2. Inconvenienti fastidiosi

La sveglia suona esattamente come tutte le mattine, proclamando l'inizio del giovedì, che solitamente è il giorno più pesante per me, visto che mia madre viene a trovarmi e pranza da me. Tutti i giovedì, inizia a criticare ogni cosa che vede e finiamo sempre per discutere. Per non parlare del fatto che, nonostante il mio successo lavorativo, considera la mia vita inutile, visto che non sono ancora sposata e non ho figli.

Mi alzo dal letto e faccio una doccia veloce, molto veloce, lavo il viso e i denti, pettino i capelli e faccio colazione con una tazza di caffè macchiato. Indosso una blusa bianca e un pantalone nero, un paio di francesine nere e mi trucco con matita e rossetto nude.

Esco di casa per le 10:00, dirigendomi subito verso la mia macchina, una Giulia rosso ciliegia che mi accompagna già da qualche anno. Mi dirigo nel secondo ristorante, dove questa mattina riceverò una visita di uno dei tanti ricconi che vogliono impadronirsi dei miei ristoranti.

Mi faccio trovare in ufficio al suo arrivo. La porta si apre e come al solito mi alzo per educazione. Un uomo sulla cinquantina, in giacca e cravatta, mi osserva con un sorrisetto beffardo sul volto. Mi stringe la mano, che strofino subito dopo sul pantalone, attenta a non farmi notare.

X:-Piacere di conoscerla signorina- dice accomodandosi

Inevitabilmente mi viene in mente Matteo, che mi ha chiamata più di una volta così, ma solo quando glielo faccio notare infastidita. Tento di reprimere un sorriso sedendomi di fronte a lui.

Io:-Mi dica- dico rendendomi conto di non avere voglia di ascoltare i suoi giri di parole, andando subito al sodo

X:-Voglio il suo locale- dice poggiando la schiena allo schienale, mentre io faccio un sorriso finto

Io:-Non è in vendita, dovrebbe saperlo- rispondo mettendomi comoda

X:-Penso che con un'offerta pari a quella che voglio proporle, venderebbe chiunque-

Io:-Vede signor...- mi blocco rendendomi conto che non si è presentato

X:-Rossi- mi informa, mentre la mia mente ritorna a Matteo e al suo cognome decisamente orribile.

Io:-Vede signor Rossi, è proprio tutta questa sua sicurezza che mi diverte, sa? Penso si sia informato sulla mia storia e sui guadagni del ristorante, quindi perché, secondo lei, dovrei abbandonare tutto questo?- gli dico, nel tentativo di metterlo in difficoltà

Il signore prende arbitrariamente un post-it dalla scrivania e, tirando fuori una penna dalla tasca interna della camicia, ci scrive dei numeri sopra. Poi mi passa il piccolo foglietto giallo, che prendo incuriosita.

Alzo entrambe le sopracciglia, sicura che i miei occhi siano sgranati. Ci sono un paio di zeri in più, decisamente.

Io:-Può usare questi soldi per comprare una bella casa al mare a sua moglie, visto che di certo non li userà per prelevare i miei ristoranti- rispondo freddamente, restituendogli il foglietto.

Rossi:-Ci pensi, signorina, quelli che le sto offrendo sono davvero molti soldi- mi risponde, pacatamente

Io:-Se per quei soldi devo abbandonare la mia vita, il mio lavoro e gli sforzi di tre generazioni, rinuncio volentieri- gli dico alzandomi, per liquidarlo poco educatamente.

Anziché stringermi la mano, come mi sarei aspettata, mi lascia un biglietto da visita.

Lascia l'ufficio, lasciandomi interdetta. Per quanti soldi possa avere quell'uomo, posso dire con sicurezza che non cederò mai ad una di queste offerte. Anche se questa è stata sicuramente una delle offerte più alte in assoluto, devo ammetterlo.

