7. Qualcosa che fa bene

Ero seduto sullo sgabello in cucina e dopo aver mostrato a Newt dove poteva trovare l'occorrente, mi aveva costretto a guardarlo cucinare. -Guarda e impara!- mi aveva detto con tono falsamente severo smorzando un sorriso d'intesa.

La tristezza di poco prima sembrava essere sparita lasciando posto alla tranquillità. I suoi muscoli non erano più tesi, e a volte, abbozzava qualche smorfia contrariata visibilmente insoddisfatto del suo lavoro culinario.

Dallo sguardo impegnato si capiva che non volesse fare brutta figura, quasi come se volesse sbalordirmi. Lui ci riusciva già così, senza che facesse nulla. Solo e semplicemente esistendo.

Se la cavava ai fornelli, lo si vedeva da come usava il mestolo e altri aggeggi legati alla cucina, inoltre, sapeva regolare perfettamente la gradazione del forno che non era da tutti o almeno non era da me. Di tanto in tanto, con la coda dell'occhio, si accertava se stessi seguendo il suo tutorial o se fossi distratto. Come potevo distrarmi con lui? Per di più con indosso un grembiule da cuoco? Era fottutamente sexy. Deglutii al pensiero di privarlo da quel grembiule e dal resto dei vestiti.

-Sei molto attraente con questo grembiule, sai?- informai scherzosamente.

Si voltò con non-chalance verso di me, e fece quelli che io definisco"occhietti dolci", falsando una voce leggermente femminile rispose-Lo so, tesoro.- potei giurare di aver perso mille battiti.

"Thomas resisti, non puoi collassare. Ricordati che devi vivere." cercava di ricordarmi quell'unico neurone che ancora non mi aveva abbandonato. Ma per quanto ce l'avrei fatta? Quella convivenza per quanto bella mi sarebbe stata stretta.

Per non rischiare di non riuscire a frenare il mio amico nei jeans, pensai di accendere la tv con l'intento di sminuire la tensione, sentire un'altra voce all'interno della stanza mi faceva credere che non fossi da solo con il ragazzo che volevo da una vita. Non potevo cedere all'ansia: il mio nemico per eccellenza.

Provai a pensare a cose più pure, più profonde, come la stranezza che ogni volta che incontrassi Newt, lui stava male ma poi cambiava totalmente, sorridendo e accennando persino battute. Ero sicuro che avesse molti demoni dentro e, giorno dopo giorno, combatteva con ognuno di essi ma aveva la capacità di metterli a tacere, reprimerli.

Era forte ed io ero sempre più convinto che avessi molto da imparare da lui.

Se qualcuno mi avesse chiesto di descrivere la perfezione, non avrei esitato a parlare di lui. Quanto era importante per me il biondino?

-Pianeta Newt chiama pianeta Thomas- con tono simpatico il biondo mi portò alla realtà, spalancai gli occhi percependo un'ombra dinanzi a me.

-Scusami- balbettai come risposta, alzai lo sguardo velocemente. Mossa azzardata. Rettifico: mossa azzardatissima.

Ero ancora seduto e Newt non era più vicino al piano cottura, bensì era a pochi centimetri da me.

Respiravamo l'uno il fiato dell'altro, la nostra vicinanza era allucinante, sarebbe bastato un piccolo passo perché i nostri visi avrebbero potuto scontrarsi in un bacio poco casto. Cercai di non sbavare sentendo il suo respiro sul mio viso, la mia pelle formicolava tutta. Avevo i brividi e di certo questi non diminuivano guardando la sua bocca: era così invitante e non solo per un fottuto bacio.

"Thomas piantala."

Non posso piantarla, anche lui mi sta guardando strano. Perché ci stiamo fissando?

-Perché ci stiamo fissando?- Ripetei a voce alta e ormai non c'era più alcun dubbio. Ero un emerito idiota.

Non mi era chiaro il motivo per il quale, quando di fronte ci troviamo la persona che ci piace, la lucidità e qualsiasi altro buon senso scompare, e anziché essere fighi e splendenti, diventiamo un ammasso di imbecillità.

