Capitolo 4

02/09/2015

Il primo vero giorno ad Hogwarts era finalmente iniziato. L'emozione riempiva il dormitorio maschile di Grifondoro. Matt aveva dovuto rifare tre volte il nodo alla cravatta, rischiando più volte di strangolarsi da solo. James e Fred avevano tentato di aiutarlo inutilmente, per fortuna Chris aveva salvato la situazione. 

Per quanto loro tre avessero sentito da sempre miliardi di racconti su Hogwarts da parte dei loro genitori e parenti, l'idea di iniziare davvero metteva un po' di agitazione. Anni e anni di aspettative stavano per scontrarsi con la realtà.

I quattro ragazzi riuscirono finalmente a scendere in sala grande, anche se il percorso durò molto più del previsto: Matt continuava a fermarsi stupito dai quadri parlanti. La sera prima era stato troppo stanco per notare che i quadri non solo si muovevano, ma addirittura gli parlavano.

James era agitato ma stava tentando in tutti i modi di non farlo trasparire.
Si guardava in giro, nella sala grande, alla ricerca dei suoi futuri compagni sperando di riuscire ad individuare subito quelli del primo anno, per sembrare meno spaventato e più spavaldo.
Si sedettero in fondo al tavolo e Fred si mise a parlare con le ragazze sedute vicino a loro.

"Io sono Fred Weasley, primo anno e voi?" chiese con un sorriso sornione.
"Robin Canon" rispose timidamente la ragazza bionda alla sua destra.
"E tu?" chiese James alla ragazza rossa.
"Eveleen Connely" rispose con voce sicura la ragazza "Ma tutti mi chiamano Eevee".
Il volto di Matt si illuminò.
"Come il Pokemon!" esclamò quasi urlando, felice di essere finalmente sul pezzo.
"Si!" rise la ragazza "Nato babbano anche tu? Temo che mia madre mi abbia chiamato Eveleen solo per potermi chiamare Eevee."

Negli anni a venire James avrebbe ripensato spesso a questo momento. Sosteneva che fosse stato amore a prima vista, prima, e lo smentiva con tutte le sue forze, poi.
La verità era che aveva undici anni e ad undici anni non sapeva cosa fosse l'amore. Era solo un ragazzino spaventato e ossessionato dal ripetere la storia dei suoi nonni e trovarsi davanti Eveleen e la sua chioma rossa gli sembrava proprio un segno del destino.

"James Sirius Potter, piacere" rispose.
'Ho trovato la mia Lily' pensò.
"Che cos'è un Pokemon?" chiese molto perplesso Fred.
"Ma non sapete proprio niente voi maghi!" gli rispose ridendo Eevee.

L'incontro con le ragazze stemperò un po' la paura dei Malandrini. E tutti insieme si incamminarono verso la loro prima lezione: Trasfigurazione.
La professoressa McGranitt li attendeva in piedi davanti alla cattedra. La sua espressione non si era addolcita con l'età, anzi, se possibile, era diventata ancora più severa. Indossava un lungo abito verde scuro, in tinta con il cappello, e i capelli erano legati in uno chignon talmente stretto che sembrava fisicamente impossibile.

"Benvenuti ragazzi, prendete posto" disse senza sorridere.

I giovani Grifondoro entrarono, un po' spaventati, e si sedettero nelle prime file. L'aula era grande abbastanza da contenere sia loro che il primo anno di Corvonero. I banchi erano ricoperti di tante piccole scritte accumulati negli anni da "R+L = love" a "Alexandra è un troll".
Una volta che si furono tutti accomodati la professoressa cominciò a spiegare cosa fosse la trasfigurazione e cosa avrebbero imparato durante tutto quell'anno. 

La prima settimana di lezioni fu essenzialmente un'introduzione alla magia. James ebbe tutto il tempo per raccontare agli amici le origini dei Malandrini e alcune delle loro gesta.
Quel venerdì sera si trovavano tutti e 5 accoccolati sulle poltrone in sala comune. Erano riusciti ad accaparrarsi la posizione davanti al camino, quello, che da lì in poi, sarebbe stato il loro posto. 