Mi sto forse lasciando condizionare? In fondo, fin'ora mi sono sempre ripetuta con costanza che non mi sarei lasciata condizionare ed ora, penso all'offerta di uno dei ricchi bavosi che tanto odio?

Scaccio tutti questi brutti pensieri dalla testa, dirigendomi al piano bar. Un paio di ragazzi stanno bevendo qualcosa seduti sugli sgabelli neri, saluto il barista, Luca, che mi prende da parte per chiedermi di sostituirlo qualche minuto, mentre lui va in bagno.

Così allaccio il grembiule con un fiocco e mi posiziono dietro al bancone, controllando i guadagni in cassa e le copie degli scontrini. Chiudo a chiave la cassa, per poi girarmi sentendo un cliente entrare. Quando il ragazzo si siede, lo riconosco subito, Matteo.

Matteo:-Un bicchiere di vino bianco- mi chiede facendo un sorriso

Nel tentativo di stupirlo decido di versargli lo stesso vino che mi concedo di bere io di solito, una buona annata, di quasi vent'anni fa, la mia preferita in assoluto.

Io:-Come mai da queste parti, hai iniziato a seguirmi per caso?- gli chiedo, mentre lui assaggia il vino, con aria da finto esperto

Matteo:-Volevo soltanto assicurarmi che ti presentassi, domani sera- risponde non spostando gli occhi dal calice

Io:-Ci tieni davvero così tanto? O magari ti manco...- gli chiedo, nascondendo un sorrisetto beffardo

Matteo:-Un viso come il tuo, non si dimentica, Francesca, potrei non vederti per mesi e riconoscerti comunque tra la folla- mi risponde, senza preoccuparsi minimamente di avermi messo in soggezione

Io:-È forse un modo per far si che mi presenti, domani sera?- gli chiedo pensandoci per un attimo

Matteo:-So bene che hai già preso una decisione, non avrebbe senso cercare di far cambiare idea ad una donna come te- mi dice, finendo di bere il vino

Io:-E che donna sarei, sentiamo?- gli dico in modo forse leggermente aggressivo, semplicemente perché dichiara di conoscermi fin troppo bene, quando in realtà di me, lui sa poco e niente.

Matteo:-Decisa, determinata, forte, curiosa ed incredibilmente affascinante- risponde, quasi penetrandomi, con quei suoi occhi tutt'altro che superficiali

Io:-A domani sera- dico ritirando il bicchiere, ancora una volta con meno finezza del dovuto

Paga, mentre con la coda dell'occhio vedo Luca tornare dal fondo della sala.

Matteo:-A domani, se non ci incrociamo prima, Francesca- dice con voce quasi roca, affascinante e seducente

Io:-Non so ancora se mi presenterò- gli dico per non dargli troppe certezze. Lo seguo con lo sguardo andare via, poi corro nel mio ufficio, tentando di non dare nell'occhio.

All'interno di questa conversazione, ho notato qualcosa di diverso, di strano... di quasi intimo, nella sua formalità. Chiamatelo pure paradosso, ma nonostante l'apparente freddezza, oggi lui era diverso. Come se tenesse davvero a vedermi domani. Ed io domani mi presenterò, mostrando il meglio di me, non per interesse nei suoi confronti, assolutamente, ma per dimostrargli che sono una donna indipendente, senza dover ricorrere al suo aiuto o quello di qualsiasi altro uomo.

Fra un pensiero e l'altro, qualche mail e delle fatture da compilare, si fa quasi ora di pranzo, così, ricordandomi dell'imminente visita di mia madre, corro a casa a mettere in ordine, già sapendo che ispezionerà casa nel tentativo di criticare ogni cosa fuori posto e rinfacciarmi di ogni granello di polvere. Per non parlare del pranzo, se anche solo uno dei piatti non risulterà di suo gradimento, potrebbe addirittura istallarsi a casa mia per tenere la situazione sotto controllo.

Una spolverata, una pulita alla cucina e si fa già ora di accendere i fornelli. Decido di preparare una carbonara. Proprio quando sto per mettere l'acqua sul fuoco però, il campanello suona.

