero una bellissima notte.
Angolo Autrice
Salve, spero che questa raccolta di one shot vi stia piacendo. In questo piccolo spazio vi spiego alcune cose.
**So parlare bambinese: l'Undicesimo Dottore dice che sa capire il linguaggio infantile dei bambini. Questa sua caratteristica è ripresa dall'episodio 12 della sesta stagione. Eleven si ritrova a casa di Graig, un uomo che aveva incontrato nella quinta stagione e che aveva salvato da altri alieni, e ha avuto un bambino che ha chiamato Alfie. Il Dottore spiega a Graig che il bambino vorrebbe essere chiamato Stormggeddon.
**Dopo il terribile incidente che era capitato: Crowley si riferisce all'imprevisto successo durante un episodio di sesso tra loro due in cui Crowley aveva rotto il sacco amniotico di Lily perché era andato troppo in profondità. Lily si era salvata grazie all'intervento di Dio.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top