4. Temporale estivo
Avevo sempre immaginato una situazione del genere: Newt a casa mia, da soli, probabile sesso ... ed ero sempre stato più convinto che non sarebbe mai avvenuto. Troppo realista per credere che sarebbe esistito un giorno in cui la realtà avrebbe superato l'immaginazione.
Fuori pioveva e la pioggia, che fino a poco tempo prima sembrava calma, cadeva più decisa e fragorosa infrangendosi al suolo. Il cielo diventato ormai scuro, di tanto in tanto, era marcato da un'istantanea luce seguita da tuoni sempre più potenti. Per strada l'unica illuminazione era quella in lontananza di un lampione quindi, la finestra della cucina che affacciava sul vialetto, non faceva neanche distinguere la terra dal cielo. L'aumento della pioggia si alternava a folate di vento fastidiose di sicuro per chi stesse camminando per strada.
Newt per me era un temporale estivo: bello quanto fatale. E come tutti i temporali estivi era pericoloso. Ma soprattutto imprevedibile.
L'amore per la pioggia cresceva sempre più ma odiavo i tuoni a meno che non li avessi visti con il mio ragazzo, abbracciati, sul divano con indosso un piumone. E tutto ciò era impossibile. Certo, una rampa di scale mi divideva da Newt, che per essere più preciso, era nudo nella doccia del mio bagno ma ciò non significava niente: né amore, né sesso sfrenato.
Purtroppo.
Cercavo di essere più calmo possibile, non potevo rovinare anche quell'incontro.
"Sì, Newt è nudo in casa mia ... e allora?Non è nulla di che!" scrollai le spalle fissando il tegame. Avevo già spalmato il burro? Maledetti vuoti di memoria. Più che vuoti di memoria erano le vocine che non mi lasciavano in pace: la coscienza e la passione.
"Il mio è un amore spirituale non carnale ... " cercavo di convincermi ma l'altra vocina mi ricordava quanto fossi un pessimo bugiardo.
"E i suoi occhi, il naso, e vogliamo parlare delle labbra? Il modo in cui si muove .... In cui parla ... il suo essere così profondamente sexy. Se è figo quando sanguina ... "
"Che cacchio penso. Basta. Stop. "
"Perché sento qualcosa svegliarsi nei miei pantaloni?"
"Thomas caspio, contieniti! Non puoi cadere così in basso, cerca di tenere gli ormoni a posto."
Respirai a lungo e lentamente, cercando di liberare la mia mente perversa e concentrarmi sulla torta. Newt era a casa mia, avremmo preparato un dolce insieme e avrebbe anche dormito ... quindi quella che stavo appena affrontando era la parte meno difficile.
"Thomas ricordati di respirare" dicevo a me stesso, tentando di sdrammatizzare; peccato che tremassi peggio di una foglia e non c'era proprio niente su cui scherzare. Quell'inaspettato temporale aveva fatto abbassare le temperature e allora perché io soffrivo un caldo maledetto? Aprii il rubinetto bagnandomi le mani e il collo con acqua gelida ma non ottenni chissà quali successi.
Newt mi stava rovinando.
Mi destabilizzava e ciò non era assolutamente normale, beh un po' sì, ma non potevo perdere il controllo delle mie azioni ... Teresa e Minho non potevano aver ragione.
Continuai a rimproverarmi, forse stavo affrontando quella faccenda troppo seriamente. Non avevo un killer in casa.
Portai le mani nei capelli, inconsapevole su cosa fare. Ero così attento a pensare cosa fosse giusto che quando sentii un rumore provenire dal piano di sopra, mi si drizzarono le orecchie, sobbalzando.
Un boato che non seppi identificare. Terrorizzato, uscii dalla cucina, non avevo sentito alcun grido e ciò poteva significare due cose: o non era successo nulla o era avvenuto qualcosa di mortale.
Chiamai Newt ma non ricevetti alcuna risposta.
Senza pensarci due volte, salii le scale in fretta e furia, l'affanno era percepibile appena.
Se fosse caduto sbattendo la testa? Le lacrime erano già pronte a scendere.
