Capitolo 9
Sabato 05/09/20
Nella sala comune di Grifondoro il camino scoppiettava tranquillo, solo una persona faceva da pubblico al piccolo spettacolo pirotecnico che si stava consumando. Eveleen Connely giaceva scomposta su una delle poltrone, un'espressione imbronciata corrugava il viso della ragazza e gli occhi verdi erano meno brillanti del solito. Le gambe, appoggiate distrattamente su uno dei braccioli, non smettevano, neanche per un secondo, di muoversi nervose.
Un rumore di passi trafelati proveniente dal lato destro della sala comune infranse la cappa di silenzio.
"Eevee! Perché te ne sei andata?" urlò un ragazzo con una massa spettinata di capelli neri entrando, senza troppa grazia, in sala comune.
La ragazza non alzò nemmeno lo sguardo dal camino, si stava sforzando con tutta se stessa di ignorarlo.
"Eveleen mi vuoi spiegare cosa è successo?"
James spostò un'altra poltrona in modo da essere perfettamente di fronte alla ragazza. Stette in silenzio qualche secondo osservandola, i lunghi capelli rossi brillavano illuminati dalla luce del camino. Non poté fare a meno di ripensare alla prima volta che l'aveva vista cinque anni prima, erano proprio quei capelli rossi ad avere attirato la sua attenzione. Alcune volte si chiedeva se avrebbe sviluppato la stessa ossessione per la ragazza se i suoi capelli fossero stati di un altro colore.
"No James, probabilmente saresti andato a cercarti un'altra Lily" rispose la ragazza.
Il ragazzo si stupì, era convinto di non aver aperto bocca, ma doveva essersi sbagliato. Diventò tutto rosso, imbarazzato e convinto di averla offesa. Doveva aver già sbagliato quella sera, altrimenti la ragazza non avrebbe lasciato la festa senza dirgli niente.
"Ma che dici Eevee?" tentò poi di cambiare discorso "Non riesco a capire perché tu te ne sia andata, ci stavamo divertendo tutti!"
Era la prima volta che Eveleen partecipava al famoso festino dei Malandrini per l'inaugurazione dell'anno accademico, aveva sentito storie e pettegolezzi sull'evento per tantissimo tempo e si era creata non poche aspettative. I ragazzi sapevano il fatto loro e avevano trasfigurato tutta la stanza in una discoteca, piena di luci stroboscopiche e musica, ma anche completamente insonorizzata.
"James dai torna su, ne parliamo domani" disse soltanto.
"Oh Godric, Eveleen non fare così, dimmi cosa c'è che non va!"
James si stava infastidendo, non capiva cosa non andasse nella fidanzata. Fino a poco meno di un'ora prima sembrava andasse tutto bene, poi si era allontanato per cercare qualcosa da bere e al suo ritorno non l'aveva più trovata. Aveva passato l'ultima mezz'ora a cercarla nel casino e con pochissima luce, per poi arrendersi al fatto che se ne fosse andata. Conoscendola aveva ipotizzato che si era ritirata sulla sua poltrona preferita in sala comune e lì l'aveva trovata.
"Non ce la posso fare" esplose all'improvviso lei "Non posso avere una relazione con te. Ci ho provato, ci ho provato davvero. Sentire ogni tuo singolo pensiero mi manda fuori di testa. Ci sono persone con cui riesco a controllarmi, ma con te no, mai. So che non lo fai apposta, so che sei un bravo ragazzo, ma per me è insopportabile. Prima hai guardato il sedere di Robin e ci hai pensato per mezzo secondo. Questo basta a mandarmi fuori di testa. Non posso farcela"
Eveleen non sapeva leggere nel pensiero da sempre. Quando era piccola le capitava di capire molto bene le persone e le loro motivazione, un'altissima intelligenza emotiva era stata la risposta della scienza e dalle maestre.
Quando, un pomeriggio di luglio, colui che avrebbe poi scoperto chiamarsi professor Paciock era arrivato a casa sua comunicandole che era una strega, pensava di aver trovata una risposta a tutte le sue stranezze. Sua madre aveva pianto dalla gioia, non poteva credere che sua figlia fosse magica. Era partita per Hogwarts piena di gioie e di aspettative.