Beh, forse la scienza doveva ancora evolversi prima di essere in grado per spiegare un fenomeno simile.

-Ti ho chiesto se volevi il pane tostato ma ... ti limiti a fissarmi le labbra come un maniaco... hanno qualcosa che non va?- Corrugò la fronte e portò il pollice al labbro inferiore, tastandolo.- Non avrò mica l'herpes?- inarcò un sopracciglio. Avevo una gran voglia di ridere.

-Lo voglio.- risposi determinato, Newt scrollò la testa curioso. Ormai c'erano doppisensi ovunque.

-L'herpes?- domandò il biondo allargando le braccia, stupefatto.

Scoppiai a ridere e lui mi imitò- No, sciocco...intendevo il pane tostato.- specificai e mi resi conto che non ero stato comunque sincero. Io volevo ben altro di Newt. Io volevo Newt, completamente. Nei suoi giorni sì e in quelli di buio.






-Ti chiamerò chef Newt d'ora in poi!- Esclamai felice addentando l'ultima meraviglia del biondo.

Il pranzo nella sua semplicità era stato fenomenale e non soltanto perché lo aveva preparato il ragazzo che mi aveva fottuto il cervello ma era davvero delizioso. Come piccolo antipasto c'era del pane tostato con olio, pomodori e sedano. Per primo c'era una frittata di uova, patate, zucchine e bacon, il colorito dorato aveva promesso bene sin dall'inizio e infatti si era rivelato tutto impeccabile.

-Ti diverte schernirmi, eh?- Replicò fingendosi irritato. Eravamo seduti l'uno di fronte l'altro, parlavamo delle cose più stupide, io lo fissavo come un "maniaco" mentre addentava i pezzettini di frittata, era così bello anche quando mangiava, com'era possibile?La televisione sembrava accesa solo per sprecare energia, di rado volgevamo lo sguardo al tg, il più delle volte era la risposta per l' imbarazzante silenzio che si era creato.

"Ultima sparatoria nel Bronx. Il clan dei draghi sembra sempre più feroce e vicino alla bella e caotica Manhattan. Chi sarà la prossima vittima?"

Quella che a me parve una notizia di tutti i giorni, di mafia, cattivo potere, a Newt catturò in maniera inspiegabile. Stavamo scherzando, ci punzecchiavamo a vicenda ma bastò la notizia annunciata da quella giornalista per far calare un'ampolla di silenzio glaciale . Una morsa di freddo mi avvolse vedendo il suo sguardo incupirsi. Le sue orecchie si drizzarono verso la tv, come ipnotizzato si alzò avvicinandosi al media. Era come se io fossi trasparente.Dopo che la news fosse passata, lui continuò a starsene in piedi di fronte allo schermo. Inerme.

Risi senza umorismo.-Chi sarà la prossima vittima?- Ripetei con tono scherzoso- Più che un telegiornale sembra il trailer di un film horror.- appurai cercando di guadagnarmi l'attenzione del biondo. Teneva le mani serrate in pugni stese lungo i fianchi e sul suo viso era ritornata quell'espressione, quella che non volevo più vedere. Se Newt stava male stavo male anch'io, diamine!

-Pive, guarda che penso davvero che cucini benissimo.- Proferii con tono pacato quasi come un sussurro. Avrei potuto chiedergli cosa non andasse ma ogni momento sembrava quello sbagliato e quindi, avevo imboccato la strada da imbecille, dopotutto era quella che mi riusciva meglio. E quella che solitamente dava buoni risultati. Si voltò a passo di lumaca verso di me e potei notare la sua maschera calare fingendo un sorriso flebile.

-È okay, Tommy...- sibilò e stavolta aveva abbozzato un sorriso più convincente. Non sentivo di credergli. Era un pessimo attore.

Si avvicinò al tavolo, stava per sedersi quando un telefono dalla suoneria a me sconosciuta squillò. Newt sussultò, spaventato.

-Èil mio- Avvisò estraendo dalla tasca dei pantaloni l'oggetto squillante. Le mani gli tremavano spaventate, come se avesse paura di rispondere. Aspettava una brutta notizia?