Arrivato dinanzi la porta del bagno non esitai ad aprirla, per fortuna non l'aveva chiusa a chiave.
Spalancai gli occhi mentre Newt accennò un gridolino simile a –Thomas che caspio fai?- era voltato ed io per fortuna avevo soltanto visto le spalle color latte, esili ma con muscoli accentuati e la schiena... quanto ispirava! Come avrei voluto sfiorargliela... intorno alla vita aveva un asciugamano che copriva leggermente il bacino, io la fissavo.
Perché, invece, della stupidaggine non potevo avere la telecinesi?L'avrei tolta con il pensiero.
-Thomas ... - chiamò, scrollai via i pensieri, chiusi la bocca e portai lo sguardo su di lui. O meglio sulla sua faccia. Quanto poteva essere sexy uscendo dalla doccia? Con i capelli bagnati, quell'aria sfatta e fottutamente scopabile -Tutto bene?- domandò stranito.
-Sì ... cioè ... A te, piuttosto, è tutto ok? Ho sentito un rumore e ... - Cavoli, stavo balbettando!
Ma Newt non sembrava darmi molta attenzione, si asciugava i capelli con un'altra asciugamano e ciò mi faceva andare ancora più in estasi. Avrei custodito quelle asciugamani come una reliquia dell'antico Egitto.
Dopo qualche secondo, alzò lievemente la testa e puntò il suo sguardo indagante su di me, si girò completamente permettendo così di essere face to face. Ora mi era visibile anche il suo petto che come immaginavo era depilato. Non era un tipo da palestra, ma nonostante ciò aveva una leggera tartaruga che si intravedeva, pettorali ben scolpiti e qualche muscolo al posto giusto.
Di fronte a tanta perfezione sarei morto a momenti.
-Sì ... - rispose con una calda risata-stavo scivolando uscendo dalla doccia, per fortuna mi sono aggrappato al lavabo.- sul suo viso era presente un ghigno divertito e sulle guance vi erano chiazze di rossore, che si sentisse a disagio?
-Ah ... bene, allora ... posso andare ... non hai bisogno di ... -balbettavo intrecciando le dita l'una all'altra. Non riuscivo a collegare le parole, sembrava quasi un blackout interiore che aveva sconnesso la lingua dal cervello facendomi assomigliare a un autistico. Portai la mano dietro l'orecchio, grattandomi la nuca completamente impacciato.-Ti aspetto in cucina,- dissi infine, marcando il tono con un po' di determinazione.
-Vai tranquillo ... so ancora mettermi le mutande da solo.- enunciò con tale disinvoltura che mi lasciò di stucco. La timidezza di poco prima sembrava essere svanita. Accennò un ghigno divertito, sorrisi, cercando sia di mascherare il mio imbarazzo sia di distogliere lo sguardo dalle sue parti basse.
Mi voltai e andandomene chiusi la porta. Quando fui sicuro che non potesse né vedermi né sentirmi, mi lasciai cadere all'indietro fin quando non urtai contro il muro, socchiusi gli occhi, sospirando. Abbassai lo sguardo e, con l'amaro in bocca, capii che forse era meglio cambiare pantalone.Quello che indossavo era troppo stretto.
Newt impiegò molto a raggiungermi, ma tutto quel tempo non bastò per calmarmi pienamente. Avevo cambiato pantalone optando per uno largo a tuta, così sarebbe stato difficile sgamarmi e se mi fossi concesso qualche distrazione non si sarebbe visto. Provavo a ignorare la tensione, affondando le mani nella pasta da dolce.
Cercai di modellare l'impasto facendo prendere al dolce una forma circolare, per perfezionarla mi servii anche di una teglia a cerniera. Sbattei le uova e dopo che fossi sicuro che non avessi mancato nulla, presi lo zucchero.
-Siamo concentrati.- Appurò il biondo con un sorriso beffardo in volto.
-Diciamo che questo dolce merita la giusta attenzione...- gli risposi distratto non staccando gli occhi dal dessert.