Vado ad aprire e, contrariamente ad ogni mia aspettativa, Sofia, mia madre, mi saluta con un abbraccio. Ricambio leggermente spiazzata, non è mai stata quel tipo di donna affettuosa, soprattutto nei miei confronti.

Io:-Ciao mamma- dico godendomi questa coccola rara da parte sua

Mamma:-Francesca, figlia mia, mi sei mancata tanto- dice sciogliendo l'abbraccio. Da quel momento in poi, mia madre sembra rinsavire, dal momento che torna ad essere se stessa

Mamma:-E questo vaso orrendo da dove arriva? Un altro dei regali di Claudio?- mi chiede, facendomi notare un vado bianco, con decorazioni dipinte di nero, come dei ricami

Io:-Non è orrendo mamma- cerco di convincerla, già sapendo che è solo uno spreco di fiato

Mamma:-Hai già cucinato?- mi chiede, ispezionando l'ambiente intorno a lei con occhio critico

Io:-Stavo giusto per fare una carbonara- la informo, sperando che non ribatta

Mamma:-Bene. Vivi ancora da sola?- mi chiede, prendendo una giacca dalla spalliera del divano, per poi osservarla con aria disgustata

Le tolgo dalle mani la giacca bianca, rimettendola dov'era stata lasciata, poi la guido fino alla cucina, dove spero di non aver lasciato niente in giro, come in soggiorno.

Mamma:-Certo che potevi anche apparecchiare la tavola, dove mangiamo? Sul pavimento?- inizia e non riesco a trattenere uno sbuffo

Io:-Ora apparecchio mamma, tu siediti e mettiti comoda- le dico, sperando che non ricominci a lamentarsi

La vedo sedersi, intanto io prendo i piatti, iniziando ad apparecchiare, per poi mettere l'acqua sul fuoco.

Mamma:-Quando hai intenzione di sposarti? Ormai hai 25 anni, vuoi invecchiare sola come una povera zitella gattara?- inizia, osservando ogni mio movimento

Io:-I gatti sono bellissimi mamma, non conosco nessun uomo da poter considerare alla mia altezza e soprattutto, non voglio sposarmi, sai bene quanto amo essere indipendente- gli dico, per poi pesare gli spaghetti

Mamma:-Non fare così, sai meglio di me che hai bisogno di un uomo, da sola sei un disastro, per non parlare dei figli, voglio dei nipoti Francesca!- dice alzando la voce per l'ultima esclamazione

Io:-Mamma non voglio un marito e non sto cercando dei figli. Lo sai bene, sei anni che continui con questa storia- dico sbuffando, sono davvero stufa di questa storia.

Pranziamo insieme, con le sue domande in sottofondo. Proprio non sopporta il fatto che non voglia sposarmi.

Dopo pranzo, mi propone di uscire a fare qualche compera, in vista del matrimonio di mia sorella minore, Anastasia, che si terrà a Milano, fra sole due settimane.

Proprio poco prima di uscire, il mio telefono squilla, così mi affretto a rispondere, anche per salvarmi dalle continue critiche di colei che mi ha messa al mondo.

Io:-Pronto?- rispondo notando che non si tratta di Clara

X:-Ciao, Francesca, è tua la Giulia color ciliegia fuori dal palazzo grigio?- dice una voce maschile

Io:-Con chi parlo, scusa?- chiedo non riconoscendo la voce

X:-Matteo Farro, allora, è tua la macchina?- mi chiede, leggermente nervoso

Io:-Credo di sì- rispondo confusa

Matteo:-Forse è meglio se vieni qui fuori, Francesca- sento dirgli, lo immagino sbuffare, nella sua macchina, con aria pensierosa e innervosita

Io:-Arrivo, dammi un minuto- gli dico, prima di chiudere bruscamente la chiamata, prendere al volo la mia borsa e trascinare mia madre per le scale, senza dimenticare di chiudere casa.

