11. Si ritorna alla normalità, o quasi.
Luca:-Secondo me il viaggio ti ha fatto bene- dice riportandomi alla realtà.
Clara:-Secondo me, è stato Matteo a fare bene- dice fra un sorso di cioccolata e l'altro.
Claudio:-Io dico che senza sua madre sarebbe andata meglio- afferma spuntando dalla mia cucina, mentre io continuo a fissare il vuoto.
Io:-Smettetela di parlare come se io non ci fossi, lo fate da tutto il pomeriggio- dico lasciandomi scappare uno sbadiglio subito dopo.
Claudio:-Che è successo dopo il matrimonio?- chiede curioso, mettendosi comodo sul divano
Io:-Nulla di che, mia madre ha rapito Matteo ed io me ne sono andata a dormire- dico ricordando il momento con un piccolo flashback, accompagnando il racconto gesticolando e facendo spallucce.
Clara:-Quindi non avete...- inizia lasciando in sospeso la frase
Io:-No, Clara, non abbiamo fatto proprio niente- dico sbuffando
Luca:-Ecco perché sei ancora isterica- dice guardandomi male
Io:-Luca...- lo fulmino con lo sguardo, senza dire altro
Luca:-Avanti Francesca, non vorrai mica negare il fatto di volergli saltare addosso- dice provocando la risata di Clara
Io:-Luca posso licenziarti in qualsiasi momento, ricordatelo- dico minacciandolo.
Luca finalmente si zittisce, serrando le labbra.
Claudio:-Ma non puoi licenziare me, e, se eviti la sua domanda, significa che non vuoi ammetterlo. Si vede lontano un miglio che sei cotta a puntino- dice incrociando le braccia.
Alzo un sopracciglio in reazione alla sua frase. Davvero è questo che vedono loro da fuori? E Matteo? Cosa vede? Si sarà accorto che "sono cotta a puntino"?
Clara:-Non baceresti al matrimonio di tua sorella, davanti a tua madre, un uomo che non ti piace e a cui non salteresti addosso.- dice incrociando le braccia
Claudio:-E per la cronaca, lo sbuffo di prima ha detto tutto- dice rincarando la dose.
Luca:-Loro non puoi licenziarli- mi dice facendomi l'occhiolino.
Io:-Ragazzi!- esclamo a voce alta nervosa -Non capite che in quel caso sarei nei guai? Vuole portarmi via tutto! Tutto! E l'amore è il miglior modo per distrarre una persona dai propri obbiettivi!- esclamo in ansia.
Il suono del campanello distrae tutti. Sbuffo, trascinandomi di malavoglia fino all'ingresso. Apro la porta, per poi guardarmi intorno perplessa, non vedendo nessuno. Abbasso lo sguardo del tutto casualmente e trovo qualcosa di totalmente inaspettato. Un piccolo cesto di vimini con delle piccole coperte a coprire due piccoli gattini grigio perla. Mi inchino velocemente sicura di avere gli occhi a cuoricino. Sollevo il cestino portandolo in casa.
Luca:-E quelli cosa sono?- chiede stralunato
Clara:-Qualcuno si è accorto che hai un futuro da gattara a quanto pare- dice ridendo, mentre io la ascolto distrattamente, ammirando i cuccioli miagolanti che cercano di arrampicarsi fuori dal cestino.
Claudio:-Sarebbero adorabili in forno- dice a braccia conserte guardando i piccoli gattini.
Io:-Sei il solito idiota- lo congedo prendendo in braccio uno dei due gattini.
Luca:-Ma la vera domanda è... chi li ha portati fin davanti al tuo portone?- chiede riportando tutti alla realtà.
Clara:-Magari è stato Matteo- ipotizza cercando nervosamente qualcosa nel cestino
Claudio:-Non c'è nessun biglietto?- chiede dicendo finalmente qualcosa di intelligente.
Clara:-Sembra di no- risponde tutta concentrata.
Io:-Magari è stata mia madre, potrebbe averlo fatto lei, o Anastasia...- inizio a fare ipotesi, mentre una parte di me si rende conto che i gattini non ci sono più. Non sono nel cestino almeno.
Luca:-Sei riuscita a perdere i gattini dopo 5 minuti che te li hanno portati?- mi sfotte subito non appena se ne accorge.
Inizio a cercare i gattini ovunque, sotto il tavolo, dietro il divano, nelle altre stanze, finché non li trovo entrambi accucciolati in un angolo del divano. Addormentati.