-Ho appoggiato i miei abiti in lavanderia, spero che per domani mattina si asciughino...- informò avvicinandosi a passi di lumaca.
Gli rivolsi un'occhiata e non riuscii a trattenermi dal ridere -I miei vestiti su di te sembrano extra large eppure non sono così grasso- aggrottai le sopracciglia, confuso. Che fosse colpa delle delle vaschette di gelato che mi scolavo vedendo film deprimenti? Mi rattristai per qualche secondo.
-Hai cambiato pantalone?- domandò tanto per iniziare un discorso, sedendosi allo sgabello di fronte a me.
"Che memoria che ha il biondino" pensai, e sperai che per una volta la mia mente mi avesse dettato qualcosa di sensato.
-È una sorta di pigiama, più comodo dei jeans...- risposi preciso senza balbettare.
"Gran bel passo in avanti, amico" era quello che di sicuro mi avrebbe detto Minho.
Il dolce già da dieci minuti era nel forno ma la cottura sembrava non aumentare, che l'avessi rotto prima di usarlo? Guardavo con sguardo crucciato.
-Tommy...- chiamò Newt a bassa voce,- credo che dovresti accenderlo, di questo passo non si cuocerà mai...- Abbozzò una smorfia di disapprovazione e... quanto potevo essere imbecille?
Ero convinto di averlo avviato, cercai di salvarmi in calcio d'angolo - Sì, lo so...- risposi inaspettato, -stavo guardando se fosse perfettamente circolare.-
Sorrise emettendo un sospiro quasi esasperato-Da quando ti ho conosciuto credo che la normalità non ti appartenga per niente.- aveva ragione, da quando c'eravamo conosciuti tutto era strano.
-Penso lo stesso di te,- risposi senza timore- Stavo per morire oserei dire...e sei sbucato dal nulla salvandomi, ora non stavi chissà quanto bene e hai pensato di venire da me, che mi conosci a malapena da due giorni .- proferii con il capo abbassato verso le decorazioni.
Newt sospirò, non sapevo dove avevo trovato il coraggio per dire ciò ma non me ne pentivo.
-Almeno io non ho avuto una rissa.- enunciò con non-chalance, fissandomi.
-La mia non è stata una rissa,- spiegai mettendo la polvere del cacao amaro in una ciotola-Un battibecco con Gally, tutto qui.- ridussi, ignorando ancora i dolori accentuati e i lividi sulla guancia.
-Un battibecco che ti ha stroncato,-fece una pausa-se non fossi intervenuto io...- si pavoneggiò- per te ho buttato una sigaretta.-
-Ma davvero?- domandai ironico- Eppure ciò che mi ha svegliato è stata proprio la puzza.-
-Almeno "la puzza" - mimò con le virgolette- è servita a qualcosa...- scrollò le spalle, irrigidendo di poco i muscoli facciali.
Si creò di nuovo l'ampolla di silenzio e anche stavolta fu Newt a rompere il ghiaccio-Oggi in mensa ho visto Gally al tavolo, sembrava una conversazione accesa, a quando il secondo round?-chiese sarcastico e ciò che riuscii a interpretare da tale domanda fu solo un modo indiretto per sapere cosa ali di gabbiano mi aveva detto.
-Credeva che lo fissavo troppo...e ha iniziato a fantasticare- sorrisi beffardo. Ero gay ma non avevo pessimi gusti.
-Attento che ti frega la ragazza.- disse lui con tono scherzoso ma era percepibile anche qualcos'altro che però non riuscii a captare.
-Quale ragazza?- domandai istintivo, solo dopo averlo detto volevo sprofondare.
-Capelli neri, occhi azzurri...- descrisse lui. Aggrottò le sopracciglia, indagando.
-Ah...dici Teresa, beh non è proprio la mia ragazza...- mi grattai la testa, impacciato.
-Capisco,- disse bevendo un po' di succo all'ananas-te la scopi e basta- passò la lingua tra le labbra per inumidirle.
-C-Cosa?- Sgranai gli occhi a breve mi sarebbero caduti.
