Capitolo 21

Edimburgo, 24/12/22

Edimburgo il giorno prima di Natale era il posto più magico dell'intero universo. La città, già di per sè bellissima, addobbata con lucine e ghirlande diventava splendida anche agli occhi dei Babbani a cui veniva celata la parte migliore.

La Vigilia di Natale gli abeti disposti nelle vie del centro prendevano vita e cantavano ai passanti le carole, le loro lucine si trasformavano in fuochi d'artificio e le ghirlande cambiavano colore.

La leggenda voleva che ad Edimburgo nevicasse tutti i Natali, anche se la storia di leggendario aveva ben poco: tanti secoli addietro un primo ministro scozzese poco giudizioso avesse sottoposto la città ad un incantesimo temporale perenne.

Sotto la folta coltre di neve che aveva già cominciato ad imbiancare la città, camminava un ragazzo arrabbiato. I capelli neri, costantemente scombinati, erano ormai completamente bianchi, come se durante quella breve passeggiata notturna fosse invecchiato di trent'anni.

Con le mani in tasca e lo sguardo rivolto verso il basso malediceva il terribile tempo scozzese che gli impediva di utilizzare gli occhiali e di vedere ad un palmo dal suo naso. Per fortuna conosceva perfettamente la strada per il cottage verso cui si stava dirigendo.

Neanche il festoso clima di Edimburgo riusciva a strapparlo dai suoi foschi pensieri e, al contrario, quegli interminabili canti natalizi gli davano il voltastomaco. Quando finalmente la tanto attesa casa si parò davanti ai suoi occhi il ragazzo si bloccò. Fissò intensamente per qualche secondo il campanello, realizzando all'improvviso che era la notte di Natale e forse la persona dall'altra parte della porta non avrebbe voluto riceverlo.

Consapevole di essersi spinto troppo avanti per tornare indietro, il ragazzo fece un respiro molto profondo e suonò il campanello.

Molto presto una chioma vermiglia arruffata fece capolino dall'uscio.
"James Sirius Potter, per le mutande di Merlino, cosa vuoi da me la Vigilia di Natale?" chiese la nuova arrivata pacatamente.

Solo dopo avergli gridato addosso, Eveleen notò un particolare che era sfuggito alla prima rapida occhiata data al ragazzo. Due grosse lacrime stavano rigando il viso di James, quasi completamente congelate dal freddo. Il ragazzo non fece niente per nasconderle, aveva fatto tesoro degli insegnamenti di nonna Molly sull'importanza di piangere davanti alle persone care.

"Entra" disse lei con tono più dolce, dopo aver provato a leggergli nel pensiero ed aver trovato solo un disastro confuso.

La casa dei Connely era un ambiente confortevole e familiare, molto più simile alla Tana che a casa Potter. Forse per questo James si era sempre trovato incredibilmente bene da Eveleen, o almeno così si raccontava.

"Vuoi spiegarmi cosa è successo?" insistette la ragazza portandolo in cucina.

"I tuoi sono già partiti?" chiese lui evitando accuratamente l'argomento 'fuga' mentre si accomodava su uno sgabello.

Distrattamente Eveleen preparò due tazze di tè con la bacchetta e si assicurò che il ragazzo fosse bene al caldo.

"Si, subito dopo cena. Sai i voli il giorno di Natale costano meno" spiegò.

"Ma perché si paga per volare?" chiese stupito James che, nonostante gli anni circondato da amici nati babbani, non aveva ancora lontanamente idea di come funzionasse il loro mondo.

"Sì e neanche poco" chiuse velocemente l'argomento lei "Ora raccontami per quale motivo sei venuto a disturbarmi".

Tra loro aveva sempre funzionato così, non riuscivano ad essere gentili per più di pochi secondi, mentre avrebbero potuto maltrattarsi per ore. Entrambi sapevano quanto affetto ci fosse in quelle parole brusche.

"Albus e Margaret" disse lapidario James "Natale tutti insieme alla tana, guarda".

Ripensò velocemente a tutto quello che era accaduto quella sera, dalle parole di Rose all'apparizione di Margaret, fino al confronto con Albus. Eveleen fu letteralmente invasa dalla rabbia del ragazzo e dovette usare tutto il suo autocontrollo per ricordarsi che quel sentimento non le apparteneva.

