Il Primo Vagito E Baby-blues: Parte 2
CROWLEY'S POV
Io e Azi siamo sposati da un anno anche se ho cominciato ad amarlo proprio all'inizio dei tempi quando eravamo entrambi degli angeli. Io mi chiamavo Raphael ed ero l'angelo sposale e della salute. Lui, però, si è accorto di amarmi soltanto nel 1944 durante il Blitz di Londra.
Molti dicono che non ci si dovrebbe innamorare del proprio nemico ma noi non gli abbiamo dato ascolto.
Abbiamo sfidato Paradiso e Inferno, le nostre ex-fazioni, pur di proteggere questo pianeta e il nostro amore.
Ma lasciate che mi presenti.
Sono Crowley e sono un demone. Ho la capacità di trasformarmi in serpente e proprio per questo ho degli occhi gialli ambrati che nascondo dietro degli occhiali da sole neri. La gente potrebbe spaventarsi a vedere il mio volto. Ho i capelli rossi fuoco che adesso porto lunghi fino alle spalle; mi piace indossare il colore nero e porto al collo una specie di ciondolo.
Prima di trasferirmi in questo cottage vivevo a Myfair in un appartamento grigio con la presenza delle mie piante rigogliosamente verdi. Per renderle così vive le urlavo contro ma adesso che io e l'angelo conviviamo ho dovuto abbandonare quest'abitudine.
Altre cose che amo particolarmente sono la mia Bentley, i Queen e gli alcolici soprattutto il vino rosso. Ho conosciuto la band negli anni '70 e mi ero innamorato del cantante e frontman Freddie Mercury. Loro hanno scritto pure quella che è diventata la nostra canzone: Good-Old-fashioned lover boy.
Con la morte del cantante, il 24 novembre 1991, la mia carissima Bentley ha acquisito la capacità di trasformare qualsiasi disco di musica classica in brani dei Queen.
Come ha fatto il mio angelo anch'io racconterò quello che riguarda la crescita di nostra figlia.
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29 agosto
16:00 p.m
Dopo dei momenti passati tra spinte e maledizioni finalmente riuscii a prendere tra le braccia la nostra bambina. Il suo urlo squarciò la tranquillità della nostra casa. Misi la piccolina all'interno di un asciugamano bianco mentre piangeva disperata. Era tutta sporca di quel liquido mucoso e sangue ma, nonostante ciò, era meravigliosa. Non riuscivo a crederci dopo dei mesi interminabili che stavo tenendo tra le braccia la piccola Lily. Era una sensazione stranissima ma al contempo bellissima. Imparagonabile. Cercai di non piangere e di non farmi vedere fin troppo debole agli occhi del mio angelo.
Tagliai il cordone ombelicale mentre mio marito si sistemava meglio a sedere sul letto. Dai suoi occhi azzurri come il cielo più limpido vidi tutta la sua felicità nell'avercela fatta. Una felicità pari alla mia ma forse ancora più forte. Gliela diedi e Lily smise di piangere. Alcune lacrime bagnarono il mio volto. Non ce l'avevo fatta. Tutto ciò era troppo tenero e bellissimo. Quando la piccola si era calmata la presi tra le braccia per farle un bagnetto e pulirla da tutta la sporcizia.
Aziraphale, per un momento, fu riluttante ma poi comprese che lo doveva fare. Me la passò e vidi tutta la sua felicità sparire dai suoi occhi. Un paio di lacrime bagnarono le sue guance.
«Angelo, te la riporto immediatamente. La vado soltanto a lavare e vestire. Vedrai che quando tornerà sarà una bellissima bambolina.» Gli dissi per consolarlo. Ma quella tristezza non sparì. Non potevo capire quello che stava passando all'interno del suo cuore. Un emozione che solo chi aveva portato in grembo una creatura poteva capire.
Per nostra fortuna avevamo all'interno della camera il bagno e una volta entrato aprii l'acqua del lavandino. Lo riempii e poi ce la misi delicatamente. La piccola inizialmente fece un paio di storie piangendo e fu molto complicato lavarla ma poi si calmò. Fu davvero strano toccarla e sentire il suo corpicino tra le mie mani. Ora che era più tranquilla potevo vedere quanto fosse un piccolo gioiello. La nostra unione perfetta. Non avevo mai lavato una neonata e per imparare avevo dovuto guardare dei tutorial su YouTube. Mi ricordai che avevo usato dei bambolotti che piangevano e si muovevano grazie alla tecnologia avanzata. Le prime volte era stato molto complicato ma poi ci avevo fatto la mano. Una volta lavata e asciugata, la vestii e per calmarla la cullai. Lily però non smetteva di piangere. Feci apparire un biberon pieno di latte e lei si calmò. Era sicuramente molto affamata. Mi ricordava tanto Aziraphale. Mi guardò per un attimo e io mi sciolsi come un gelato sotto il sole estivo. Mi ero rammollito? Probabile. Da quando avevamo adottato i due bambini mi sentivo una persona completamente diversa. Un demone diverso. Come facevano i bambini a fare ciò? Nessuno riusciva a spiegarselo. Forse erano anche loro degli angeli ma a loro modo? La continuai a guardare mentre dormiva e alcune lacrime bagnarono le mie guance. Il respiro era bloccato da un groppo in gola. Cosa mi stava succedendo?