-Siete scopamici, dico.- Puntò i suoi occhi castani nei miei togliendomi il fiato. Sembrava scavarmi dentro per scoprire a qualunque costo la verità. Mi allontanai dal bancone della cucina, cercando di allungare la distanza tra me e il piccolo Sherlock.
-È difficile da spiegare...- borbottai e giuro che sentivo qualcosa in gola, stringermi fino a soffocarmi.
-Capisco...ora ci stai pensando e ti vengono i sensi di colpa, è ... ammirevole.- si alzò dallo sgabello, il suo tono era venato da un leggero strato di angoscia-Non tutti li hanno.- Giocherellava con le dita sul tavolo e il suo sguardo sembrava assente.
-Tu ad esempio?- domandai attento a non offendere. Immaginavo Newt come Christian di 50 sfumature, un tipo che scopava senza alcun sentimento.
Smorzò un sorriso sornione-Non so perché te lo dico ma con te voglio essere sincero,- strinse i pugni-Io non l'ho mai fatto.-
Restai allibito e per qualche secondo fui sicuro di fluttuare per qualche pianeta di un'altra galassia, che fine aveva fatto il Newt che si sbatteva tutte?
-Io so altro- proferii diffidente.
-Vuoi saperlo più di me, pivello?- si avvicinò e giuro che potevo sentire i nostri petti quasi sfiorarsi.-Tutti credono quello che dico. Ad esempio Gally mi immagina il Dio del sesso.- passò di nuovo la lingua tra le labbra e quel gesto era così fottutamente sensuale.
- Ora mi sono rotto il cacchio di raccontare palle, - fece una pausa- mi guardi come un ebete ma non ridi di me. Sei davvero ...particolare.- abbozzò un sorriso scarno, esterrefatto.
Avrei voluto dirgli "Newt anche io sono vergine e immagino da una vita la mia prima volta con te" ma la situazione era già tragica così.
Continuai a fissare il vuoto, pensieroso. Newt era un ragazzo per bene, scrupoloso e, invece, io risultavo lo stronzo di turno. Strinsi i pugni, ogni parte di me combatteva se dirgli o meno la verità. Si era allontanato e io percepivo il freddo, i nostri corpi non erano più vicini e quasi morivo. Quando mi decisi a parlare, qualcosa mi arrivò in pieno viso, spalancai lentamente gli occhi, il cuscino del divano era ai mie piedi, Newt me l'aveva lanciato.
-Che mammoletta, neanche un cuscino prendi!-scoppiò in una fragorosa risata, rotolandosi sul divano.-Poi mi spieghi come fai a rimorchiare,- continuò divertito.
-Vuoi la guerra?- chiesi pizzicandomi la guancia. Stavo per suicidarmi ne ero sicuro.
Si mise a braccia conserte, squadrandomi dall'alto verso il basso.
-Se permetti, caro- Dichiarò l'ultima parola schernendo-vinco io. - la sua determinazione mi eccitava maggiormente e io dovevo stare al mio posto.
-Ti ricordo che sei zoppo e hai una mano non funzionante.- dissi e quasi somigliavo a un professore autoritario.
Mi avvicinai alla velocità della luce, e senza troppa forza gli scaraventai il guanciale in pieno viso. Con mia grande sorpresa lo parò, accennandomi risatine divertite.
-Sono un maestro.- si vantò rilanciandomi il cuscino. Mi avvicinai senza alcun timore, distese il braccio nella mia direzione in segno di alt.-Per quanto sia un maestro dovresti rispettare le mie condizioni fisiche, in fondo lo hai detto stesso tu, sono zoppo e la mano non mi funziona bene.-ripeté calmo cercando di farmi cedere.
Mi lanciai a peso morto sul divano annullando la distanza. Ero a pochi centimetri da lui.
-Dicevi?- punzecchiai con in volto un ghigno divertito e istigante.
