9. L'ascesa al paradiso

Percepivo un dolore che partiva dalla testa espandendosi per tutto il corpo come se mi fossi schiantato a terra, perdendo i sensi.

Sentivo gli occhi pesanti, i muscoli erano rilassati al tal punto da avvertirli tutti inflacciditi.

Seppure mi sentivo le ossa quasi spezzate, quel dolore non era niente a dispetto della sofferenza che avrei provato perdendo Newt.

Non potevo permettere che accadesse, quello che sognavo da una vita stava pian piano diventando realtà ed era inaccettabile che mi lasciassi scappare tale occasione.

Sentivo ancora le sue mani scivolarmi addosso freneticamente, provavo a reprimere gli ansimi ma il calore insistente continuava a bruciarmi la pelle. Volevo apparire calmo e controllato ma avevo la sensazione di non riuscirci, mica era facile avere gli ormoni impazziti, però stava di fatto che non volevo mostrare a Newt quanto tempo avevo speso pensando a noi, a dei probabili baci, a un futuro felice insieme.

Quel ragazzo era il pensiero fisso, la dipendenza, la mia più grande debolezza ma non avevo qualcun motivo per rivelarglielo, a meno che non volessi buttare all'aria quei pochi frantumi di dignità che mi restavano.E fino a quel momento già mi ero mostrato troppo impacciato e stupido, quindi meglio evitare...

Sospirai, rannicchiandomi contro il cuscino, abbracciandolo.

Quello mio e di Newt era stato un bacio dove aveva prevalso il fuoco della passione senza però sfociare in nulla di più carnale. Andava bene così. Se fosse stato necessario, avrei aspettato il biondino per tutta la vita. Per lui non provavo un'effimera attrazione. Newt per me era qualcosa di inspiegabile, indescrivibile, indelebile.

-Thomas, caspio, svegliati!- una voce angelica un po' alterata mi stava destando da quella pace trovata grazie al sogno o al post-bacio di Newt? Beh, forse entrambi.

Qualcosa mi diceva che la mia dolce metà non fosse contenta di ciò che era successo, difatti, temevo di aprire gli occhi e scoprire la sua reazione, non ricordavo il seguito del bacio e sperai vivamente che non ci fossimo picchiati a sangue o peggio che avessi perso la verginità. La prima volta volevo che fosse con Newt ma soprattutto volevo ricordarla.

Mi stava accarezzando o semplicemente cercava di svegliarmi, scrollandomi dai sogni. Avrei dovuto dirgli che soffrivo il solletico, anche un piccolo tocco che cominciavo a ridere come un demente.

-Buongiorno- biascicai tra un ghigno e l'altro abbozzando un sorrisino malizioso sulle labbra.

Mi guardò con sguardo accigliato, se non fosse stata una circostanza seria, avrei potuto tranquillamente ridere. Aveva un'aria sfatta e buffa -Tu mi dici buongiorno? Ma sai cosa è significato per me?- alzò la voce di un'ottava e okay...ora avrebbe di sicuro insistito sulla sua eterosessualità e detto spiacevoli frasi che avrei paragonato ai peggiori veleni mortali.

Deglutii, mettendomi a sedere. Con gli occhi ben aperti notai di aver dormito sul divano del salotto, ecco perché mi sentivo le ossa rotte.Cosa diamine era successo dopo quel bacio?

-Non ricordi nulla?- tuonò nervoso e scettico al tempo stesso, restai in silenzio in segno di assenso. Non potevamo aver fatto sesso...massimo l'amore...perché Newt per me non era uno con cui sfogarsi, era ben altro. Era tutt'altro.

- Già...perché quello privo di sensi eri tu non io!- s'alzò in piedi camminando nervosamente per il soggiorno, avevo gli occhi spalancati, mi ero appena svegliato e non riuscivo a capire.

"Thomas tu non capisci a prescindere."

"Din non è il momento." rimproverai il mio unico neurone, detestavo quando si ribellava a me. Un po' di altruismo e gentilezza non guastavano, soggiornava comunque nel mio cervello!

- Svenuto?- ripetei incredulo, iniziando a sudare.

-Sì, Thomas, hai capito bene. Dopo essermene andato da quelle vomitevoli giostre che la tua ragazza ci ha fatto provare, hai pensato bene di seguirmi e una volta arrivato qui, dopo avermi aperto la porta di casa sei svenuto...hai mai pensato di fare qualche visita? Non è normale che improvvisamente collassi, stavolta mi sembra che nessun pazzo ti abbia pestato a sangue. - informò e il mondo sembrò cadermi addosso, schiacciandomi ovviamente.