"Mio padre si è lasciato scappare che i primi Malandrini avevano costruito una mappa che indica l'esatta posizione di ogni abitante del castello e tutte i passaggi segreti" spiegò James.
"Dopo anni di domande indiscrete siamo riusciti a scoprire che si trova nello stanzino del custode!" esclamò tutto trionfante Fred.
"E noi la dobbiamo recuperare?" chiese con molto meno entusiasmo Matt.
"Ragazzi non mi sembra una buona idea" li riprese Chris "farci mettere in punizione, o peggio espellere, dopo una sola settimana di scuola mi sembra un po' precipitoso."
James e Fred alzarono contemporaneamente gli occhi al cielo.

"Lunastorta non fare il vecchio" gli disse Fred.

"Prima di tutto non abbiamo intenzione di farci beccare" continuò il cugino "e poi vi manca di sapere qualcosa..."

A questo punto James fece segno al gruppo di seguirlo, con fare cospiratorio, e salirono le scale verso il loro dormitorio. Una volta entrati Fred estrasse, con teatralità, un vecchio mantello dal baule del cugino. James, molto lentamente, e fissando intensamente i due amici si mise addosso il mantello.
"Oddio!" urlò Matthew "Non hai più il corpo!"
Prima che l'amico si mettesse a piangere, James si tolse il mantello mostrando che era ancora tutto intero.
"Matt, stai tranquillo" lo rassicurò Chris "quello è un mantello dell'invisibilità."

Chris si avvicinò per osservare il mantello più da vicino. La sensazione al tatto era di un materiale fresco e liscio come se il mantello fosse fatto d'acqua. La mamma di Chris, Kendra Nightingale, faceva la storiografa e aveva spiegato per filo e per segno al figlio tutta la storia dei doni della morte. Kendra era convinta che il mantello fosse di proprietà dei Potter e, per questo, Chris non fu troppo sorpreso nel notare che l'oggetto era esattamente come quello descritto dalla madre.

"È il mantello della storia dei tre fratelli?" chiese agli altri due.
"Si! L'unico vero mantello dell'invisibilità. La mia famiglia se lo passa da generazioni." affermò tronfio James.
"Ma con i tre fratelli intendete i tre porcellini" chiese molto confuso Matt.
"Te lo spiego dopo ora torniamo al nostro piano." Lo zittì James. "Grazie a questo possiamo raggiungere senza problemi lo stanzino del custode!"
Chris, dopo aver raccontato a Matt cosa fosse la storia dei tre fratelli e i doni della morte, decise di collaborare al folle piano dei cugini, più convinto dall'ebbrezza di provare il mantello dell'invisibilità che dalla missione.

10/10/2015

Il piano fu sviluppato fino ai minimi dettagli nel corso del mese seguente.
L'idea era in realtà molto semplice, come solo dei bambini di 11 potevano congegnare, cioè intrufolarsi nello stanzino custode grazie all'incantesimo Alohomora, il professor Vitious aveva detto loro che lo avrebbero imparato entro la fine del mese.

Il nuovo custode Bertram Khan era un magonò come il suo predecessore. Anni e anni di marachelle da parte degli studenti lo avevano convinto ad aumentare un po' la sicurezza del suo "ufficio". Non disponendo di Mrs. Purr, né di alcun aiuto magico, aveva disposto una serie di lucchetti complessi. Era facile aprirli con l'incantesimo di apertura, ma ci voleva un po' di tempo per farlo su tutti.

Finalmente il professore di incantesimi decise che era arrivato il momento per insegnare ai ragazzi il famosissimo incanto. I malandrini erano molto emozionati, ma si impegnarono il più possibile per riuscire ad avere il completo controllo sull'incantesimo.

