Capitolo 25
21 Febbraio 2024, Ministero della Magia
James non aveva mai visto l'aula degli aspiranti Indicibili più gremita. Era abituato a trovare soltanto le prime file occupate, ma quel giorno non c'era un solo posto libero. Alcuni ragazzi sedevano persino sulle scalinate che dividevano in due la stanza.
Saul Croaker era un Indicibile tanto leggendario quanto eccentrico. La maggior parte degli appartenenti all'Ufficio Misteri non era mai riuscita ad incontrarlo, qualcuno credeva che fosse addirittura una leggenda creata per spaventare le giovani leve.
Nessuno riusciva a spiegare come Jennifer Watson fosse riuscita a convincerlo a partecipare ad un seminario del corso per diventare Indicibili. Probabilmente anche lui aveva paura della professoressa, pensò James.
Il seminario di Croaker era il primo di una lunga serie che avrebbe tenuto impegnati gli studenti fino a luglio. Era tradizione che anche gli studenti degli anni precedenti partecipassero ed erano aperti perfino per gli Indicibili. Era la prima volta, però, che l'intero Ufficio Misteri prendeva parte ad un incontro.
James era seduto in seconda fila, nei posti riservati agli studenti, tra Eveleen e Mark. Le ultime settimane erano state noiose quanto si erano aspettati, la Candlelight li aveva costretti a catalogare una caterva di documenti, senza che i ragazzi riuscissero a farle neanche una delle innumerevoli domande che avrebbero voluto porre.
James ed Eveleen avevano aspettato quel seminario per tutto il tempo, sperando di scoprire finalmente qualcosa. Sedevano in trepidante attesa, nessun Malandrino era riuscito a scoprire nulla di nuovo e questa era la prima vera occasione che avevano da settimane.
Saul Croaker entrò nell'aula in quel momento, ponendo fine al chiacchiericcio diffuso nell'aula. L'Indicibile era molto diverso da come James se lo era immaginato: non era un mago anziano alla Silente, ma un uomo prestante, nonostante fosse evidentemente vicino alla pensione. I capelli scuri circondavano dei tratti da rapace e un importante naso che doveva essere stato rotto almeno un paio di volte. Incuteva tanto timore quanto la Watson.
«Buongiorno a tutti», salutò l'aula, prendendo posto alla cattedra e scandagliando i presenti con i suoi occhi da corvo.
«È una mia impressione o ti sta fissando?» Chiese Eveleen.
Lo sguardo del mago, dopo aver percorso l'intera aula, si era soffermato su James e gli stava letteralmente bucando la testa. I penetranti occhi nocciola avevano incatenato il giovane, quasi sembrava che non ci fosse nessun altro in aula se non loro due. L'atto non durò più di qualche secondo ma bastò per lasciare al ragazzo una pessima impressione, cosa aveva fatto di male questa volta? Era sicuro di non aver mai incontrato Croaker in vita sua, cosa gli stava sfuggendo?
«Sono stato invitato dall'Indicibile Watson per parlarvi dei misteri del tempo, materia alla quale ho dedicato tutta la mia vita. Inutile che vi spieghi quanto questo argomento sia complesso e delicato, se avete scelto questo percorso, spero, già lo sappiate. Ho sempre rifiutato di tenere lezioni come questa, perché nonostante tutti i miei studi, mi sento ancora un ignorante di fronte al tempo. Vi chiederete cosa mi ha fatto cambiare idea e per quale motivo io oggi sia qui. La risposta siede tra voi, in seconda fila, al quinto posto da sinistra», concluse fissando intensamente James.
«Harry Potter. Credo che non ci sia bisogno che io vi spieghi chi è, quello che pochi ricordano è la distruzione che il salvatore del mondo magico si è lasciato alle spalle. È a lui che dobbiamo la scomparsa di buona parte delle profezie contenute nell'ufficio misteri, per non parlare dell'intero ministero e, soprattutto, delle preziosissime Giratempo. Quando ho saputo che il signor Potter junior avrebbe preso parte alla mia lezione ho capito che era la mia occasione per vendicarmi», spiegò il professore.