Newt mi stava di sicuro prendendo in giro, io ricordavo tutt'altro. Feci per replicare, dovevo discolparmi ma mi interruppe ancor prima di cominciare.

-Ho provato a svegliarti ma hai iniziato a dire frasi senza senso e così nell'attesa, ti ho preparato quella- gettò lo sguardo sul tavolo di vetro dove c'era una tazza azzurra con dentro qualche bevanda a me sconosciuta-Sembravi in coma e non sapevo se prepararti del caffè che almeno ti avrebbe svegliato o una camomilla, anche se eri già abbastanza calmo di tuo. Infine ho optato per la prima, chiedendomi come avrei permesso che tu la bevessi giacché dormivi e aprivi la bocca solo per dire cosacce-si bloccò-... è lì...freddo ma commestibile-informò dopo con aria strafottente. Era stremato, stanco e nel suo tono potevo avvertire un velo di preoccupazione, preoccupazione che al mio risveglio si era trasformata in rabbia.

Newt ce l'aveva a morte con me. Camminava per il salotto muovendo nervosamente le mani, sospirando e sputando tutte quelle parole con tale rapidità che mi era difficile stargli dietro, si toccava i capelli scompigliandoli più di quanto già non fossero- Ammetto che mi è sfiorata l'idea di lasciarti su quel divano e andare via.- eccola, se prima mi era caduto soltanto il mondo addosso, ora sul mio corpo schiacciato erano giunti anche i satelliti e i pianeti.Pizzicai il labbro mostrando il mio dispiacere. Dispiacere?

Beh era un eufemismo, io ero distrutto. Ucciso. Morto. Massacrato.

Accennò una risata nervosa provocando un forte stupore da parte mia, stavolta ero proprio sicuro: soffriva di bipolarismo.

-Invece di vedere i porno te li sogni?-domandò poi inaspettatamente. Alzai la testa che prima era abbassata verso il pavimento fissando un punto inesistente- Dì la verità, la tua tipa ti ha messo a secco per un bel po', non è così ?- sbottò con un sorriso sornione sul volto. Potei giurare che nella sua voce c'era acidità, cattiveria.

-Cosa?-farfugliai incredulo.

-Hai detto cose che...non so come classificarle.- Newt e le sue mezze risposte. Che aveva detto?Ma soprattutto: cosa avevo detto io?

-Ripetimele e le classifichiamo insieme allora.- proposi provocatorio ammiccando un sorriso malizioso, cercavo di farlo ridere per così sminuire la tensione ma non era facile smuovere Newt, era uno che manteneva il punto e, chissà, forse non mi avrebbe rivolto la parola per giorni interi.

-Per lo più erano frasi incomprensibili ma accese...insomma, ho captato che ci fosse qualcosa di poco puro.- informò con non-chalance pavoneggiandosi come se fosse un interprete dei sogni.

-Le tue sono supposizioni, Newt. Non ho fatto alcun sogno poco puro e...Teresa non mi ha messo a secco, stai pure tranquillo.- le parole uscirono veloci dalla mia bocca senza passare per l'anticamera del cervello. Quanto potevo essere stupido da uno a Thomas? Newt di tutta risposta ingoiò la saliva, smorzò le labbra curvandole in un finto sorriso evitando di parlare.

-Però mi sto chiedendo una cosa- enunciai sperando di annullare tutte le distanze, mi rivolse un'occhiata scadente aspettando che continuassi- Beh... perché non mi hai lasciato qui, da solo, tanto non sarei morto...- sussurrai avvicinandomi a lui.

-Beh Tommy, punto primo: hai l'innata capacità di metterti in pericolo anche con l'oggetto più innocuo del mondo e secondo: vuoi davvero saperlo?- domandò rilassato e già era un passo in avanti, insomma, mi aveva chiamato Tommy. Mi faceva sperare che non tutto fosse perduto.

-Sì.- biascicai fingendomi determinato.

Temevo la risposta, temevo Newt e paura più grossa di tutte era quello di perderlo. Continuavo a ripetermi che non potevo, che sarei stato uno stupido colossale se avessi permesso che accadesse ma era anche vero che la sfiga non mi abbandonava mai.

-È semplice: il motivo è lo stesso per cui tu hai lasciato gli altri, in quel casino, correndo da me.- continuava a essere rilassato.Aveva detto tutto e niente, dipendeva dai punti di vista.