Gli faccio un paio di carezze, poi i miei amici mi lasciano sola, dicendomi soltanto di avere degli impegni. Mi siedo sul divano con un plaid rosa sulle gambe, inizio a fare zapping fra i canali della tv, ma dopo un po' la spengo, tirando il telecomando dall'altro lato del divano.
Il campanello suona irrompendo nell'atmosfera di noia.
Io:-Cosa avete dimenticato?- dico annoiata, ricomponendomi immediatamente, non appena vedo che davanti a me, non ci sono il miei amici, bensì Matteo.
Matteo:-So che non mi aspettavi ma, dovevo darti una cosa- mi risponde lui imbarazzato, con un biglietto fra le mani.
"Son gattini, Son piccini,
Son carini, ma portan casini!
Pronta a prenderti cura dei cucciolini? "
Leggo sul biglietto la piccola e goffa filastrocca, invitando Matteo ad entrare in casa con un cenno. Sorrido, per il tentativo mal riuscito di sembrare un poeta.
Matteo:-Dove sono i cuccioli?- mi chiede guardandosi intorno e sfilandosi la giacca
Io:-Allora li hai portati tu... Ma il biglietto non sarebbe dovuto essere nel cestino?- chiedo avvicinandomi a lui sventolando il biglietto.
Matteo:-Potrebbe essermi caduto, o forse avevo solo voglia di vederti- mi dice lui buttandosi sul divano con poca delicatezza, mentre io rimango in piedi al lato del divano, con le braccia conserte e il sorriso sulle labbra.
Io:-Avanti, che ci fai qui?- chiedo posizionandomi di fronte a lui, in piedi.
Matteo:-Te l'ho detto. Mi mancavi- dice puntando il suo sguardo dritto sui miei occhi.
Non rispondo. Qualche secondo dopo mi ha presa per il fianchi, costringendomi a buttarmi su di lui. La sua presa è decisa, i suoi occhi mi penetrano fin nel profondo. Sono seduta a cavalcioni su di lui e non riesco a muovermi, sta per baciarmi.
Sta per baciarmi ed io, non ho la minima intenzione di tirarmi indietro.
D'un tratto sento un rumore, un rumore che identifico come quello di una chiave che gira nella toppa della serratura. Farei finta di niente, se non fosse che nessuno ha le mie chiavi di casa e sono letteralmente seduta a cavalcioni su Matteo.
Matteo sembra accorgersi del rumore, il suo sguardo cambia, in un primo momento penso a mia madre, ma poi ricordo che lei è a Milano e che non può essere lei. Mi giro verso la porta, scendendo da sopra Matteo. Mi avvicino lentamente all'ingresso, afferrando un ombrello a poca distanza da me.
Impugno l'ombrello mentre sento Matteo dietro di me, mi prende per i fianchi tirandomi dietro di lui, poi abbassa la maniglia aprendo la porta di colpo.
La persona che mi ritrovo davanti, mi stupisce e non poco.
Il figlio della vicina di casa che avrà si e no 16 anni, con una forcina in mano.
Io:-Roberto! Che diavolo stavi facendo?!- chiedo sorpresa, mentre lui nasconde le mani dietro la schiena, abbassando lo sguardo con aria colpevole.
Roberto:-Beh ecco... Vuoi la verità?- dice gongolando
Io:-Entra e dammi una spiegazione valida- dico dura, lui obbedisce.
Roberto:-Io e la mia ragazza stasera facciamo un anno... Visto che sei sempre fuori casa avevo in mente di portarla qui per festeggiare e sistemare tutto prima del tuo ritorno...- mi racconta mordicchiandosi il labbro nervosamente, passandosi una mano fra i capelli tinti.
Matteo:-Romantico... ma illegale- interviene lui, incrociando le braccia con aria autoritaria.
Io:-Roberto tu...- inizio ma vengo interrotta
Matteo:-Francesca, lascia fare a me- dice prendendo per un braccio Roberto.
I due escono per diversi minuti, mentre io mi crogiolo in un dubbio: Mi fido e lo lascio fare, oppure esco per controllare che sta facendo?
"Fiducia" ripeto, mentre mi dirigo in cucina per mangiarmi una coppa gigante di gelato.
_____________________________________
SE VOLETE UCCIDERMI, AVETE RAGIONE. OKAY? Da ora cerco di scrivere più frequentemente, promesso.
-Nenne23
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top