-Pronto?- pronunciò e il fiato sembrò morirgli in gola, -Ciao Alby!- salutò con tono più rilassato. Sospirò allegramente e rimasi stupito di quel cambio radicale di umore. Che avesse il ciclo?

"Thomas sei il solito idiota. È un ragazzo come te e come te non può avere né il ciclo né i figli." rimproverò il mio neurone che pensai bene di chiamare Din. Come il suono di un campanellino che mi richiama all'attenzione.

"Giusto" Rettificai al mio amico Din"ma il mio Newt può sempre soffrire di bipolarismo" e sperai davvero che non fosse così.

Camminava per la cucina disinvolto, come se non vi fosse stato alcun problema o preoccupazione.

Mi dannai profondamente non potendo capire la conversazione giacché sentivo soltanto le risposte smorzate del mio coinquilino.

-Davvero?- alzò di un'ottava la voce sgranando appena gli occhi. -E lui come sta?...- domandò poi con tono preoccupato.-Sì io tutto bene...Tornerò anche a scuola, tranquillo.- ci furono pause interminabili prima di un-ti farò sapere, stammi bene pive.- era certo che Newt non riservasse soltanto a me quei strani e affettuosi nomignoli , ma io volevo essere l'unico!

Ero geloso perché tenevo a lui, lo desideravo con tutto me stesso da tempo immemore ed era normale che non riuscissi a reprimere la voglia di averlo tutto per me, per me tutti potevano essere un pericolo, chiunque avrebbe potuto portarmelo via. Quasi come se potesse leggermi nel pensiero, il biondo dopo aver chiuso la chiamata, puntò il suo sguardo su di me.

-Scusami.- enunciò dispiaciuto curvando la bocca in metà sorriso.-Da un giorno all'altro sembra che l'universo si sia capovolto.- informò e la mia mente era troppo ritardata per capire dove il biondino volesse andare a parare.

Feci spallucce, mostrando chiaramente di non aver capito.

-Mi ha chiamato Alby.- avvisò avvicinandosi a me, prendendo posto sulla sedia accanto alla mia.

-Alby McDonnell?- domandai fingendomi interessato. Cercavo di mascherare la massiccia gelosia.

-Sì.- rispose netto. Cominciò a ticchettare sul tavolo, lievemente nervoso.-Secondo te, Thomas...- iniziò a farfugliare con lo sguardo fisso sul tavolo, era pensoso e al tempo stesso curioso.-Da un giorno all'altro una persona può cambiare totalmente?- alzò lo sguardo nella mia direzione e i suoi occhi sembravano illuminati. Desiderava una risposta, era ben visibile dagli occhi accesi dalla curiosità.

-Non mi è chiaro cosa è compreso nella parola cambiare, Newt. Se forse mi spieghi meglio...- cercai di capire cosa volesse davvero dirmi. Dovevo uscirmene con qualche frase filosofica, non potevo permettermi altre figuracce o mi avrebbe dato del bambino.

-Cambiare gusti...- deglutì impacciato, girando i pollici delle mani.-Cambiare vita...- si fermò, sembrava sudare.

-Mi chiedi se un giorno può piacerti il gelato al cioccolato e il giorno dopo quello a vaniglia?- Non sapevo neanche io cosa stessi dicendo ma Newt sembrava in difficoltà e sdrammatizzare anche quella volta non avrebbe guastato a nessuno dei due.

Smorzò un sorriso-Più che gelati...-mugolò grattandosi la testa- è come amare il salato per poi il giorno dopo amare il dolce.-

-Newt...- chiamai con voce affievolita, fui tentato di accarezzargli la mano, era leggermente nervoso e più di sempre volevo capire la radice dei suoi turbamenti.-non siamo a scuola. Non c'è nessun professore che vuole giri di parole, metafore e quant'altro. Cosa è successo?- domandai calmo sperando che mi fosse stato sincero.

Mosse la testa in segno di sì- Hai ragione, Tommy. Solo che mi sembra un po' strano...- indugiò continuando a tartassarsi le mani.