Il viso di James si colorò di rosso, era incredibile come suo padre riuscisse ad essere il soggetto di ogni conversazione. Persino la sua vita professionale era completamente incentrata su Harry Potter. Disse mentalmente addio a qualsiasi possibilità di chiedere ulteriori informazioni sulla Giratempo perduta e cercò di mantenere un'espressione neutra.
«Bando alle ciance!» Si riprese il professore. «Oggi ho l'onore di spiegarvi come l'incredibile branca della magia del tempo si sia sviluppata e abbia dato vita ad uno dei più grandi prodotti dell'ingegneria magica: la Giratempo. Non sarà una noiosa lezione frontale, come quelle di Jennifer.»
L'uomo smise di parlare per lanciare un'occhiata di scherno alla professoressa Watson. Nessuno osava mai trattare la strega in quel modo, i due dovevano essere amici di lunga data. O Croaker aveva istinti suicidi, aggiunse mentalmente James, guadagnandosi un'occhiata da parte di Eveleen.
«Tenetevi strette bacchette, piume e pergamene perché oggi vi porto in una gita temporale. Come ben saprete dalla legge che porta il mio nome è impossibile tornare indietro nel tempo di più di cinque ore, a meno che non vogliate creare dei seri problemi. Quest'oggi però sfideremo addirittura la mia autorità e viaggeremo nel passato per seguire l'incredibile storia della magia del tempo.»
Nella classe si diffuse un mormorio eccitato, nessuno si aspettava che la lezione sarebbe stata veramente interessante, pensavano di stare seduti un paio di ore ad ascoltare un vecchio scontroso, non di viaggiare nel tempo sfidando qualsiasi legge.
«Non viaggeremo davvero nel tempo», spiegò Eveleen a James e Mark. «L'indicibile Croaker è un buon occlumante, ma sta pensando talmente intensamente ad un pensatoio che riesco a vederlo persino io.»
L'Indicibile mentre i ragazzi parlavano, si era alzato e ora stava trafficando insieme alle Watson con le pareti della stanza. I mattoni stavano perdendo il loro colore, diventando di una strana tonalità traslucida.
«Come avrete potuto immaginare non faremo un viaggio nel tempo in senso canonico, bensì attraverseremo i ricordi che negli anni i diversi Indicibili hanno raccolto e imbottigliato. La potenza di un incantesimo pensatoio così grande è poco elevata, per cui entrerete in gruppi di dieci. Ognuno di voi parteciperà a quattro momenti storici: l'incredibile viaggio di Eloise Mintumble nel 1402, i suoi effetti nel 1899, la creazione di una giratempo sperimentale nel 1717 e infine il primo prototipo controllato da un incantesimo orario che segue la mia legge nel 1950. Le quattro pareti di questa stanza funzioneranno da porte per questi momenti, dividetevi in gruppi e aspettate che un Indicibile vi dia il via per entrare.»
Ogni volta che James era certo di aver visto tutto quello che il mondo magico poteva offrirgli, ecco che l'Ufficio Misteri lo stupiva. Non aveva mai sentito parlare di un incantesimo pensatoio, né che fosse possibile creare qualcosa del genere. Ed era esattamente per questo che aveva deciso di diventare un Indicibile, non ci si annoiava mai.
«Tranne che con la Candlelight», commentò Eevee mentre si dirigevano insieme verso la parete più vicina alla cattedra.
«Tranne che con la Candlelight», asserì James.
Non riuscì a trattenere un sorriso, lavorare al dipartimento del tempo era certamente pesante, ma quanto meno era in buona compagnia.
«Signor Potter quando ha finito di far il cascamorto con questa povera ragazza che deve subire la sua presenza, la invito ad avvicinarsi», lo riprese Croaker. «Voi giovani Indicibili viaggerete con me, dopo tutto questo seminario è stato creato per voi. E il caro signor Potter sarà la nostra cavia. Oggi faremo la storia, è infatti la prima volta che un incantesimo pensatoio di queste dimensioni viene lanciato. Dovrebbe funzionare alla perfezione, ma meglio testarlo su un giovane in salute, non credete?»