"Ha insultato James" disse lui infine a mezza voce "non si può insultare James".

Ad Eveleen venne quasi da ridere, ma sapeva che avrebbe solo peggiorato la situazione. James Potter Senior per James Potter Junior era quello che per suo padre poteva essere Maradona, un mito, un intoccabile. Albus sapeva bene che questo lo avrebbe ferito profondamente.

"Certo che tra tutti i dettagli ti sei proprio concentrato sulla cosa più stupida" la rabbia tornò a permeare i pensieri di James "Lasciami spiegare. È evidente che tuo fratello abbia usato vostro nonno per ferirti, quindi questa parte è completamente da ignorare".

E almeno non lo ha definito un maiale, pensò lei ricordando il racconto del signor Potter su Severus Piton e l'occlumanzia.

"Ora ragioniamo sul resto, Margaret e tuo fratello stanno insieme. Alla buon'ora! Sono anni che ad Hogwarts si specula su un loro possibile rapporto. Non fare quella faccia, avrei sentito anche tu quei pettegolezzi. Sai perfettamente cosa penso dalla tua stupida fissa contro Margaret, soprattutto alla luce della missione di Pendragon. Quella povera ragazza non ha mai visto suo padre a piede libero, ma sempre e solo dietro le sbarre."

Lui cominciò a formulare una risposta nella sua mente, ma lei lo precedette. Entravano così alla fase due delle loro discussioni, quando Eveleen rispondeva direttamente ai pensieri di James.

"Sì, è vero che lei ti ha attaccato per prima, ma non ti ha mai discriminato per il tuo cognome o il tuo stato di sangue. Ok, averti chiamato 'il bambino che purtroppo è sopravvissuto', non è stato troppo carino neanche nei confronti di tuo padre. Ricordati che con me è sempre stata estremamente gentile, nonostante io venga da una famiglia babbana. Va bene, non ne ho esattamente le prove perché è molto brava con l'occlumanzia e potrebbe aver mentito. Sicuramente non ha dato a tuo fratello un filtro d'amore, sono anni che è cotto di lei".

"Anni?" rispose finalmente a parole il ragazzo.

"James, sul serio, cosa hai avuto davanti agli occhi per tutto questo tempo? Dei Bolidi? Non ti è mai venuto il dubbio che Albus fosse geloso di te? Che volesse lui tutte le attenzioni che Margaret dava a te? Che avrebbe volentieri scambiato il suo carattere mite e pacato con il tuo?" spiegò pazientemente Eveleen, come se stesse parlando ad un bambino di cinque anni.

James restò in silenzio per un po' tentando di ordinare i suoi pensieri. Era possibile che i sentimenti di suo fratello fossero genuini? Ma, soprattutto, era possibile che il grande Albus Potter fosse geloso di quella testa calda di suo fratello?

"Non chiedermi aiuto per questa parte, anche secondo me è proprio inspiegabile" rispose ai suoi pensieri Eveleen.

La rabbia sfumò all'improvviso, veloce come era arrivata. Stava sprecando il Natale, la festa più bella dell'anno per un motivo così futile. Suo fratello era felice, lui doveva esserlo di conseguenza. Per quanti anni aveva sperato che Albus trovasse qualcuno con cui stare? Certo, sicuramente lui avrebbe scelto qualcuno di migliore per il fratellino, come per esempio Toshiko, ma al cuore non si comanda.

"James io comincio davvero a temere per la tua vista. Toshiko? A Toshiko piacciono le ragazze. Tra lei e Camille stava scattando qualcosa, prima che la francese tornasse in patria" spiegò alzando gli occhi al cielo.

"Non capisco veramente niente in fatto di relazioni" commentò sconsolato lui.

"Sottoscrivo" lo prese in giro Eevee, scombinandogli i capelli "Ora aspettami qui che faccio i bagagli e poi andiamo insieme alla Tana. Dovremo giustificare ai tuoi cugini per quale motivo io sia apparsa nel cuore della notte, ma mi piace essere fonte di pettegolezzi tra gli Weasley".