Rimasi fermo, stupito. Boccheggiai non trovando le parole, quando mai sapevo cosa dire? Mi scappava sempre la frase meno appropriata nel momento più penoso, preferii stare in silenzio, avevo bisogno di un piccolo lasso di tempo per capire cosa intendesse e cosa fosse giusto rispondere.

-Non ho riflettuto, Newt. Sei andato via e ti ho seguito.- quelle parole uscirono automaticamente, senza pensare se fosse la scelta esatta o meno.

Mosse il capo lentamente prima verso il basso e poi verso l'alto, con le braccia conserte continuava ad avere quell'espressione da duro ma sapevo che era una maschera.

Newt era un po' come me, con la sola differenza che non aveva i miei difetti.Né i miei né quelli di chiunque altro. Era privo di imperfezioni.

Mi fissò quasi come volesse farmi una radiografia, voleva vedere i miei pensieri e forse voleva anche sapere quanti battiti stava pulsando mio cuore. Deglutii, ero immobile come se mi avesse ibernato; ora era lui che stava avanzando nella mia direzione. Decisi di non distogliere lo sguardo, volevo capire e vedere le sue intenzioni.

-Io, invece, ho pensato. Ho pensato che sarebbe stato giusto lasciarti qui, privo di sensi, e che se ti fossi svegliato, per un attimo avresti provato paura, sentendoti solo e debole. E mi avrebbe fatto piacere immaginarti impaurito, a crucciarti chiedendoti cosa fosse accaduto senza ricevere alcuna risposta.-sputava quelle parole come fossero veleno, davvero mi odiava così tanto ma perché?

Fece una pausa, abbassò il capo stringendo le mani in pugni-Ma poi...caro Thomas, ho pensato anche a come mi sarei sentito io, me ne sarei pentito, e molto probabilmente orgoglioso come sono, non ti avrei mai chiesto scusa, ci saremo allontanati e mai più rivolti la parola.- si allontanò, sembrava combattere contro se stesso, contro i suoi principi. Durante le mie indagini non mi era sfuggito l'orgoglio di Newt, difatti, era una delle poche cose di lui che mi spaventava.

- E quindi, il motivo che ha spinto te a seguirmi, è lo stesso che ha convinto me a restare. -

Sembrava che l'aria si fosse condensata, come se avesse smesso di circolare, mi sentivo come se fossi atterrato sulla Luna senza la tuta spaziale e l'ossigeno. Newt aveva detto una frase, ma non una qualsiasi. Aveva un certo effetto, stava alludendo che lui provava quello che sentivo io? Fottuti sogni basta prendermi per il culo.

-Il mio è stato istinto.- dichiarai lascivo distogliendo finalmente lo sguardo. I suoi occhi, la sua vicinanza, mi impedivano di pensare e respirare, ogni pezzettino di lucidità si era suicidato.

-Ottima osservazione, Einstein.- schernì accennando una risata senza umorismo-È l'istinto che ci spinge a fare determinate cose, è l'istinto che guida noi, le nostre emozioni e i nostri sentimenti. E qual è il sentimento che tutti credono invincibile?- sapevo che quella domanda mi avrebbe fatto dire una cosa che per me era ovvia, ma se, invece, per Newt era soltanto una cosa futile?

Preferii non rischiare uscendomene con una risposta di mezzo.

-Non lo so. Non conosco nessun sentimento invincibile.Che sia odio, amore, amicizia...nel bene o nel male hanno sempre una fine.-

-E l'orgoglio secondo te ha una fine?- domandò e ancora una volta 1 per Newt 0 per Thomas. Perché faceva sempre domande complicate?

-Avrà una fine quando un sentimento più potente lo soccomberà. E quale sentimento più potente se non l'amore?- domandai tentando di scoprire il suo pensiero al riguardo.

-Uhm...sei sentimentalista, devo ricredermi, Thomas. Mi aspettavo che dietro quell'aria da ingenuo fosse celato un Christian Grey, un profondo seduttore e collezionista di donne.- enunciò con aria altezzosa, come se fosse il creatore del mondo, come se sapesse tutto. Il bello? Newt anche da antipatico era qualcosa di erotico e dannatamente irresistibile.

-Ma guarda un po', pensavo lo stesso di te.- ammisi tranquillamente meritandomi un'occhiata di disapprovazione totale da parte del mio coinquilino.