-Niente...tranquillo.- proferì lascivo quasi ignorandomi. Se ne stava sul divano quasi sdraiato, con le braccia conserte a fissare un punto indefinito sul pavimento. Pareva ipnotizzato. Seguii lo sguardo che apparentemente sembrava perso, mi scorsi in avanti, cercando di capire cosa attirasse la sua attenzione e fu quello il mio errore...
Bastò un nano secondo di distrazione che persi l'equilibrio, rotolai ai piedi del divano, e per fortuna Newt mi salvò dal tavolino di vetro. Mi aveva spinto e goffo com'era, era caduto anche lui. Io ero sul pavimento e lui addosso a me.
Proprio quello non ci voleva.
Tenevo lo sguardo basso fissando qualcosa di inesistente ma così avrebbe capito, quindi cercai di alzare la testa risultando il più naturale possibile, le nostre iridi si incontrarono, ispezionandosi come sempre.
-Mi sa che la nostra vicinanza fa brutti scherzi,- affermò goffo riferendosi al rischio che ricorrevamo quando fossimo vicini, come se fossimo due calamite della stessa energia che si scontravano sempre; io, invece, facevo riferimento a qualcosa nei pantaloni, anche quello non era uno scherzo piacevole.
Deglutii profondamente, imbarazzato. Giurai che le guance mi stessero per scoppiare e la cosa peggiore era Newt che non accennava ad alzarsi. Era ancora su di me, le sue mani erano ferrate ai miei polsi, che mi bloccavano da qualsiasi via di fuga. Era una di quelle scene piene di passione e dove un bacio sarebbe stato d'obbligo. In quel momento di agonia stavo morendo.
"Thomas pensa a due vecchi che scopano" suggerivano le voci e sembrava funzionare, non percepivo il mio rilievo o forse sì? " Pensa a un vecchio che stupra un bradipo" Okay, tutto ciò faceva schifo ma funzionava.
"Ecco, pensa alla riproduzione delle rane(quella poi fa veramente vomitare)."
Newt si guardò intorno imbarazzato.
-Meglio che mi alzi, è tutto così ambiguo...-
"Ah biondino, questo lo reputi ambiguo? Io mi sto trattenendo con tutto me stesso, con un'energia immane e tu te ne esci che tutto questo è...ambiguo. Okay. "
Dovevo decisamente calmarmi.
Si alzò e il mio sguardo andò a posarsi sui suoi pantaloni. Avevo ragione: il rilievo c'era ma non era il mio.
Dopo quella scoperta, cercai di chiarirmi le idee, Newt era in bagno da interminabili minuti e non immaginai proprio cosa stesse facendo. Avevo solo una gran voglia di ridere pensando a tutte quelle volte che lo pensavo versione Christian Grey in un letto con una o più donne, quando quasi piangevo a telefono con Tess e quando Minho mi dava le sue lezioni di vita ... Avevo vissuto inventando ostacoli, avevo sofferto per nulla. Ora la fortuna era dalla mia parte.
Un odore un po' sgradevole mi stuzzicò il naso e lì ricordai del dolce. Mi precipitai in cucina togliendo la torta dal " maledetto elettrodomestico", la trovai un po' bruciacchiata in superficie ma era comunque commestibile.
Newt entrò in cucina quasi con aria stanca e lanciò un'occhiata poco rassicurante al dessert.
-Chi dovrà mangiare questo coso?- Domandò terrorizzato.
-Mia madre...-diedi risposta studiando il suo volto, sembrava non far trasparire alcun imbarazzo.
Era calmo, sicuro come sempre.
-Ora capisco perché ha la fissa delle medicine.- schernì e io accennai un lieve riso.
-Mi reputi un cattivo cuoco?- Feci domanda imbronciato, tagliai una fettina del dolce e la proposi a Newt che inizialmente non sembrava intenzionato ad accettarla.
-Dai...apri la bocca,- mi sentii fottutamente forte, ormai sapevo che sotto sotto non gli ero del tutto indifferente. Dovevo essere sicuro e tutto sarebbe andato per il meglio. Seh, certo.
Mi bloccò nuovamente i polsi e via altri cento battiti.