La prima volta in cui aveva davvero letto la mente di qualcuno era una sera di ottobre del suo primo anno alla scuola di magia e stregoneria. Con le compagne di stanza aveva organizzato un pigiama party per conoscersi meglio, ad un certo punto Robin aveva pensato che i capelli di Eveleen fossero molto più belli dei suoi. Eevee le aveva risposto che non era vero e che anche lei invidiava molto i ricci castani della sua nuova amica. Robin l'aveva guardata stupita e le sue altre compagne di stanza le avevano chiesto a cose stesse rispondendo. Si era spaventata e aveva passato la nottata in sala comune, non sapendo spiegare alle amiche quello che era appena successo. Era ancora lì quando aveva visto spuntare dal nulla i malandrini.
Qualche giorno dopo aveva deciso di parlare della questione con il professor Paciock, a cui era particolarmente affezionata. L'insegnante di Erbologia le aveva spiegato che era una "Legilimens", cioè una strega in grado di leggere nel pensiero.
Eveleen si era poi documentata nella biblioteca della scuola scoprendo che non tutti i Legilimens erano uguali. Alcuni erano in grado di leggere i pensieri di tutti in ogni momento, altri erano solo più abili nell'usare un particolare incantesimo. Lei doveva fare parte di una terza categoria perché il suo potere era particolare e imprevedibile.
All'inizio le capitava ogni tanto, a caso, di percepire i pensieri altrui. Negli anni il suo potere si era rafforzato ed erano emerse alcune costanti: c'erano persone, come Chris, su cui il suo potere non funzionava mai, altre con cui riusciva solo in alcune situazioni, soprattutto se era molto emozionata, come con Robin e poi c'era James.
Il ragazzo era l'eccezione alla regola, il corvo bianco in uno stormo di uccelli neri. Eveleen riusciva a leggere i suoi pensieri sempre, bastava che fossero nella stessa stanza. Non sapeva cosa ci fosse di particolare nel ragazzo, perché con lui il suo potere funzionasse in modo diverso, ma era attratta da lui come un orso dal miele.
Quando aveva capito di poter leggere qualsiasi suo pensiero, erano ormai al terzo anno e lo screzio di due anni prima era sfumato dai suoi ricordi. Aveva spesso usato il suo dono per cogliere i Malandrini in flagrante e farli punire. Nessuno sapeva del suo segreto, nemmeno Robin, non era mai riuscita a trovare il coraggio di confessarsi con l'amica. Aveva paura di essere allontanata e che le persone si sarebbero comportate diversamente con lei. Non era ancora in grado di controllare il suo potere e, spesso, invadeva la privacy degli altri.
James aveva cominciato a provarci seriamente con lei più o meno nello stesso periodo e lei aveva saputo fin da subito che le sue intenzioni erano molto più sincere di quanto potesse apparire da fuori. Sapeva che era ingiusto, sbagliato, immorale, ma per quanto ci provasse non poteva smettere di leggergli la mente. Era attratta dalla sua ossessione per Lily e James, si sentiva speciale, si sentiva scelta. Era la prima volta in vita sua che qualcuno ci teneva così tanto a fare colpo su di lei. Era sempre stata considerata una ragazza strana, senza troppi amici.
E così quando, una mattina piena di sole all'inizio del quarto anno, James le aveva chiesto di uscire, in piedi sul tavolo di Grifondoro, dopo mesi e mesi di rifiuti, lei aveva detto sì. Aveva letto la gioia nei suoi occhi e nella sua mente. Era stato tutto come James aveva sempre sognato, la sua "Lily" battagliera che sembrava odiarlo e poi aveva ceduto.
Eveleen si era sentita lusingata e potente. Sapeva che avrebbe dovuto dirgli la verità, spiegargli del suo potere, si era ripromessa di farlo il prima possibile.