-Anche quando ti ho rivelato di essere ancora vergine?- domandò guardandomi di sottecchi.

Mugolai per poi lasciare un -No- poco convinto.

Sorridemmo entrambi, a Newt era passata l'incazzatura ma fingeva di essere ancora nervoso. E mica l'avevo capito il motivo!

-Comunque scusami per oggi, sono stato abbastanza acido, non so cosa mi è preso.- pronunciò a bassa voce, timoroso.-Se ho lasciato te e gli altri è perché ho capito che dovevo venire qui a prendere le mie cose e andarmene.- lo guardai curioso, non mi era chiaro a cosa stesse andando a parare-Thomas hai una ragazza, i tuoi genitori non ci sono...chissà quando ti capiterà un'occasione del genere.-

Quanto poteva ispirare all'erotico con quei discorsi, con quelle sue preoccupazioni, con quel suo sentirsi a disagio, nel posto sbagliato...E quanto poteva essere sexy quando nervosamente si mordeva il labbro ma che dico mordeva, lo stava massacrando. Qualcosa scattó in me, qualcosa di irrefrenabile, incontrollabile.

-Infatti Newtie, approfittiamone.- sbottai e senza rendermi conto, annullai la distanza tra i nostri corpi. Fui talmente veloce che il biondo non ebbe il tempo né di allontanarmi né di evitare quello che stava per accadere. Le mie mani presero delicatamente il suo viso avvicinandolo al mio senza alcun timore. Le nostre labbra si sfiorarono, sperai che aprisse la bocca così che mi permettesse di approfondire quella meraviglia; come preghiere ascoltate, Newt mi accontentò. Non sembrava per niente schifato o intenzionato a fermarsi. Da che sembrava un bacio innocuo, puro, si era trasformato in un travolgente hard kiss. Ci divoravamo l'un l'altro. Le sue mani scorrevano lungo i miei fianchi, mentre le mie, scivolavano senza esitazioni lungo il suo petto. Eravamo viso nel viso, i nostri nasi come tutte le parti del nostro corpo si scontravano violentemente, non ci sentivamo sazi, ci separavamo soltanto pochi istanti per prendere un po' d'aria per poi ricominciare a baciarci più vogliosi di prima.

Ansimavamo all'unisono, la sua lingua era prepotente e avida contro la mia. Una sola parola poteva descrivere quel bacio: passione. Le mani di Newt affondarono nei miei capelli per poi scendere verso il mio viso e tirarlo ancora di più al suo, eravamo una cosa sola. E ciò che aumentava il mio piacere era sentire la sua erezione premere tra le mie gambe. Anche stavolta come un sogno finito male, Newt si staccò, affannato.

Si toccò le labbra pulendole, non potevo credere che avessimo sbavato.

Deglutii, i miei occhi languidi lo fissavano con sguardo supplichevole, quel distacco mi faceva sentire un freddo dentro.

-Newt...- sussurrai angosciato ma più che un suono supplichevole sembrava patetico.

-Thomas è sbagliato.- imperò poco convinto posando lo sguardo sulle mie labbra arrossate per l'ardore della passione.

-No, Newt. È la cosa più giusta che possa esistere.- avanzai a passi di lumaca, attento che non mi sfuggisse.-Lo so che lo vuoi, lo so che mi vuoi.- proferii con voce bassa e roca provocata dall'eccitazione.

-Ma gli altri...la tua...- il Newt forte e imbattibile non c'era più, dinanzi ai miei occhi vedevo un ragazzo desideroso e impaurito al tempo stesso, balbettava e le sue guance rosse dalla vergogna erano la chiara dimostrazione che il bacio scambiato non gli era indifferente. Indietreggiava e io avanzavo verso lui, arrivò a un mobile.Era spalle al muro.Poggiai l' indice sulle sue labbra,

-Mi dici che è sbagliato, ma i tuoi occhi non sono d'accordo.- non mi riconoscevo, trasmettevo sensualità e sicurezza che non immaginavo di possedere. A guidarci era la passione e i miei sentimenti repressi per troppo tempo. Newt continuava a fissarmi le labbra, il petto e il suo sguardo di tanto in tanto cercava verso il basso. Sapevo cosa stava pensando e morivo vedendolo dannarsi, stava lottando contro se stesso, contro tutto ciò che non pensava di provare.

-Cosa ti dicono?Visto che li capisci.- sbuffò infastidito provando a restare lucido distogliendo lo sguardo dal mio viso.