James, rosso come un peperone, si avvicinò all'Indicibile. Era stufo di essere trattato in modo speciale per il suo nome, stufo di essere preso in giro da tutti, stufo di essere il figlio di Harry Potter. Aveva scelto di diventare un Indicibile anche per questo, volevo che fossero le sue azioni a parlare. Per questo tirò su la testa e fissò Croaker negli occhi.
«Mi dica quello che devo fare.»
Una scintilla di interesse illuminò gli occhi dell'uomo, era evidente che James non gli stesse ancora del tutto simpatico, ma non si era aspettato che il ragazzo avrebbe reagito in quel modo.
«Deve solo aspettare che io inserisca il ricordo, attraversare la parete di fronte a lei e poi tornare indietro ad avvisarci che l'incantesimo funziona. Non dovrebbe essere un grande problema per il ragazzo che ha salvato l'intero Ufficio Misteri», commentò sarcastico toccandosi il naso.
Suo padre aveva fatto promettere a tutti i presenti che la baruffa tra i fratelli non sarebbe diventata di dominio pubblico, ma qualcosa doveva essere riuscito a trapelare perché era evidente che l'uomo ne fosse a conoscenza. James, a fatica, rimase composto e non lasciò trapelare nessuna delle poco gentili parole che gli stavano ronzando nella testa. Guardò, invece, l'uomo aprire una boccetta e lasciar scivolare un filo di fumo madreperlaceo dentro la parete.
«Dopo di lei», gli disse con scherno il professore, era evidente che lo stesse sfidando a tirarsi indietro e ad avere paura.
James Sirius Potter non si chiamava in questo modo per caso, era il degno discendente di tre degli uomini più arroganti e indisciplinati della terra. Per questo si spettinò i capelli, si aggiustò gli occhiali, lanciò un sorriso ad Eveleen ed entrò nella parete.
∼ ∼ ∼
Una leggera pioggerella investì James non appena apparve dall'altra parte della parete. Il pavimento di legno aveva lasciato posto ad un sottobosco autunnale. Alzò gli occhi verso il cielo grigio pesto, realizzando di essere vestito troppo leggero per quel clima autunnale. Era comparso in una radura isolata, circondata da alberi aranciati. Si girò per tornare indietro, accorgendosi all'improvviso di non avere idea di come fare. Alle sue spalle non c'era niente che non appartenesse alla radura, nessuna parete, nessuna aula e sicuramente nessun Croaker.
«Dove sono?» Sentì urlare alla sua sinistra. «Quando sono? Cosa ne è stato del ministero?»
Girò il viso e si trovò di fronte ad uno spettacolo inaspettato. Era certo di vedere una collega di cui non conosceva il nome, non una donna vittoriana con tanto di cappellino. La signora era evidentemente in preda al panico, i capelli le stavano sfuggendo dalla crocchia e il viso aveva una colorazione rossiccia.
«Posso aiutarla?» Le chiese preoccupato.
La donna sembrò non notarlo e continuò imperterrita a guardarsi intorno, alla disperata ricerca di qualcosa. James le si avvicinò seriamente preoccupato, che la donna fosse in preda ad una maledizione?
«Signor Potter vedo che ha fatto già la conoscenza dell'Indicibile Mintumble», commentò Croaker comparendo dal nulla con un ghigno stampato in faccia. «Come non è riuscito a capire, Eloise non può né vederla né sentirla. Suo padre le avrà spiegato cos'è un pensatoio, spero. Uno dei pochi reperti magici che sono sopravvissuti persino al suo passaggio.»
James, umiliato, si strinse nelle spalle. Era convinto di essere riuscito a battere in astuzia l'uomo, ma doveva aver completamente travisato.
Nel frattempo, l'intero gruppo era comparso nella radura. Eveleen gli si affiancò il prima possibile, con un'espressione mortificata. Probabilmente aveva tentato di avvertirlo sul tiro dell'Indicibile ma James era stato troppo arrogante per curarsene.