Mentre aspettava che la compagna tornasse a prenderlo, James osservò la cucina. Erano più di due anni che non ci metteva piede eppure non sembrava essere passato neanche un giorno. Le pareti avevano ancora quel colore aranciato, così simile ai capelli di Eveleen quando c'era tanto sole. Sulle mensole erano riposti strani marchingegni babbani che il signor Connely usava per cucinare. Una volta gli avevano fatto provare a fare la pasta a mano, James era sicuro che ci avrebbe rimesso un dito ed invece aveva trovato il procedimento molto simile a quello per fare i biscotti con la nonna. Gli mancavano un po' i signori Connely, sempre così premurosi e interessati ai suoi racconti sul mondo magico.

La camera di Eveleen si trovava esattamente al di sopra della cucina, James poteva sentirla trafficare per la stanza mentre ultimava i preparativi. Si chiese se a questa distanza fosse comunque in grado di leggergli nel pensiero. Non le aveva mai chiesto nulla sul suo dono, lo aveva scoperto in un modo troppo sbagliato per apprezzarlo.

Qualche volta si pentiva di essere stato così duro e di non averle dato neanche il tempo di spiegare, però sapeva che non avrebbe potuto reggere una relazione con lei dopo aver scoperto cosa potesse fare. Era un ragazzino montato, se si fossero conosciuti oggi le cose avrebbero potuto andare diversamente. Forse.

Rimosse velocemente quel pensiero dalla sua mente, non era il momento adatto per lasciarsi andare a simili congetture quando Eveleen poteva essere ancora a portata di lettura. Tornò ad osservare la cucina e ad esercitarsi con l'occlumanzia come gli avevano insegnato. Non era particolarmente portato nello schermare i suoi pensieri e alla fine il maestro aveva rinunciato ad insegnargli delle tattiche più avanzate. Poteva soltanto impedire un attacco diretto, se era molto calmo, quando era agitato, come in quel momento, non c'era muro mentale che potesse erigere per tenere Eveleen fuori.

"Brontolone ci sono, muoviti" sentì urlare dalla sala d'ingresso.

Attraversò velocemente cucina e corridoio per ricongiungersi con Eveleen che aveva indossato mantello e berretto e lo aspettava davanti alla porta.

"Bel cappello" commentò lui.

La ragazza arrossì, realizzando troppo tardi di aver scelto un cappello a forma di cerbiatto e che l'amico poteva trasformarsi in un cervo.

"Touchè" rispose stoica "Sei arrivato con la materializzazione, giusto?"

Lui non rispose, ma prese il baule dalle mani di Eveleen e lo trascinò fuori. Muoviti, pensò imitando la voce di lei. Con una smorfia la ragazza lo seguì e a pochi metri da casa Connely si smaterializzarono con direzione la Tana.

"Come sono carini!"

"Sembrano proprio una bella coppia."

"È scappato da lei!"

"Magari era tutto programmato!"

Un nugolo di voci non richiesto si infiltrò nei sogni di James. Gli sembrava appartenessero a persone conosciute, forse addirittura alle sue cugine. Ma dov'era? Cosa era successo?

Con un enorme sforzo si costrinse ad aprire gli occhi. Dovette sbattere le palpebre più volte prima di capire dove si trovava. L'enorme albero di Natale della sala della Tana svettava sopra la sua testa, mentre sapeva che tra le sue radici il pavimento era pieno zeppo di regali. Di fronte a lui c'era una piccola folla, capelli rossi e maglioni di Nonna Molly spuntavano da tutte le parti. Senza occhiali gli era impossibile riconoscere le facce in quella moltitudine, ma non c'era bisogno del potere di Eveleen per intuire che fossero le sue cugine.

Eveleen.

Quel nome lo risvegliò del tutto dal torpore. I ricordi della sera precedente lo investirono come un fiume in piena. L'arrivo di Margaret, le parole di suo fratello, la sua fuga da Eveleen, il ritorno insieme alla tana.

Erano rimasti a chiacchierare sul divano, finché il sonno non aveva avuto la meglio. Come al solito non si era fermato a pensare, la sala era il posto peggiore in cui addormentarsi soprattutto la sera prima di Natale. Una delle tante tradizioni degli Weasley era trovarsi tutti sotto l'enorme abete per scambiarsi i regali indossando i maglioni sferruzzati dalla nonna.

"Buongiorno famiglia Weasley" disse imbarazzata Eveleen allontanando la mano da quella di James.