Ma poi le uscite erano diventate due, quattro, otto e lei non gli aveva mai detto niente. All'inizio aveva accettato di uscire con lui per farlo contento, provava solo simpatia per lui. Con l'andare dei mesi invece se ne era veramente innamorata.
E, solo allora, aveva capito che era troppo tardi. Non poteva più svelargli la verità o tra loro sarebbe finita. Era già difficile immaginare che qualcuno consapevole del suo potere volesse stare con lei, senza privacy, figurarsi scoprire mesi e mesi di menzogne.
In quel periodo aveva deciso di voler diventare un indicibile per scoprire meglio come funzionasse la magia e, soprattutto, come funzionasse il suo potere. Sperava che una volta scoperto come controllarsi, la relazione tra lei e James non avrebbe dovuto interrompersi e lui non avrebbe mai scoperto il suo piccolo segreto.
Era durata un anno, un anno intero. Un anno fatto di menzogne a se stessa e di menzogne a James. Alternava momenti di totale scotomizzazione del problema a momenti in cui non riusciva a smettere di pensarci. Si sentiva sporca, ma era troppo innamorata ed era, semplicemente, troppo tardi. In qualche modo era riuscita a tirare avanti fino a quel maledettissimo 5 settembre.
"Tu leggi nel pensiero?" disse sconvolto James.
"Io..."
Eveleen non sapeva come rispondergli, le era scappato, era arrabbiata. Non voleva dirglielo, non doveva dirglielo così. Ma era stato troppo, semplicemente troppo. Avrebbe dovuto prepararlo, spiegargli le cose per filo e per segno e invece:
"Si James, sono una Legilimens" disse soltanto.
"E quando pensavi di dirmelo? Sull'altare?" chiese visibilmente sconvolto James.
"Ci ho provato tante, tantissime volte, ma non mi sembrava mai il momento giusto. Non volevo che finesse tra di noi."
James era arrabbiato, gli tremavano le mani. Si sentiva minacciato, si sentiva preso in giro. Come se avesse creduto in qualcosa che non era mai stato vero. Cominciò a ripensare febbrilmente a quante cose lei doveva aver letto nella sua mente.
"Mi hai mentito per un anno intero. Mi hai spiato per un anno intero. Avrei potuto imparare qualche tecnica per schermare la mente, ma no, molto meglio mentirmi e continuare a farti i cazzi miei."
"James, io..." tentò di giustificarsi lei.
La ragazza aveva finalmente alzato gli occhi dal camino per guardarlo dritto negli occhi, stava piangendo. James si allontanò di un passo guardandola con odio, con disprezzo. Era esattamente di questo che Eveleen aveva paura ed ora era realtà.
"Eveleen, basta. Lasciami stare."
James scappò il più velocemente possibile nel dormitorio, in cui la festa stava ancora continuando. Quando ridiscese coperto dal mantello dell'invisibilità e con la mappa del malandrino in mano trovò Eveleen esattamente dove l'aveva lasciata. Era seduta scomposta su una poltrona a fissare il camino. Si chiese se il mantello bastasse a proteggere i suoi pensieri, tentò di capirlo dall'espressione della ragazza, ma sembrava in trance, non muoveva neanche un muscolo.
Eveleen sentì tutto il flussò dei pensieri del ragazzo e pensò che rispondergli sarebbe stata la cosa giusta. Ma non ci riuscì. Resto immobile sulla poltrona aspettando che lui se ne andasse, consapevole di aver rovinato tutto e che la colpa era solo e soltanto sua.
Ciao ragazzi! Come state?🌸
Forse questo è il capitolo che tutti voi stavate aspettando: finalmente scopriamo cosa è successo tra Eveleen e James, ma sopratutto scopriamo quale è il segreto che la nostra protagonista nascondeva!
Vi svelo che è stato un capitolo impegnativo da scrivere, ed è anche un capitolo diverso da quelli che avete letto fino ad ora... Motivo per cui vi rinnovo l'invito a lasciarmi commenti sulla storia così da aiutarmi nella stesura dei capitoli futuri.
La vostra Corvonero
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