-Tommy...perché vuoi farmi perdere la pazienza?- sbraitò spazientito, aggressivo addentò la fetta. Lo fissai immaginando le sue labbra sulle mie e in altri posti altrettanto ospitabili.
Deglutii- Allora?- sperai in una risposta affermativa, in fondo avevo riposto la mia fiducia nella cioccolata.
-Buona, pivellino. Brutta ma buona.- nella sua voce c'era un pizzico di malizia, il suo sguardo sensuale emanava scintille d'intesa, scintille che mi attivavano pensieri perversi.
Il resto della serata trascorse tranquillo, sembravamo amici da anni e fidanzati da una vita. Non c'erano stati baci, carezze, o altri scontri, ma l'elettricità che viaggiava nei nostri sguardi era sempre più presente e accentuata. Battibeccavamo amichevolmente, punzecchiandoci di tanto in tanto. Lui mi aveva richiamato "mammoletta" vedendo il DVD di Titanic e non nego che a breve avrei fatto un rewatch ma non con Newt in casa. Con lui avrei voluto fare ben altro.
Cenammo da vero schifo, bruciai sia l'uovo che il toast ma per il mio amico biondo tutto ciò sembrava una vera barzelletta. Rideva a tal punto da dire -Piantala Tommy, ho i crampi alla pancia-
Non potevo farci nulla se ne combinavo una dietro l'altra e ad essere sincero non mi importava neanche di ridicolizzarmi, lui rideva e io...io vivevo.
Riordinammo il soggiorno e la cucina poi salimmo in camera mia.
-Incredibile che ancora non smetta di piovere.- appurò quasi deluso.
-Non riesci più a sopravvivere in mia presenza?- risi di gusto, adoravo il modo in cui scherzavo con il biondo, non mi era mai capitato avere tanta chimica neanche con il mio migliore amico.
-A dire il vero sì, stavo escogitando una via di fuga...- ammise falsamente.
-Beh...questa è la mia stanza, puoi tranquillamente dormire nel mio letto.- invitai e tutto ciò mi risultava così fuori posto, fuori mondo.
-Bene, cercherò di non tirarti le coperte.- Borbottò, sdraiandosi. Io restai immobile, il mio letto era quello di una piazza e mezza non un matrimoniale e per quanto fossimo magri comunque saremo stati vicini. Credevo che mi avesse detto di dormire sul divano o peggio a terra e, invece, non mi diede neanche il tempo di replicare che- Notte Tommy.- salutò squillante. Lo fissai con sguardo innamorato, avrei voluto dirgli così tante cose ma ridussi tutto a un semplice
-Buona notte, Newt...-
Appena chiuse gli occhi, nascosi il mio diario tra i mattoni di enciclopedia della mensola più alta.
Chiusi la porta della mia camera, e mi sdraiai lentamente sul letto.
Mi voltai nella sua direzione, avrei voluto cingergli i fianchi e abbracciarlo ma mi accontentai di quella vicinanza, di sentire il suo respiro a pochi centimetri dal mio viso.
E sperando che durante la notte non ci fossimo picchiati per le coperte, chiusi gli occhi.
Il mio era un sogno che piano piano stava diventando realtà.
Spazio Autrice: Newtmasine vi prego di leggere questo spazio autrice.
Ho aggiornato presto perché ho visto i vostri commenti, le stelline, le visite e davvero il mio cuore esplode di gioia. Di tanto in tanto metterò alcuni miei video Newtmas/Dylmas (visto che ho un canale youtube) inerenti o meno alla storia. Potete benissimo andare su youtube e cercare newtmasmazerunner é il mio canale e se mi cercate su ig sono _dylmasroyals_ (fan account) o __itslexie (pvt)
Per quanto riguarda il capitolo: doveva essere più lungo ma poi rischiavo che alcuni in seguito fossero stati privi di eventi e quindi l'ho tagliato. Fa un po' schifetto ma spero di sentire i vostri scleri, pensieri e consigli.Avrei dovuto pubblicare per sabato/ domenica e, invece, per allora avrete anche il quinto. Bacioni e...il video che vedete su l'ho editato io :3
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top