Uscii dal bagno e vidi Aziraphale riempirsi di gioia quando notò la bambina ormai addormentata tra le mie braccia. Immediatamente la tristezza allontanò il mio cuore.
«Caro, posso averla di nuovo? Sai senza di lei mi sento vuoto.»
Io gliela porsi e lui la coccolò dolcemente. Aprii la porta di camera per andare a prendere una macchina fotografica e i tre bambini ( Renesmee, David e Matthew) entrarono andando vicino all'angelo. Quando rientrai vidi Renesmee con in braccio la bambina e scattai la foto.
«Siete venuti benissimo. Azi, la gravidanza ti ha reso veramente più luminoso. Non ti avevo mai visto così felice.» Gli dissi mostrandogli la foto.
Lui la guardò ed era del mio stesso parere.
Mi sedetti accanto a lui, che mi chiese.
«Siamo una bellissima famiglia, vero caro?»
Se lo eravamo? Non avevo dubbi. Prima eravamo solo noi due soli, un angelo e un demone che avevano difficoltà a dichiararsi l'un l'altro. Appena ci guardavamo il nostri cuori andavano alla velocità della luce e, soprattutto Aziraphale, diventava di un tenero rosso. Ariadna aveva permesso di unirci e di abbattere tutte le barriere. Il salvataggio dalle nostre rispettive punizioni di vivere serenamente. L'arrivo di David e Matthew ci aveva unito ancora di più.
«Sì, lo siamo. Ti amo angelo.»
Lui avvicinò le sue labbra alle mie e avvertii un tiepido calore invadermi il corpo. Eravamo immersi nel nostro piccolo mondo quando il pianto di nostra figlia ci fece ritornare sulla Terra. Sapevo che se non ci fosse stata lei il bacio sarebbe diventato qualcosa di più e non volevo affaticare maggiormente il mio angelo.
Aziraphale la prese tra le braccia e lei smise di piangere. L'angelo iniziò a ridere a ciò.
«Vuole tutte le attenzioni su di sé questa bambina. So da chi ha preso, caro.» Io feci finta di non aver sentito quella frecciatina.«Io non voglio tutte le attenzioni su di me, angelo. Quando mai.»
Immediatamente la sua risata cristillina riempì la stanza.
«Quando mai? Ma se sei una drama queen di prima categoria!»
Alla sua constatazione diventai rosso come i miei capelli se non di più. Intanto i bambini se la ridevano della grossa e anche la piccolina, sentendo l'atmosfera allegra, sorrise. Aveva gli occhi aperti e osservava curiosa.
Il pomeriggio passò tra chiacchiere e risate. Fu un momento meraviglioso.
Arrivò la notte e dovevamo decidere dove la piccola avrebbe dormito. Io asserii che doveva dormire nella sua culla che le avevo costruito ma l'angelo parve di diverso avviso. Capiva le mie motivazioni ma parve molto incerto. Lo osservai. Guardava Lily con sguardo innamorato e nei suoi occhi compresi che era molto titubante.
Sospirò e, dopo vari tentennamenti, si alzò. Lo vidi ritornare e dai suoi gesti compresi che era triste di ciò. Dopo aver toccato il letto cominciò a piangere girandosi dall'altro lato. Non riuscii a capire quello che gli stava succedendo.
«Angelo, che ti succede? Va tutto bene?» lo abbracciai ma sentii la sua lontananza.«Certo che va tutto bene. Abbiamo avuto una bambina e siamo felici, no? Soltanto...» si interruppe e il suo tono di voce era spezzato. Lo invitai a continuare.«Niente. Dormiamo, va bene?» non compresi. Che poteva avere il mio angelo? D'un tratto era diventato triste e lontano. Avevamo avuto una bambina. Eravamo una famiglia perfetta. I sintomi legati al post-parto non riuscivo a comprenderli. Mi girai dal mio lato sentendo Aziraphale continuare a piangere finché non si addormentò. Avrei tanto abbracciarlo e fargli capire che gli ero vicino ma lui non avrebbe voluto.
