4. Viaggi sensoriali e Libertà
Io:-Ci penserò- dico soltanto, ritraendo la mano, leggermente sconvolta.
Dopo un po', la tensione si scarica del tutto, anche se ancora non capisco perché ci tenga così tanto. Perché si preoccupa così tanto per me, se neanche mi conosce? Mi vuole fuori dai piedi, per caso?
Magari è solo pazzo,rimbecca il mio inconscio, a cui non posso far altro che dare ragione, almeno per il momento.
Matteo:-Ho parlato con il mio carrozziere, se acconsenti a portare la tua macchina da lui, pagherò io tutti i danni al suo prezzo- mi dice, rompendo il ghiaccio dopo qualche minuto.
Io:-Hai bisogno di risparmiare?- incalzo io, alzando un sopracciglio, per poi bere un sorso di vino
Matteo:-Vorrei fosse fatto un bel lavoro, solo questo- mi dice, giustificandosi
Io:-Lunedì mattina ti farò avere le chiavi della mia macchina- concludo, finendo di mangiare
Vedo Matteo chiamare il cameriere, che si avvicina con un carrello. Toglie i nostri piatti e le posate, poi mette sul tavolo un vassoio argentato con delle ciotoline bianche. Questo dev'essere il dolce.
Il cameriere ci fa un cenno, gli sorrido e lo guardo andare via, soffermandomi sul lato b.
Niente male, penso, per poi riportare i piedi per terra.
Matteo:-Permetti?- dice attirando la mia attenzione, poco prima di coprire i miei occhi con una striscia di stoffa nera.
Io:-Che stai facendo, Matteo?- gli chiedo, cercando di non entrare in panico
Mi è sempre piaciuto avere la situazione sotto controllo e adesso, priva della vista, mi sento completamente alla mercé dell'uomo davanti a me. Non c'è neanche bisogno che lo dica, che questa cosa non va bene.
Matteo:-Ti fidi di me?- mi chiede
Io:-No- rispondo sincera, provocandogli una leggera risata
Matteo:-Ti farò assaggiare dei dolci e tu dovrai dirmi cosa senti e cosa pensi che sia, è un gioco sensoriale- mi spiega
Beh, se si parla di dolci, perché no.
Annuisco soltanto, schiudendo le labbra. Porta alla mia bocca un cucchiaino, apro la bocca per mangiarne il contenuto. È dolce, pastoso, c'è qualcosa di cremoso. Sa di cacao, ha un retrogusto leggermente amaro, addolcito dalla vaniglia.
Io:-È una torta?- gli chiedo, finendo di masticare
Matteo:-Riconosci quale?- mi dice, faccio mente locale, ricordando immediatamente il nome dell'impasto
Io:-Red Velvet, giusto?- chiedo passando la lingua sul labbro inferiore
Matteo:-Dovresti aprire una pasticceria- scherza, mentre lo sento armeggiare con il cucchiaino
Io:-Ci ho pensato- dico sincera, aprendo la bocca per il secondo dolce
Freddo. È gelato, sicuramente. Tento di capire in gusto, è dolce, ma non è cioccolato, sembra quasi nocciola, ne ottengo conferma quando sento la granella in contrasto con il cremoso del gelato.
Io:-Gelato alla nocciola- affermo sicura di aver azzeccato
Matteo:-Pasticcera e gelataia, quante sorprese nascondi, Francesca?- mi dice, sta volta sono sicura sia più vicino a me, molto più vicino a me, sento il suo fiato caldo vicino al mio orecchio
Tento di non mostrare reazioni a questo gesto, fingendo che mi sia del tutto indifferente sentirlo così vicino. Non so cosa abbia in mente, ma se ha intenzione di sciogliermi, andando avanti così potrebbe anche riuscirci.
Io:-Ho molte qualità nascoste, Matteo- dico in un sussurro, certa che mi senta
Matteo:-Assaggia questo, è l'ultimo, poi potrai scegliere quali dei tre dolci ordinare- mi dice e prontamente schiudo le labbra per mangiare il terzo cucchiaino di dolce
Non ci vuole molto prima che io riconosca quello che ho in bocca. Il sapore del cacao, mischiato a quello del caffè, mi riporta mentalmente a quand'ero bambina, quando mia madre preparava il Tiramisù con tutto l'amore che aveva e che ci mette tutt'ora, quando non è occupata a dirmi di cercarmi un uomo.