-Ucciderti le mani non mi dirà cosa è successo, Newtie.- avvisai dolcemente, credevo proprio che quello sarebbe stato perfetto come suo nomignolo. Mi sorrise riconoscente, accennando un lieve ghigno più di nervosismo che di divertimento.

-Beh...nella vita...può succedere che tu vivi con una persona, che crei una famiglia, pensi di sapere tutto di lei perché è la tua metà, pensi che abbia dei gusti che tu credi ovvi e, invece, resti sbalordito scoprendo la realtà. E non riesci neanche a capire quali sentimenti ti attraversano se delusione, rabbia o frustrazione ...- si alzò dalla sedia cominciando a camminare intorno alla tavola. Con il telecomando spensi la tv, a breve Newt mi avrebbe detto la verità o almeno parte.

-Un mio amico oggi ha scoperto suo padre a letto con un uomo.- informò mostrandosi calmo o meglio fingeva che lo fosse. Non nego che rimasi scioccato per qualche istante, più perché conoscevo quasi tutti gli amici di Newt che per l'atto in sé. Ero curioso chi fosse l'amico.-Forse devo ripetertelo, Tommy. Uomo e uomo scopavano.- replicò scandendo ogni singola parola.

-Sei omofobo?- domandai visibilmente infastidito alzandomi dalla sedia. Mi sentivo colpito.

-Assolutamente no, Thomas! Sono stranito perché dopo un matrimonio e dei figli ci si aspetta, insomma di certo non ci si aspetta che si passi all'altra sponda!- continuava a balbettare. Il mio sguardo dimostrava quanto fossi arrabbiato, non poteva parlare così. Non Newt. Sentivo come se mi avesse conficcato una lama nell'anima e che la rigirasse per ferirmi ancora di più.

-Prima di tutto il padre del tuo amico non credo sia completamente gay, sarà semplicemente bisessuale. E l'omosessualità non è una malattia.- appurai senza nascondere la delusione.

-Non ho detto una cosa del genere, Thomas!- imperò avanzando verso me.-Forse se ho reagito così è perché invidio il padre del mio amico...- sussurrò e io non potei credere di aver udito tali parole. Mi avvicinai, mettendo via la timidezza e altre cose che avrebbero potuto bloccarmi, caddero tutti i muri. Newt ora era seduto, senza esitare gli alzai dolcemente il mento, stavolta ero io ad essere quello più alto. Mi fissò con sguardo indecifrabile, cercai di non tremare, non potevo mostrargli la mia debolezza anche se sicuro al 99,9 % i miei occhi erano lucidi pronti per scoppiare in una marea di lacrime. le sentivo pizzicarmi agli angoli.

-Cosa vuoi, Newt?- scandii a denti stretti, quel suo viso piccolo segnato da un'espressione impaurita era ancora più eccitante ma stavolta dovevo ragionare con il cervello. Niente distrazioni nei pantaloni.

-Voglio capire...Thomas- rispose semplicemente e poi abbassò lo sguardo-...potrà farti schifo ma anni fa un ragazzo mi ha baciato. Cazzo, sei la prima persona che lo sa.-

Non importava che fossero anni fa. Non importava nulla. Io stavo morendo. Sentii un crack, un colpo dopo l'altro. Mi sentii spezzare in due: una parte era felice, Newt aveva pensato anche agli uomini e ciò non era negativo, potevo provarci, ma l'altra era la mia dimostrazione che non ero il primo.

-Da quel bacio...non so chi sono né cosa voglio. Ciò che mi spaventa è che in seguito, nonostante fossi circondato da tante ragazze, il mio corpo non provava niente...- si morse il labbro, pentito.

-E i ragazzi ti fanno qualche effetto?- domandai sfacciato, potei giurare di avere le guance color peperoncino.

-Non mi pare...- continuò a mordersi il labbro inferiore in maniera più accentuata.- Ora penserai che sono una checca del caspio e mi smerderai per tutta la high, con i tuoi amici, la tua tipa...- alzò di un'ottava la voce, sembrava riagitarsi.