-Vuoi essere sottomesso, Newt. L'idea ti eccita da impazzire.- lo sentivo leggermente tremare sotto il mio corpo, non aveva paura, era un effetto collaterale dell'eccitazione. Piuttosto normale.

Mi avvicinai prudente appoggiando le mie mani sulle sue spalle, quel contatto stava calmando Newt, mi stava cedendo fiducia.

Aprii qualche bottone della sua camicia bianca, le mie mani fredde al contatto con le sue scapole calde gli provocarono un lungo brivido che non riuscì a nascondermi.

Sorrisi beffardo, soddisfatto. Accarezzai la sua nuca bionda posizionandovi dei baci alternati a morsi lenti e torturanti. Newt era in trappola, sotto di me.

Avevo abbandonato ogni forma di controllo, non sapevo cosa fosse né cosa significasse. Inconsapevolmente, si aggrappava a me, e in risposta dei morsi che gli davo, cingeva le sue mani dietro la mia schiena, stringendola forte. Quel legame, quell'attacco, quel possedersi era qualcosa di magico.

Teneva il viso rivolto verso l'alto, un'espressione inebriata di piacere sul volto, gli occhi liquidi leggermente socchiusi e la bocca semi aperta, dalla quale di tanto in tanto scappava qualche gemito.

Newt era caldo, se fosse stata un'altra circostanza, avrei pensato che avesse la febbre, ma quel calore lo avevo causato io. Era il mio effetto.

La mia intimità sveglia da molto nei miei boxer urtava contro la cerniera dei jeans, necessitava di uscire. Era una tortura anche per me, ma dovevo contenermi. Non potevo bruciare le tappe.

Mi staccai da Newt lentamente, provando a respirare.

Abbassò lo sguardo, amavo il rossore delle sue guance. I miei occhi caddero sul suo rilievo, quanta gioia!

Si passò la lingua tra le labbra, inumidendole.

-Che caspio abbiamo fatto!?-

-Non lo so.- risposi falsamente alzando le mani in segno di discolpa. Trovavo del divertente in quella scena, a breve sarei scoppiato a ridere.

-Tu hai una ragazza e io ho una reputazione...vedi di non farti uscire niente da quella bocca o sono costretto a chiudertela.-

-Potrebbe anche starmi bene.- dissi provocatorio alludendo al sesso orale. Gonfiai lievemente il petto, avvicinandomi ancora e ancora.

-È stato un attimo di distrazione, Thomas...una debolezza.- giustificó evitandomi.

-Anche provare gelosia è un attimo di distrazione? Newt... non c'è niente di più erotico per me che dimostrarti che non ce ne è alcun bisogno.-mi avvicinai al suo collo-io voglio te, solo te.- sibilai mentre le mie labbra si posavano di nuovo contro la sua nuca e le mie mani fredde salivano sotto la sua camicia accarezzando la sua schiena pallida e bollente.

Newt mi stava concedendo tutto e quando non riusciva a contenere i gemiti, come punizione si mordeva ferocemente il labbro, causandosi piccole fuoriuscite di sangue. Gli infastidiva dimostrarmi che avessi quell'effetto su lui. Leccai via quel sangue dolce e amarognolo al tempo stesso. Era proprio il sangue di Newt.

Il biondo si fermò, fissando ogni parte del mio volto, poi inaspettatamente si sporse verso me. Mi bació con foga tenendo le sue mani tra i miei capelli per poi farle scendere lungo il mio petto. Adesso era lui che stava conducendo il gioco. Era lui che mi stava baciando con foga. E lui che, senza alcuna esitazione, stava aprendo la cerniera dei miei jeans.





Spazio Autrice: Ehi, ehi leggeteeeemiiii!!!! Azzo, credevo che fosse più breve e , invece, è più lungo dei precedenti!Dovete sapere che poche volte mi sono cimentata nel rating rosso e mai con una coppia slash ma giuro che farò del mio meglio, questo è un assaggio, un'introduzione ai capitoli seguenti. Come avete visto ho dedicato questo capitolo ai Newtmas perché amo il numero 9 e amo loro e.e Comunque io volevo che queste cose avvenissero piu in là ma hanno anticipato loro. Non è mea culpa. Comunque sappiate che non continuerà ad andare tutto liscio...prendetelo come un avvertimento. Perdonate gli errori e spero vi sia piaciuto altrimenti scappo in Sri-Lanka. Fatemi sapere cosa ne pensate, baci bellissime!!! :* ♥

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top