«Ci troviamo nel 1402, uno degli anni più importanti della storia degli incantesimi temporali. L'Indicibile Mintumble provò l'impossibile, impostò una delle vecchie giratempo senza limiti per tornare indietro di quasi cinquecento anni. Ora siamo nei suoi ricordi, raccolti dopo il suo tragico ritorno nel 1899», spiegò Croaker osservando la donna girare per la radura spaventata.
«Mi scusi professore», intervenne Toshiko. «Se l'Indicibile voleva tornare così tanti anni indietro, perché è così spaventata? Non dovrebbe essere contenta di aver raggiunto il suo scopo?»
Croaker sorrise di nuovo, ma questa volta senza nessuna traccia di sarcasmo. Era evidente che fosse fiero della domanda, niente a che vedere con gli sguardi di disprezzo che lanciava a James.
«Gli annales dell'Ufficio Misteri riportano che l'idea di tornare indietro di cinquecento anni fosse stata dell'Indicibile Mintumble e che lei fosse perfettamente al corrente dei pericoli. Per anni si è creduto a questa storia, anche perché non erano presenti altri dati o fonti per poter elaborare una teoria alternativa. Durante il mio primo anno da Indicibile, decisi di approfondire la questione. Mi sembrava improbabile che una persona si prestasse volontariamente per un'impresa tanto disperata. Nei registri ufficiali sembrava tutto a posto, nessun segno di manomissione o mancanza. Passai giornate intere immerso nelle carte senza avere neanche un barlume di informazione», spiegò il professore crogiolandosi nel suo narcisismo.
«Si vede che è stato il professore della Candlelight», commentò Bran a mezza voce. «La passione per i faldoni antichi deve averla presa da lui.»
James non riuscì a trattenere una risata. Quel vecchio rapace era talmente pieno di sé che avrebbe potuto fare concorrenza a Zio Percy. Purtroppo, l'uomo doveva anche avere l'udito sofisticato degli uccelli a cui tanto somigliava, perché si girò subito stizzito verso il ragazzo.
«Signor Potter, vedo che la mia storia la sta divertendo. Quasi mi rammarico che l'Ufficio Misteri non permetta più di sperimentare sui propri componenti, sono anni che cerco qualcuno su cui provare un meccanismo per andare nel futuro e lei sarebbe stata la cavia perfetta. Farò in modo che non veda una missione per i prossimi due mesi, ma ora torniamo alla storia», lo riprese con un sorriso di trionfo Croaker. «Come stavo dicendo, durante le mie ricerche, dopo mesi di buchi nell'acqua feci una scoperta interessante: in un documento del 1674 si faceva riferimento ad un archivio di ricordi. Quei vecchi furboni degli antichi indicibili avevano creato un posto in cui tenere traccia delle loro missioni senza dover utilizzare delle volatili pergamene. Intervistai tutti i componenti dell'Ufficio Misteri, nessuno ne aveva mai sentito parlare. Mi diedero del visionario, ma io non demorsi e studiando a fondo la storia scoprì che durante l'approvazione dello Statuto di Segretezza era stato nascosta un'intera ala del Ministero che nessuno era più riuscito a ritrovare. Non vi nascondo che furono mesi difficili, passavo le giornate a lezioni e le notti nella polvere per cercare una traccia, un indizio, qualsiasi cosa. Alla fine dell'anno non avevo amici, tutti i colleghi mi credevano un pazzo e i miei superiori un esaltato, anche io pensai di arrendermi finché non ricevetti una lettera di Albus Silente.»
Il lungo discorso dell'uomo fu bruscamente interrotto dallo spostamento di Eloise, la donna disperata si era gettata nella foresta. L'intero gruppo fu costretto a seguirla, mentre dietro di loro il paesaggio scompariva in uno sfarfallio.