Il mattino seguente quella situazione non migliorò affatto: il mio angelo alternava il pianto a una rabbia insolita. Se facevo qualcosa che non andava si infuriava. Era insopportabile.
Verso il primo pomeriggio arrivò Ariadna. Aziraphale era nel soggiorno con in braccio Lily e quando suonò il campanello mi urlò di andare ad aprire.
Alla porta la vidi ed era in forma smagliante: i capelli ramati erano legati in un chingon elaborato e portava dei pantaloni di jeans e una maglietta a maniche corte bianca.
«Ciao, Ariadna. Non è un bel momento.»
Lei parve confusa e dal soggiorno Aziraphale urlò arrabbiato.
«Che succede? Che succede? Succede che tocca sempre a me occuparmi della bambina mentre questo demone qui beve e basta!» poi il suo tono divenne più tranquillo e calmo inframezzato però da delle lacrime.«Scusami Crowley caro, non so cosa mi sta succedendo. Mi sento così strano. Ho questi sbalzi d'umore incredibili e sono facilmente irritabile.»
Ariadna entrò e vidi che nascondeva una risata dietro una mano.
«Allora anche a te sono capitati, eh?»
Noi non capivamo.
«Aziraphale, hai i baby blues o sindrome post-parto, è normale. È successo pure a me.»
Vedendo che noi non sapevamo della situazione ci raccontò tutto quello che sapeva.
Io sospirai. Sapendo che avrei dovuto sopportare altre due settimane in quella maniera mi venne voglia di discoporarmi.
Poi la conversazione si spostò su Lily.
«È davvero bellissima. Complimenti a entrambi! Posso prenderla in braccio?» Aziraphale accettò e lei la prese facendole le coccole. Erano davvero dolcissime entrambe.
«Ciao, Lily, sono Ariadna ma quando imparerai a parlare mi potrai chiamare zia Ary che è molto più semplice.» la piccola sorrise.«Sei davvero bellissima, lo sai? Un angioletto.»
Poi la ridiede all'angelo per mostrarci i pigiamini e le scarpette che ci aveva acquistato. Aziraphale si rimise di nuovo a piangere.
«Cara, sono meravigliosi grazie! Sai stavo pensando: ti piacerebbe essere la madrina della piccola? A Gennaio la vorrei battezzare nella chiesa qui accanto.» Al termine della sua frase mi sentii bruciare i piedi. Non mi andava di ustionarmeli per la seconda volta.
«In una chiesa? Angelo, ti devo ricordare che mi sono ustionato i piedi nel 1944 per salvarti il sedere? Sono un demone e qualsiasi cosa che è sacro mi brucia.»
«Lo so benissimo caro. Proprio per questo il giorno prima la sconsacrerò cosicché potrai camminare come una persona qualunque.» Mi spiegò sorridendo.
Io gli sorrisi riconoscente abbracciandolo. Ariadna accettò la proposta di Aziraphale felice. I suoi occhi marroni esprimevano tutta la gioia. Siccome quel pomeriggio Lily era calma e dormiva beata rimanemmo a chiacchierare per un po'.
Intanto Renesmee, David e Matthew giocavano fuori e le loro grida spensierate mi riempivano il cuore. Erano degli adorabili bambini.
Verso l'ora di cena Ariadna tornò a casa e noi rimanemmo soli. Mentre io preparavo la cena il mio angelo giocava con i bambini e lo vidi felice come non mai.
Una volta cenato guardammo un film in tutta tranquillità e prima di andare a letto gli dissi.
«Angelo, senti. Per queste settimane Lily dormirà con noi. Ci ho pensato molto e penso che sia un bellissima idea.» Lo vidi illuminarsi dalla gioia e il suo sorriso si allargò. Sapevo che avevo fatto la scelta giusta.
Lui si andò a preparare per la notte e poi andò a prendere Lily per appoggiarla in mezzo a noi.
«Non è bellissima, caro? Io la amo con tutto il mio cuore. È così piccola. Ancora stento a crederci che sono papà.» Io la osservavo profondamente innamorato.«Sì, è un piccolo tesoro. Sai, non era male la tua idea di diventare genitori naturali, angelo. Ora me ne rendo conto. Abbiamo passato dei mesi un po' faticosi ma ne è valsa la pena. Ora lei è finalmente qui con noi. È viva ed è reale.» Al mio discorso vidi alcune lacrime bagnare il suo volto e gliele asciugai con il mio tocco delicato. Lui mi baciò la mano e io mi avvicinai per baciarlo ma lui si allontanò.
«Crowley è ancora troppo presto. Ricominceremo quando mi sarò rimesso d'accordo? Ho ancora un po' di dolori soprattutto alla pancia. Non era facile portare in grembo una neonata.» Io compresi e ci addormentammo tranquilli.
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