-Fidati, Newt. Non dirò niente a nessuno di tutto questo, né ai miei amici né come dici tu alla mia tipa. - feci una pausa indeciso se raccontargli la verità su Teresa ma tralasciai.Era troppo presto. -E con quel ragazzo come è andata? lo hai visto più? - domandai fingendo che non m'importasse chissà quanto.

-Kevin dici?Partì poco dopo per la California, rifiutai di dargli l'addio del cacchio. Lo odiavo, aveva aggiunto soltanto confusione al mio caos mentale.- diede risposta rilassando i muscoli per cadere all'indietro e rilassarsi allo schienale della sedia.

Decisamente quella risposta mi piaceva.

"Sentito stupido Kevin che hai provato a baciare il mio Newtie? Non ti vuole, ti odia e sono sicuro che se potesse ucciderti , lo farebbe. E semmai ti troverò non esiterò a spappolarti le budella.Kevin che nome del cacchio!"

Beh...quello era il messaggio che il mio unico neurone, Din, avrebbe voluto spedire a quell'idiota che aveva osato baciare il mio Newt. Se volevo potevo essere anche più crudele.

-Forse sarà il tempo a farmi capire...forse devo ancora trovare la ragazza giusta.- Proferì semplicemente mostrandosi meno afflitto. Cercava di farmi capire che fosse tutto okay, ma dopo quello che mi aveva detto e soprattutto quello che ancora mi aveva rivelato era impossibile che io ci credessi davvero. E quindi fingevo. Fingevo come Newt. Sapevo che nonostante fosse un titano prima o poi la sua corazza sarebbe caduta, mostrandosi fragile. Prima o poi sarebbe successo e io avrei fatto di tutto per rimetterlo in piedi, più combattente di prima.

-O il ragazzo giusto.- corressi, accennando un sorriso provocatorio.

-Temo che ti stia prendendo gioco di me, Thomas.- proferì con voce roca, bassa e fottutamente sensuale. Era un suo piano?Continuai a sorridere mentre mi fissava in modo strano le labbra, che volesse sperimentare con me il suo orientamento? Di certo non mi sarebbe dispiaciuto ma anziché risultare una cosa romantica sarebbe potuta essere una scopata e basta. Senza senso. Io con Newt volevo qualcosa di sincero, di vero. Amore.

-Tu come credi che si capisca quando a un ragazzo piace un... ragazzo?- domandò balbettando, la domanda era giusta nel contesto eppure io fui sbalordito. Dovevo rispondere bene, non potevo fallire.

-Ti si fotte il cervello quando si avvicina, sei fottutamente felice quando lo vedi anche se sei incazzato, anche se non vuoi vedere nessuno e hai problemi alle stelle. Semplicemente ti migliora la giornata e poi la vita...- era imbarazzante raccontare a Newt i sintomi che provavo quando lo vedevo ma in fondo lui non sapeva che avesse quell'effetto su di me. Non sapeva che stavo parlando di ciò che lui provocava a me.

-Parli da ragazzo innamorato.- constatò allegro sorseggiando un po' d'acqua.

-Errato, Newt. Parlo da ragazzo fottutamente innamorato.- mi scappò un ghigno e la tensione di poco prima sembrò abbandonarci totalmente.

-Deve far bene l'amore...- enunciò da persona che non sapesse gli effetti collaterali di quel sentimento paragonato al gioco più vecchio del mondo.

-Anche farlo non credo sia tanto male.-

"Perché parli troppo? Perché sei così imbecille? Ecco, di nuovo il silenzio imbarazzante!"

Newt accennò un colpo di tosse -Non ho dubbi. Deve essere bello....- feci un funesto cenno di sì col capo, restando in silenzio. Avrei dovuto vincere l'oscar per la capacità innata di cacciarmi sempre in situazioni imbarazzanti.

A interrompere quel momento imbarazzante o meglio a salvarmi fu Minho, che nonostante non avessi risposto subito al cellulare, continuava a far squillare il telefono, insistentemente

-Pensavo ti fossi dato alla macchia, Tom! Arrivo subito al dunque...stasera ti va di venire con me e Teresa al luna park che hanno aperto?Lei voleva andare di nuovo al cinema ma dopo quello che è successo con Gally...ho rifiutato a prescindere.- Minho VS Gally. Sarebbe stata una partita alla playstation davvero interessante.