Scese le scale, noto una macchina nera, proprio davanti alla mia. Forse un po' più vicina del dovuto.

Io:-Mi hai... Tamponato?!- esclamo una volta davanti a Matteo, con le mani fra i capelli

Matteo:-Mojito mi è saltato sopra mentre parcheggiavo e per qualche secondo non ho visto nulla, poi ho sentito un colpo e ho riconosciuto la tua macchina- risponde mortificato, mentre io mi sono persa alla prima parola che ha detto

Io:-Mojito?- chiedo alzando un sopracciglio, mettendo poi le braccia conserte

Matteo:-Sì, il mio cane- ammette quasi imbarazzato

Mamma:-E questo bel giovanotto? Chi è? Un tuo amico?- dice mia madre, di cui avevo totalmente scordato la presenza

Io:-Mamma non è il momento, aspetta un attimo- dico cercando di frenarla, notando poi un sorriso beffardo sulle labbra del ragazzo di fronte a me

Che diamine ha in mente?

Matteo:-Piacere signora, io sono Matteo- si presenta, con un sorriso, a mia madre, che gli stringe la mano compiaciuta

Io:-Matteo possiamo sistemare questa cosa? Io e mia madre saremmo dovute uscire- tento di dire

Matteo:-Beh per ora potrei accompagnarvi, scusa l'inconveniente Francesca- dice scusandosi con me

Io:-Non credo che...- inizio a dire, ma vengo subito interrotta dalla voce di mia madre

Mamma:-Oh sarebbe davvero un bel gesto, da vero gentiluomo! Stavamo giusto andando al centro commerciale, tanto che ci sei, perché non ti fermi con noi a prendere un gelato?- esclama battendo le mani, tutta contenta

Se lo sta mangiando con gli occhi. È inquietante. Parecchio inquietante.

Io:-Mamma non credo che...- provo a dire, ma mi interrompe con una sola occhiataccia.

Matteo:-Non preoccuparti Francesca, mi fa piacere accompagnarvi- risponde prendendo mia madre a braccetto

Svegliati Francesca, svegliati, è solo un incubo. Tua madre non sta fissando estasiata un idiota pieno di soldi che mi ha dato della vecchia e tamponato la macchina.

Salgo nella sua macchina nel sedile del passeggero, accorgendomi ben presto della presenza di un cucciolo di cane color miele.

Matteo:-Lui è Mojito- dice imbarazzato, guardandomi

Mamma:-Ma che bel cagnolino!- esclama mia madre, guadagnandosi una mia occhiataccia –È davvero tenero!- continua accarezzandolo

Io:-Un cagnolino che mi farà spendere un occhio della testa in quanto ai danni alla macchina!- dico scocciata, con voce carica di odio e scortesia

Matteo:-Pagherò io tutti i danni, Francesca, non preoccuparti- dice mettendo in moto

Ogni volta che dice il mio nome, non so perché, un brivido percorre la mia schiena, facendomi venire la pelle d'oca. È fastidioso, ma anche piacevole.

Torno alla realtà solo quando Matteo, mi avvisa che siamo arrivati. Lo vedo mettere il guinzaglio al cane, per poi aprire lo sportello prima a mia madre e poi a me. Mia madre si offre di tenere il cane, così colgo l'occasione per scambiare due parole con il ragazzo di fianco a me.

Io:-Che diavolo hai in mente?- sibilo attenta a non farmi sentire da mia madre

Matteo:-Sdebitarmi per il danno che ti ho causato- sorride criptico

Io:-Smettila di fare così con mia madre!- lo sgrido, sempre stando attenta a non alzare la voce

Matteo:-Modestamente, faccio colpo sulle donne, non è colpa mia- afferma vantandosi

Io:-Modestamente, eh?- lo canzono, lasciandomi sfuggire un sorriso

Matteo:-Tua madre è una donna veramente graziosa- mi dice, per poi aprirmi la porta della gelateria e lasciandomi passare prima di lui

Io:-Smettila di comportarti in questo modo, mia madre potrebbe organizzarci il matrimonio se vai avanti così!- dico con l'intento di metterlo in guardia e magari frenarlo, ma quello che ottengo è solo una sonora risata.