Quella sera i Malandrini si trovavano nella sala comune, aspettando che tutti gli altri compagni andassero a letto per poter, finalmente, mettere in atto il loro piano. Per ingannare il tempo Fred e Matt giocavano a Gobbiglie, mentre Chris leggeva e James parlava con sua cugina Dominique.
Piano piano la sala comune si svuotò lasciando soli i ragazzi con Dominique. Quando finalmente anche quest'ultima si ritirò nel dormitorio, il fatidico momento era giunto.

Si infilarono tutti e quattro sotto il mantello, non senza problemi. Chris, il più alto dei quattro, dovette piegarsi per fare in modo che non spuntassero le caviglie di nessuno. Attraversare il buco del ritratto fu un'impresa piuttosto ardua, considerando la goffaggine di Matt.
Con fatica raggiunsero l'ufficio di Khan e, come da programma, lasciarono a Chris l'infausto lavoro di apertura. Farlo tutti insieme sarebbe stato sicuramente più veloce, ma Chris era il migliore tra i quattro per quanto riguardava gli incantesimi.

Una volta dentro si suddivisero la stanza in modo da controllare ogni cassetto, ogni schedario e ogni angolo. La ricerca andò avanti per più di un'ora prima che i ragazzi decidessero di arrendersi.

"Ma non è possibile!" si lamentò James.
"Deve essere qui! Lo ha detto mio padre!" intervenne Fred.
"Magari Khan l'ha buttata visto che sembra una pergamena normale" ipotizzò Matt, che non vedeva l'ora di andarsene.
"O magari tuo padre ti ha mentito in modo che tu smettessi di fare domande" sentenziò Chris.

Delusi dal mancato successi i quattro percorsero a ritroso la strada verso la sala comune di Grifondoro. Matt rischiò di cadere dalle scale ma fu, con prontezza, salvato da Fred.
Arrivati nella sala comune si tolsero il mantello, convinti di essere soli. Un urlo dimostrò loro il contrario.

"Cosa? Come? Da dove siete spuntati voi? Lo sapevo che stavate progettando qualcosa!" sbottò Eveleen.
I malandrini si guardarono l'un l'altro senza sapere cosa dire.
"Ehm Eevee, Matt aveva molto caldo e abbiamo deciso di accompagnarlo a fare un giretto fuori" spiegò Fred, mentre Chris alzava gli occhi al cielo.
"Vi ho visti apparire dal nulla".
"Sarai un po' stanca Connely, sai, è tanto buio qui giù. Nessun appare dal nulla giusto? A proposito cosa ci fai tutta sola a quest'ora nella sala comune?" chiese James.

Era consapevole di star giocando con l'essere nata-babbana di Eveelen e si sentiva un po' in colpa, ma aveva promesso a suo padre che avrebbe tenuto il mantello segreto. Dirlo ai malandrini poteva essere scusato, dopotutto anche Harry ne aveva parlato con zio Ron e zia 'Mione, ma non poteva diventare di dominio pubblico.
Eveelen arrossì e borbottò qualcosa che assomigliava molto a "non riuscivo a dormire". Dopo di che tornò nel suo dormitorio, per niente soddisfatta della risposta dei ragazzi e ancora sospettosa.

"Ci è mancato davvero poco" commentò Fred.
"Oltretutto non abbiamo ottenuto niente" concluse James.
I ragazzi andarono a dormire più demoralizzati che mai.

Durante le vacanze estive di quell'anno Ginny mise in punizione James. Lo obbligò a mettere a posto la scrivania di Harry, piena zeppa di cartacce. E così il ragazzo trovò nel doppio fondo di un cassetto la mappa del malandrino e se ne impossessò.
L'iniziale amicizia tra Eveleen e i malandrini terminò la notte del loro tentato furto. Da allora cominciò a perseguitare i ragazzi e a tenerli strettamente d'occhio. I Malandrini trovavano sorprendente come lei fosse sempre un passo avanti a loro, come se fosse in grado di prevedere le loro mosse.

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