Gli studenti procedettero in silenzio per il bosco, presi ad osservare quel mondo. Sembrava di essere nella Foresta Oscura di Hogwarts, nessun indizio lasciava presagire che si trovassero cinquecento anni nel passato.
«Come hanno potuto pensare fosse una bella idea andare così tanto indietro?» Pensò James.
Non era pronto ad ammettere ad alta voce che avrebbe voluto sentire la fine del racconto di quel pallone gonfiato di Croaker. Era stufo di essere soltanto un Potter, come se la sua individualità si esaurisse nella sua famiglia. Voleva diventare un indicibile per i suoi meriti e convincere il mondo di essere una persona speciale.
Eppure grazie al potere di Eveleen poteva pensare a tutto questo senza doversi scomodare a dirlo ad alta voce. La ragazza camminava di fianco a lui, con la testa inclinata verso sinistra, evidentemente interessata ai pensieri del compagno. James sapeva che avrebbe dovuto visualizzare un muro e tenerla fuori dalla sua testa, ma era tutto così tanto più semplice permettendole di leggergli dentro.
Per tutta risposta la ragazza lo prese per mano.
∼ ∼ ∼
Il gruppo seguì Eloise Mintumble fino ad un borgo medievale. I giovani Indicibili osservarono il posto con estrema meraviglia, erano incantanti dal paesaggio, sembrava di essere in una fiera medievale. La reazione dell'Indicibile che stavano pedinando fu diametralmente opposta, era evidentemente sconvolta e intimorata dalla situazione. La videro spaventare diversi babbani locali, mentre chiedeva disperata notizie sul Ministero della Magia.
Con un gesto del professor Croaker il ricordo si velocizzò, videro il sole scomparire e alzarsi quattro volte. Le persone nella piazza si mossero alla velocità della luce finché, quando l'indicibile abbassò la mano, il ricordo si focalizzò di nuovo.
Tutto nel borgo sembrava identico, le stesse botteghe, la stessa locanda, persino le stesse persone in giro per la piazza, solo un dettaglio strideva: una donna giaceva sui gradini della chiesa coperta di stracci e con espressione folle dipinta sul viso.
«Siamo quasi giunti alla fine di questo ricordo. I cinque giorni stanno per scadere. Come vedete la sanità mentale dell'indicibile Mintumble ci ha lasciati già da un pezzo», spiegò Croaker indicando la donna sugli scalini. «Durante questo lasso di tempo non ha smesso neanche per un secondo di cercare di tornare al Ministero, attirandosi l'appellativo di strega e sconvolgendo le vita dei locali per sempre. Restiamo ancora un secondo per vedere la fine di questo ricordo, che purtroppo non non sarà lieta.»
I ragazzi si radunarono intorno alla donna, tutti religiosamente in silenzio. Neanche Roger se la sentì di fare una delle sue solite battute assurde. Erano testimoni di una tragedia, quella povera donna era ormai sull'orlo della follia e stava vivendo gli ultimi minuti della sua vita.
Dopo pochi istanti, l'Indicibile semplicemente scomparve. Nessun fatto eclatante, nessuna scintilla o nebbia, un secondo prima era lì, quello dopo sugli scalini restavano solo stracci. Il mondo intorno restò immutato per una frazione di secondo, poi iniziò a dissolversi e i ragazzi si trovarono di nuovo nell'aula del Ministero.
Croaker non si scompose, doveva aver ripercorso quel ricordo diverse volte e trascinò il gruppo sbigottito fino alla parete e al ricordo seguenti. Questa volta entrarono tutti insieme, ma il mago lanciò comunque uno sguardo di sfida a James. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, non sapeva come fosse possibile ma le sue probabilità di diventare un Indicibile non smettevano mai di scemare.
Varcata la parete si trovarono in una stanza del San Mungo, dove una donna incredibilmente vecchia stava spirando il suo ultimo respiro.
«Di chi è questo ricordo?» Chiese Croaker non appena il gruppo di studenti fu al completo.
«Di Eloise?» Rispose di getto James, capendo subito di essere caduto nel tranello del professore.