Matteo:-Questo è il mio modo di essere, Francesca, avrai modo di verificarlo meglio domani- mi dice, per poi allontanarsi da me per dare qualche carezza al cane

Ci sediamo tutti e tre ad un tavolo, io e mia madre da una parte, Matteo e il cane dall'altra. Ordiniamo un gelato per ciascuno, io mi concedo un cono alla fragola, mia madre sceglie la nocciola e Matteo, con mia grande sorpresa, sceglie un gelato al limone.

Mamma:-Allora Matteo, raccontami un po' di te, sei sposato?- gli chiede, dopo aver mangiato un po' di gelato

Matteo:-In realtà sono single, cerco ancora una donna da poter avere al mio fianco- dice in modo dolce, guardando me per l'ultima frase

Spero vivamente di non essere arrossita, anche se è difficile, dato che il suo sguardo è più profondo del solito.

Mamma:-Anche Francesca non è sposata, sai? Ma lei non vuole un uomo, la vedo già come una zitella gattara- dice girandosi verso di me, lasciandosi scappare anche una smorfia di disprezzo

Matteo:-La ricerca dell'indipendenza a volte ci fa dimenticare di avere bisogno di una persona al nostro fianco- dice soltanto, spostando ancora una volta lo sguardo su di me

Mangio nervosamente il mio gelato, facendo appello a tutte le mie forze per non rispondere alla sua frase. Io non ho bisogno di nessuno al mio fianco, tanto meno di un uomo.

Mamma:-Dopo la delusione di Carlo...- inizia a dire, mentre io le tiro un calcio sotto il tavolino per farla smettere -Ha deciso di chiudere con gli uomini- confessa, ignorando la mia espressione infastidita

Sentire il suo nome mi fa raggelare il sangue, rabbrividisco ai ricordi che mi passano per la mente e strizzo gli occhi nel tentativo di mandarli via.

Matteo:-Sofia, credo che sia una sua scelta, anche se francamente spero sia solo una sua convinzione- risponde finendo il gelato

Io:-Io e mia madre dovremo cercare un regalo di nozze per il matrimonio di mia sorella!- dico solo nel tentativo di cambiare argomento

Mamma:-Almeno lei si sposa, non come te, che non vedi amore da nessuna parte- dice con una punta d'astio nella sua voce

Io:-Gli uomini sono un'inutile perdita di tempo- affermo seria, senza preoccuparmi della reazione di Matteo

Ci alziamo e vado a pagare, ma mentre sono in fila, il cane di Matteo, pensa bene di iniziare a mordicchiarmi i lacci delle scarpe, distraendomi. Quando alzo lo sguardo, Matteo ha già pagato e mia madre lo guarda orgogliosa, con un sorriso sulle labbra.

Usciamo dalla gelateria e percorriamo la galleria del centro commerciale fino ad arrivare alla gioielleria, dove rimango colpita da una collana d'argento, con un ciondolo a forma di goccia, in zaffiro.

L'atmosfera di ammirazione viene rovinata dall'esclamazione di mia madre, che oltre che farmi raggelare il sangue, mi lascia a bocca aperta.

Mamma:-Matteo, perché non accompagni Francesca al matrimonio di Anastasia, l'intero ricevimento sarà in maschera e non vorrei che mia figlia si sentisse sola, al matrimonio... Potresti farle da cavaliere per la giornata!-

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Sofia si fa valere, Matteo se la ride e Francesca viene travolta dagli avvenimenti. La mia parte preferita però, rimane l'odio a prima vista fra Mojito e Francesca, che adesso si ritroverà con non poche difficoltà, senza la macchina.

Non odiatemi, un saluto da Francesca e Matteo, Buona lettura!

-Nenne23

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