Il ragazzo con orrore capì che la situazione era anche peggiore del previsto. Non solo l'intera cuginanza li aveva visti dormire sul divano, ma li avevano trovati mano nella mano. Niente avrebbe fermato i pettegolezzi e le prese in giro per tutta la giornata.

"Eveleen cara che piacere rivederti!" esclamò gaia nonna Molly porgendo alla ragazza un pacchetto stropicciato "vai pure a cambiarti nel bagno in fondo a destra, aspetteremo te e James per aprire i regali".

Quando la chioma rossa di Eveleen ebbe girato l'angolo, la confusione esplose. Tutti volevano sapere se i due si fossero rimessi insieme, cosa era successo la sera prima e perché sembrassero entrambi così imbarazzati.

"Andiamo Ramoso è ora di andare a prepararsi" lo apostrofò Fred approfittando dell'attimo di distrazione causato da uno strillo del piccolo Remus per salvare l'amico dalle granfie dei parenti.

"Mi devi un favore" lo prese in giro il cugino con un ghigno malandrino stampato sul volto "e lo riscuoterò molto presto".

James non rispose, sapeva che entro poco Felpato gli avrebbe chiesto tutti i dettagli sulla sera precedente e non era sicuro di avere le forze per raccontare e rivivere tutto quello. I due ragazzi condividevano la vecchia stanza dei gemelli Weasley, se ne era impossessati tanti anni addietro rivendicando una netta somiglianza con Fred e George. Nessuno aveva potuto contraddirli.

Le pareti della stanza mostravano ancora le preferenze dei gemelli: un enorme poster dei tiri vispi Weasley copriva l'intera parete sud, fotografie magiche dei loro anni di Hogwarts erano incollate permanentemente negli angoli più disparati e una gigantografia autografata da Victor Krum svettava sopra il letto di George.

James fece del suo meglio per evitare le domande del cugino mentre si dava una sciacquata nel bagnetto confinante la stanza. Diede la colpa al frastuono della doccia e alla sua incapacità di concentrarsi su due cose contemporaneamente. Non riuscì a capire se Fred l'avesse davvero bevuta o se avesse deciso di rispettare i suoi spazi, ma riuscì a tornare nella sala senza aver dato nessuna nuova informazione a Felpato.

"Carini" commentò laconica Eveleen indicando i maglioni gemelli dei ragazzi.

Erano entrambi beige e oltre alla loro iniziale riportavano rispettivamente le corna di un cervo e il muso di un cane. Anche la ragazza non era sfuggita alla tradizione natalizia, il suo richiamava il verde brillante degli occhi e una "E" ricca di ghirigori occupava quasi tutta la porzione anteriore.

L'apertura dei regali fu caotica come sempre, anche se negli anni la situazione era nettamente migliorata, per lo meno non c'erano una decina di bambini capricciosi che urlavano. Il piccolo Remus era stato l'indiscussa star della mattinata ricevendo una montagna di regali.

"Diventerà il bambino più viziato del mondo" bisbigliò Ted a James.

"Temo lo sia già" intervenne Victoire "è impossibile tenere la famiglia Weasley lontana da un nuovo bambino".

La moglie di Ted era la maggiore dei cugini, James aveva sempre avuto una leggera passione per lei. La cugina non lo aveva mai, chiaramente, degnato di uno sguardo e la cotta era finita tragicamente quando il futuro Indicibile aveva sorpreso i due a baciarsi al binario 9 e ¾ alcuni anni prima. Negli anni James aveva imparato ad amare moltissimo i neo-sposini ed andava molto fiero del suo titolo di padrino del piccolo Remus.

In qualche modo il futuro Indicibile riuscì a non incrociare né Albus né Margaret fino all'ora di pranzo, avere una famiglia così numerosa ogni tanto aveva anche i suoi pregi. James sapeva che entro la fine della giornata avrebbe dovuto affrontare il fratello, ma voleva godersi ancora un po' la magica atmosfera Natalizia e aspettare l'arrivo dei suoi amici.

Lily e Dominique presero presto Eveleen sotto le loro ali, si conoscevano dai tempi della scuola e sapevano quanto potesse essere difficile ambientarsi nella rumorosa famiglia Weasley.

"Dominique cosa hai deciso di fare dopo la scuola?" chiese la ragazza scozzese mentre Lily scartava una divisa della Harpies autografata regalatele dai genitori.