Io:-Tiramisù!- esclamo con enfasi, provocandogli una risata roca e sensuale
"Ma che vai a pensare" mi sgrida una piccola parte di me, ma in fondo non posso negare che Matteo sia un uomo affascinante e come ogni uomo affascinante che si rispetti, sa usare il suo fascino a dispetto ormonale di ogni donna che incroci la sua strada. Compresa me, quando è così vicino e non posso vedere.
Sento che sta slegando il fiocco della benda, infatti poco dopo la vista ritorna. Sono costretta a sbattere più volte le palpebre, prima di abituarmi di nuovo alla luce circostante.
Matteo:-Sei molto brava a riconoscere i dolci, complimenti- sorride, tornando a sedersi come prima
Io:-Mi piace mangiarli- dico facendolo ridere
Il mio debole per i dolci non era un segreto per nessuno, fin da piccola ho sempre avuto un debole per biscotti, torte e dolci vari, sono uno dei pochi motivi per cui amo le feste!
Mi permetto di fare un cenno al cameriere, che si avvicina appena si libera da un altro tavolo.
X:-Desidera?- dice soltanto, sorridendomi
Io:-Vorrei ordinare del tiramisù- chiedo guardandolo sorridente
Matteo:-Porta anche una coppa di gelato al limone- aggiunge e il cameriere ci congeda, andando via, mentre io mi concedo nuovamente di osservarlo con la coda dell'occhio
Io:-È il tuo preferito, immagino- deduco, ricordando di averlo visto ordinare lo stesso gelato giusto ieri, in gelateria.
Matteo:-Esattamente, è un po' inusuale, ma non è dolce, mi piace soprattutto per questo motivo- mi racconta, mentre io mi fingo interessata
Io:-Il gelato al limone ti piace perché non è dolce?- chiedo sollevando un sopracciglio, confusa
Matteo:-Mi piace perché è come me- risponde facendomi l'occhiolino, così io mi zittisco immediatamente, pensando a quanto quest'uomo sia strano
Io:-Non mi stupisco del nome che hai riservato al tuo cane, dato le tue stranezze- dico, pentendomi subito di averlo detto, preferendo forse, che questa frase rimanesse fra i miei pensieri
Matteo:-Dietro al nome di Mojito c'è una lunga storia, non sto qui a spiegartela- conclude velocemente, sorridendo forse in preda a ricordi a me sconosciuti
Chissà cosa c'è nella sua testa, rimbecca una piccola vocina dentro di me ed io, non posso dargli torto. Chissà cosa occupa i suoi pensieri ora, per esempio, o cosa li occupava quando mi ha invitata a cena, o quando ha accettato la proposta di mia madre... quest'uomo è un continuo mistero, forse è questo che mi attrae a lui: La curiosità.
Torno alla realtà quando il cameriere annuncia l'arrivo dei dolci, poggiando sotto al mio naso un piatto con una fetta di Tiramisù, decisamente una porzione più abbondante rispetto a quella degli spaghetti. Sorrido, prendendo la piccola forchetta che mi porge il cameriere, poi assaggio.
Immediatamente una scia di ricordi avvolge la mia mente, dai ricordi a casa della nonna, ai ricordi a casa di Carlo, durante quei 5 anni di convivenza, il Natale davanti al camino ed il Tiramisù nei calici, i suoi sorrisi e le risate quando cercavamo di prepararlo insieme...
Matteo:-Francesca, stai bene?- mi richiama, agitando una mano davanti a me
Io:-Ehm... Sì sì, sto bene, credo di essermi persa nei ricordi- ammetto abbassando lo sguardo
Matteo:-Vuoi raccontarmene qualcuno?- chiede dolcemente, con la voce di una madre che consola il figlio dopo un incubo notturno
Io:-Meglio di no- dico scuotendo la testa, tornando a mangiare il dolce.
***
Clara:-E poi? Poi che è successo? Ti ha riaccompagnata a casa? Gli hai chiesto di salire? Che avete fatto? È successo qualcosa? Hai scoperto qualcosa? Racconta, Francesca! Smettila di stare lì impalata a fissarmi!- dice tutta d'un fiato, per poi chiudere la bocca, dopo quelle che mi sono sembrate ore.
Mi siedo sul divano di casa mia, spingendola a sedersi vicino a me, come al solito, trova qualcosa da sgranocchiare nella mia cucina e si mette a guardarmi come se fossi un film.