-Non è detto che stia sempre lì, Minho!- il mio amico coreano impartiva morali a sufficienza ma il colmo era che stesso lui manifestava paranoie.

-Meglio non rischiare, allora qual è la tua risposta?- Sollecitò, volevo parlargli di Newt ma il pivello era nella mia stessa stanza e non potevo allontanarmi, non era educato.

"No semplicemente muori se ti stacchi per un secondo dal tuo impossible love"

-Ti farò sapere.- risposi fermo e dopo averlo salutato calorosamente, riagganciai.

-Siamo dei vip per i nostri amici, eh?- domandò simpatico volgendo uno dei suoi sguardi furbi.

-Nah, mi ha chiesto soltanto di andare a delle giostre...non ho neanche capito a cosa si riferisse di preciso.-

-Incredibile! Alby mi ha invitato allo stesso posto, credo ci sarà anche il resto del gruppo...tu vuoi andarci?- ignorai la domanda per porne una io.

-Perché no? Tutto il gruppo? Anche Gally quindi?- sgranai gli occhi temendo la risposta. Se fosse stata positiva, povero Minho...sembrava davvero sfortunato.

-Se Alby riuscirà a convincerlo...credo sia ancora scosso per il padre.- proferì, poi spaventato strabuzzò gli occhi portando la mano alla bocca.-Forse ho parlato troppo...- se fosse stata un'altra situazione, avrei riso a crepapelle ma il mio era un vero e proprio shock. Quello di Gally era un castigo? Aveva preso in giro tutta la high, accusando a tutti di essere stupidi, froci, checche e, invece...prevedevo cattivi periodi per lui. Avrebbe di sicuro perso la sua popolarità diventando lo zimbello.

-È Gally...-constatai fermo, ibernato-il tuo amico, il figlio di quello che stava a letto con ...- non continuai, era inutile.

Tutto sarebbe cambiato e il fattore decisivo sarebbe stato Gally. Come avrebbe reagito ai pettegolezzi?

-Fidati, -disse Newt all'improvviso e quasi mi si bloccò la respirazione. Mi stava chiedendo di fidarmi di lui? Io lo facevo da sempre.-Gally può sembrare uno stronzo ma non lo è...forse questa scoperta riuscirà a farlo aprire, a rivelare il vero se stesso.-

Feci cenno come se avessi concordato il pensiero del mio coinquilino, dopo che fosse evidente che avessimo trascorso il venerdì sera alle giostre con gli altri, mi scappò in modo naturale-E quale sarà la cosa che rivelerà te stesso, Newt?-

Mi fissò interdetto con il suo solito sguardo indecifrabile ma che aveva la capacità di dire tutto.

-Qualcosa che fa bene, Tommy, qualcosa che fa bene...- ripeté dolcemente e anche se in un primo momento interpretai quella frase come un linguaggio criptico, non impiegai molto a capire cosa intendesse Newt. Lui si riferiva all'amore, quello che fa star bene. Quello che inconsapevolmente già provavamo l'uno per l'altro.



Spazio Autrice: Aspettateeeee! Leggetemi!!!Io non posso credere che siamo così in tanti, sicuri che vi merito? Non credo...cacchiarola! Prima di avere questo result avevo pensato di fare un capitolo più corto e meno dettagliato, ma poi ho visto voi meraviglie, con le vostre visite, stelline e sclerate...e non sono riuscita a trattenermi. Ero convinta di scrivere anche la parte delle giostre ma vorrei farla dettagliata...e vi gusterete il capitolo 8 perché ci sarà una cosa...ehm ehm! Ci siamo capite. Spero di sentirvi, di non avervi deluso e che possiate perdonare gli orrori e sappiate che vi amo! È molto lungo e spero vi sia piaciuto!!! Siete l'amore, Newtmasineee!♥ Baci la vostra Ale :)


















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