L'uomo infatti sorrise di nuovo e indicò la donna incartapecorita che giaceva sul lettino.
«Le sembra possibile che sia lei la protagonista del ricordo? Non sono neanche sicuro che respiri ancora», rispose piccato. «Qualcuno di più sveglio del signor Potter vuole provare?»
Eveleen alzò timidamente la mano, l'unica fra tutti che sembrava volenterosa di mettersi in mostra con quel simpatico insegnante.
«Mi dica signorina...»
«Connely, signore. Comunque, il possessore del ricordo è l'Indicibile che si trova vicino alla finestra, è possibile notarlo perchè quella è la zona più nitida della stanza, mentre i contorni diventano sempre più sfumati più ci si allontana», spiegò tutto d'un fiato la ragazza, spostandosi una ciocca di capelli rossi dietro all'orecchio.
Gli occhi dell'uomo si illuminarono e lodò incredibilmente Eveleen, ribadendo che allora il tirocinio per Indicibili funziona ancora. Mentre Croaker spiegava alla classe che dovevano proprio alla prontezza dell'Indicibile White che aveva estratto i ricordi di Eloise un secondo prima che spirasse, la possibilità di vedere il suo viaggio nel 1402, James si avvicinò a Eveleen.
«Barona», le disse sottovoce.
«Ti sbagli mio caro», lo prese in giro lei. «La mente del professore è più serrata dei denti di Fred davanti ad un minestrone. Solo che a differenza tua io osservo prima di parlare.»
James incassò l'ennesimo colpo della giornata in silenzio, forse il problema non era la sua famiglia e il suo retaggio pesante, ma la sua impulsività. Voleva diventare più simile ad Eevee e Chris, ma proprio non riusciva a pensare prima di parlare.
«Questo ricordo è molto breve», spiegò Croaker mettendosi il più vicino possibile all'indicibile White che stava estraendo i pensieri della donna. «La povera Mintumble è invecchiata di cinque secoli nel suo ritorno dal 1402. Le conseguenze sono state catastrofiche, non meno di venticinque persone, discendenti dalle persone che Eloise ha incontrato, hanno semplicemente smesso di esistere. Anche il tempo stesso ha avuto dei problemi, il martedì di quella settimana è durato due giorni e mezzo mentre giovedì soltanto quattro ore. Questo ci insegna una grande lezione: con il tempo non si gioca. Mai.»
Scandì le ultime parole fissando negli occhi James, quasi sperando di coglierlo in flagrante. Come se il ragazzo si fosse mai anche solo lontanamente avvicinato alle magie proibite.
«Ehm...» lo riprese Eevee. «Se non contiamo quando hai cercato di resuscitare il tuo coniglietto.»
«Avevo cinque anni!» piagnucolò James, mentre per il ricordo cominciava a sparire. «E probabilmente allora avevo più speranze di farcela che non di carpire informazioni da questo vecchio rapace.»
«Lascia fare a me», gli rispose Eevee guardandolo negli occhi con un sorrisetto furbo.
James si affrettò ad erigere un muro nella sua mente. Stava diventando sempre più difficile nascondere i suoi sentimenti.
Ma cominciava a pensare che non ce ne fosse poi così tanto bisogno.
Buongiorno ragazzi,
Eccoci tornati alle disavventure di JSP e amichetti. Questo capitolo lo aspettavo da tantissimo, non vedevo l'ora di farvi conoscere Croaker e di tormentare un pochino il nostro James.
Il capitolo 26 ripartirà esattamente da qui e vedremo la fine della lezione di Croaker, ma le sorprese non sono finite. Stiamo entrando nella parte più turtuosa della storia.
Vi consiglio di godervi le interazioni tra James ed Eevee perchè a breve mi vorrete fare del male :)
Vi aspetto su Instagram (dove mi trovate come readingellen) e vi comunico che gli aggiornamenti saranno più costanti perchè
*rullo di tamburi*
Mi sono laureata! E la disoccupazione mi permette di avere un po' di tempo in più.
Un bacio,
la vostra Dottoressa Corvonero
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