"L'anno scorso l'ho passato a girare il mondo" spiegò la Weasley bionda mentre frugava nell'enorme pila sotto l'abete alla ricerca dei pacchi per lei "ho sempre pensato che avrei voluto fare qualcosa di speciale, di unico. Durante il mio viaggio ho conosciuto diversi artigiani creatori di bacchette. Parlando con loro mi sono per la prima volta trovata a pensare a che cosa sia davvero la magia. Alcuni la considerano come un quinto elemento, altri come un'energia, qualcuno arriva a pensarla come una benedizione elargita a solo pochi eletti; ma io mi fido di un piccolo commerciante che ho incontrato a Nuova Delhi: la magia è solo questione di probabilità".

"Probabilità?" chiese molto confusa Eveleen.

"Probabilità!" esclamò la bionda, molto più interessata all'enorme librone sui legni delle bacchette appena scartato che alle chiacchiere dell'ex fidanzata di suo cugino "Dopo cena se ti va ti spiegherò la mia teoria, ora è il momento di dedicarsi al pranzo".

Eveleen, molto confusa dalla conversazione, cercò James in mezzo a quella folla urlante. Dopo qualche minuto, lo trovò immerso in una conversazione molto profonda con suo zio George, sembrava che i due stessero discutendo sull'effettivo potere 'vomitoso' delle nuove e potenziate Merendine Marinare.

I due cercarono subito di convincere la povera ragazza a provare l'ultimo prototipo e a dare il suo parere, ma la fortuna girò dalla parte di Eveleen.

"Ramoso sono arrivati!" urlò Fred dalla cucina.

Quando Eveleen e James raggiunsero la porta d'ingresso ad aspettarli c'era una stranissima folla. Chris con un'espressione lievemente imbarazzante svettava sul resto dei presenti. La famiglia Lewis circondava Fred e lo stavano riempiendo di complimenti.

"Diventi più bello ogni volta che ti vedo" disse la madre di Matt mentre abbracciava il ragazzo.

"Mamma basta!" cercò di fermarla Codanera il cui viso aveva la stessa tonalità di rosso dei capelli di Eveleen.

"Matt sei sempre il solito antipatico" lo prese in giro una delle sue sorelline gemelle.

"È Cassidy" bisbigliò Eveleen "le distinguo per gli occhi, quelli di Terry sono più scuri".

James non fece in tempo a ringraziarla perché la famiglia Lewis si era improvvisamente accorta del loro arrivo e un mare di teste bionde lo avevo sommerso.

"Ragazzo mio!" esclamò battendogli una pacca sulla spalla il padre di Matt.

Il momento dei saluti fu presto esteso a tutti la famiglia Weasley e durò talmente tanto che ormai era ora di mettersi a tavola. I Lewis non avevano mancato un Natale alla Tana da quando i ragazzi si erano conosciuti tanti anni prima ad Hogwarts. Erano una famiglia molto accogliente, come d'altronde lo stesso Matt. Tra loro e gli Weasley si era presto creata un'amicizia profonda, quasi facessero parte dello stesso clan.

Complici tre abbondanti portate e diverse bottiglie di Vino Elfico la conversazione aveva cominciato a languire, James e i Malandrini non vedevano l'ora di potersi allontanare da tavola per scambiarsi i regali e un po' di gossip quando un sonoro "pop" attirò l'attenzione di tutti.

Un grosso cinghiale era improvvisamente apparso sopra alla tavola.

"Weasley, Potter, Connely!" ringhiò la voce della Watson dalla bocca del patronus "L'ufficio mistero è stato violato! Chiunque lavori al ministero venga subito!"

"Non di nuovo!" esclamò sconsolato Bill mentre Fleur gli tirava un calcio sotto al tavolo.











Ciao, 

So di essere pessima e non so più neanche come scusarmi. L'ultimo periodo è stato veramente intenso tra università e problemi di salute.

Non me la sento di farvi altre promesse che non saprò mantenere ma farò del mio meglio per non lasciarvi e continuare a scrivere.

Cosa sarà successo al ministero? 

Chi è così scellerato da compiere un crimine il giorno di Natale?!

Povero Bill non riesce mai a festeggiare in pace.

Un bacio,

La vostra Corvonero Ritardaria.

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