Io:-Poi nulla Clara, si è offerto di riaccompagnarmi a casa e ho accettato, quando siamo arrivati mi ha detto che mi avrebbe scritto per organizzarci con il carrozziere e gli ho dato la buonanotte- le racconto, omettendo il piccolo bacio sulla guancia che l'alcool nel mio corpo mi aveva spinto a dargli
Clara:-Ma sei una delusione! Di questo passo ti farai suora!- esclama allargando le braccia quasi teatralmente
Io:-Pensavi davvero l'avrei invitato a salire?- dico ridendo, rubandole un paio di pop corn dal sacchetto che ha fra le mani, per poi portarli alla bocca e mangiarli
Clara:-Uscirete ancora?- mi chiede
Io:-Probabile, sì- le rispondo, ricordandomi della sera prima quando me lo aveva proposto, poco prima di riaccompagnarmi a casa
Clara:-La prossima volta, lo inviterai a salire- mi dice con autorità, mentre io scoppio a ridere
Io:-Sai che non lo farò- rispondo tornando improvvisamente seria
Clara:-Hai bisogno di scopare- afferma seria, per poi scoppiare a ridere davanti alla mia espressione sconvolta –Dovresti vedere la tua faccia!- mi prende in giro, continuando a ridere
La zittisco con una cuscinata, dando inizio ad una battaglia di cuscini, all'insegna di risate e prese in giro.
Clara:-Comunque- dice riprendendo fiato, mentre io lancio il cuscino sul tappeto
Io:-Cosa- dico incitandola a continuare
Clara:-Dovresti invitare tu Matteo a cena, per mostrargli cosa amano i clienti dei tuoi ristoranti e che non vuoi vendere- dice gesticolando animatamente
Io:-Non mi sembra una buona idea rivederlo- ammetto posando una mano sulla fronte
Clara:-Perché no?- mi chiede dispiaciuta
Io:-Perché è strano e non mi fido- mi giustifico, mettendo le braccia conserte
Clara:-La fiducia si acquista con il tempo, Fra, poi anche tu sei strana- mi dice scoppiando a ridere dopo aver detto l'ultima frase.
Io:-Comunque il cameriere era carino, quando l'ho visto ti ho pensata- dico cambiando argomento, ricordandomi del fascino del ragazzo, la sera prima
Clara:-Aveva un bel sedere?- chiede con un sorrisetto, mentre io rido di gusto, vedendo la sua reazione
Io:-Sì Clara, aveva un bel sedere- annuisco smettendo di ridere
Clara:-Magari hai fatto colpo, era sexy?- mi chiede
Io:-La divisa da cameriere gli dona, sì- dico mentre Clara cerca di immaginare il ragazzo
Clara:-A proposito, Luca, che fine ha fatto?- mi chiede mentre si alza dal divano, seguita da me.
Io:-Uhm... Luca sta via due giorni, mi hai appena ricordato che mi serve un sostituto!- esclamo afferrando il telefono al volo
Clara:-Metti un cartello fuori, non ci vorrà molto- dice scrollando le spalle
Decidiamo di andare a mangiare fuori in un fast food, così indosso una maglia bianca corta e un paio di jeans neri. Decido di mettere le scarpe da tennis, so già che i tacchi non sono una buona idea, quando sono con Clara.
Entriamo nel fast food, prendo un semplice hamburger e delle patatine, accompagnate da una Coca Cola. Clara si concede un cheeseburger, oltre alla porzione più grande di patatine e dell'aranciata. Claudio ci raggiunge, sedendosi accanto a Clara come al solito.
Claudio:-Ma non sei stanca di fare la candela?- mi chiede, accennando una risata, risvegliandomi dai miei pensieri
Io:-Come hai detto, scusa?- gli chiedo, non cogliendo il senso della domanda
Claudio:-Insomma io e Clara siamo una coppia, tu non hai un ragazzo- mi dice, mettendo il braccio dietro la schiena della mia migliore amica
Io:-Io sono libera e indipendente- affermo sicura di me
Claudio:-Sicura di essere libera e non... Sola?- mi dice, facendo cedere tutte le mie certezze
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Mi scuso per eventuali errori, il capitolo è corto ma dovevo per forza spezzarlo qui, per il prossimo capitolo pensavo di far vedere il punto di vista di Matteo, siete d'accordo?
Baci.
-Nenne23
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